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Domenico34 – I segni che accompagneranno coloro che avranno creduto

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 00:06
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13/09/2011 00:48

sembra volere attutire questa mossa. Anche se è evidente che i demoni riconoscono e confessano Gesù, quale Figliol dell'Iddio altissimo, è altrettanto vero che non vogliono essere tormentati. Dal nome che Gesù chiede, potrebbe sembrare che l'adorazione e il grido dei demoni, abbia avuto un certo effetto sulla vita di Gesù. Questa specie di temporeggiamento, potrebbe sembrare che si aprisse uno spiraglio di speranza davanti ai demoni. Ma era proprio questo il fine che Gesù si proponeva nel chiedere il nome? Qualcuno ha suggerito che dalla conoscenza del nome, Gesù avrebbe avuto un certo potere sull'avversario [C. E. Graham Switt, Commentario Biblico, III, pag. 103], come si pensava anticamente. Ma il potere di Gesù dipendeva forse dalla conoscenza del nome del demone, e non dalla sua divinità? Qualche altro suggerisce l'idea che Gesù nel chiedere il nome,

«cerca di fare in modo che l'indemoniato acquistasse il senso della propria personalità indipendentemente dal dominio che lo possedeva».

Tutto dipende stabilire a chi era rivolta la domanda. Se la domanda fosse stata rivolta all'uomo di Gadara, allora, ci sarebbe stata la possibilità di condurre quell'essere umano al riacquisto della sua volontà, per facilitare la sua liberazione; se invece la domanda era rivolta al demone (come tutto il racconto lascia pensar, è una pura fantasia formulare quest'ipotesi.

Non sapeva Gesù, in virtù della sua divinità, il nome del demone? Se Gesù conosceva il nome del demone, per quale motivo glielo chiede? Sono domande alle quali dobbiamo dare una precisa risposta, inquadrando tutto nel contesto del racconto evangelico, per ciò che riguarda la presenza di una forza demoniaca nella vita dell'uomo di Gadara.

Supponiamo che si neghi la presenza di una forza demoniaca nella vita dell'ossesso e tutto si spieghi dal punto di vista della psichiatria. Tutta la follia periosa di quell'uomo aveva dovuto all'aggravarsi della sua malattia, trovandosi in uno stato avanzatissimo, per questo motivo l'ossesso viveva e si comportava in quella maniera. Dal momento che l'uomo di Gadara si trova in una condizione disperata, a che serve domandargli come si chiama? Ammesso che quell'uomo avesse detto il suo nome, il pronunciamento del solo termine, avrebbe avuto il potere e l'effetto di tirar fuori quell'infelice dalla sua fortissima depressione? Questa non è una seduta psichiatrica durante la quale lo psichiatra fa tante domande all'ammalato per cercare di ricostruire e scoprire le varie motivazioni che hanno causato lo sfacelo. Dal semplice nome dell'ammalato, che cosa potrà ricavare un medico? Nulla!

Ma se l'episodio si spiega con la presenza di una forza demoniaca, che ha causato quella follia, conoscere il nome, equivale a rivelare l'entità numerica di potenze diaboliche presenti nella vita dell'uomo di Gadara.

Questa conoscenza non è tanto necessaria per Gesù, quanto per noi che leggiamo il racconto evangelico. Legione, a parte di essere un termine romano, denota nel suo letterale significato «migliaia». Questo ci aiuta a capire che i demoni presenti in quell'uomo erano nell'ordine di migliaia.

Si afferma che quando una legione era completa, ammontava a 6.000 unità [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, pag. 302]. Quindi, ci troviamo davanti ad un uomo che è stato invaso dalla forza demoniaca nell'ordine di diverse migliaia di unità. Conoscere quest'entità numerica, per Gesù, non rappresentava un ostao, ma rappresentava un motivo di più, per dimostrare, non solamente a quelle migliaia di demoni, ma a tutta l'umanità, a tutto l'universo, chi egli era. Gesù non è un comune esorcista che esercita la sua autorità sopra i demoni, è Dio fatto carne, che non ha nessuna limitazione nel suo potere.

Allora appare chiaro che Gesù non chiese il nome solamente per sapere come si chiamava quel demone, e sopra quello spirito esercitare la sua autorità, ma lo chiese essenzialmente per far conoscere l'entità numerica delle nature incorporee che si trovava nell'uomo di Gadara, e conoscendoli, si potesse maggiormente valutare, nella sua vera portata, chi era veramente Gesù.

Per giustificare che il nome Legione, non deve essere inteso nel senso di un comune vocabolo, ma com'entità numerica, l'evangelista precisa: Il mio nome è Legione perché siamo in molti, e Luca, per evitare un'errata interpretazione, precisa, Perché molti demoni erano entrati in lui.

Che in queste migliaia di demoni entrati nell'uomo di Gadara, ci fosse uno che facesse da capo e coordinasse tutte le azioni, viene provato dalla forma singolare: Il mio nome è; e lo pregava con insistenza. Non c'è nessun dubbio, credendo alla storia evangelica: l'uomo di Gadara è pazzo furioso, indomabile, perché i demoni lo ridussero in quella maniera e non una malattia prettamente fisiologica che aveva determinato quello stato di cose. Qualcuno in questa faccenda ha visto «un'allusione alla dominazione straniera dei romani» [R. Pesch, Marco I, pag. 457, nota 26].

Dalla preghiera che i demoni fecero a Gesù di entrare nel branco di porci che si trovavano in quella vicinanza, qualcuno suggerisce la volontà dei demoni di voler restare nel territorio dei gadareni, probabilmente dettato dalla paura di venire caccati nel deserto (cfr. Isaia 13:21; 34:14; o pensando che cristo avesse comandato loro di andare nell'abisso (Luca 8:31).

Non essendo andata a buon fine la tattica dei demoni, capiscono di avere il tempo contato e non potendo più rimanere nell'uomo di Gadara, perché Cristo non glielo permette, pregano con insistenza Gesù di entrare nel branco dei porci. Dopo che quella mandra di porci, nell'ordine di 2.000 unità, impazzì per la presenza in loro dei demoni e si precipitò nelle acque del mare ed affogarono, dell'uomo di Gadara ci viene affermato che la gente della città accorsa sul luogo, videro l'indemoniato seduto, vestito e in buon senno. Ecco, in poche parole, descritta la liberazione completa dell'ossesso.

Si continuerà il prossimo giorno...
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