Capitolo 1
GUARIGIONI CONTENUTE NEL VANGELO DI MATTEO
Premessa
In questo primo capitolo, passeremo in rassegna tutti i miracoli di guarigione che Matteo ha ricordato, nella forma e nell’ordine che lui stesso ce li ha tramandati. Dei riscontri paralleli di Marco e di Luca, saranno esaminati solamente i particolari che non si trovano in Matteo, in modo che si possa avere un quadro completo del racconto. Useremo lo stesso metodo per ciò che riguarda il vangelo di Matteo, o viceversa in quello di Marco e di Luca.
QUELLO CHE DICE IL VANGELO DI MATTEO INTORNO ALLE GUARIGIONI FISICHE OPERATE DA GESÙ
Esame dei testi
1. L’ATTIVITÀ MISSIONARIA DI GESÙ
E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno, e sanando ogni malattia e ogni infermità fra il popolo (Matteo 4:23-24).
E Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità fra il popolo (Matteo 9:35).
L’attività missionaria di Gesù, non era basata solamente sull’insegnamento e sulla predicazione del vangelo, (cosa necessaria a quei tempi, specialmente quando si pensa al formalismo religioso che regnava tra i Giudei, comprese le tante tradizioni umane che erano state introdotte nella vita religiosa, che in un certo senso offuscavano ed alteravano i comandamenti di Dio) ma includeva anche, come parte integrante e inscindibile del Suo ministero, le varie guarigioni fisiche e la distruzione dell’opera dei demoni (1 Giovanni 3:8).
Se per una assurda ipotesi, Gesù, nello svolgimento del suo ministero, avesse solamente insegnato e predicato l’evangelo, il suo ministero non sarebbe stato completo e conforme alla descrizione profetica. Isaia, settecento anni prima che Gesù venisse sulla terra, descrivendo l’opera che avrebbe svolta il Messia = Cristo, ha chiaramente detto che non solo il Messia sarebbe stato qualificato come
l’uomo dei dolori, colui che sarebbe stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità, ma che Egli si sarebbe anche
caricato dei nostri dolori e avrebbe portato
le nostre malattie (Isaia 53:3-5).
Anche se in questa profezia viene descritta la sofferenza e la morte di Gesù, il fatto che il profeta faccia chiaramente allusione alle nostre malattie e ai nostri dolori, ciò non significa che nella Sua morte vicaria c’erano solamente i nostri peccati e le nostre iniquità, che gravavano come un enorme peso su di sé, ma c’erano anche le nostre malattie e i nostri dolori, conseguenza del nostro peccato. La morte di Gesù, fu quindi, il coronamento della Sua missione terrena e la Sua risurrezione ne rappresenta il completamento e il Suo totale trionfo.
Tutte le attività che Gesù compì, — incluse le guarigioni fisiche dei tanti ammalati — durante il tempo della Sua missione terrena, miravano ad assolvere in pieno il Suo mandato Divino. Di conseguenza, quando Egli incontrava sul Suo cammino, le persone che soffrivano, a causa delle loro infermità, non chiudeva gli occhi a quei bisogni e non rimandava a un domani la loro guarigione. Nello stesso giorno e nella stessa riunione in cui Egli insegnava e predicava il vangelo, guariva anche gli ammalati di qualsiasi tipo.
I due testi summenzionati (che sono un’esclusiva di Matteo), ci fanno vedere chiaramente che Gesù, non separò mai l’attività dell’insegnamento e della predicazione del vangelo da quella della guarigione, come se le due funzioni fossero indipendenti l’una dall’altra, anzi li unificava sempre. Da questo comportamento di Gesù, non hanno solamente dovuto imparare gli apostoli, che nel giro di poco tempo sarebbero diventati i Suoi diretti continuatori, ma anche noi, che viviamo in tempi diversi, e ciò per meglio valutare giustamente il ministero di Gesù nella sua completezza.
Se dovessimo confrontare l’agire di certi predicatori e missionari, non ci sarebbe difficile notare una certa discrepanza tra il loro modo di agire e quello di Gesù. C’è una certa tendenza tra coloro che si credono dotati da Dio del potere miracoloso, poiché quando tengono delle riunioni speciali, a volte scandiscono chiaramente:
«Questa non è una riunione per le guarigioni, è una riunione per tutta la famiglia; se gli ammalati vogliono essere guariti, vengono a quella riunione» (segue luogo e data stabiliti).
Questo modo di agire, oltre a non essere conforme a quello di Gesù, mira a separare il ministero dell’insegnamento e della predicazione, da quello della guarigione fisica dell’ammalato, come se le due attività fossero indipendenti l’una dall’altra. Gesù non le considerava indipendenti ma complementari, nel senso che, sia l’una che l’altra, miravano al completamento dello stesso ministero. Dal momento che le due attività di predicare e di guarire avevano l’unico scopo di aiutare l’uomo, ha senso la specificazione che l’evangelista fa, quando dice che
Gesù andava attorno per.... Più tardi, l’apostolo Pietro dirà:
Non sapete... come Dio abbia unto di Spirito e di potenza Gesù di Nazaret, il quale andò attorno facendo del bene e sanando tutti coloro che erano oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui (Atti 10:38).
L’attività missionaria di Gesù aveva un grande successo, per il semplice fatto che
tutti i malati, colpiti da varie infermità e dolori, indemoniati epilettici e paralitici, venivano guariti. Il termine
“tutti”, che il testo sacro adopera, ci dice chiaramente che
“nessuno” di quelli che venivano
“presentati” o condotti a Gesù, restava deluso, nel senso che non riceveva la guarigione fisica. Condividiamo in pieno, l’affermazione di J. Gnilka, quando dice:
«L’aiuto che egli porta è un aiuto globale, che viene offerto a tutti i bisognosi e che riguarda le diverse forme delle sofferenze fisiche» [J. Gnilka,
Il vangelo di Matteo, I, pag. 172].
Quanti ammalati condotti qua e là, da questo e da quell’altro predicatore, infermi vanno e ammalati ritornano alle loro case, con una dose in più di una grande delusione, sia per loro che soffrono ancora, come anche per quelli che li hanno condotti! Tra le tante guarigioni che Gesù operò, solo per Nazaret ci viene detto che Egli non
poté fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi (Marco 6:5), e ciò a motivo della loro incredulità (Matteo 13:58). Fatta questa eccezione, dovunque Gesù manifestava il potere miracoloso di guarire gli infermi, erano sempre
“tutti” gli ammalati che venivano guariti. Era proprio questa particolare manifestazione della potenza divina, che agiva in Gesù, che spandeva dovunque la Sua fama.
Gesù Cristo non ebbe mai bisogno di fare réclame per divulgare quello che diceva e faceva. Non erano tanto le sue parole (sebbene Gesù parlasse in maniera diversa di come parlavano gli scribi, per esempio, (Matteo 7:29; Giovanni 7:46), quanto quello che faceva, che propagavano dappertutto la Sua fama. Le persone che accorrevano a Lui, per aver sentito parlare delle grandi cose che operava, vedevano e constatavano esattamente come avevano udito parlare.
Quando si fa una réclame, (non importa l’articolo che si reclamizza), di solito si gonfiano le cose tanto da farle apparire superiori alla realtà. È solamente con la constatazione che una réclame può essere verificata se risponde a verità. Qui non stiamo facendo allusione a un prodotto commerciale, che per essere smerciato, ha bisogno di essere reclamizzato. Dio non ha niente da vendere, ragione per cui non ha bisogno che si faccia una buona réclame, con tutti gli accorgimenti che la tecnica moderna impone. Egli ha solamente tutto da offrire in dono, e i suoi servi, cioè quelli ai quali Egli ha dato questo potere miracoloso, non hanno merce da reclamizzare per vendere. Come hanno ricevuto in dono, altrettanto danno in dono, esattamente come il loro Maestro ha detto loro (Matteo 10:8).
Lo Spirito Santo ci dia sapienza e discernimento per sapere riconoscere le opere di Dio e darGli tutta la gloria e l’onore che merita!
Si continuerà il prossimo giorno...