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La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
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Domenico34 – GESÙ CRISTO È DIO? – Capitoli 7-16 + APPENDICE E BIBLIOGRAFIA

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2012 00:23
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27/11/2011 00:04

Quando l’apostolo afferma:
Non facciamo come Mosè, che si metteva un velo sulla faccia, perché i figlioli d’Israele non fissassero lo sguardo nella fine di ciò che doveva sparire - Lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo ch’esso è abolito. Ma fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuor loro; quando però si saranno convertiti, (a chi, a Geova o a Gesù Cristo?) il velo sarà rimosso.

Ai tempi di Mosè, il popolo d’Israele stava seguendo Geova, e nonostante ciò, rimaneva un velo su di loro. Quando però, questo popolo si sarà convertito a Gesù Cristo, allora il velo sarà tolto. Se il velo è rimosso solamente per mezzo di Cristo, questa sola affermazione prova, in maniera inconfutabile, che questo popolo, per avere il velo rimosso, dovrà convertirsi al Signore = Gesù Cristo. Gli altri due versetti, 17,18, che la TNM rende Geova, sono in perfetta relazione con lo stesso Signore Gesù Cristo, colui che rimuoverà il velo dal volto del popolo d’Israele.

Colossesi 1:10: Per camminare in modo degno di Geova [kyriou] al fine di piacergli pienamente mentre continuate a portar frutto in ogni opera buona e a crescere nell’accurata conoscenza di Dio (TNM).

È impensabile che Paolo esorti i credenti di Colosse a camminare in modo degno di Geova, e poi lui stesso dichiara: Io, perciò, prigioniero nel Signore (non di Geova), vi supplico di camminare in modo degno della chiamata con la quale foste chiamati (Efesini 4:1) (la TNM). Perché in questo testo, dato che si parla di camminare in modo degno, non si rende il [kyriō] con Geova, come per (Colossesi 1:10)? È troppo evidente ogni altra spiegazione che si potrebbe dare.

1Tessalonicesi 5:2: Poiché voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova [kyriou] viene esattamente come un ladro di notte (la TNM).

Chi legge il N.T. non dovrà fare tanta fatica per sapere chi è colui che viene, o che verrà. Paolo in questa epistola sta parlando del ritorno di Gesù Cristo e di quello che accadrà, allorquando egli ritornerà. È di Gesù Cristo che tutto il N.T. parla, che dovrà ritornare una seconda volta sulla terra, e mai di Geova, quindi è assurdo che il [kyriou] di (1 Tessalonicesi 5:2), debba applicarsi a Geova. Lo stesso dicasi per (2 Tessalonicesi 2:2), che dice: Di non essere presto scossi dalla vostra ragione né d’eccitarvi sia per un’espressione ispirata che per un messaggio verbale o per una lettera come se (venisse) da noi, secondo cui il giorno di Geova [kyriou] sia venuto (la TNM).

2 Tessalonicesi 3:1: Infine, fratelli, pregate per noi, affinché la parola di Geova [kyriou] continui a muoversi rapidamente e sia glorificata come lo è infatti presso voi (la TNM).

Ripetiamo ancora una volta che l’apostolo Paolo era impegnato a predicare Cristo e lui crocifisso, in mezzo agli uomini, missione per la quale Cristo l’aveva scelto per portare il suo nome a tutte le genti. Era pertanto più che giustificabile che Paolo desiderasse che la parola di Cristo si diffondesse e che venisse glorificata dappertutto.

2 Timoteo 2:19: Per tutto questo, il solido fondamento di Dio rimane in piedi, avendo questo suggello: Geova [kyrios] conosce quelli che gli appartengono, e: Chiunque nomina il nome di Geova [kyriou] rinunci all’ingiustizia (la TNM).

Mettendo questo testo a confronto con Giovanni 10:14, in cui è detto:

Io (Gesù Cristo) sono il buon pastore, e conosco le mie pecore, e esse mi conoscono, possiamo dedurre che non è soltanto Geova che conosce quelli che sono suoi, ma anche Gesù Cristo conosce le sue pecore, nella stessa maniera che li conosce il Padre.

Anche per questo, per ciò che concerne il nome, possiamo fare un confronto con (Romani 10:13), in cui è detto: Chiunque avrà invocato il nome del Signore [kyriou] sarà salvato. Come è sacro il nome di Geova, lo è anche quello di Gesù Cristo, dato che per quanto riguarda la loro natura, non c’è nessuna differenza tra di loro.

Giacomo 1:7: Infatti, non supponga quell’uomo che riceverà alcuna cosa da Geova [kyriou] (la TNM).

Se questo testo viene messo a confronto con (Giovanni 14:13), in cui è detto:
E quel che chiederete nel nome mio, lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figliolo,
si potrà subito notare che non è soltanto Geova che dà all’uomo, secondo quello che gli viene domandato, ma anche Gesù Cristo si comporta nella stessa maniera del Padre.

Giacomo 1:12: Felice l’uomo che continua a sopportare la prova; perché, essendo approvato, riceverà la corona della vita, che Geova [ho kyrios] ha promesso a quelli che continuano ad amarlo (la TNM).

Leggendo questo testo alla luce di (2 Timoteo 4:8), in cui è detto:
Del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore il giusto giudice mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione,
e Apocalisse 2:10:
Non temere quel che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, perché siate provati; e avrete una tribolazione di dieci giorni. Sii fedele fino alla morte, ed io (Gesù Cristo) ti darò la corona della vita.

Appare chiaro che colui che assegnerà la corona, come premio di ricompensa, non sarà Geova, bensì Gesù Cristo.

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28/11/2011 00:07

1 Pietro 1:25: Ma la parola di Geova [kyriou] dura per sempre. E questa è la parola; questa che vi è stata dichiarata come buona notizia (la TNM).

Anche se questo testo è una citazione di Isaia 40:6-8, rimane fermo il fatto che anche la parola di Cristo, ha la stessa caratteristica di quella di Geova.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole (quelle di Gesù Cristo) non passeranno (Matteo 13:31).

2 Pietro 3:10: Tuttavia il giorno di Geova [kyriou] verrà come un ladro, in cui i cieli passeranno con rumore sibillante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte (la TNM).

2 Pietro 3:12: Aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova [theou], per cui (i) cieli essendo infocati saranno dissolti e (gli) elementi essendo intensamente caldi si fonderanno (la TNM).
L’apostolo Pietro, in questi due testi, sta parlando del ritorno di Gesù Cristo, in accordo con tutto il N.T che dichiara che sarà Gesù Cristo che dovrà ritornare. Tutto il N.T. non conosce il giorno di Geova che dovrà venire, ma solamente quello di Gesù Cristo, che dovrà anche regnare per mille anni sulla terra.

Apocalisse 1:8: Io son l’Alfa e l’Omega, dice Geova [kyrios] Dio, Colui che è e che era e che viene l’Onnipotente (la TNM).

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Per questo testo rimandiamo il lettore alla seconda parte, capitolo III di questo libro, nel quale abbiamo ampiamente dimostrato come questo testo parla di Gesù Cristo.

Apocalisse 4:8: E in quanto alle quattro creature viventi, ciascuna d’esse ha rispettivamente sei ali; intorno e di sotto son piene d’occhi. E non hanno riposo giorno e notte, mentre dicono: Santo, santo, santo è Geova [kyrios] Dio, l’Onnipotente, che era e che è e che viene (la TNM).
Anche se questo testo è una chiara citazione di (Isaia 6:3), ha la stessa caratteristica e la stessa portata di (Apocalisse 1:8(.

UNA CONCLUSIONE PER CIÒ CHE RIGUARDA IL NOME DI GEOVA


Tirando una definitiva conclusione, questo confronto che abbiamo fatto, non l’abbiamo condotto perché non teniamo in somma stima il nome di Geova, come in un primo momento potrebbe sembrare, come va dicendo la Torre di Guardia, ma solamente per fare giustizia al benedetto nome di Gesù, nome che è stato e continua ad essere aspramente attaccato, degradato e classificato alla stregua di un comune nome, come se si trattasse di una comune creatura, anche se è stato elevato al rango della prima creatura di Dio o il capolavoro della creazione, non tenendo peraltro presente che questo stesso Gesù Cristo, è anche e soprattutto l’Emmanuele = Dio con noi.

Il lettore certamente non esiterà, con un pochino di coerenza e di ponderata considerazione, se accettare o meno quello che abbiamo esposto in queste pagine. A questo punto si impone un’ultima parola di precisazione: Da tutti i passi che abbiamo citato, che poi sono gli stessi che la TNM ha interpretato nel N.T. risulta:

1) Il nome di Geova, tradotto negli Scritti del N.T. ricorre 233 volte e per nessuno di essi c’è presente il tetragramma delle quattro consonanti Y H W H, che autorizzi la traduzione con Geova, in lingua italiana. D’altra parte, dato che il famoso tetragramma si trova solamente negli Scritti dell’A.T. che sono in lingua ebraica, è assurdo cercarlo e trovarlo in quelli di lingua greca, che sono appunto gli Scritti del N.T.

2) Di questi 233 volte che il termine Geova ricorre nella versione della TNM del N.T. i corrispondenti termini greci sono:

theos; theō; kyriou; kyrios; kyriō; Kyrie.

Per nessuno di essi si può tradurre Geova, da un punto di vista della lingua ebraica.

3) Coloro che conoscono la storia e lo sviluppo semantico del termine greco theos, non saranno mai tentati a rendere il termine greco, come se fosse un sinonimo del tetragramma, e, quindi tradurlo Geova [Cfr. H. Kleinecht, GLNT,(Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol. IV, Col. 317-385; E. Stauffer, GLNT, IV, Col. 387-395; K. G. Kuhn, GLNT, IV, Col. 393-398], anziché Dio. Lo stesso dicasi di coloro che conoscono tutta la problematica del nome di Dio e la sua relativa interpretazione, che ha comportato, attraverso lunghi secoli e che ha coinvolto studiosi di fama internazionale [Cfr. G. Quell, GLNT, IV, Col. 358-387].

4) Si potrebbe obbiettare a questo punto che in moltissimi casi di questi 233 testi, si tratta di citazioni dell’A.T. e siccome nell’A.T. sono stati tradotti Geova, perché appunto è presente il tetragramma, va da sé che anche nel N.T. si potrebbe usare la stessa regola. Questo però, non è un discorso che si può sostenere, sapendo che le due semantiche, ebraica e greca, sono differenti l’una dall’altra.

Per il lettore ebreo, tradurre YHWH, Geova (italianizzato), non rappresenta un problema, dato che la lingua ebraica, potrebbe dare una simile possibilità. Però, a questo punto bisogna dire, per amore di precisione, che il tetragramma tradotto Geova, non è una vera e propria traduzione, nel senso della parola, ma semplicemente una «trascrizione».

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29/11/2011 00:17

Tutti sanno, (almeno ce lo auguriamo) che le quattro consonanti che indicano il nome di Dio, da un punto di vista prettamente linguistico, non significano Geova, ma colui che è. Io sono; colui che si chiama: L’Io sono m’ha mandato (Esodo 3:14). Dovendo tradurre questo tetragramma, dovremmo mettere in risalto, non tanto le vocali ad esso abbinate, per avere una facile pronuncia, quanto il suo significato linguistico.

La parola che meglio traduce, nel senso del termine, il tetragramma, non è quello di Geova, bensì quello di Eterno. È infatti questo termine che meglio di qualsiasi altro spiega il significato di quello che comporta il nome di Dio con le quattro consonanti YHWH. Per quanto riguarda la pronuncia di queste quattro consonanti, nessuno lo sa, dato che senza vocali non è possibile dare una qualsiasi pronuncia.

Le tre vocali eoa che si sono aggiunte nel VI d.C. (per avere la pronuncia di Yehovah) rappresenta il risultato della pronuncia del nome di Adonai che gli ebrei pronunciavano ogni volta che incontravano il tetragramma. Così finirono per aggiungere al tetragramma YHWH le vocali di Adonai.

5) Per il lettore greco che legge theos, non potrà mai pensare a Geova, anche se ne ha sentito parlare come il nome vero di Dio; penserà piuttosto al suo vero significato, ch’è appunto quello di Dio. Lo stesso dicasi per kyrios che non potrà essere mai tradotto Geova, perché la semantica della lingua greca non lo permette, dato che il suo significato accertato, attraverso i secoli, è quello di Signore.

Che i termini kyrios e theos possano essere applicati al vero Dio, questo non vuol dire però che si tratti di una traduzione, nel senso più stretto del termine, ma bensì di una interpretazione.

6) Per quanto riguarda le quattro volte che il termine Alleluia ricorre nel N.T. precisamente in (Apocalisse 19:1,3,4,6), che la TNM interpreta: Lodate IAH, non ci sembra che questo sia un valido argomento per sostenere la traduzione del termine greco Allelouia, come l’equivalente ebraico IAH, forma abbreviata del tetragramma.

Dovendo trascrivere in caratteri latini il tetragramma, lo trascriveremmo HAYAH, mentre quello relativo alleluia, nel testo ebraico, lo scriveremmo «HALAL». Si può notare benissimo tra questi due termini, che soltanto le prime due lettere sono comuni, mentre le altre, non hanno niente a che fare. Anche se Alleluia significa: «Lodate Geova», non è un valido argomento o una prova, per includerlo nei 233 testi del N. T., dei quali abbiamo parlato diffusamente.

Non si potranno addurre le stesse argomentazione per l’A.T. in cui il nome di Dio venne per tanti secoli nascosto e cambiato con un altro nome (stando a quello che dice la Torre di Guardia), perché il N.T. ch’è stato scritto in lingua greca, non ha mai avuto il tetragramma, quindi non è stato mai alterato. Lo stesso theos e kyrios che vi era in origine, è rimasto, anche in quei manoscritti più antichi che si dispongono. Ci riferiamo ovviamente a quelli conosciuti da tutti, con il nome di Vaticano, Sinaitico ed Alessandrino.

Quando la Torre di Guardia parla della Versione dei Settanta, che hanno inserito negli Scritti dell’A.T. kyrios e theos, con i rispettivi significati di Signore e Dio al posto del tetragramma, ci sembra che si voglia fare volutamente un po’ di confusione, facendo un parallelo tra la traduzione dei Settanta con gli Scritti del N.T. È risaputo che i Settanta tradussero dall’ebraico in greco, gli Scritti dell’A.T.

Se questa traduzione ha eliminato il tetragramma, non è un argomento serio per provare che lo stesso lavoro di eliminazione del tetragramma dell’A.T. sia stato fatto anche per gli Scritti del N.T. Se i Settanta avessero tradotto dal greco in ebraico, allora il loro ragionamento, per quanto riguarda questa specie di parallelismo, potrebbe essere preso in considerazione.

Ogni serio studioso, che ha una buona base di conoscenza della storia dei manoscritti greci del N.T. sa con estrema certezza che, dalle 5000 copie circa disponibili ai giorni nostri, che si possono controllare, neanche in un solo, è presente il tetragramma, compreso il vangelo di Matteo che probabilmente in origine fu scritto in ebraico.

Se la Torre di Guardia, non diciamo dai 5000 manoscritti greci del N.T. ma solamente dai tre più antichi, vale a dire: Dal Sinaitico, dal Vaticano e dall’Alessandrino, riuscisse a tirar fuori il tetragramma, allora la sua traduzione dei termini greci theos e kyrios, potrebbe essere convalidata. Sappiamo però, senza paura di essere smentiti che diversi testi dei 233 citati dalla TNM, si riferiscono a Gesù Cristo.

Siccome è risaputo però che la Torre di Guardia non ha mai creduto alla deità di Gesù Cristo, anzi l’ha sempre contraddetta, ritenendo Gesù Cristo come la prima creatura di Dio, o per dirla con (Apocalisse 3:14) il principio della creazione di Dio, essa ha tradotto i sopra citati passi in questione con Geova. Ciò l’ha fatto, non perché spinti veramente ed animati dal rispetto e dall’onore che hanno per il nome di Geova, ma piuttosto per l’odio che hanno verso la persona di Cristo Gesù, per quanto riguarda la sua uguaglianza con Dio e verso tutti coloro che, attraverso i secoli, l’hanno creduta, proclamata ed insegnata, così come le Sacre Scritture l’insegnano.

Chi legge il N.T. in una comune traduzione che non sia però la TNM, non potrà fare a meno di riconoscere tutti quegli elementi che abbiamo fatto notare in questo libro; e notandoli e valutandoli, sarà indotto, non solo ad accettarli, ma a proclamarli e dire assieme a Tommaso, la più bella e significativa professione di fede, quando si chiamerà Gesù Cristo: Signor mio e Dio mio (Giovanni 20:28).

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02/12/2011 14:10

Non ci illudiamo, andando dietro a questo e a quel sofisma: quello che conta non è tanto l’apparenza quanto la sostanza. La Bibbia, che contiene nelle sue pagine ispirate la sostanza, dice:

Chi è il mendace se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Esso è l’anticristo, che nega il Padre e il Figliolo. Chiunque nega il Figliolo, non ha neppure il Padre; chi confessa che Gesù è il Figliolo di Dio, Iddio dimora in lui, ed egli in Dio (1 Giovanni 2:22-23; 4:15).

Paolo scriverà:
Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa confessione per essere salvati (Romani 10:9,10).

Pietro ai suoi giorni diceva, e la sua parola è ancora valida per noi oggi:
E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati (Atti 4:12).

Gesù Cristo, il Figlio di Dio, morì proprio per te e per me; chiunque confesserà a lui i suoi peccati, il suo sangue ci purifica da ogni peccato (1 Giovanni 1:7). Noi abbiamo assoluto bisogno di essere amati, e non c’è creatura sotto il cielo che non senta questo bisogno.

Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Unigenito Figliolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).

T’ho esaudito nel tempo accettevole, - e t’ho soccorso nel giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo accettevole, eccolo ora il giorno della salvezza (2 Corinzi 6:2).

Oggi, se udite la sua voce, -non indurate i vostri cuori (Ebrei 3:15).

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia, e troviamo grazia, per essere soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:16).

Perché la parola di Dio è vivente ed efficace, e più affilata di qualunque spada a due tagli, e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolle; e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore. E non v’è creatura alcuna che sia occulta davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte dinanzi agli occhi di Colui al quale abbiamo da rendere ragione (Ebrei 4:12,13).

Diletti, ora siam figlioli di Dio, ma non è ancora reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è (1 Giovanni 3:2).

Noi sappiamo che siam da Dio, e che tutto il mondo giace nel maligno; ma sappiamo che il Figliolo di Dio è venuto e ci ha dato intendimento per conoscere colui che è il vero; e noi siamo in Colui che è il vero, cioè, nel suo Figliolo Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna (1 Giovanni 5:19-20).

PS: Se al termine del capitolo 14 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con ptrmura




Capitolo 15




QUELLO CHE DICE L’ANTICO TESTAMENTO CONFRONTATO COL N.T.




Per dare ai nostri lettori una panoramica piuttosto vasta di quello che l’A.T. dice in riferimento a Gesù Cristo, citeremo i testi più significativi che hanno un’esplicito riferimento nel N.T. ch’è l’adempimento fedele di quello che dice l’A.T. Lasceremo da parte tutti quei passi che, pur riferendosi a Gesù Cristo, dànno adito ad altre applicazioni ed interpretazioni, onde evitare di essere tacciati di non sapere interpretare correttamente le Scritture dell’A.T.

Quando un passo dell’A.T. viene citato nel N.T. ed applicato ad una persona specifica, non c’è altro da fare che quello di accettare quello che spiega il N.T. in riferimento a quella citazione. Questa è la migliore garanzia che possiamo offrire ad ogni lettore e poi sarà lo stesso lettore che deciderà, se accettare o meno, quello che viene detto. In questo caso, non si tratta di mettere in risalto quello che noi diciamo o quello che un’altro dice, specie quando ci moviamo sul terreno dell’interpretazione, ma soltanto accettare o respingere quello che spiega il N.T.

Fatta questa premessa, che vuole essere una prova di onestà e di correttezza, lasciamo parlare le Scritture dell’A.T. e preoccupiamoci solamente di controllarle con quelle del N.T.

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03/12/2011 00:03

Quando leggiamo nel N.T. le due parole Gesù Cristo, sappiamo con estrema certezza che si riferiscono ad un’unico personaggio: il primo è il nome di battesimo e il secondo ne è il titolo, corrispondente alla sua esplicita mansione svolta. Che il nome Gesù, non sia stato scelto da Maria e da Giuseppe, è attestato chiaramente dal N.T. quando dice:

Giuseppe, figliolo di Davide, non temere di prendere teco Maria tua moglie, perché ciò che in lei è generato, è generato dallo Spirito Santo. Ed ella partorirà un figliolo, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati (Matteo 1:20,21).

Il nome Gesù, da un punto di vista etimologico significa: Salvatore, o Geova salva.

E l’angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel seno e partorirai un figliolo e gli porrai nome Gesù (Luca 1:30,31).

Se l’angelo che comunicò questo messaggio a Giuseppe e a Maria, disse chiaramente che il figlio che Maria avrebbe dato alla luce sarebbe stato chiamato Gesù, non rappresentava una sua scelta o una sua decisione, ma solamente una comunicazione da parte di Dio. È risaputo che gli angeli sono al completo servizio di Dio, e tutte le loro missioni, li compiono in obbedienza assoluta all’ordine dell’Onnipotente. Va da se allora, che il nome Gesù, dato al figlio di Maria, non era stato scelto, né da un uomo, né da un angelo, a direttamente da Dio, anche se in quel tempo si potevano trovare persone che avevano quel nome (cfr. Colossesi 4:10).

Cristo, dal greco «unto» e dall’ebraico «Messia», denotava la qualifica di questo personaggio in relazione alla sua missione che avrebbe svolta. In questo personaggio di nome Gesù Cristo, Salvatore e Messia, c’era una serie di aspettative e di profezie, da parte del popolo ebraico e di tutti gli Scritti dell’A.T.

Conoscere, quindi, ciò che l’A.T. dice a proposito di questo Salvatore-Messia, è molto importante, non solo per averne una pura e chiara conoscenza, ma è soprattutto importante allo scopo di conoscere il piano di Dio, tracciato nell’eternità, chi era veramente questo Gesù di Nazareth. Sarà poi il N.T. che ci specificherà, in maniera limpida e serena, chi è questo personaggio, come bisogna considerarlo e in quale maniera aver fede in lui.

Uno che si accinge a leggere e studiare l’A.T. per trovare riferimenti a Gesù Cristo, ne avrà pena, senza l’aiuto del N.T.; questo soprattutto perché, in tutti gli Scritti dell’A.T., non ricorre mai questo nome, nonostante siano pieni di riferimenti a questo splendido personaggio.

Quindi, è questione di sapere interpretare quei testi che si potrebbero riferire a Gesù Cristo. Qui entra in gioco, ovviamente, la questione dell’interpretazione, che a rigore, potrebbe essere soggettiva e ci potrebbe lasciare nell’incertezza. Ma con il N.T. in mano, non c’è più questa specie di rischio, indecisione ed incertezza, perché sono gli autori ispirati del N.T. che ci garantiscono, con la loro ispirata spiegazione, l’esattezza di quei testi presi in considerazioni.

L’ESAME DELL’A.T.


1) La nascita di Gesù Cristo preannunciata.

Genesi 3:15, dice:

E io porrò inimicizia tra te e la donna, e fra la sua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno.

Tutti gli studiosi della Bibbia, di qualsiasi denominazione, affermano che questo testo è il primo riferimento a Gesù Cristo. Si potrà chiedere come si fa a sapere se questa affermazione è esatta, dal momento che il testo non fa menzione di Gesù Cristo, ma solamente parla di una donna e di una progenie, progenie che schiaccerà la testa al serpente?

Se si dovesse esaminare il testo alla luce della storia della sua interpretazione, ne scaturirebbe un discorso complicato e polemico, cosa che inesorabilmente ci porterebbe lontano dal nostro scopo. Mentre, se teniamo presente il fatto che (Genesi 3:15) parla di una progenie che schiaccerà la testa al serpente, e se vogliamo sapere chi è questa progenie, non dobbiamo fare altro che interpellare il N.T. per sapere se ha la risposta da darci.

Dal momento che il N.T. ci precisa chi è questa progenie, non avremo nessuna incertezza: la nostra affermazione sarà certa e ferma, non tanto perché noi abbiamo saputo bene interpretare il testo, quanto perché il N.T. ce lo spiega. L’apostolo Paolo, parlando delle promesse di Dio fatte ad Abrahamo, riporta:

E alle progenie, come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: E alla tua progenie, ch’è Cristo (Galati 3:16).

Sull’autorità di questo testo, possiamo affermare che tutti gli studiosi della Bibbia riconoscono che (Genesi 3:15) che riguarda Gesù Cristo, ciò è vero, non solamente perché la loro interpretazione è unanime, ma principalmente perché l’apostolo Paolo, uomo ispirato dallo Spirito Santo, disse categoricamente, che la progenie è Cristo.

Già questo primo testo dell’A.T. ci parla della venuta e della nascita di Gesù Cristo. Uno che pensa a questa nascita, è portato a chiedersi se lo stesso A.T. parla specificamente di questo avvenimento.

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04/12/2011 00:10

Isaia 7:14
Perciò l’Eterno stesso vi darà un segno: Ecco la vergine concepirà, partorirà un figliolo, e gli porrai nome Emmanuele.

Il N.T. a sua volta specifica questo testo, nel seguente modo:
Ed ella partorirà un figliolo, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati. Or tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figliolo, al quale sarà posto nome Emmanuele, che, interpretato, vuol dire: Iddio con noi (Matteo 1:21-23).

Davanti a questo testo, così lampante, non c’è nessun dubbio che Isaia 7:14, parli della nascita di Gesù Cristo attraverso una vergine.

Questo testo di Matteo è anche importante per un altro motivo: Ci specifica il significato del termine Emmanuele, cosa che non fa l’A.T. Chi legge la profezia di Isaia e poi la confronta col N.T. ha tutte le ragioni per ritenere questo Gesù Cristo, come un essere divino. Pensando alla sua nascita, descritta da Isaia esplicitamente, non è fuori posto domandarci se l’A.T. parla del luogo dove questo Figliolo dovrà nascere.

Michea 5:1
Ma da te, o Bethlehem Efrata, piccola per essere tra i migliai di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni.

Se si vuole avere la conferma che Michea, in questo testo, parlava del luogo della nascita di Cristo, non si deve fare altro che consultare il N.T.

E radunati tutti i capi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere. Ed essi gli dissero: In Betleem di Giuda; poiché così è scritto per mezzo del profeta: E tu Betleem, terra di Giuda, non sei punto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele (Matteo 2:4-6).

Dal momento che Michea 5:1 parla del luogo della nascita di Cristo, le restanti parole del profeta, che il N.T. non cita, hanno un’enorme importanza, per il fatto che ci permettono di gettare uno sguardo, per quanto riguarda le origini di Cristo. Il profeta afferma che le origini di Cristo, risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. Chi legge queste parole, non può considerare Gesù Cristo solamente come un semplice uomo, ma è portato a considerarlo come un essere divino, diverso dagli altri esseri.

2) Chi è questo fanciullo che deve nascere? I due precedenti testi di Isaia 7:14 e Michea 5:1, ci inducono a chiedere se l’A.T. può aggiungere altre caratteristiche, intorno a questo figlio che dovrà nascere.

Isaia 9:5:
Poiché un fanciullo ci è nato, un figliolo ci è stato dato, e l’impero riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Questo testo, con le caratteristiche che presenta, ci fa conoscere chi è questo fanciullo che è nato. Anzitutto bisogna tener presente che Isaia 9:5 parla di un fanciullo e di un figlio. Quello che nascerà non sarà un figlio, ma un fanciullo; il figlio ci viene dato. Perché il profeta presenta quest’ordine di cose in questa profezia?

Sono a caso le cose predisposte in questa maniera, o Dio li ha collocate volutamente in questo modo, per dirci qualche cosa? Crediamo che le cose messe in quest’ordine, hanno un suo modo d’essere, per il fatto che Dio ci vuole far conoscere chi è veramente Gesù Cristo, secondo questa profezia. Che questa profezia parli di Gesù Cristo, è confermato dalle parole del Vangelo di Matteo e di Giovanni. Matteo, parlando della nascita di Gesù, usa il termine fanciullino per ben 9 volte nel solo capitolo 2, e sempre applicato a Gesù, mentre Giovanni dice:

Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito figliolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).

Da questi due testi abbiamo la dimostrazione che (Isaia 9:5) è un testo messianico, in quanto ci parla, di un fanciullo che nasce e di un figlio che ci viene dato. Dal momento che abbiamo questa assoluta certezza, è importante il seguito della profezia. Il profeta afferma:

Il suo nome sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Nessun essere creato, sia che appartenga alla categoria degli angeli, o a quella degli uomini, è mai stato chiamato con questo nome di Ammirabile. Per quanto riguarda gli angeli, che sono esseri creati da Dio, la Scrittura ci fa conoscere alcuni dei loro nomi.

Mai un essere angelico si è rifiutato di rivelare il suo nome. Se le Scritture, in due casi, l’uno relativo a Manoa (Giudici 13:18) e e l’altro a Giacobbe (Gen 32:29), ci fanno sapere che gli esseri che apparvero, a Manoa e a Giacobbe, si rifiutarono di dichiarare il loro nome, adducendo che era incomprensibile, e perché chiedi del mio nome? questa è una prova che quell’essere, che la Bibbia chiama: L’Angelo dell’Eterno, non apparteneva alla categoria dell’esercito angelico.

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05/12/2011 00:07

1) DIO POTENTE

1. Tutto l’A.T. non conosce, come Dio potente, altri che Geova.

Esodo 13:3, dice:
E Mosè disse al popolo: Ricordatevi di questo giorno, nel quale siete usciti dall’Egitto, dalla casa di servitù; poiché l’Eterno vi ha tratti fuori di questo luogo, con mano potente.

Giobbe 9:19:
Se si tratta di forza, ecco, egli è potente.

Leggendo tutto il contesto di questo brano, appare chiaro che Giobbe fa riferimento a Dio.

Salmo 24:8:
Chi è questo Re di gloria? È l’Eterno, forte e potente, l’Eterno potente in battaglia.

Salmo 50:1:
Il potente, Iddio, l’Eterno ha parlato e ha convocato la terra dal sol levante al ponente.

Salmo 89:8,13:
O Eterno, Iddio degli eserciti, chi è potente come te, o Eterno? E la tua fedeltà ti circonda da ogni parte. Tu hai un braccio potente; la tua mano è forte, alta è la tua destra.

Salmo 93:4:
Più delle voci delle grandi, delle potenti acque, più dei flutti del mare, l’Eterno è potente nei luoghi alti.

Salmo 132:1,2:
Ricordati, o Eterno, a favore di Davide, di tutte le sue fatiche; com’egli giurò all’Eterno, e fece voto al potente di Giacobbe.

Isaia 10:21:
Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente.

Isaia 49:26:
E farò mangiare ai tuoi oppressori la loro propria carne, e s’inebrieranno col loro proprio sangue, come col mosto; e ogni carne riconoscerà che io, l’Eterno, sono il tuo salvatore, il tuo redentore, il potente di Giacobbe.

Geremia 32:18,19:
Tu usi benignità verso mille generazioni, e retribuisci l’iniquità dei padri in seno ai figlioli, dopo di loro; tu sei l’Iddio grande e potente, il cui nome è l’Eterno degli eserciti, tu sei grande in consiglio e potente in opere.

Fofonia 3:17:
L’Eterno, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva.

2. COSA DICE IL N. T.

Luca 1:49:
Poiché il potente mi ha fatto grandi cose, e Santo è il suo nome.

Romani 11:23:
Ed anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo.

2 Corinzi 9:8:
E Dio è potente da fare abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona.

brei 11:19:
Ritenendo che Dio è potente anche da far risuscitare dai morti; ond’è che lo riebbe per una specie di risurrezione.

Apocalisse 18:8:
Perciò in uno stesso giorno verranno le sue piaghe, mortalità e cordoglio e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata.

3. QUELLO CHE DICE IL N.T. RIGUARDO A GESÙ’ CRISTO

Luca 24:19:
Ed essi gli risposero: Il fatto di Gesù Nazareno; che era un profeta potente in opere e in parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo.

Romani 14:4:
Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piè, perché [ho kyrios] = Il Signore, è potente da farlo stare in piè.

2 Corinzi 13:3:
Giacché cercate la prova che Cristo parla in me; Cristo che verso voi non è debole, ma è potente in voi.

2 Timoteo 1:12:
Ed è pure per questa cagione che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e son persuaso ch’egli è potente da custodire il mio deposito fino a quel giorno.

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06/12/2011 00:16

Il nome di Dio potente che viene dato al fanciullo che nasce e al Figliolo che viene dato, è una dimostrazione inconfutabile della divinità di Gesù Cristo. Anche gli altri due nomi di Padre eterno e Principe della pace, aumentano la dimostrazione riguardante questa gloriosa verità fondamentale del cristianesimo.

3) IL FIGLIOLO CHE VIENE GENERATO


Nel (Salmo 2:7) si leggono queste parole:
Io spiegherò il decreto: L’Eterno mi disse: Tu sei il mio figliolo, oggi Io t’ho generato.

Per sapere se queste parole sono una profezia che riguarda Gesù Cristo, dobbiamo chiedere al N.T. se ha qualcosa da dirci in merito. Ci sono tre testi nel N.T. che provano inconfutabilmente che le parole del (Salmo 2:7), parlano di Gesù Cristo.

Atti 13:33, dice:
Iddio l’ha adempiuta per noi, loro figlioli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliolo, oggi Io ti ho generato.

Ebrei 1:5:
Infatti, a qual degli angeli diss’egli mai: Tu sei il mio figliolo, oggi ti ho generato? e di nuovo: Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figliolo?

Ebrei 5:5:
Così anche Cristo non si prese da sè la gloria d’essere fatto Sommo sacerdote; ma l’ebbe da Colui che gli disse: Tu sei il mio Figliolo, oggi, t’ho generato.

Alla luce di questi testi, non c’è nessun dubbio: Il (Salmo 2:7) è un testo che riguarda Gesù Cristo. Questo non lo diciamo per una nostra particolare interpretazione che lo metta in risalto, ma essenzialmente perché gli autori del N.T. applicano le parole del (Salmo 2:7) al Cristo. C’è da chiedere perché mai l’A.T. parla del Figliolo che viene generato, naturalmente dal Padre.

Se la profezia parlasse del Figlio che viene creato, basterebbe solo questo testo, per provare che Cristo non esisteva prima d’allora. Dal momento che il testo sacro non usa il temine creare, bensì quello di generare, è estremamente importante capire quello che vuole dire la Bibbia. Credo che ci rendiamo conto che i due termini, creare e generare, non li consideriamo affini, cioè, come se fossero sinonimi.

Ognuno d’essi, esprime un concetto diverso l’uno dall’altro: Il primo ci dice che colui ch’è stato generato era in colui che l’ha generato, mentre il secondo ci dice che non esisteva prima d’allora.

Quando si dice, per esempio, che una donna ha generato un figliolo o una figliola, si vuole solamente affermare che la donna ha fecondato; ha dato corso ad una nuova vita nel suo seno. Non si dirà mai che quella donna ha creato la vita, perché questa, esisteva già nello sperma che ha ricevuto da parte dell’uomo. Tenendo presente questo concetto, possiamo capire meglio certe affermazioni del N. T. e, comprendendoli, possiamo meglio valutare la portata teologica del (Salmo 2:7).

E la parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplata la sua gloria, gloria come dell’Unigenito venuto da presso il Padre.

Oppure:
Nessuno ha mai veduto Iddio, l’Unigenito Figliolo, che «è» nel seno del Padre (Giovanni 1:14,18).
Ed ancora:
Affinché sappiate e riconosciate che il Padre «è» in me e che io «sono» nel Padre (Giovanni 10:38; 14:10,11,20; 17:21).

Queste affermazioni di Giovanni, uniche nel loro genere in tutto il N.T., non sono semplicemente delle espressioni verbali, messe là, per riempire lo spazio di una pagina; sono espressioni piene di significato teologico, ai fini di farci comprendere chi è veramente Gesù Cristo, in relazione alla sua generazione da parte del Padre.

Se non si ha il dovuto rispetto e se non si dà la meritata importanza alle parole dell’apostolo Giovanni, si finirà col fare apparire Gesù Cristo, sotto una luce diversa da quello che le S. Scritture dicono. Come è possibile parlare di una certa inferiorità di Gesù Cristo, rispetto al Padre, per quanto riguarda la sua natura?

Anche se Cristo un giorno disse: Il Padre è maggiore di me (Giovanni 14:28), disse anche: Io e il Padre siamo uno (Giovanni 10:30). Eppure, queste due affermazioni sono diverse, non solo nella loro forma verbale e grammaticale, ma soprattutto nel loro contenuto teologico. Come è possibile essere inferiore e nello stesso tempo uno col Padre?

Se non si è in grado di capire queste due affermazioni di Gesù Cristo, come si potrà pretendere di capire tutta la Cristologia che il N. T. insegna? Non si può liquidare un argomento così vitale, la relazione di natura che intercorre tra Padre e Figlio, con una semplice affermazione: dicendo : Gesù Cristo non è divino, quindi non è Dio, non si trova nella stessa posizione del Padre, per quanto riguarda la deità. In altre parole: Il Padre ha una maggiore deità del Figlio, quindi il Figlio, per quanto riguarda la deità, è un subalterno del Padre.

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07/12/2011 00:13

Portare avanti un simile discorso, dimostra, in tutta la sua spaventevole dimensione, l’ignoranza che si ha, per quanto riguarda la natura della persona di Gesù Cristo e la sua missione qui sulla terra. Anche se noi affermiamo che non è possibile dividere in due Gesù Cristo, uno umano e l’altro divino, ai fini della sua esistenza, questo non vuol dire però fare confusione tra l’umanità di Gesù e la sua deità. Se Gesù Cristo esiste, esiste nelle due parti: umano e divino.

Non è possibile credere al Cristo divino e negare il Gesù storico, perché Gesù è il Cristo e Cristo è Gesù. Questo non significa però che l’umanità di Gesù debba essere messa alla pari della sua deità, come se umanità fosse un sinonimo di deità. Per quanto riguarda l’umanità di Gesù, sappiamo che ebbe inizio nell’incarnazione, mentre la sua deità, non la si può far risalire al tempo dell’incarnazione. Non si può usare il termine inizio per la deità, senza compRomaniettere la sua eternità.

La deità è fuori del tempo, mentre l’umanità è nel tempo. Compresi bene questi due concetti, non c’è da meravigliarsi, come quando si gridasse allo scandalo, se Gesù disse: Il Padre è maggiore di me. La sua affermazione si riferiva alla sua umanità, in relazione al tempo in cui cominciò ad esistere. Sotto questo aspetto è più che logico e naturale che Gesù mettesse in evidenza la differenza che c’era tra lui e il Padre.

Ma quando egli volle riferirsi alla sua natura, non poteva più parlare che il Padre era maggiore di lui, perché nella deità, non esistono livelli di superiorità e di inferiorità: esiste solamente una cosa: O si è o non si è Dio. Ecco perché Gesù non ha nessuna esitazione ad affermare che lui e il Padre sono uno. Uno nella natura di Dio.

Abbiamo fatto questo ragionamento, non per evadere dall’argomento, ma per capire meglio le parole di Giovanni: Io sono nel Padre e il Padre è in me. Davanti all’affermazione riportata dall’apostolo Giovanni, non esistono diverse alternative: c’è un solo modo di intendere e spiegare la parola di Gesù. Se si dovesse chiedere da quando esiste il Padre, anzitutto si dovrebbe rispondere che nel Padre, ch’è Dio, non c’è da Quando; c’è solamente l’eternità.

Allora, dato che Cristo è nel Padre (e non era nel Padre), c’è una sola alternativa per il Figlio: Come il Padre è eterno, anche il Figlio deve essere necessariamente eterno, perché appunto è nel Padre. In questo senso i teologi parlano di una generazione eterna, per mettere in risalto, non solo la deità del Padre, ma anche quella del Figlio; non per parlare di un Padre ch’è da sempre e di un Figlio che viene all’esistenza da quando il Padre l’ha generato, perché appunto il Figlio è nel Padre e il Padre è nel Figlio.

Crediamo di aver spiegato ampiamente il significato delle parole del (Salmo 2:7) e di aver dato una dimostrazione, col N. T. dell’importanza e della portata teologica che ha la parola profetica del Salmo in questione.

4) L’ATTIVITÀ MISSIONARIA DI GESÙ CRISTO


L’A.T. è pieno di quello che noi chiamiamo la predizione missionaria di Gesù Cristo, descritta nei minimi particolari. Fin dai tempi antichi, Mosè aveva parlato che l’Eterno avrebbe suscitato ad Israele, un profeta come lui (Deuteronomio 18:15). Anche se l’A.T. in questa sua predizione non specifica chi sarà questo profeta, ci penserà però il N.T. a farlo.

Mosè, infatti, disse: Il Signore Iddio vi susciterà di tra i vostri fratelli un profeta come me (Atti 3:22; 7:37).

Attraverso il profeta Isaia. Dio prometteva di compiere un’opera importante, in una certa zona della Palestina, bene identificata.

Ma le tenebre non dureranno sempre per la terra ch’è ora nell’angoscia. Come nei tempi passati Iddio coprì d’obbrobrio il paese di Zabulon e il paese di Neftali, così nei tempi avvenire coprirà di gloria la terra vicina al mare, di là dal Giordano, la Galilea dei Gentili (Isaia 8:23).

Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la sua luce risplende (Isaia 9:1).

Per sapere se le parole di questi due testi parlano dell’attività missionaria di Gesù, dobbiamo leggere Matteo 4:13-16.

E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, la Galilea dei Gentili, il popolo che giaceva nelle tenebre, ha veduto una gran luce; su quelli che giacevano nella contrada e nell’ombra della morte, una luce s’è levata.

Da questo confronto, risulta inequivocabilmente che Matteo 4:13-16 è in perfetto parallelismo con (Isaia 8:23; 9:1) e che il personaggio di cui parla il profeta, è Gesù di Nazaret. Dio stesso prometteva che avrebbe coperta di gloria la terra vicina al mare, di là dal Giordano, la Galilea dei Gentili, e che il popolo avrebbe visto una gran luce.

Attraverso questa descrizione profetica, Gesù di Nazaret veniva presentato come una gran luce. Il profeta Michea non aveva nessuna difficoltà a definire l’Eterno la mia luce (Michea 7:8), e Davide cantava: L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza (Salmo 27:1). Anche l’apostolo Giovanni affermava che Dio è luce e in lui non vi sono tenebre (1 Giovanni 1:5).

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08/12/2011 00:05

Isaia, dal canto suo, parlando del servo dell’Eterno, lo presentava con queste parole:

Io, l’Eterno, t’ho chiamato secondo giustizia, e ti prenderò per la mano, ti custodirò e farò di te l’alleanza del popolo, la luce delle nazioni (Isaia 42:6).

Poi aggiungeva:
È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d’Israele; voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra (Isaia 49:6).

I due testi appena citati, sono certamente messianici, perché il N.T. lo può provare ampiamente. Quando il vegliardo Simeone prese tra le sue braccia il bambino Gesù che Maria e Giuseppe avevano portato nel Tempio, per adempiere quello che ordinava la legge, proruppe in queste parole:

Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; poiché gli occhi miei han veduto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele (Luca 2:29-32).

Ci voleva però Giovanni, col suo Evangelo, per descriverci, con un linguaggio particolare, la bellezza e la profondità di questa verità. L’apostolo comincia il suo evangelo col dire:

In lei (logos Parola) era la vita; e la vita era la luce degli uomini (Giovanni 1:4).

E poi aggiunge:
La vera luce che illumina ogni uomo, era per venire nel mondo;
ed ancora:
La luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce (Giovanni 1:8; 3: 19).

Per dare però, una vera autentificazione alla parola profetica, ci voleva la parola, chiara ed autorevole di Gesù, quando disse di sé: Io sono la luce del mondo (Giovanni 8:12; 9: 5; 12:46). Esortando poi le persone diceva loro:
Ancora per poco la luce è fra voi. Camminate mentre avete la luce, affinché non vi colgano le tenebre. Mentre avete la luce credete nella luce, affinché diventiate figlioli di luce (Giovanni 12:35,36).

Quale maggior prova possiamo addurre dal N. T. che i testi di (Isaia 8:23 e 9:1), citati poc’anzi, non corrispondono esattamente a tutto quello che nel N.T. si parla di Gesù e dell’opra sua? La sua fu veramente una grande missione, che rimarrà per tutti i secoli e per ogni generazione, il segno inconfondibile del cristianesimo che esalta e glorifica, il Signor Gesù Cristo.

Di questa esaltante missione, Isaia aveva detto:
La voce d’uno grida: Preparate nel deserto la via dell’Eterno, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio (Isaia 40:3).

Sappiamo con estrema certezza chi sarebbe stato, secondo la parola profetica, colui che avrebbe adempiuto questa profezia. Basta leggere (Matteo 3:3; Marco 1:3; Luca 3:4 e Giovanni 1:23), per riconoscere Giovanni Battista, l’esecutore materiale della predizione d’Isaia. Ma l’altro personaggio, che Isaia chiama l’Eterno, il nostro Dio, il N. T. dice che era Gesù Cristo, mettendolo al posto di Geova, del quale Isaia aveva parlato.

Non si possono sottovalutare questi elementi e farli apparire secondari, come se non dicessero nulla intorno alla portata della missione di Gesù Cristo. Chi legge e studia l’A.T. e lo confronta col N.T. non potrà fare a meno di vedere Gesù Cristo che rifulge di tutta la gloria del divino, la stessa gloria che rifulge in Geova. Tutto quello che Gesù Cristo compì, nel dare sollievo ai miseri, guarigione agli ammalati e liberazione a quelli che erano posseduti dai demoni, era stato minuziosamente predetto dall’A.T. Basterà leggere poche parole nel N. T. per accettare questa nostra affermazione.

Matteo, nel suo evangelo precisa:
Poi venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati; ed egli (Gesù), con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: Egli stesso ha preso le nostre infermità, ed ha portato le nostre malattie (Matteo 8:16,17); si confronti (Isaia 53:4).

Quando il profeta diceva:
Lo spirito del Signore, dell’Eterno, è su me, perché l’Eterno m’ha unto per recare una buona novella agli umili; m’ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la libertà a quelli che sono in cattività, l’apertura di carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia dell’Eterno, e il giorno di vendetta del nostro Dio (Isaia 61:1,2),

dopo alcuni secoli, faceva eco la parola di Gesù, quando nella sinagoga di Nazaret, affermava:
Oggi, s’è adempiuta questa Scrittura, e voi l’udite (Luca 4:14-21).

Era stato profetizzato di Gesù che egli avrebbe avuto dall’Eterno,
una lingua esercitata, perché sapesse sostenere con la parola, lo stanco (Isaia 50:4).

A questa attività, descritta dal profeta, faceva eco Gesù, quando diceva:
Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo (Matteo 11:28).

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09/12/2011 00:02

A volte la profezia descrive un’azione particolare:
Il Signore, l’Eterno che raccoglie gli esuli d’Israele dice: Io ne raccoglierò intorno a lui anche degli altri, oltre quelli dei suoi che son già raccolti (Isaia 56:8).

Il N. T. non conosce altri che compie quest’azione di raccogliere, se non Gesù Cristo.
Ho anche delle altre pecore che non son di quest’ovile; anche quelle io (Gesù) devo raccogliere (Giovanni 10:16).

Caiafa, Sommo sacerdote, profetò che
Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per raccogliere in uno i figlioli di Dio dispersi (Giovanni 11:49-52).

In polemica con i Farisei, un giorno Gesù chiese:
Che vi par egli del Cristo? Di chi è egli figlio? Essi gli risposero: Di Davide. Ed egli a loro: Come dunque Davide, parlando per lo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, com’è egli suo figlio? (Matteo 22:41-45; Marco 12:36; Luca 20: 42,43; Atti 2:34,35; Ebrei 1:13 e Salmo 110:1).

Tutto quello che Gesù affrontò nella sua vita terrena, lo scherno degli uomini, l’incredulità alla sua parola, le false accuse nel suo processo, la sua morte in croce, la spartizione dei suoi vestimenti, il grido d’angoscia che Gesù elevò al Padre, tutto era stato minuziosamente descritto e predetto nell’A.T. esattamente come si compì nel N.T. L’A.T. non predisse solamente le sofferenze e la morte di Gesù, parlò anche della sua resurrezione e del suo secondo ritorno in terra.

Quando leggiamo:
Poiché tu non abbandonerai l’anima mia in poter della morte, né permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione. Tu m’hai fatto conoscere le vie della vita, tu mi riempirai di letizia con la tua presenza. Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, ch’egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al dì d’oggi fra noi. Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva con giuramento promesso che nel suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, antivedendola, parlò della resurrezione di Cristo, dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Ades, e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione (Atti 2:29-31, confr. Salmo 16:10-11).

Quando poi i profeti parlano della seconda venuta di Cristo in terra, la presentano con queste parole:
Poiché l’Eterno si farà innanzi e combatterà contro quelle nazioni, com’egli combatté le tante volte, il dì della battaglia. I suoi piedi si poseranno in quel giorno sul monte degli Ulivi ch’è dirimpetto a Gerusalemme (Zaccaria 14:3-4).

Che questa profezia parli della seconda venuta di Gesù Cristo, benché il profeta nomini l’Eterno Geova, è provato dalla chiara parola del N.T.

Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo.

Il testo precisa che questa profezia venne fatta sul monte degli Ulivi, da dove Gesù era stato elevato in cielo (Atti 1:11-12). Ignorare questi particolari col solo scopo di degradare Gesù Cristo, non è corretto né onesto, e tanto meno aver la presunzione di saper interpretare bene la parola profetica.

5) I TERMINI: SALVARE, SALVEZZA, SALVATORE, REDENTORE, REDENZIONE, PASTORE E RE


Chi vuole sapere a chi attribuisce l’A.T. i seguenti termini di Salvare, Salvezza, Redentore, Redenzione, Pastore e Re, non sarà sorpreso quando leggerà molti testi che parlano in questo senso, e quasi sempre vengono attribuiti a Geova. Per dare una chiara dimostrazione di quanto affermiamo. faremo una rassegna di quei testi in cui si parla di: Salvare, Salvezza, Redentore, Redenzione, Pastore e Re, e poi, naturalmente, faremo un confronto, per sapere a chi vengono assegnati nel N.T.

a) SALVARE:

L’azione di Dio di trar fuori da un pericolo, viene ampiamente documentata dagli Scritti dell’A.T. A noi non interessa tanto citare altre fonti, per sostenere le nostre affermazioni, quanto mettere in risalto quello che dice la Bibbia, la migliore e la più autorevole, di ogni altra fonte specialmente per coloro che la credono come infallibile parola di Dio.

D’altra parte, una fede che non è basata sulla parola di Dio, per noi, non è vera fede; tutto ciò che si crede e si professa, senza poterlo sostenere con la Bibbia, è un vano modo di credere e di professare una qualsiasi dottrina. Quando a fondamento di una dottrina poniamo la Bibbia, ch’è al di sopra di ogni umana tradizione, quella dottrina potrà sfidare qualsiasi intemperie che le filosofie umane potranno contrastare. Onde evitare ogni forma di divagazione e di sterili ragionamenti, è meglio che facciamo parlare l’A.T. per sapere a chi attribuisce, in moltissimi casi, l’azione di salvare.

1 Samuele 10:19:
Ma oggi voi rigettate l’Iddio vostro che vi salvò da tutti i vostri mali e da tutte le vostre tribolazioni.

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10/12/2011 00:05

1 Samuele 14:6:
Gionatan disse al suo giovane scudiero: Vieni, andiamo verso la guarnigione di questi incirconcisi; forse l’Eterno agirà per noi, poiché nulla può impedire all’Eterno di salvare con molta o poca gente.

1 Samuele 17:47:
E tutta questa moltitudine riconoscerà che l’Eterno non salva per mezzo di spada né per mezzo di lancia; poiché l’esito della battaglia dipende dall’Eterno.

2 Re 19:19,34:
Ma ora, o Eterno, o Dio nostro, salvaci te ne supplico, dalle mani di costui, affinché tutti i regni della terra conoscano che tu solo, o Eterno, sei Dio! Io proteggerò questa città affin di salvarla, per amor di me stesso, e per amor di Davide mio servitore.

Nehemia 9:28:
Ma quando avevano riposo, ricominciavano a fare il male dinanzi a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, i quali diventavano i loro dominatori; poi, quando ricominciavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; e così, nella tua misericordia, più volte li salvasti.

Salmo 6:4:
Ritorna o Eterno, libera l’anima mia; salvami per amor della tua benignità.

Salmo 7:10:
Salva, o Eterno, poiché l’uomo pio vien meno e i fedeli vengono a mancare tra i figli degli uomini.

Salmo 17:7:
Mostrami le meraviglie della tua bontà, o tu che con la tua destra salvi quelli che cercano un rifugio contro i loro avversari.

Salmo 18:27:
Perché tu sei quel che salvi la gente afflitta e fai abbassare gli occhi alteri.

Salmo 28:9:
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità; e pascili, e sostienli in perpetuo.

Salmo 31:2,16:
Inclina a me il tuo orecchio; affrettati a liberarmi; siimi una forte rocca, una fortezza ove tu mi salvi. Fai risplendere il tuo volto sul tuo servitore; salvami per la tua benignità.

Salmo 34:18:
L’eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto, e salva quelli che hanno lo spirito contrito.

Salmo 37:40:
L’eterno li aiuta e li libera: li libera dagli empi e li salva, perché si sono rifugiati in lui.

Salmo 44:7:
Ma se tu ci salvi dai nostri nemici e rendi confusi quelli che ci odiano.

Salmo 54:1:
O Dio, salvami per il tuo nome, e fammi giustizia per la tua potenza.

Salmo 55:16:
Quanto a me: io griderò a Dio, e l’Eterno mi salverà.

Salmo 57:3:
Egli manderà dal cielo a salvarmi.

Salmo 60:5:
Perché i tuoi diletti siano liberati, salvaci con la tua destra e rispondici.

Salmo 69:35:
Poiché Dio salverà Sion, e riedificherà le città di Giuda.

Salmo 71:2:
Per la tua giustizia, liberami, fammi scampare! Inchina il tuo orecchio e salvami.

Salmo 72:4,13:
Egli farà ragione ai miseri del popolo, salverà i figlioli. Egli avrà compassione dell’infelice e del bisognoso, e salverà l’anima dei poveri.

Salmo 80:2:
Dinanzi ad Efraim, a Beniamino ed a Manasse, risveglia la tua potenza e vieni a salvarci.

Salmo 86:2,16:
Proteggi l’anima mia, perché sono di quelli che t’amano. Tu, mio Dio, salva il tuo servitore che confida in te. Volgiti a me, ed abbi pietà di me; dài la tua forza al tuo servitore, e salva il figliolo della tua servente.

Salmo 106:8,10:
Nondimeno egli li salvò per amore del suo nome. E li salvò dalla mano di chi li odiava.

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11/12/2011 00:17

Salmo 109:31:
gli sta alla destra del povero per salvarlo da quelli che lo condannano a morte.

Salmo 118:25:
Deh, o Eterno, Salva! Deh, o Eterno facci prosperare.

Salmo 119:94,146:
Io son tuo, salvami, perché ho creduto ai tuoi precetti. Io t’invoco; salvami, e osserverò le tue testimonianze.

Proverbi 20:22:
Non dire: Renderò il male; spera nell’Eterno ed egli ti salverà.

Isaia 33:22:
Poiché l’Eterno è il nostro giudice, l’Eterno è il nostro legislatore, l’Eterno è il nostro Re, egli è colui che ci salva.

Isaia 35:4:
Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: Siate forti, non temete! Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi.

Isaia 38:20:
Io ho l’Eterno che mi salva! e noi canteremo cantici al suon degli strumenti a corda, tutti i giorni della nostra vita, nella casa dell’Eterno.

Isaia 59:1:
Ecco la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire.

Geremia 15:20:
Io ti farò essere per questo popolo un forte muro di rame, essi combatteranno contro di te, ma non potranno vincerti, perché io sarò teco per salvarti e per liberarti, dice l’Eterno.

Geremia 30:10:
Tu dunque, o Giacobbe, mio servitore, non temere, dice l’Eterno; non ti sgomentare, o Israele; poiché, ecco io ti salverò dal lontano paese, salverò la tua progenie dalla terra della tua cattività.

HAbacucuc 3:13:
Tu esci per salvare il tuo popolo, per salvare il tuo unto.

Sofofonia 3:17:
L’Eterno il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva.

Zaccaria 8:7:
Così parla l’Eterno degli eserciti: Ecco, io salvo il mio popolo dal paese del levante e dal paese del ponente.

Zaccaria 9:16:
E l’Eterno, il loro Dio, li salverà, in quel giorno, come il gregge del suo popolo.

Zaccaria 10:6:
E io fortificherò la casa di Giuda, e salverò la casa di Giuseppe, e li ricondurrò, perché ho pietà di loro; e saranno come se non li avessi mai scacciati, perché io sono l’Eterno, il loro Dio, e li esaudirò.

Dopo aver passato in rassegna molti passi dell’A.T. ed aver constatato che l’azione di Salvare viene attribuita a Geova, rivolgiamoci ora al N.T. per sapere a chi attribuisce questa azione di salvare.

Matteo 1:21, dice:
Ed ella partorirà un figliolo, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati.

Matteo 8:25:
E i suoi discepoli, accostatisi, lo svegliarono dicendo: Signore, salvaci, siam perduti.

Matteo 14:30:
Ma vedendo il vento, ebbe paura; e cominciando a sommergersi, gridò: Signore, salvami.

Luca 7:3:
E il centurione, avendo udito parlar di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a salvare il suo servitore.

Luca 19:10:
Poiché il Figliuol dell’uomo è venuto per cercare e per salvare ciò che era perito.

Giovanni 12:47:
E se uno ode le mie parole, e non li osserva, io non lo giudico, poiché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.

1 Timoteo 1:15:
Certa è questa parola e degna d’essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

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12/12/2011 00:06

Ebrei 7:25:
Ond’è che può salvare appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo sempre per intercedere per loro.

Anche se il N.T. non ha una mole di testi come l’A.T., quei pochi che ha, sono abbastanza chiari per farci vedere Gesù Cristo, che salva, nell’identica maniera di Geova.

b) SALVEZZA:

Genesi 49:18, dice:
Io ho aspettato la tua salvezza, o Eterno.

Esodo 15:2:
L’Eterno è la mia forza e l’oggetto del mio cantico; egli è stato la mia salvezza.

Deuteronomio 32:15:
Ma Ieshurum s’è fatto grosso ed ha ricalcitrato, ti sei fatto grasso e pingue! ha abbandonato l’Eterno che l’ha fatto, e ha sprezzato la Rocca della sua salvezza.

Salmo 3:8:
All’Eterno appartiene la salvezza; la tua benedizione riposa sul tuo popolo.

Salmo 12:5:
Per l’oppressione dei miseri, per il grido d’angoscia dei bisognosi, ora mi leverò, dice l’Eterno; darò loro la salvezza alla quale anelano.

Salmo 14:7:
Oh, chi recherà a Sion la salvezza d’Israele? Quando l’Eterno ritrarrà di cattività il suo popolo; Giacobbe festeggerà, Israele si rallegrerà.

Salmo 18:35,46:
Tu m’hai anche dato lo scudo della tua salvezza, e la tua destra mi ha sostenuto. Viva l’Eterno! Sia benedetto la mia rocca! e sia esaltato l’Iddio della mia salvezza.

Salmo 21:1,5:
O Eterno, il Re si rallegra nella tua forza, ed oh quanto esulta per la tua salvezza! Grande è la sua gloria mercé la tua salvezza.

Salmo 25:5:
Guidami nella tua verità ed ammaestrami; poiché tu sei l’Iddio della mia salvezza.

Salmo 27:1:
L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza, di chi temerò.

Salmo 28:8:
L’Eterno è la forza del suo popolo; egli è un baluardo di salvezza per il suo unto.

Salmo 35:3:
Tira fuori la lancia e chiudi il passo ai miei persecutori; di’ all’anima mia: Io son la tua salvezza.

Salmo 37:39:
Ma la salvezza dei giusti procede dall’Eterno; egli è la loro fortezza nel tempo della distretta.

Salmo 38:22:
Affrettati in mio aiuto, o Signore, mia salvezza!

Salmo 40:10,16:
Io non ho nascosto la tua giustizia entro il mio cuore; ho narrato la tua fedeltà e la tua salvezza. Gioiscano e si rallegrino in te, tutti quelli, che ti cercano; quelli che amano la tua salvezza dicano del continuo: Sia magnificato l’Eterno.

Salmo 42:5:
Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché io lo celebrerò ancora; egli è la mia salvezza ed il mio Dio.

Salmo 43:5:
Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è la mia salvezza ed il mio Dio.

Salmo 50:23:
Chi mi offre il sacrificio della lode mi glorifica, e a chi regola bene la sua condotta, io farò vedere la salvezza di Dio.

Salmo 51:12,14:
Rendimi la gioia della tua salvezza e fai che uno spirito volenteroso mi sostenga. Liberami dal sangue versato, o Dio della mia salvezza.

Salmo 62:1,2,7:
L’anima mia s’acqueta in Dio solo; da lui viene la mia salvezza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio.

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13/12/2011 00:05

Salmo 65:5:
In modi tremendi tu ci rispondi, nella tua giustizia, o Dio della nostra salvezza.

Salmo 67:1,2:
Iddio abbia mercé di noi, e ci benedica, Iddio faccia risplendere il suo volto su noi; affinché la tua via sia riconosciuta sulla terra, e la tua salvezza fra tutte le genti.

Salmo 69:13,29:
Ma, quanto a me, la mia preghiera sale a te, o Eterno, nel tempo accettevole; o Dio, nella grandezza della tua misericordia, rispondimi, secondo la verità della tua salvezza. Quanto a me, io son misero e addolorato; la tua salvezza, o Dio, mi levi in alto.

Salmo 85:7,9:
Mostraci la tua benignità, o Eterno, e dacci la tua salvezza. Certo, la tua salvezza è vicina a quelli che ti temono, affinché la gloria abiti nel nostro paese.

Salmo 88:1:
O Eterno, Dio della mia salvezza, io grido giorno e notte nel tuo cospetto.

Salmo 91:15,16:
Egli m’ivocherà, ed io gli risponderò; sarò con lui nella distretta; lo libererò, e lo glorificherò. Lo sazierò di lunga vita, e gli farò vedere la mia salvezza.

Salmo 96:2:
Cantate all’Eterno, benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.

Salmo 98:2,3:
L’Eterno ha fatto conoscere la sua salvezza, ha manifestato la sua giustizia nel cospetto delle nazioni. Si è ricordato della sua bontà e della sua fedeltà verso la casa d’Israele; tutte le estremità della terra han veduto la salvezza del nostro Dio.

Salmo 118:21:
Io ti celebrerò perché tu mi hai risposto, e sei stato la mia salvezza.

Salmo 119:41:
Vengano su me le tue benignità, o Eterno, e la tua salvezza, secondo la tua parola.

Salmo 119:81:
L’anima mia vien meno bramando la tua salvezza; io spero nella tua parola.

Salmo 119:123:
Gli occhi miei vengono meno, bramando la tua salvezza e la parola della tua giustizia.

Salmo 119:166:
Io ho sperato nella tua salvezza, o Eterno, e ho messo in pratica i tuoi comandamenti.

Salmo 119:174:
Io bramo la tua salvezza, o Eterno, e la tua legge è il mio diletto.

Salmo 140:7:
O Eterno, o Signore, che sei la forza della mia salvezza.

]G]Isaia 12:2,3:
Ecco, Iddio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza.

Isaia 17:10:
Perché hai dimenticato l’Iddio della tua salvezza e non ti sei ricordato della rocca della tua forza.

Isaia 33:2:
O Eterno, abbi pietà di noi! Noi speriamo in te. Sii tu il braccio del popolo ogni mattina, la nostra salvezza in tempo di distretta.

Isaia 46:13:
Io faccio avvicinare la mia giustizia; essa non è lungi, e la mia salvezza non tarderà; io porrò la salvezza in Sion, e la mia gloria sopra Israele.

Isaia 49:6:
Egli dice: È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d’Israele; voglio far di te la luce delle nazioni, e lo strumento della mia salvezza fino all’estremità della terra.

Isaia 51:5,6:
La mia giustizia è vicina, la mia salvezza sta per apparire, e le mie braccia giudicheranno i popoli. Alzate gli occhi vostri al cielo, e abbassateli sulla terra! Poiché i cieli si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito, e i suoi abitanti parimenti morranno; ma la mia salvezza dura in eterno.

Isaia 52:10:
L’Eterno ha nudato il suo braccio santo agli occhi di tutte le nazioni; e tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

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