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Domenico34 - LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO -

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 00:07
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20/11/2011 00:14

Che la risurrezione di Cristo, alluda chiaramente a quella corporale, che si verificò dopo la sua morte fisica, e che la stessa fu prodotta esclusivamente dalla potenza di Dio, cioè senza esserci compartecipazione umana, viene espressa in forma dogmatica dall’insegnamento del N.T. Inoltre, la risurrezione di Cristo, è suggello e garanzia di tutte le risurrezioni corporali (1 Corinzi 15:20,21) che avverranno, per i credenti, alla seconda venuta di Cristo (1 Corinzi 15:52; 1 Tess. 4:16), e per tutti gli altri al termine del regno millenario di Cristo (Apocalisse 20:12).

Nel testo di (Col. 2:12) che stiamo esaminando viene chiaramente affermato che i battezzati sono stati risuscitati insieme a Cristo. Quindi a rigore non si tratta di una risurrezione che dovrà avvenire, ma di una risurrezione che è già in atto. Dal momento che la risurrezione corporale di tutti i credenti avverrà indiscutibilmente al ritorno di Cristo, la risurrezione di cui parla Paolo in (Col. 2:12), deve essere per coerenza di logica quella spirituale, che la fede, in questo processo, fa sua.

PRIMA EPISTOLA AI TESSALONICESI

Nota introduttiva


Il termine fede, in questo primo scritto di Paolo, secondo la cronologia accettata da tutti gli studiosi della Bibbia, ricorre otto volte, nei suoi cinque capitoli. Anche se le occorrenze non sono numerose, sono sempre importanti, per sapere come l’Apostolo li adopera e per quale scopo. L’esame che facciamo di questi testi, metterà in evidenza i contesti in cui Paolo adoperò il concetto della fede e lo scopo che egli si prefiggeva.

1) I Tessalonicesi 1:3:

Ricordando continuamente la vostra opera di fede, [ pistes] la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio, nostro Padre.

Questo primo riferimento che l’Apostolo fa della fede dei Tessalonicesi, ha senso elogiativo, per i credenti di quella comunità. Poiché l’Apostolo in questo verso oltre a menzionare la fede, nomina anche l’amore e la speranza, senza soffermarci su quest’ultime, concentriamoci piuttosto sulla prima cercando di comprendere perché Paolo parla dell’opera della fede.

Anche se l’Apostolo parla spesso delle opere della legge, nel contesto della salvezza (cfr. Romani 3:28; Galati 2:16), ciò lo fa essenzialmente per dimostrare ai suoi oppositori che davanti a Dio conta la fede e non le opere della legge A differenza delle epistole ai Romani e ai Galati, dove l’Apostolo fronteggia, sotto l’aspetto polemico, quelli che danno valore giustificante alle opere della legge, qui non ha davanti a sé, persone di questo genere e tanto meno che nella comunità vi sia una simile corrente, pericolo da indurre l’Apostolo a fare chiarezza sulla fede.

Parlare peraltro ‘delle opere della fede’, in questo testo, ciò ha il solo significato di presentare la fede attiva nella sua manifestazione pratica, e non solamente localizzata nel semplice pensiero. Per Paolo, che conosce bene il valore della fede, in tutte le sue manifestazioni e in tutte le sue implicazioni, sia dal punto di vista religioso che in quello teologico, è inconcepibile una fede che non operi mediante l’amore (Galati 5:6).

2) 1 Tessalonicesi 1:8:

Infatti non solo la parola del Signore è tramite voi risuonata nella Macedonia e nell’Acaia, ma anche la vostra fede [ pistis ] che avete verso Dio si è divulgata in ogni luogo, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.

L’elogio alla fede dei Tessalonicesi continua con maggior forza per il fatto che l’Apostolo, non ne parla solamente riferendosi a loro, ma tenendo presente l’effetto che essa ha avuto nella vita di altri nel sentirne parlare. Siccome i Tessalonicesi sono diventati un esempio a tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia, l’Apostolo ci tiene a precisare che il motivo per cui egli ha formulato il suo elogio non consiste solamente per la risonanza che ha avuto la parola del Signore nella Macedonia e nell’Acaia, tramite loro, ma anche per la loro fede in Dio che si è divulgata in ogni luogo.

Anche per i Romani Paolo ha usato la stessa espressione, quando ha detto loro: La vostra fede è pubblicata in tutto il mondo (Romani 1:8). Quando veramente c’è fede in Dio, non è possibile che la stessa rimanga inosservata dagli altri.

3) 1 Tessalonicesi 3:2:

e mandammo Timoteo, nostro fratello e ministro di Dio, e nostro compagno d’opera nell’evangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede [ pistes].

Lo scopo di mandare Timoteo a Tessalonica, è quello di confermare e confortare quei credenti. A questo punto, pur sapendo che Timoteo era utile a Paolo nell’opera del ministero, egli preferisce mandarlo a Tessalonica, allo scopo di aiutare quella fratellanza, poiché i Tessalonicesi si trovano in difficoltà, a causa della persecuzione che è stata sferrata nei loro confronti, a motivo della loro conversione a Cristo. La premura che l’Apostolo manifesta in questa particolare situazione, dimostra quanto egli era interessato e premuroso per quei fratelli. È l’amore e l’interessamento di un vero pastore che, vedendo le pecore davanti a un pericolo, si interessa per la loro vita.

Si continuerà il prossimo giorno...
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