| | OFFLINE | Post: 1.112 | Età: 90 | Sesso: Maschile | |
|
22/09/2011 00:04 | |
I DONI DELLO SPIRITO
Dall'elenco che l'apostolo fornisce nella (1 Corinzi 12:8-11), non solo sappiamo che vi sono 9 doni dello Spirito elencati in questo testo, ma in quei doni, c'è incluso anche quello del parlare in lingue. Che poi il detto elenco venga ampliato, risulta chiaro da (Romani 12:6-8) ed anche da (Efesini 4:11), sebbene quest'ultimo testo parli di ministeri e non di doni. Trattandosi che questi, sono doni dello Spirito e che Egli li distribuisce a ciascuno come vuole (v. 11), non per il bene specifico di colui che li riceve, ma per l'utilità comune (v. 7), i doni dello Spirito devono essere considerati e valutati sotto questo aspetto, cioè: Strumenti di edificazione lettiva.
Anche se il dono delle lingue figura all'ultimo posto della serie [H. Lindsey, Satana è vivo e vegeto sulla terra ultimo pianeta, pag. 138], è sempre un dono dello Spirito, e come tale non deve essere valutato privo d'importanza, perché relegato in fondo alla classifica.
Se si ammette che la parola (atri traducono linguaggio) di sapienza, la parola di conoscenza (o scienz, la fede, i doni di guarigioni, la potenza di operare i mirai, la profezia, il discernimento degli spiriti (non facciamo riferimento al dono dell'interpretazione delle lingue, perché questo è legato a quello delle lingue; venendo a mancare il dono delle lingue, il dono dell'interpretazione delle lingue, non ha nessun senso e nessun motivo di esister e tutti gli altri doni che figurano in (Romani 12:68 ed Efesini 4:11), sono doni o manifestazioni dello Spirito, dati per l'utilità comune e questi doni sono stati sempre presenti nella Chiesa, perché non c'è nessuna traccia che fossero stati dati solamente agli apostoli e per l'era apostolica, e che all'infuori di questa epoca, i medesimi doni si sarebbero fermati. Perché considerare il parlare in altre lingue, come dono che si manifestò nell'era apostolica, senza nessuna possibilità di varcare questo confine?
Se è ammesso la continuità degli altri doni nella vita della Chiesa lo deve essere necessariamente anche quello del parlare in lingue, trattandosi di un dono che fa parte integrale dell'elenco dei doni dello Spirito. Qui non si tratta di difendere una posizione prettamente denominazionale, si tratta invece di guardare in faccia alla realtà e all'obbiettività dell'insegnamento paolino.
Quando poi si cita 1 Corinzi 13:10
ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolita, per provare che il parlare in lingue, non ha più motivo di esistere, si dimostra un'incoerenza con lo stesso contesto, ed un'interpretazione inesatta al termine «perfezione», quando si afferma che
«molti studiosi della Bibbia ritengono che la «perfezione» in questo brano si riferisca all'epoca in cui è stato completato il Canone del Nuovo Testamento» [H. Lindsey, Satana è vivo e vegeto sulla terra ultimo pianeta, pag. 138].
Nel contesto di (1 Corinzi 13:8,12), Paolo sta mettendo in risalto il valore e la portata della carità o amore, con tutte le sue caratteristiche, che non è destinato a vivere per un tempo, dato che la carità non avrà mai fine. Parlando poi di un tempo futuro, nel quale
le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà (v. 8),
si capisce subito che non è soltanto il parlare in lingue che cesserà, ma anche la profezia e la conoscenza.
Tutto ovviamente dipende dal significato che si dà al termine greco teleion che Paolo adopera in questo testo di 1 Corinzi 13:10. Dal punto di vista lessicale, il termine teleios significa:
1. Finito, completo, compiuto; perfetto, senza difetto.
2. Che ha compiuto la sua crescita, maturo, adulto.
3. Compiuto, portato a termine, verificato.
4. Completo, cui non manca niente
5. Che compie tutto, onnipotente [G. Dilling, GLNT, (Grande Lessico del Nuovo Testamento), Vol. XIII, 1004-103].
Leggendo Paolo, nelle sue varie epistole, in cui adopera la parola teleios, non c'è la minima traccia, in qualche suo testo (ivi compreso (1 Corinzi 13:10), che il termine in questione abbia il significato di «portare a compimento il Canone del N.T.» come riferisce H. Lindsey. Che i molti studiosi, a cui fa riferimento Lindsey, abbiano dato questo significato al termine teleion di (1 Corinzi 13:10), e poi dichiarino che questo «brano della Scrittura è difficile», tutto questo già mette in evidenza quanto mai sia preconcetta la loro interpretazione.
A prescindere dal resto del N.T. in cui il termine greco telaio ricorre, e il quale non ha mai il significato di «portare a compimento la composizione del Canone del N.T.», esaminiamo 8 casi dell'epistolario di Paolo, in cui il termine in questione ricorre, per sapere se Paolo adoperò il vocabolo telaio, significato degli studiosi succitati.
Lasceremo l'esame di (1 Corinzi 13:10) per ultimo, per ragioni che in seguito specificheremo.
1) Romani 12:2:
E non vi conformate a questo seo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta (telaio) volontà.
Si continuerà il prossimo giorno...
|