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Domenico34 – Gesù... Il Divin Guaritore – Capitolo 1. GUARIGIONI CONTENUTE NEL VANGELO DI MATTEO

Ultimo Aggiornamento: 29/06/2011 16:42
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22/06/2011 00:04

Il grido: Abbi pietà di noi, Figlio di Davide, mette in evidenza la messianicità che questi due ciechi riconoscono, proclamandolo apertamente e pubblicamente. Infatti, la frase: Figlio di Davide, attribuita a Gesù Cristo, nel N.T. è riportata 14 volte; — 8 in Matteo: 1:1; 9:27; 12:23; 15:22; 20:30; 20:31; 21:9; 21:15; 3 in Marco: 10:47; 10:48; 12:35; 3 in Luca 18:38; 18:39; 20:41 — . Il fatto poi che questi due ciechi implorano la pietà del Cristo, (non di un uomo qualsiasi, ma del Messia promesso dalle Scritture) rappresenta un altro elemento di primaria importanza che arricchisce tutta la storia evangelica, dando valore a tutta la missione di Gesù.

L’evangelista Matteo, per far capire che il seguire dei due ciechi, oltre a non avere il significato occasionale, ma persistente e bene determinato, aggiunge che lo seguirono fino a casa. Infatti, fu quando Gesù entrò in casa, che quei due uomini si accostarono a lui. Durante tutto il cammino, (che non sappiamo quanto durò), Gesù non rivolse loro nessuna parola; ma quando arrivò a casa e i due ciechi gli si accostarono, Gesù poté chiedere loro: Credete che io possa far questo?

Da quello che si legge nel Nuovo Testamento, a proposito delle guarigioni fisiche che Gesù operò verso gli ammalati, non ci risulta che era Sua usanza domandare agli infermi, se avessero fede per essere sanati. Nella maggior parte dei casi, Gesù guariva gli ammalati, semplicemente perché era mosso dalla sua compassione, e, poche volte, chiese agli infermi, prima di essere sanati, se avessero fede per ricevere la guarigione.
Dal momento che quei due ciechi avevano riconosciuto la Sua messianicità, proclamandola, apertamente e pubblicamente, (questa includeva il potere miracoloso di operare i miracoli di guarigione, secondo Isaia 35:5), il domandare di Gesù, era perfettamente coerente e pertinente alla sua missione, come inviato divino. Nel dare la risposta, i due ciechi, non si limitarono a dire un semplice sì, — che di per se stesso aveva un grande significato e valore —, aggiunsero il riconoscimento della Sua signoria, chiamandolo Signore.

Allora egli toccò loro gli occhi, dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E i loro occhi si aprirono... (Matteo 9:29,30).

Se gli occhi di quei due ciechi si aprirono, fu in virtù del tocco di Gesù e della fede dei ciechi. Ecco, un connubio che rivela la parte divina e la parte umana: La parte divina consiste nella potenza miracolosa e la parte umana nell’appropriarsela. Tutti i miracoli di guarigione hanno queste caratteristiche e si realizzano quando le due componenti, che formano questo divino mosaico, si uniscono insieme.

La storia di questa guarigione, si conclude col severo ordine che Gesù diede ai due ciechi: Badate che nessuno lo sappia. Ma questi, uscendo da quella casa, divulgarono la sua fama per tutto quel paese. Da una parte vediamo Gesù, l’operatore dei miracoli che non va in cerca del plauso e della gloria umana e dall’altra parte, i miracolati che, non possono nascondere quello che realmente si è verificato nella loro vita.

Il parlare di qualcosa di cui si può fornire la prova diretta, rappresenta la più valida testimonianza che un credente può fornire circa la potenza miracolosa di Dio. E quando si fa ciò, Il Suo Nome è grandemente esaltato e magnificato. A Lui sempre la gloria!

9. LA MISSIONE DEI DODICI E IL POTERE DI GUARIRE GLI INFERMI

Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro autorità sopra gli spiriti immondi per scacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciati i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Matteo 10:1,8; par. Marco 6:7,13; Luca 9:1,6).

Nota preliminare

Anche se Marco e Luca hanno riportato nei loro evangeli la missione dei dodici, questa volta non è stato Matteo ad abbreviare la narrazione, — come è avvenuta per altri casi esaminati —, ma sono stati Marco e Luca che hanno tolto quasi tutti gli elementi e spogliata la narrazione della missione dei dodici, riguardo le varie istruzioni che Cristo diede loro, nonché l’eliminazione dei nomi dei dodici discepoli ad eccezione di Luca (6:14-16). Da parte sua, Marco, ha qualche particolare che Matteo e Luca non hanno, che vale la pena considerare, per meglio completare il panorama e capire la portata di questa missione.

Esame del testo

In accordo con quello che stiamo trattando in questo libro, la parte riguardante il potere di guarire gli infermi, come abbiamo fatto nel citare solamente il v. 1 il v. 8 del capitolo 10. I tre evangelisti fanno riferimento ai dodici, ma solo Matteo dà a questi discepoli, il titolo di apostoli (Matteo 10:2).

A dire il vero, Matteo non riporta nel suo evangelo il termine “apostoli”, tranne in 10:2; anche Marco lo ricorda una sola volta, (Marco 6:30); mentre Luca vi accenna 5 volte — sempre in riferimento ai dodici discepoli — cioè: 6:13; 9:10; 17:5; 22:14; 24:10 (mentre per ciò che riguarda 11:49, non sappiamo se il riferimento debba intendersi ai dodici discepoli in senso generico, abbracciando anche gli altri discepoli di Gesù).

Poiché Matteo riporta i nomi dei dodici, il riferimento riguarda senza dubbio gli apostoli, come vengono chiaramente qualificati (v. 2) per il loro particolare ministero, che più tardi, sarà indicato come fondamento per tutta la Chiesa di Gesù Cristo (Efesini 2:20), e del muro della Nuova Gerusalemme (Apocalisse 21:14).

Il potere di guarire da qualunque malattia e infermità che Cristo diede a questi dodici apostoli, per l’evangelista, è sicuramente visto come un evento storico, cioè come una continuazione dell’opera di Gesù. Sotto questo aspetto, ha perfettamente ragione Gnilka, quando osserva:

«Il concetto di discepolo indica che questo potere continua a vivere e ad operare nella comunità» [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, I, pag. 520].

E noi aggiungiamo: non solo in quella di Matteo, ma anche in quella cristiana, cioè in senso generale, abbracciando così tutti i cristiani di ogni epoca. Quando i discepoli di Gesù compiono la missione che il Cristo ha affidata loro, faranno bene di ricordare sempre che il potere di guarire gli ammalati da qualunque malattia e infermità, non è un potere umano, ma un potere divino, potere che gli è stato dato, al fine, non solo di portare beneficio alle persone che soffrono, ma anche e soprattutto di condurre le persone nel “regno di Dio” (Luca 9:2).

L’autorità che Cristo diede ai suoi discepoli, di cui parla il v. 1, per guarire da qualunque malattia e infermità, vuol dire semplicemente, che non ci sarebbero state malattie ed infermità, che potrebbero sfuggire al potere divino, cioè che non sarebbero state guarite. Mentre il v. 8, fa riferimento specifico ai lebbrosi, al risuscitare i morti e scacciare i demoni.

Si potrebbe chiedere: Perché Cristo fece questa dichiarazione, e non restò nel generico, (come il v. 1)? La lebbra era una malattia fisica, che dal punto di vista umano, veniva considerata inguaribile. Solo Dio, e non attraverso la medicina esistente in quel tempo, poteva guarire quella malattia. La storia di Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, ne è una prova lampante. Quando il re di Siria, mandò il suo generale dal re d’Israele, gli mandò anche una lettera in cui si diceva:

«Quando ti giungerà questa lettera, sappi che ti mando il mio servo Naaman, perché lo guarisca dalla sua lebbra».

Il re d’Israele, nel leggere quella lettera, disse:
«Sono io Dio, col potere di far morire e vivere, che costui mi manda un uomo perché lo guarisca dalla sua lebbra?...» (2 Re 5:6,7).

Menzionando i lebbrosi, Gesù volle dire ai suoi discepoli, che le persone che avessero avuta quella malattia, non sarebbero dovute essere considerate come persone senza nessuna speranza di guarigione; destinate alla morte. Per quella categoria di malattia, c’era speranza di guarigione, perché il suo potere divino, dato ai suoi discepoli, poteva benissimo risolvere quel caso, e sanare = nettare il lebbroso.

Si continuerà il prossimo giorno...
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