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Domenico34 - LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO -

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 00:07
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18/10/2011 00:13

Le parole di Gesù, contenute in Marco 11:22,23:
Allora Gesù, rispondendo, disse loro: «Abbiate la fede di Dio! Perché in verità vi dico che se alcuno dirà a questo monte: Spostati e gettati nel mare, e non dubiterà in cuor suo, ma crederà che quanto dice avverrà, qualunque cosa dirà gli sarà concesso,

non solo si trovano in armonia con quelle di Paolo, ma hanno anche lo stesso significato. Infine la parola della fede, secondo l’insegnamento dell’Apostolo Paolo, deve essere predicata nella stessa maniera come si predicano tutte le altre verità bibliche.

26) Romani 10:17:


La fede [ pistis ] dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio.

Il termine greco [ aco ] che da molti è stato tradotto udire, tranne alcuni che l’hanno reso predicazione (cfr. CEI; Marietti; L. Dettori; Jerusalem Bible), abbraccia i due significati. A rigore, quindi, non si può dire che il primo significato è da accettare e il secondo da respingere. Per quanto riguarda invece la frase terminale, che alcune traduzioni riportano parola di Dio ed altre parola di Cristo, tutto dipende dai codici di riferimento poiché è risaputo che ve ne sono di quelli che hanno parola di Dio e altri che hanno parola di Cristo.

Queste disquisizioni linguistiche, per ciò che riguarda la fede, di cui Paolo sta parlando, non hanno nessuna importanza fondamentale, per il fatto che non si tratta del semplice udire o della semplice proclamazione della parola umana; si tratta invece di udire e proclamare la parola divina. Siccome la parola di Dio o quella di Cristo, possiedono una virtù divina che possono produrre effetti nella vita umana, — che l’Apostolo chiama fede —, tutta l’importanza risiede nell’attitudine che l’uomo assume davanti al messaggio che si ascolta o che si predica.

Davanti all’affermazione paolina, unica nel suo genere in tutto il N.T., bisogna insistere per far comprendere alle persone quanto sia importante assumere un giusto atteggiamento davanti alla Parola di Dio. Ne consegue che più si ascolta o si predica questa Parola, il risultato sarà sicuro, allorquando la fede, di cui l’uomo ha assoluto bisogno, se vuole essere gradito a Dio (Ebrei 11:6), la si vedrà germogliare.

27) Romani 11:20:

Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; [ pistei ] non insuperbirti, ma temi.

In tutto il capitolo 11 dell’epistola ai Romani, Paolo affronta il grande problema del rigetto e dell’incredulità del popolo d’Israele, nei confronti di Cristo e del vangelo, e, nello stesso tempo pone il gentile davanti alla sua responsabilità, in modo da evitare di cadere nella superbia. Se Israele è stato troncato dall’ulivo, essendo ramo naturale, lo è stato unicamente per la sua incredulità; mentre i gentili, che sono per natura olivastri, se sono stati innestati, è per renderli partecipi della radice e della grassezza dell’olivo nonché della bontà di Dio (v. 17,22). Davanti a questa precisazione che Paolo fa, il credente gentile deve fare molta attenzione se non vuole cadere nel peccato della superbia e della vanagloria.

28) Romani 12:3:

Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede [ pistes] che Dio ha distribuito a ciascuno.

L’affermazione che contiene questo verso, unica nel suo genere in tutto il N.T., riguarda appunto la misura di fede, che Dio ha distribuito. Come abbiamo fatto notare precedentemente, la cosa che l’Apostolo vuole mettere in evidenza, è il fatto che ogni credente ha ricevuto da Dio una misura di fede, uguale per tutti. Se questa misura di fede, (non importa se è piccola o grande) non fosse uguale per tutti, oltre che i credenti potrebbero argomentare, Dio stesso sarebbe tacciato di parzialità. Siccome si sa con estrema certezza che Dio non agisce con parzialità, il credente deve prendere atto che Dio gli ha dato una misura di fede. Naturalmente questa fede, nell’esercizio della vita di tutti i giorni, potrà aumentare o scemare, a seconda del come il credente si comporterà davanti ad essa

29) Romani 12:6:

Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede. [ pistes]

I doni che si ricevono, sono tutti secondo la grazia che ci è stata data. Questo significa che nessun dono viene dato all’uomo per merito personale, ma tutto viene dato per grazia. Secondo quello che dice Paolo nella (1 Corinzi 12:1-11), lo Spirito Santo è quello che distribuisce i doni per essere usati a beneficio del popolo di Dio, la Chiesa di Gesù Cristo, e mai a beneficio della persona stessa che li riceve. Questo perché i doni dello Spirito, sono destinati all’edificazione del corpo di Cristo. Per quanto riguarda il dono della profezia, a cui il nostro testo fa esplicito riferimento, bisogna dire che esso ha una funzione particolare, non perché sia il migliore rispetto agli altri doni, ma principalmente in vista delle aree che copre nel suo svolgimento.

Si continuerà il prossimo giorno...
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