Canti di
Lode e
Adorazione
(clicca nella foto)
  
La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
Canti di
Lode e
Adorazione2
(clicca nella foto)
  
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

Domenico34 – Gesù... Il Divin Guaritore – Capitolo 1. GUARIGIONI CONTENUTE NEL VANGELO DI MATTEO

Ultimo Aggiornamento: 29/06/2011 16:42
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.112
Età: 90
Sesso: Maschile
12/06/2011 00:15

Invocami nel giorno dell’avversità, io ti libererò e tu mi glorificherai ? (Salmi 50:15).

Secondo Luca, gli anziani dei giudei che vennero mandati dal centurione, fanno una precisa richiesta di andare a casa del centurione per guarirgli il suo servo, aggiungendo una plausibile motivazione, secondo l’uomo:

Egli merita che tu gli conceda questo, perché egli ama la nostra nazione, ed è stato lui a costruirci la sinagoga (Luca 7:3-5).

Riflettendo su questa motivazione, possiamo dire, in base a quello che dicono altri testi della Parola di Dio, che non è mai sulla base del cosiddetto “merito personale”, che Dio si muove per andare incontro al bisogno dell’uomo. Qualunque siano le nostre buone opere che possiamo fare, dobbiamo sempre ricordarci che non sono queste che procurano l’intervento di Dio a nostro favore, ma è sempre in virtù della Sua grazia = favore immeritato, che Egli va incontro al bisogno di colui che si rivolge a Lui.

Dal momento che per Matteo, non c’è la richiesta del centurione che Gesù vada a casa sua, la risposta di Gesù di venire nella sua casa, coglie di sorpresa lo stesso centurione, perché forse egli non pensava che Gesù, in qualità di giudeo si mettesse a disposizione di un pagano, recandosi addirittura a casa sua. Anche se il centurione avesse avuto questi pensieri nella sua mente, — quello che dicevano i giudei era vero —, nondimeno in quel giorno, il centurione pagano, doveva imparare che Gesù, pur essendo giudeo, come uomo, nel suo agire non era tale, dato che Egli era venuto sulla terra, per svolgere una missione in favore dei giudei e dei pagani.

La parola del centurione: Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito e la relativa spiegazione che viene addotta (vv. 8,9), portano Gesù a dichiarare, non solo che la fede di quell’uomo è grande, ma che neppure in Israele aveva trovato una simile fede (v. 10).

C’è un altro solo caso nel N.T. in cui si parla della grande fede: la donna Cananea (Matteo 15:28), anche lei è una pagana. Anche se a questi due pagani viene riconosciuta da Gesù di avere una grande fede, tuttavia, tra l’uno e l’altro episodio c’è differenza. In questo testo di Matteo e in quello parallelo di Luca, ci stiamo occupando del centurione di Capernaum, per vedere in che cosa consista la sua grande fede.

Anzitutto, c’è da mettere subito in risalto che non è il centurione che dice di avere una grande fede, è Gesù che la riconosce e la proclama. Se questo pagano avesse detto solamente: Signore, io ho una grande fede; se Tu, dirai soltanto una parola, il mio servo sarà guarito, senza addurre la specificazione che fece, sarebbe stata ugualmente grande la sua fede? Secondo noi, la grandezza della fede del centurione non consiste solamente nel credere che una sola parola detta da Gesù avrebbe guarito il suo servo, ma nella specificazione che ne fa, come prova e dimostrazione. Lui, in qualità di persona di autorità, quando dà un ordine a un suo dipendente, il soldato fa esattamente quello che gli viene comandato di fare. La precisazione che fa Matteo, è molto importante per farci vedere in che cosa consisteva la grande fede del centurione. E Gesù, avendo udite queste cose..., — quelle relative al comando del centurione ai suoi dipendenti —,

disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico, che neppure in Israele ho travato una così grande fede.

La fede di quest’uomo quindi, non era basata sul semplice pensiero di credere all’autorità della parola di Gesù, essa veniva dimostrata in base alla sua esperienza. Questo parallelo che il centurione fa, tra la sua parola e quella di Gesù, non serve tanto per stabilire quale delle due parole abbia più importanza, quanto per stabilire il principio dell’autorità. Inoltre, col dire quelle parole, il centurione riconosceva una diversa autorità rispetto alla sua, perché la parola di Gesù, era capace di fare quello che non avrebbe fatto la sua parola, cioè guarire il suo servo.

La superiorità di autorità che il centurione riconosce in Gesù, consiste anche, nel fatto che Egli può dire la parola senza vedere il soggetto, e, per giunta in lontananza, senza cambiare il risultato. La fede è sempre “certezza” (Ebrei 11:1), non importa se è piccola o grande, poiché anche una piccola fede quanto un granel di senape, può trasportare una montagna (Matteo 17:20).

Il Centurione aveva chiesto a Gesù di dire solamente una parola, perché il suo servo venisse guarito. Gesù però, questa parola non la disse mai, ma proferì invece quella che il centurione non avrebbe minimamente sospettato:

«Va’ e ti sia fatto come hai creduto!» E il suo servo fu guarito in quell’istante (v.13).

Non ci sono limiti alla potenza di Dio e non ci sono distanze che essa non possa raggiungere. L’unica cosa che blocca la potenza e la virtù miracolosa divina, è sempre e solamente l’incredulità dell’uomo. Aiutaci, o Signore, a credere alla Tua Parola!

4. LA GUARIGIONE DELLA SUOCERA DI PIETRO E DI ALTRI MALATI

Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre. Ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò; ed ella si alzò e prese a servirli. Ora, fattosi sera, gli furono presentati molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta Isaia, quando disse: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie» (Matteo 8:14-17; par. Marco 1:29-34; Luca 4:38-40).

Nota preliminare

a) Secondo quello che ha scritto Matteo, Gesù si trova solo quando va nella casa di Pietro, mentre secondo Marco, Gesù era assieme con: Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni (Marco 1:29). Inoltre, Marco e Luca dicono chiaramente che Gesù entrò nella casa di Simone = Pietro, dopo che uscì dalla sinagoga (Marco 1:29; Luca 4:38). Marco sottolinea che essi (Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni) subito gli parlarono di lei (Marco 1:30); mentre Luca: gli fecero richiesta per lei (Luca 4:38).

Per Matteo e Marco, la suocera di Pietro si trova a letto con la febbre; mentre Luca specifica che quella donna era stata colpita da una grande febbre (Luca 4:38). Questi ed altri particolari che emergono dall’esame dei tre testi evangelici, lungi dal considerarli come elementi contrastanti e noiosi, servono solamente per arricchire il racconto e per farci notare la fonte di cui si servirono gli evangelisti, o la cosiddetta dipendenza [J. Gnilka non ha nessuna difficoltà ad affermare che «la fonte è esclusivamente Mar. 1:29-34». J. Gnilka, il Vangelo di Matteo 1, pag. 451. Dal canto suo R. Pesch, fa questa precisazione: «I tratti non topico-funzionali nella nostra narrazione (indicazione concreta di luogo: casa di Simone a Cafarmao; persona malata ben determinata: suocera di Simone) fanno necessariamente pensare che il risanamento della febbricitante suocera di Simone da parte di Gesù abbia fornito l’occasione per l’origine e la prima tradizione di questo racconto» (R. Pesch, Il vangelo di Marco 1, pag. 222)].

Esame del testo

Il particolare che hanno Marco e Luca nel riferire a Gesù la situazione febbricitante della suocera di Pietro, non serve solamente a mettere in risalto il legame di amicizia che c’era tra i primi quattro discepoli che Gesù aveva chiamati a sé, cioè Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, ma serve anche e soprattutto a evidenziare il potere miracoloso che Gesù aveva in sé, potere che avrebbe potuto manifestare nella vita dell’ammalata. Infatti, quello che dissero i quattro a Gesù della suocera di Pietro, aveva appunto lo scopo che Gesù compisse un miracolo nella vita della febbricitante, specie quando si pensa che i quattro avevano assistito a quello che Gesù aveva fatto nella sinagoga di Capernaum, nel liberare quell’uomo posseduto dallo spirito immondo.

A parte il fatto che i quattro erano una coppia di due fratelli carnali: Pietro ed Andrea da una parte e Giacomo e Giovanni dall’altra, è oltremodo importante che nell’ambito di una famiglia, quando c’è un membro che si trova in qualche difficoltà o in un particolare bisogno, si sappia parlare a Gesù di quello stato. Agendo in questo modo si dimostra che c’è vera unità e vera partecipazione nella vita della famiglia. Se un padre può parlare a Gesù del bisogno di un proprio figlio, o viceversa; se una madre può presentare a Gesù un’urgenza riguardante la vita di una propria figlia, o viceversa, o se un membro di una famiglia può far presente a Gesù una necessità particolare dell’altro, sia coloro che ne fanno richiesta come quelli che si trovano in bisogno, possono vedere la manifestazione della bontà di Dio in loro favore, quando Egli va incontro alle loro situazioni.

Si continuerà il prossimo giorno...
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:57. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com