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Domenico34 - LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO -

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 00:07
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Sesso: Maschile
13/10/2011 00:09

7) Romani 3:27:

Dov’è dunque il vanto? È escluso. Per quale legge? Quelle delle opere? No, ma per la legge della fede. pistes

«La giustificazione per la fede, quale procede dalla manifestazione della giustizia di Dio, non consente più alcun «vanto» umano né per i Giudei, né per i gentili» [Cfr. H. Schlier, La lettera ai Romani, pagg. 199-202].

Quando l’Apostolo chiede: Per quale legge? Quella delle opere?. Il riferimento è senza dubbio alla legge mosaica, che per i Giudei, in modo particolare, costituiva la fonte del loro vanto, una specie di opere meritorie. Siccome Paolo ha stabilito precedentemente, in maniera dogmatica che: nessuna carne sarà giustificata davanti a Dio per le opere della legge (v. 20), la sua domanda, non solo ha piena attinenza con la dottrina della giustificazione per fede, ma ne rappresenta anche un ulteriore chiarimento, in quanto che, la giustificazione del peccatore, non è basata su quello che egli compie, ma unicamente su quello che Gesù Cristo ha compiuto.

«Nella risposta alla domanda («no, mediante la legge della fede») questo significato formale nomos risulta ben chiaro, senza tuttavia perdere il suo carattere paradossale. nomos pistes è il nuovo regime di salvezza, la nuova legge salutare invalsa con la fede (cfr. Galati 3:23,25), la quale a sua volta è giunta con Cristo. La fede è la richiesta perentoria che si pone ora al mondo. Questa richiesta esclude l’antica legge, la quale esige le «opere» e attraverso le «opere» provoca il «vanto». Ora Dio ha stabilito la fede come via di salvezza ed è la legge della fede che regola il mondo» [Cfr. H. Schlier, La lettera ai Romani, pag. 204].

8) Romani 3:28:

Noi dunque riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede [ pistei ] senza le opere della legge.

Avendo l’Apostolo saldamente stabilito in 3:27 che l’uomo, per la sua giustificazione non può fare ricorso al vanto delle opere della legge, perché ai fini di questa azione giuridica di Dio queste non hanno nessun valore, poiché la giustificazione non viene realizzata sulla base delle opere della legge, ma su quella della fede, in questo verso fa conoscere la sua convinzione su quello che ha affermato nei versetti precedenti. Il noi riteniamo, che è un plurale, non parla solo dell’Apostolo ma abbraccia anche tutti gli altri che sono sullo stesso piano di convincimento come lui. L’affermazione secca e categorica in senso conclusivo che la giustificazione dell’uomo avviene solamente mediante la fede senza le opere della legge, è valevole per tutti, Giudei e Gentili.

«Paolo non vuol intendere che le opere della legge non debbano essere rispettate e compiute, ma che anche quando un uomo le rispetti e compia sufficientemente bene, non pertanto è giustificato agli occhi di Dio. dicendo questo Paolo scava la terra sotto i piedi di quelli che dicono: «Ho sempre fatto come meglio ho potuto... Cerco di vivere in modo decente, irreprensibile... non imbroglio mai nessuno, che cos’altro vuole Dio da me?» [Cfr. H. Schlier, La lettera ai Romani, pag. 205].

9) Romani 3:30:

Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede pistes, e anche l’incirconciso mediante la fede pistes.

Con l’affermazione che l’Apostolo fa che Dio giustifica il circonciso e l’incirconciso, — allusione chiaramente per il Giudeo e per il pagano —, Egli non fa nessuna differenza e non tiene conto a quale gruppo etnico si appartiene; l’unica cosa a cui Dio guarda, sia per il Giudeo che per il pagano è la fede, senza quale non è possibile ricevere la giustificazione.

10) Romani 3:31:

Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? pistes Così non sia; anzi stabiliamo la legge.

In vista delle precise affermazioni che Paolo ha fatto nei vv. 20,27-30, qualcuno potrebbe fraintenderlo, e comprendere che egli, insegnando la dottrina della fede, lo faccia a scapito della legge, nel senso di volerla abrogare. La domanda che l’Apostolo fa, mira appunto a precisare che la fede non annulla la legge, ma la stabilisce o la conferma. Si potrebbe chiedere: In che modo? Nel senso dell’adempimento della legge

«Romani 3:31 deve essere interpretato sulla base del v. 27b (contrapposizione di legge della fede e legge delle opere): la legge come volontà di Dio attestata nell’A.T. è una legge della fede e non delle opere e viene perciò adempiuta e valorizzata soltanto mediante la fede» [Cfr. Frederick F. Bruce, L’epistola di Paolo ai Romani, pag. 131].

11) Romani 4:5:

invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede [ pistis ] gli è imputata come giustizia.

La menzione di colui che non opera, ma crede in colui che giustifica, viene fatta per dimostrare che la giustificazione non avviene sulla base di quello che si fa, (opera) ma sulla base di credere in colui che compie una simile azione. Siccome Paolo ha preso in esempio il patriarca Abrahamo per sostenere le sue affermazioni intorno alla giustificazione per fede, è necessario che la sua tesi venga sostenuta con un passo scritturale. Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia.

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 13/10/2011 00:09]
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