Canti di
Lode e
Adorazione
(clicca nella foto)
  
La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
Canti di
Lode e
Adorazione2
(clicca nella foto)
  
 

Domenico34 – GESÙ CRISTO È DIO? – Capitoli 7-16 + APPENDICE E BIBLIOGRAFIA

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2012 00:23
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.112
Età: 90
Sesso: Maschile
31/12/2011 00:13

Dall’esame di tutti i testi appena citati, risulta in maniera inequivocabile che dei 32 testi menzionati, una sola volta la frase Egō eimi è stata tradotta: Lo sono (Marco 14:26) e una sola volta: Io sono stato (Giovanni 8:58). Per noi che conosciamo il valore teologico di Egō eimi, non tanto per quanto riguarda i Sinottici, quanto per l’uso che ne fa Giovanni, contestiamo energicamente che Giovanni 8:58, possa essere tradotto con un «passato prossimo»: Io sono stato.

A quanto ci risulta, non conosciamo studiosi, degni di questo nome, di fama internazionale, che abbiano mai pensato di tradurre l’Egō eimi di (Giovanni 8:58), con un: Io sono stato [Cfr. R. Schnackenburg, Il Vangelo di Giovanni, II, pagg. 87-102; E. Stauffer, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento) Vol. III, Col. 66-72; Robertson, citato da Walter R. Martin Norman H. Klann, Il Geova della Torre di Guardia, pag. 67].

Ora cercheremo di esaminare il perché la TNM della Torre di Guardia ha interpretato Egō eimi di (Giovanni 8:58) con il noto: Io sono stato.

Quando si legge (Giovanni 8:12-29), senza nessun preconcetto o condizionamento per una particolare interpretazione teologica, non si potrà fare a meno di notare il carattere polemico che aveva il discorso di Gesù, rivolto ai Giudei.

Fin dalle prime battute, Gesù si definisce: La luce del mondo. Davanti a questa affermazione, c’è una forte reazione da parte dei Farisei, che comprendendo bene l’affermazione, dicono: Tu testimoni di te stesso, la tua testimonianza non è verace (v. 13). Anche se Gesù convalida la sua testimonianza, unita a quella del Padre, con una citazione di (Numeri 35:30), le sue parole non sono accettate.

Gesù ha parole dure contro questi religiosi, e può dir loro, con piena cognizione di causa: Voi non conoscete né me né il Padre mio (v.19).

Quando poi Gesù parla della sua partenza e che essi l’avrebbero cercato, sarebbero morti nei loro peccati e che non avrebbero potuto andare dove egli andava, chiedono con insistenza, chi era egli (v. 25). Nonostante che Gesù avesse detto chiaramente quel che Egli era e chi l’aveva mandato a compiere quella missione, i Giudei non capiscono di chi stesse parlando (v. 27). Dopo che molti credettero in lui, a seguito di quello che aveva detto, Gesù, rivolgendosi a questi nuovi credenti, dice loro:

Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi (vv. 31,32).

È a questo punto che si manifesta tutta la rabbia e la loro indignazione, per aver sentito dire che erano schiavi e che mediante la conoscenza della verità, avrebbero avuto la vera libertà. Questi Giudei si vantavano di essere figli di Abramo; ma nonostante ciò, cercavano di uccidere Gesù Cristo (v. 37).

Anche se Gesù non contesta questa loro pretesa, da un punto di vista di discendenza, pur tuttavia, non può far a meno di dire loro che effettivamente, da un punto di vista della realtà della vita spirituale, erano figli del loro padre (v.38). A questo punto i Giudei, non intuendo a quale padre Gesù alludesse, si affrettanoaffermare che il loro padre è Abramo. A seguito di questa loro precisazione, ben capita da Gesù, nel suo vero senso, Egli risponde, con altrettanta fermezza e precisione:

Se foste figlioli d’Abramo, fareste le opere d’Abramo; ma ora cercate d’uccider me; uomo che v’ho detta la verità che ho udita da Dio (vv. 39-40).

È all’ascolto di queste parole, i Giudei rispondono: Abbiamo un solo padre: Iddio (v. 41). Data l’enorme importanza di questa loro affermazione, Gesù, che conosceva a quale padre appartenevano, non ha nessuna esitazione ad affermare:

Se Dio fosse vostro padre, amereste me, poiché io son proceduto e vengo da Dio (v. 42).

No, voi non siete figli di Dio, siete progenie del diavolo, ch’è vostro padre (v. 44). Quando Gesù ribatteva che lo volevano uccidere, i Giudei gli risposero, con una argomentazione piuttosto camuffata: Non diciamo noi bene che sei un Samaritano e che hai un demonio? (v. 48).

Al che Gesù rispose che non aveva un demonio, ma onorava il Padre e che tutti quelli che avrebbero osservato la sua parola, non avrebbero mai visto la morte (vv. 49,50). È davanti al problema della morte che i Giudei non riescono a capire la parola di Gesù. Infatti, presentano Abramo e i profeti, che son morti, come prova che la parola di Gesù non è vera. È a questo punto della discussione che Gesù afferma:

Abramo, vostro padre, ha giubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e l’ha veduto, e se n’è rallegrato (v. 56).

Come è possibile, rispondono i Giudei con arditezza, se tu non hai ancora cinquant’anni, e hai veduto Abramo? (v. 57). Gesù rispose loro: In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono (v. 58). Che la Torre di Guardia si interstardisca ad affermare, che l’Egō eimi di (Giovanni 8:58) è reso in maniera esatta con un passato prossimo (Io sono stato), è una delle più meschine argomentazioni e la prova più eloquente della loro, non diciamo ignoranza, ma cattiveria, quando infrangendo le regole della grammatica, degradano la nobiltà della deità di Gesù Cristo.

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 31/12/2011 22:23]
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com