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Domenico34 - LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO -

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 00:07
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08/10/2011 17:14


LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO





Nota introduttiva

Dopo avere esaminato quello che hanno i sinottici e gli Atti, per ciò che riguarda la fede, ci accingiamo ad esaminare quello che ha lasciato l’Apostolo Paolo nelle sue epistole, specialmente in quella ai Romani, che contiene il maggior numero di occorrenze, rispetto a tutte le altre epistole. L’esame del materiale dell’epistola ai Romani, è importante, non solo per i molti passaggi che essa contiene, ma soprattutto per i grandi temi di teologia cristiana che questo scritto affronta, come per esempio: La giustizia di Dio, la giustificazione per fede, la giustizia della legge. Naturalmente, queste dottrine fondamentali, che ha impegnato tanti studiosi di fama attraverso i secoli, a partire specialmente dalla riforma protestante, che furono gli argomenti focali di tutta la polemica che si sviluppò con la Chiesa Cattolica Romana e continuano ad essere i cardini della teologia cristiana, saranno esaminati solamente in riferimento alla fede, di cui questo nostro lavoro si sta occupando.

EPISTOLA AI ROMANI

1) Romani 1:8:

Prima di tutto, rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo per tutti voi, perché la vostra fede pistis è pubblicata in tutto il mondo.

Il motivo del rendimento di grazie che l’Apostolo all’inizio della sua epistola innalza al suo Dio, per mezzo di Gesù Cristo per tutti i cristiani che si trovano nella capitale dell’impero Romano, vuole essere un segno evidente della sua gratitudine a Dio, per l’opportunità che gli viene concessa di scrivere questa sua epistola (che poi si rivelerà un documento di straordinaria importanza rispetto al resto dell’epistolario paolino, soprattutto per il valore teologico che essa ha, poiché vengono trattati i temi fondamentali della dottrina cristiana) e indirizzarlo a dei credenti che non conosce di faccia, la cui conversione per altro non è attribuita al suo ministero, ma ad altri (ignoti).

Il fatto che la fede dei credenti di Roma, sia pubblicata in tutto il mondo, spinge Paolo, non solo a rendere grazie a Dio e a scrivere loro, ma anche ad esprimere sentimenti di congratulazione per la condizione in cui si trova questa fratellanza, e, nello stesso tempo fa oggetto di incessanti richieste di preghiera a Dio, perché si possa concretizzare il suo desiderio di andare a Roma per conoscere questa fratellanza. Infine, la fede, oggetto di questo preambolo epistolare, rappresenta anche un legame che unisce le due parti col vincolo fraterno, protesi entrambi verso una stessa meta e traguardo: la proclamazione del vangelo di Gesù Cristo e il servizio che si può dare l’uno all’altro, in vista soprattutto della comune salvezza. Inoltre, la fede nella vita di un credente, non rimane nascosta nell’intimo del cuore, ma si manifesta in modo tale che anche gli altri la possono vedere, nella vita pratica di ogni giorno e servirà anche come sprone ed incoraggiamento nell’esperienza cristiana.


2) Romani 1:12:


E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede pistes che abbiamo in comune, vostra e mia.

L’ardente desiderio che Paolo ha di recarsi a Roma per conoscere quella fratellanza, ha principalmente un doppio scopo: Comunicare qualche dono spirituale per la loro fortificazione e nello stesso tempo per essere lui stesso consolato (v. 11). Questo naturalmente avviene mediante la fede, che fa da legame ed è di supporto per conseguire simili risultati. Se la fede (non importa se è grande o piccola) è vista e valutata sotto questo aspetto, il beneficio che arreca, è indiscutibile. Infine, la fede non porta le persone ad agire egoisticamente, cioè pensando solo a sé stessi, ma si muove in senso altruista; non si crede e si considera autosufficiente, come non avendo bisogno degli altri, ma è aperta a ricevere volentieri quello che verrà dato da altri. Agendo in questo modo, le persone che hanno fede, contribuiscono vicendevolmente ad ammaestrarsi, a incoraggiarsi, a edificarsi e a consolarsi.

3) Romani 1:17:

Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso di fede pistis in fede pistin, come sta scritto: Il giusto vivrà per fede pistes.

Nella parte introduttiva, l’Apostolo Paolo, oltre ad elogiare la fede dei credenti di Roma, rivelare il suo ardente desiderio di recarsi da loro per conoscerli di persona; rivela a questi credenti di essere debitore ai Greci e ai barbari, ai savi e agli ignoranti (v. 14) e nello stesso tempo dichiara la sua disponibilità ad evangelizzare anche loro che abitano a Roma. Prima però che l’Apostolo entri in tema, cioè, cominci a parlare della giustizia per la fede, che è il soggetto dell’epistola, oltre ad essere consapevole di essere servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo, appartato per l’evangelo di Dio (v. 1), sente anche un dovere di dire a questa fratellanza che egli non si vergogna dell’evangelo di Cristo perché sa che esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco (v. 16).

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 10/10/2011 00:23]
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