Esame del testo
I tre evangelisti precisano che la guarigione dell’uomo dalla mano secca, avvenne nella sinagoga. Solo Matteo precisa che si trattava “della loro sinagoga” che essi avevano costruito. Certamente il luogo dove Gesù andava spesso per insegnare, era la sinagoga. Gesù, che non ebbe mai l’idea di costruire un luogo per tenere le sue riunioni, si serviva spesso della sinagoga, o all’aperto, dove tanti potevano ascoltare le cose che Egli insegnava, intorno a Dio e alla Sua volontà.
In questa sinagoga, dunque secondo Luca, Gesù era andato per insegnare, e, l’uomo di cui si parla, aveva la
mano destra secca (Luca 6:6). A differenza di Marco e Luca, che precisano che essi, cioè
i farisei e gli scribi (Luca 6:7), stavano osservando per vedere se Gesù avrebbe guarito nel giorno di sabato quell’uomo dalla mano secca, per poi accusarlo; Matteo, invece dice che furono i farisei e gli scribi che presero l’iniziativa di domandare a Gesù se era lecito guarire qualcuno in giorno di sabato.
Dal momento che questi religiosi avevano in cuore di produrre un capo di accusa nei confronti di Gesù, il chiedergli se era lecito di guarire qualcuno in giorno di sabato (senza riferirsi specificatamente all’uomo dalla mano secca, presente in quel giorno nella sinagoga, ma rimanendo nel generico), ciò rientrava nella logica delle cose. La risposta che Gesù, dà sotto forma di due domande:
«Chi è l’uomo fra voi che avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prende e non la tiri fuori? Ora, quanto vale un uomo più di una pecora! È dunque lecito fare del bene in giorno di sabato?» (Matteo 12:11,12),
mette in chiaro quello che era consentito fare nel giorno di sabato, secondo quello che affermavano le due scuole rabbiniche più importanti del tempo, quella di Shammai e quella di Hillel [J. Gnilka,
Il vangelo di Matteo, I, pag. 651, nota 4].
A parte il fatto che Gesù chieda se è lecito
fare del bene in giorno di sabato, rispetto alla semplice guarigione che essi avevano chiesto, e Luca aggiunge:
fare del bene o del male, salvare una persona o ucciderla? (Luca 6:9),
Egli rivela in che modo debba essere inteso il giorno di sabato, per ciò che si può fare e quello che non si deve fare. Se una guarigione di un ammalato, viene considerata un atto di amore e di misericordia, — come giustamente Cristo la considerava — era lecito compierla; mentre se veniva considerata un comune atto servile — come la consideravano i farisei e gli scribi —, non era permesso farla. Or l’uomo di cui parla il testo evangelico, aveva la mano secca.
Davanti a questa seria menomazione fisica, siamo portati a fare qualche considerazione: a) Una mano secca è una mano senza vita. L’arto è lì nel corpo, ma non può essere utilizzato; b) Una mano secca non può prendere nulla, né per sé né per gli altri; c) Una mano secca non può lavorare, ed infine: d) Una mano secca non può essere utile a nessuno.
Prima che l’uomo del nostro testo venisse miracolato, Marco dice che Gesù gli disse di
alzarsi in mezzo a tutti (Marco 3:3),
mettiti qui nel mezzo (Luca 6:8). Il motivo perché Cristo lo fece alzare in mezzo a tutti fu sicuramente perché tutti potessero, non solo vederlo, ma soprattutto constatare quello che si sarebbe verificato tra qualche istante.
Prima però, che Gesù desse un secondo ordine a quell’uomo, Marco annota che
egli guardateli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse a quell’uomo: «Stendi la tua mano»!» (Marco 3:5). Una volta che l’uomo si trova ritto in piedi, alla vista di tutti, tutti possono vedere il movimento che farà la mano.
Ma se la mano di quell’uomo è secca, cioè senza vita, come farà a muoverla, a distenderla? Colui che ordina un simile gesto, è il Signore della vita, davanti al quale tutte le menomazioni fisiche devono rispondere come se fossero in piena e perfetta efficienza. Fu proprio nell’attimo che Cristo ordinò di stendere la mano, che la vita ritornò in quella mano secca, sana come l’altra.
Qualche considerazione di ordine pratico
1) Nella sinagoga dove i Giudei si radunano per le funzioni religiose, non vi partecipano solamente persone sane, ma vi possono essere anche persone che hanno menomazioni fisiche, come è il caso di quest’uomo dalla mano secca. I rappresentanti e i capi delle sinagoghe, possono essere persone che non hanno il potere della virtù di Dio, per aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Non sono i legalisti né i liturgici che possono dare aiuto a quelli che soffrono, ma unicamente il Cristo, il Figlio di Dio, colui che si fece uomo, per meglio capire e interpretare giustamente le varie situazioni della natura umana. Egli, non si curò ai suoi giorni dei severi giudizi dei legalisti nei suoi confronti; e, sfidando tutti, compresa la “durezza del cuore umano”, venne incontro ai bisognosi, sanando le loro infermità.
2) I farisei e gli scribi, di allora, ostili all’operato di Gesù, tenevano alla più stretta osservanza del giorno di sabato, anziché aiutare le persone che soffrivano. Allo stesso modo, molti dei nostri tempi, pur avendo una spiccata forma di religione, danno più importanza a certe tradizioni umane, anziché a quei sentimenti di amore e di misericordia, che dovrebbero essere i veri moventi di ogni attività, tendente alla consolazione e al ristoro della vita umana. Fino a quando l’uomo, non si sarà liberato da certe convinzioni, cosiddette “conservatrici”, e di scetticismo, difficilmente egli potrà vedere la manifestazione del potere divino che, superando tutte le barriere umane, compie azioni di capovolgimento nel modo di pensare e di credere a tutte le azioni di Dio.
3) Cristo non ha mai dato ordini sbagliati, né la sua parola può essere giudicata inopportuna. Le cose che non hanno una logica umana, sono quelle che spesso vengono usate da Dio, come prova della Sua sovranità. Dare un ordine a un uomo la cui mano è secca, cioè priva di vita, di stenderla, potrebbe essere interpretato incoerente e illogico; ma sono le cose illogiche, secondo l’uomo, se vengono eseguite con fermezza e determinazione, spianano e preparano la manifestazione miracolosa divina. Il miracolo non segue la strada della logica e della coerenza, ma è fondato sull’ascolto e sull’obbedienza alla parola di Gesù. Dal momento che la fede per agire, viene sempre dall’ascoltare la parola di Dio, lasciamo che questa divina parola prenda il sopravvento e domini e controlli la nostra vita. Solo allora, sarà molto facile verificarsi, quello che leggiamo nella Bibbia, la Suprema Autorità di fede e di condotta.
12. INFERMI GUARITI
E Gesù, smontato dalla barca, vide una grande folla e ne ebbe compassione, e ne guarì gli infermi. ... E gli uomini di quel luogo, avendolo riconosciuto, diffusero la notizia per tutta la regione circostante; e gli presentarono tutti i malati; e lo pregarono che potessero toccare almeno il lembo della sua veste; e tutti quelli che lo toccarono furono perfettamente guariti (Matteo 14:14,35,36); par. Marco 6:53-56 (Luca 9:11; Giovanni 6:2).
Nota preliminare
La prima moltiplicazione dei pani, viene riferita da tutti e quattro gli evangelisti, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, anche se Marco non fa nessuno accenno agli infermi che vennero sanati da Gesù in quella circostanza. Questo evento straordinario di manifestazione divina, non è solamente costituito dal fatto che con pochi pani e pesci, una folla di 5.000 uomini, oltre le donne e i bambini, venne saziata, ma anche dai molti infermi che vennero guariti.
Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 29/06/2011 16:29]