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Domenico34 - ROMANI - ESAME DEL CAPITOLO 8 DELL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2010 02:06
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30/09/2010 18:47

Esame dei vv. 5-8

5 Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.
6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace;
7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo;
8 e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.


In questi versetti appaiano due categorie di persone e due tipi di pensare: quelli secondo la carne, pensano alle cose della carne, mentre quelli secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. Il pensare denota una certa inclinazione dell’essere umano, e lo indirizza verso una cerca direzione. Se il pensare è secondo lo Spirito, la persona viene indirizzata verso Dio, la Sua Parola e le Sue vie, se invece è secondo la carne, l’indirizzo è verso le cose della carne, che poi non sono quelle che piacciano a Dio.

Ma prima che approfondiamo il discorso, voglio riportare il testo e il commento del professor C. E. B. Cranfield.

«v. 5 Infatti, quelli la cui vita è determinata dalla carne hanno la mentalità della carne, ma quelli la cui vita è determinata dallo Spirito, tengono per lo Spirito.

Si può dire che la congiunzione iniziale «infatti» indichi il rapporto del v. 4 non solo con il v. 5, ma anche con la sezione composta dai vv. 5-11 nel suo complesso. Essi costitiscono una spiegazione del riferimento presente nel v. 4 al camminare non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Data la presenza largamente diffusa dell’espressione greca, che si può tradurre letteralmente: «aver cura delle cose di qualcuno» (confronta Mc. 9:33), con il significato di «avere le stesse idea dell’altro», «essere dalla sua parte», «avere la stessa mentalità», e dato che il significato è ben appropriato al nostro caso, noi riteniamo che il pensiero di Paolo sia che coloro i quali lasciano determinare l’indirizzo della loro vita dalla carne, in verità si mettono dalla parte della carne nel conflitto fra lo Spirito di Dio e la carne, mentre quelli che lasciano determinare l’indirizzo della loro vita dallo Spirito si mettono dalla parte dello Spirito» [C. E. B. Cranfield, La lettera di Paolo ai Romani (capitoli 1-8], pag. 222]. (Secondo me, è un accellente commento che porta a riflettere seriamente). Per chi non lo sapesse, ecco cosa hanno scritto di questo autore. «L’autore, professore emerito di teologia dell’Università di Durham, è internazionalmente riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali per quanto riguarda questa epistola.

Hanno scritto di questo libro:

«... una pietra miliare nella storia dell’interpretazione biblica» F.F. BRUCE sulla rivista “Expository Times”
«Come esegeta della lettera ai Romani, il prof. Cranfield non ha maestri, e pochi forse nessuno a lui pari in questa generazione». [Dalla copertina del libro citato].

Ora, riprendiamo il discorso in base alla versione della N.R. da noi citata. Tanti traduttori menzionano la mente, cioè il pensare, che sarà elemento fondamentale, per il fatto che determina l’indirizzo della vita. Forse tanti non fanno attenzione al loro modo di pensare, credendo che non significhi proprio niente. Però, noi sappiamo che non è affatto così! Non per niente la Bibbia esorta al rinnovamento della nostra mente. Un passo della lettera ai Romani, può chiarire meglio la questione.

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà
(Romani 12:1-2).

È molto importante considerare la specificazione che Paolo fa in questo testo: Affinché' conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. Questo significa che una mente che non è rinnovata, non conoscerà la volontà di Dio, cioè quella buona, gradita e perfetta; mentre quella rinnovata, la conoscerà. Quando non si conosce la volontà di Dio, per eseguirla, si andrà incontro a qualcosa di spaventevole, e, nel giorno della resa dei conti, non avrà nessun valore ripetere:

Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?"
Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!
(Matteo 7:22-23).

Una mente non rinnovata, appartiene alla carne e pensa alle cose della carne; mentre una mente rinnovata aderisce allo Spirito e considera alle cose dello Spirito. Allora, l’insegnamento di Paolo, non è solamente serio, ma è anche importante, perché ha a che fare, non solo con la vita presente, ma anche con l’eternità.

Il verso 6 parla di “brama”, di “desiderio”. Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace.

Il termine greco usato nel v. 6 è phronema che significa "desiderio, intenzione, modo di pensare". Sappiamo che nel campo dei desideri, ci sono quelli buoni e quelli cattivi; quelli sani e quelli impuri. La carne nella sua natura, non ha desideri sani, ma impuri, cioè non buoni. Un esempio lo possiamo ricavare da un'affermazione di Gesù.

Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Matteo 5:28).

Il desiderare una donna, nell’atto pratico significa andare a letto con lei. Questo desiderio, naturalmente, condurrà la persona a compiere un atto che non è gradito da Dio, cioè a commettere peccato. Sappiamo che il peccato paga con la morte, secondo l’affermazione di Paolo: Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 6:23).

Ecco perché l’apostolo, nel nostro v. 6 parla che il desiderio della carne è morte, cioè conduce la persona verso quella meta; mentre ciò che lo Spirito desidera è vita e pace, cioè porta la persona verso quel traguardo di vita e di pace. In concreto, questo significa che i “desideri” dello Spirito, sono buoni e sani.

Un esempio lo ricaviamo dalle parole di Paolo; sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore (Filippesi 1:23). Certamente, il desiderio di partire dal corpo per essere con Cristo, non gli veniva dalla carne, ma dallo Spirito che gli faceva vedere la differenza tra il rimanere nella tenda (figura dell’esistenza temporanea terrena) e di essere con Cristo, cioè nel regno della gloria. Ecco, davanti ad una simile prospettiva, Paolo poteva esortare la fratellanza:

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.
Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra;
poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio
(Colossesi 3:1-3).

Con i vv. 7,8, l’apostolo, oltre a fare un’importante specificazione, mette anche in risalto il piacere di Dio. Infatti, ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo;
e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio
.

Se con il v. 6 Paolo dichiara che il desiderio della carne è morte, con i vv. 7,8 specifica che il desiderio della carne è inimicizia contro a Dio e, quelli che hanno queste direttive, cioè che si sono lasciati dominare dalla carne, non possono piacere a Dio. Come si vede, tutta l’argomentazione che l’apostolo fornisce, tende a far capire alla fratellanza i seri pericoli che esistono se si va dietro alla carne; mentre se si segue lo Spirito, che ha sani pensieri e desideri nobili che mirano ad accentrare la prospettiva alle cose del cielo, dove Cristo è salito alla destra del Padre, durante l’esistenza terrena si gode quella vita (la vita dello Spirito) e quella pace, che lo prepareranno per l’eternità.
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