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La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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24/02/2012 00:08

Questo principio costituisce il segreto per preservare il credente da ogni tipo di lamentela contro Dio e contro i Suoi servitori, specie quando le cose non vanno come vorremmo noi.

I servitori del Signore, a loro volta, devono fare molta attenzione ad attenersi scrupolosamente a quello che Dio ordina, in modo particolare attraverso la Sua Parola scritta che deve essere sempre la loro norma di vita e di condotta.

Non devono mai cambiarla o modificarla a proprio piacimento, secondo le loro vedute personali: se Dio afferma una cosa, sotto forma di un preciso comando, bisogna eseguirla così come Lui l’ha comunicata.
Ogni modifica a un comando divino costituisce una trasgressione alla Sua Parola e un'offesa alla Sua persona. Ricordiamoci, con santo timore, che Mosè ed Aaronne non entrarono nella terra promessa proprio perché non ubbidirono a quello che Dio aveva chiaramente ordinato loro.

L’esclusione dalla terra promessa non costituisce la prova che Mosè ed Aaronne persero la loro salvezza (Mosè apparve insieme ad Elia con Gesù sul monte della trasfigurazione, Matteo 17:3); ma è certo che la loro incredulità li privò di una grande benedizione, che avrebbero potuto godere assieme a tutto il popolo: l’accesso alla terra promessa, dove stillava il latte e il miele!

A questo punto, è interessante prendere in considerazione il significato spirituale che l’apostolo Paolo dà alla roccia di Cades, quando afferma che gli Israeliti:

… bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo (1 Corinzi 10:4).

Secondo questo sorprendente versetto, la roccia era Cristo. Dunque il significato simbolico dei colpi che Mosè inferse alla roccia si potrebbe applicare anche al sacrificio di Cristo.

Quando Mosè percosse la roccia a Refidim, ciò rientrava nei piani divini perché Dio l’aveva ordinato e anche perché, profeticamente parlando, si trovava in accordo con la profezia d'Isaia che prevedeva che il Messia, Gesù Cristo, sarebbe appunto colpito (Isaia 53:4,8).

È evidente che Gesù fu colpito una sola volta, alla croce, e fu proprio in virtù di quello che Egli soffrì in croce che si aprirono per l’intera umanità le porte della salvezza. Ora che Gesù è stato colpito a causa dei [nostri] peccati, non resta che credere nel valore eterno di questo unico sacrificio:

Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio,
e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi.
Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati.
Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza.Infatti, dopo aver detto:
«Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge:
«Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ora, dove c'è perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato
(Ebrei 10:12-18).

Alla luce di questi chiari versetti non servono “due colpi”, anzi non serve nient’altro.

Il sacrificio di Gesù è perfetto e non dobbiamo aggiungere altro da parte nostra: né ulteriori sacrifici, né riti, né buone opere, né presunti meriti.
L’unica cosa che Dio ci chiede è di accettare questo unico sacrificio rivolgendoci a Lui per mezzo della fede, che è certezza di cose che si sperano e dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1).

Infatti, nel linguaggio biblico, credere in Dio non significa solo dimostrare fiducia nella Sua onnipotenza e provvidenza, ma anche confessare e proclamare l’attendibilità Sua e delle Sue promesse:

… questa è la parola della fede che noi annunziamo;
perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato;
infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati
(Romani 10:8-10).

L’atto di credere e parlare (confessar lo devono fare tutti i credenti e, nel nostro testo di Numeri 20:7, questo era stato specificamente richiesto a Mosè e ad Aaronne.

Solo con l’ubbidienza noi onoriamo e glorifichiamo il Suo Nome, al quale va tutta la nostra lode e riconoscenza. Amen!

PS: Se al termine del capitolo 9 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura


Si proseguirà il prossimo giorno...
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