E Paolo era Paolo, ma noi, chi siamo?
Verrebbe di metterci in una posizione da "meno" rispetto ai progressi di Paolo. Io però credo che quello che è stato per Paolo può esserlo per noi. Gesù non avrebbe detto:
"Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro" (
Matteo 5:48)
Magari dobbiamo ricordarci del continuo tante cose: per esempio che per andare verso questa "perfezione" abbiamo bisogno di
costanza:
"E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti." (
Giacomo 1:4); ma la
costanza la si ha per mezzo della prova della nosta fede:
"sapendo che la prova della vostra fede produce costanza." (
Giacomo 1:3); perciò dobbiamo essere provati, ma se ricalcitriamo?
Io credo che Paolo era uno come noi, ma è anche vero che è stato ammaestrato dal Signore. Cosa voglio dire? voglio dire che se serviamo il Signore con la Sua unzione produrremo in chi ci ascolta non "un ascolto (fine a se stesso come per una presa d'atto)", ma si imporrà "una scelta" nell'ascoltatore. Oltre che una spada a doppio taglio la Parola è anche:
"La mia parola non è essa come il fuoco? dice l’Eterno; e come un martello che spezza il sasso?" (
Geremia 23:29)
Paolo non era migliore di noi, ma
ha rinunciato alla vita (la sua) per ritrovare quella vera (in Cristo),
Filippesi 3:8 "Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza do Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo tanta spazzatura affin di guadagnare Cristo,"
Quanto conosciamo di questo "corpo di morte" e del suo "potere"?
Io personalmente non mi preoccuperei "del corpo di morte", non sò quanto potrebbe essere utile "continuare a conoscerlo" visto che devo spogliarmene
Quanto conosciamo della Grazia di Dio e della Giustificazione in Cristo?
Conosciamo "una parte" perchè questo ci è dato, come ci è dato:
"E noi tutti contemplando a viso scoperto, come in uno specchio, la gloria del Signore, siamo trasformati nell’istessa immagine di lui, di gloria in gloria, secondo che opera il Signore, che è Spirito." (
2°Corinzi 3:18)
Di cosa ci "gloriamo", se spesso non riusciamo a tenere a freno nemmeno la lingua, figuriamoci il "ridurre a schiavitù" il nostro corpo?
Giacono 3:2 "Poiché tutti falliamo in molte cose. Se uno non falla nel parlare, esso è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo."
Uno spunto per riflettere: Forse (probabilmente) noi preferiamo "essere forti" non nella debolezza, ma "a nostro modo", diversamente da Paolo che invece poteva dire
"quando son debole, allora sono forte." (
2°Corinzi 12:10b). Credo dobbiamo soffermarci a considerare cosa significa questo "debole" in quanto fà parte proprio di quel camminare "per lo Spirito. Perciò, visto che ci riguarda, se vogliamo aprire una parentesi a riguardo..
Pace