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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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06/03/2012 00:09

Davanti alla minaccia che si profilava, Dio prese ancora una volta le difese del Suo popolo e gli fece un’incoraggiante promessa:

«Non lo temere, poiché io lo do nelle tue mani: lui, con tutta la sua gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sicon, re degli Amorei che abitava a Chesbon» (v. 34).

Rafforzato dalla Parola del Signore, Israele non si perdette d’animo, ma con coraggio e determinazione affrontò il re di Basan, vinse la battaglia e si impadronì del paese (v. 35).

Quando il popolo di Dio si affida alle attenzioni del suo Signore e crede soprattutto alla Sua Parola, nessuno può ostacolare o fermare la sua avanzata.

Nessun nemico potrà prevalere e adattando le parole di Gesù: le porte dell’Ades non potranno vincere (Matteo 16:18).

Balac convoca Balaam


Poi i figli d'Israele partirono e si accamparono nelle pianure di Moab, oltre il Giordano di Gerico.
Balac, figlio di Sippor, vide tutto quello che Israele aveva fatto agli Amorei;
e Moab ebbe una gran paura di questo popolo che era così numeroso; Moab ebbe grande paura di questo popolo, che era così numeroso; Moab fu preso dall’angoscia a causa dei figli d’Israele.
Perciò Moab disse agli anziani di Madian: «Ora questa moltitudine divorerà tutto ciò che è intorno a noi, come il bue divora l'erba dei campi. In quel tempo Balac, figlio di Sippor era re di Moab.
Egli mandò ambasciatori da Balaam figlio di Beor, a Petor che sta sul fiume, suo paese d’origine, per chiamarlo e dirgli: «Ecco, un popolo è uscito dall'Egitto; esso ricopre la faccia della terra e si è stabilito di fronte a me.
Vieni dunque, te ne prego, e maledicimi questo popolo poiché è troppo potente per me; forse così riusciremo a sconfiggerlo e potrò scacciarlo via dal paese; poiché so che chi tu benedici è benedetto e chi tu maledici è maledetto
(Numeri 22:1-6).

Prima di entrare nel vivo della storia di Balaam, così come viene presentata dalla Bibbia (non solo nei capitoli 22-24 dei Numeri), si impongono d’obbligo un paio di domande: (1) perché Balac mandò a chiamare Balaam e (2) com'era considerato a quel tempo questo strano personaggio?

Gli anziani di Moab e quelli di Madian, quando partirono alla volta di Balaam, avevano nelle loro mani la ricompensa per l’indovino (v. 7) e questo dimostra che Balaam era conosciuto come mago e indovino.

Ma in Numeri 24:1 viene affermato che Balaam non ricorse come le altre volte all’uso della magia.

Le due parole ebraiche qîr’âh (cercare; perseguire; chiedere; indagar enachash (incantesimo, magia, oracolo), che si trovano in 24:1, non sono state tradotte nella stessa maniera.

* G. Diodati le ha tradotte: andò… a incontrare auguri;
* G. Luzzi: ricorse alla magia;
* N. Diodati: ricorse all’uso di sortilegi;
* N. Riveduta: ricorse alla magia;
* CEI: rivolgersi alla magia;
* Martini: cercare augurio;
* Marietti: ricorse agli auguri.

Insomma, Balaam era un noto indovino e lo storico Giuseppe Flavio conferma che era «il più valente indovino di allora» [G. Flavio, Ant. IV, 104; Eugene H. Merrill, lo considera «un noto mago», cfr. Investigate le Scritture Antico Testamento, p. 256; M. Henry, lo definisce «mago famoso», Commentario Biblico, versione italiana, Vol. 2, p. 256].

Tra i tanti passi della Bibbia che trattano di questo personaggio misterioso ce ne è uno che lo definisce profeta:

…Lasciata la strada diritta, si sono smarriti seguendo la via di Balaam, figlio di Beor, che amò un salario di iniquità,
ma fu ripreso per la sua prevaricazione: un’asina muta, parlando con voce umana, represse la follia del profeta
(2 Pietro 2:15,16).

Come mai l’apostolo Pietro dà questa qualifica a Balaam? L’Epistola non lo chiarisce, quindi è necessario percorrere un’altra strada per scoprirlo.

Anche se l’apostolo lo definisce profeta non è possibile pensare che voglia classificarlo nel numero dei veri profeti del Signore, perché nessuno di loro, secondo quello che la Bibbia documenta, ha mai praticato la magia o la divinazione. Probabilmente Pietro faceva riferimento ai veggenti di Mari:

«Balaam proveniva da Petor, una città sul fiume, probabilmente l’Eufrate. È possibile che Petor non fosse troppo lontana dalla grande città di Mari, scoperta nel 1933 nella valle dell’Eufrate. La scoperta, iniziata appunto nel 1933, di un gran numero di tavolette cuneiformi a Mari, rivelò fra le altre cose l’esistenza di un complicato culto di profeti e veggenti, le cui attività sembrano proprio quelle attribuite a Balaam. Il fatto che egli era, senza dubbio, il principale rappresentante di tutte le usanze e le pratiche profetiche di Mari e dei luoghi vicini, aiuta a comprendere meglio questo episodio di Balaam del libro dei Numeri» [Eugene H. Merrill, cfr. Investigate le Scritture Antico Testamento, pp. 256-257].

Si proseguirà il prossimo giorno...
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