Cominciamo l’esame delle tre parti
1. VITA NELLO SPIRITO
Sotto questo titolo prenderemo in esame i vv. 1-17 del capitolo 8 dell’epistola ai Romani. Se riportiamo il testo, è principalmente perché ci piace averlo davanti a noi.
1 Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù,
2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
3 Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,
4 affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.
5 Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.
6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace;
7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo;
8 e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.
9 Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.
10 Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione.
11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
12 Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne;
13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete;
14 infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
15 E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!»
16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.
17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui (vv. 1-17).
Sono pienamente d’accordo con O. Kuss, per quello che egli afferma: «Il cap. 8 è dominato totalmente dal pensiero dello Spirito» [H. Schilier,
La lettera ai Romani, pag. 392]. Infatti, il termine “spirito” (gr.
pneuma) pur essendo utilizzato nei capitoli 1-7 cinque volte e otto volte nei capitoli 9-16, nel solo capitolo 8 è menzionato 21 volte, 19 dei quali scritto con la lettera maiuscola “Spirito” (che indubiamente si riferisce allo Spirito di Dio) e due volte scritto con la lettera minuscola “spirito”, (che senza dubbio fa riferimento allo spirito dell’uomo).
Quest'elemento statistico, che non è sicuramente pura casualità, vuole dire senza dubbio qualcosa.
Il primo verso, così come la stragrande maggioranza l’hanno tradotto
Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, mancante della parte terminale
i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, (Diodati e la Nuova Diodati, almeno quelli che io conosco), non deve destare eccessiva preoccupazione. Gli studiosi riferiscono che il verso in questione termina nelle parole “in Cristo Gesù”, visto che la parte che ha aggiunto il Diodati, non si trova nel testo originale greco. Si direbbe: perché la parte mancante del verso, il Diodati l’ha incluso, (non dentro una parentesi quadra [ ] (come qualcuno ha fatto) ma come facente parte integrale del testo? Visto che il v. 4 recita:
Affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito, probabilmente, influenzato da questo verso, ha creduto opportuno inserirlo nel primo verso, come qualcuno ha suggerito. Guardando obbiettivamente la cosa, non è improbabile che sia avvenuto proprio così. Comunque, la verità concernente al camminare secondo lo Spirito e non secondo la carne, è garantito come punto fermo dal v. 4.
Occupiamoci al momento del v. 1. Questo verso, ha lo scopo di dimostrare che quelli che
sono in Cristo, (espressione generica che vale per tutti, senza fare il nome di qualcuno), sopra di loro, non c’è più nessuna
condanna. Anche se la Nuova Riveduta non adopera il termine “ora”, come ha fatto il Luzzi, per esempio, nondimeno significa che prima di essere “in Cristo”, gravava la condanna. Che questa condanna, cui parla l’apostolo, sia stata causata dal peccato, nessuno lo metterà in dubbio, almeno per chi crede a quello che la Bibbia insegna su quest'argomento.
La domanda che Paolo fa in 7:24
Chi mi libererà da questo corpo di morte? Oltre a trovare in parte la risposta in 7:25
Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo..., trova la piena spiegazione in 8:1. Infatti, i credenti sanno che la condanna dei loro peccati, è stata rimossa da Gesù al Calvario, quando Egli, prese su di sé i loro peccati e subì nel suo corpo la condanna che essi meritavano. Anche se è vero che Gesù al Calvario portò i peccati dell’intera umanità e subì la condanna per tutti loro, è altrettanto vero che solo quelli che credono nel Suo Nome e lo ricevono nella loro vita come il loro personale Salvatore, usufruiscono il beneficio della liberazione della loro condanna. Ecco perché Paolo specifica che non c’è più nessuna condanna per quelli che "sono in Cristo Gesù”, cioè per chi ha creduto nel Suo Nome e lo ha accettato come il suo personale Salvatore.
Mi fermo al momento, aspettando che ci sia qualche intervento.
[Modificato da Domenico34 26/09/2010 03:36]