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Domenico34 - LA FEDE NELLE EPISTOLE DI PAOLO -

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2011 00:07
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09/11/2011 00:16

Secondo C. Buzzetti, significa: rinchiudere (qlcu. come prigioniero Romani 11:32); trattare come prigioniero (Galati 3:22,23); prendere (pesce) [Cfr. C. Buzzetti, Dizionario base del Nuovo Testamento, pag. 151]. Per il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, il suo significato è: raccogliere, rinchiudere, chiudere insieme. [Cfr. Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, col 1437]. Per O. Michel:

«sembra invece che Paolo abbia davanti a sé chiaramente l’immagine di una prigione, il che può far pensare alla chiusura dei morti nello sheol. Come i morti nella prigione degli inferi attendono la resurrezione e il giudizio, così Paolo vede gli uomini chiusi nella prigionia del peccato, dove la legge avrebbe la funzione di custode del carcere» [Cfr. O. Michel, GLNT, Vol XII, col. 1426].

Infine, per F. Mussner, in considerazione degli enunciati che Paolo produce dall’A.T. nella sua lettera ai Romani 3:9-19, quali:

Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato, come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppur uno. Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno (Salmo 14:3; 53:1-3). La loro gola è un sepolcro aperto, con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra (Salmo 5:9; 140:3); la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza (Salmo 10:7); i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c’è rovina e calamità, e non hanno conosciuto la via della pace (Proverbi 1:16; Isaia 59:7); non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi» (Salmo 36:1). Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio.

«Dunque, poiché trova questi dati di fatto attestati dalla e nella Scrittura, l’Apostolo può dire che la Scrittura «rinchiuse» tutto sotto il peccato. Dal momento che la «Scrittura» giudica che tutti senza eccezione soggiacciono al dominio del peccato, essa ha in certo qual modo «rinchiuso» tutto sotto il peccato. Il termine sunēkleisen è usato metaforicamente; esso esprime un giudizio della Scrittura emette. Quindi, poiché si tratta di un giudizio che la Scrittura, sembra che sunēkleisen in Galati 3:22 si debba tradurre con «racchiudere insieme» anziché con «chiudere dentro» [Cfr. F. Mussner, La lettera ai Galati, pagg. 392-393, note 42,43].

Facendo un controllo delle varie traduzioni, italiane ed inglesi, notiamo che i traduttori hanno dato al termine sunēkleisen, il senso del «rinchiudere». Infine, questo significato si adatta meglio a quello che lo stesso Paolo dice nei vv. 23,24 cioè che la legge ha svolta la funzione di «custode» e di «precettore». Questo però non significa sottovalutare il giudizio che formula la Scrittura quando dichiara, senza mezzi termini che, tutti gli uomini, Giudei e pagani siano peccatori. Il concetto di «inclusione» appare evidente, anzi dà più importanza a tutta l’argomentazione che l’Apostolo fa sotto il profilo storico-teologico-salvifico, specie quando lo si confronta col passo parallelo di Romani 11:32.

Col termine Scrittura, (gr. graf) è certo che si vuole alludere a tutti gli scritti dell’A.T., e non solamente a una parte di essi. Questi scritti infatti, avendo autorità divina, oltre a formulare un severo giudizio su tutta l’umanità, senza escludere nessuno, nel dichiarare che tutti gli uomini sono peccatori, hanno svolto la funzione di rinchiudere ogni cosa sotto peccato, con un preciso scopo e con una chiara finalità affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo. Questa precisazione che fa l’Apostolo, serve per farci comprendere essenzialmente la funzione che ha svolto la Scrittura, in vista della promesa. Che questa promessa sia da collegare con v. 21 il quale parla della [ dicaiosun ] = giustizia, che viene data ai credenti mediante la fede di Gesù Cristo, non c’è nessun dubbio; anzi, per dirla col Mussner, si tratta della «fede cristiana, la fede nel Crocifisso e Risorto» [Cfr. F. Mussner, La lettera ai Galati, pag. 395].

13) Galati 3:23:


Ora, prima che venisse la fede pistin noi eravamo custoditi sotto la legge, come rinchiusi, in attesa della fede pistin che doveva essere rivelata.

Anche se i tre versetti, cioè 23-25 formano un’unità, come dimostra anche la loro struttura formale, preferiamo trattarli separatamente, non solo per non interrompere la nostra numerazione sulla fede nell’epistola ai Galati, ma anche e soprattutto perché possiamo esprimerci, mettendone in risalto il contenuto di ogni singolo versetto. All’enunciato iniziale del v. 23 (ma prima che venisse la fede...) corrisponde esattamente quello che sta all’inizio del v. 25 (ma, da quando è venuta la fede...). L’arrivo della fede — che non c’era prima, ma venne poi — decide anche del rispettivo rapporto con la legge; prima della venuta della fede, e dopo la sua venuta della fede. Ciò che in merito viene ancora specificato serve a indicare la vera funzione della legge nell’epoca precedente la venuta della fede.

Non è un puro caso accidentale — come si potrebbe dire — se l’Apostolo in questi tre versetti 23-25, adoperi il termine legge (gr. nomon) anziché Scrittura (graf). Se nel v. 22 Paolo ha detto chiaramente che la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, i vv. 23-25 ci fanno vedere la maniera con cui la legge ci ha trattati prima della venuta della fede. Se egli chiama in causa la legge, lo fa essenzialmente perché tutti comprendano — e i Galati destinatari della lettera non ne sono esclusi —, che la legge, lungi dal dare la salvezza per il fatto che non possiede i mezzi per darla, poiché essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni (v. 19), tuttavia, secondo la spiegazione che dà l’apostolo Paolo, essa svolge però una funzione di custodia, «una specie di custodia precauzionale» e provvisoria, in attesa che si riveli la fede. Quindi, si può ulteriormente precisare che la legge svolge una funzione limitata nel tempo; ed è limitata anche nel contenuto [Cfr. F. Mussner, La lettera ai Galati, pagg. 397,400, note, 58, 71].

Si continuerà il prossimo giorno...
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