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Domenico34 – Il cammino di un popolo – Dall’Egitto alla terra di Canaan. Sommario, Prefazione ed Introduzione. Capitoli 1-14

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 00:30
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16/02/2012 00:09

Il nome delle persone che composero la spedizione e gli incarichi di ognuno si trova in Numeri 13:4-16.
Inoltre Mosè, nel mandarli, aggiunse precise istruzioni. Essi dovevano verificare:

1) com'era il paese, se il popolo che l’abitava era forte o debole, esiguo o numeroso;
2) se il territorio era buono o cattivo, com'erano le città e se vivevano in luoghi fortificati;
3) se la terra era grassa o magra e se vi erano alberi;
Infine, gli esploratori furono esortati a comportarsi in modo coraggioso e a tornare con alcuni frutti del paese (vv. 18-20).

Il resoconto


Terminato il giro d’esplorazione, che durò quaranta giorni, gli inviati ritornarono con:

…un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi (13:23).

Il rapporto che fecero davanti a Mosè, Aaronne e a tutta la comunità fu piuttosto negativo, in quanto, pur avendo portato dei buoni frutti da quel paese, riferirono anche elementi scoraggianti:

Fecero il loro racconto, e dissero: «Noi arrivammo nel paese dove tu ci mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco alcuni suoi frutti.
Però, il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo anche visto dei figli di Anac.
Gli Amalechiti abitano la parte meridionale del paese; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorei, la regione montuosa; e i Cananei abitano presso il mare e lungo il Giordano».
Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo».
Ma gli uomini che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi».
E screditarono presso i figli d'Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura;
e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro»
(Numeri 13:27-33).

Il rapporto comincia con l’affermazione che è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ma quello che segue (l’accenno alle città fortificate e grandissime, alla gente più forte di noi e ai giganti) compromette tutto il quadro d’insieme e li porta a concludere addirittura che è un paese che divora i suoi abitanti.

Il detto della Scrittura: ale più la fine di una cosa, che il suo principio; e lo spirito paziente vale più dello spirito altero (Ecclesiaste 7:8) è vero e si può applicare a qualsiasi situazione.

Le belle parole iniziali risultano inutili se il discorso si conclude con ragionamenti opposti e le migliori iniziative, pur condotte con entusiasmo e zelo, perdono tutta la loro efficacia quando poi subentrano incertezza e paure.

Non serve a niente affermare che nella terra di Canaan scorre il latte e il miele, quando poi si vuol dare risalto al pericolo di essere divorati da quello stesso paese.

Le dodici spie che esplorarono il paese di Canaan si dividevano in due gruppi: da una parte dieci uomini e dall’altra due, cioè Giosuè e Caleb. La differenza tra questi due gruppi è notevole.

Tutti videro le stesse cose, ma non le valutarono nella stessa maniera. La gente potente, le città fortificate e i giganti, per i dieci costituivano pericoli seri e insormontabili; al contrario, per Giosuè e Caleb tutto ciò si poteva affrontare e superare.

In che consisteva dunque la differenza?
I primi basavano i loro calcoli sul punto di vista umano, sulle capacità e le forze di cui disponevano; invece i secondi non facevano affidamento su sé stessi, ma valutavano le cose dal punto di vista della fede e confidavano in Dio, l'Alleato ideale per prendere possesso della terra promessa.

La vera fede non si basa sulle possibilità umane, ma su quello che Dio è in grado di fare.

Se considerassimo i nostri problemi con questa prospettiva (che è la sola esatta e sicur, non ci sarebbe motivo di dubitare e temere. Le situazioni difficili, le lotte impossibili e i temibili giganti che si ergono davanti a noi si possono affrontare e vincere solo guardando al Signore e dipendendo da Lui.

Dunque, Giosuè e Caleb fecero le loro valutazioni confidando in Dio e nelle Sue possibilità, e di conseguenza si espressero in maniera ben diversa degli altri.

Protesta e dietro-front del popolo

Dopo aver ascoltato il rapporto dei dieci esploratori, scoppiò una vera sommossa tra il popolo, che cominciò a mormorare contro Mosè ed Aaronne, dichiarando apertamente l’intenzione di ritornare in Egitto.

Si proseguirà il prossimo giorno...
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