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Domenico34 – I segni che accompagneranno coloro che avranno creduto

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 00:06
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08/09/2011 00:12


I SEGNI CHE ACCOMPAGNERANNO COLORO CHE AVRANNO

CREDUTO




Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: Nel mio nome cacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; e se pur bevessero alcunché di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agl'infermi ed essi guariranno (Marco 16:17-18).

Una nota preliminare

La promessa contenuta nei vv. 17,18 del cap. 16 di Marco, è una promessa che riguarda i soli apostoli, o abbraccia tutti i credenti di ogni epoca? Le manifestazioni miraose di cui parlano i vv. 17,18, si limitano esclusivamente al tempo apostolico, o si estendono a tutta l'era della Chiesa fino al ritorno di Cristo?

Secondo A. Comba,

«La fede (non degli apostoli soltanto, ma di tutti quelli che avranno creduto) sarà accompagnata dai segni che ne danno la testimonianza» I Vangeli Sinottici, pag. 167].

Dello stesso parere è R. Pesch [R. Pesch, Marco II, pag. 807]. Se la promessa in questione fosse stata fatta ai soli apostoli, come alcuni vorrebbero, Gesù avrebbe dovuto specificarlo, e non avrebbe dovuto esprimersi nella forma come si è espresso. Già la frase chi avrà creduto, dal punto di vista grammaticale esclude categoricamente che si tratti dei soli apostoli: si parla di un futuro, di chi crederà.

Gli apostoli erano persone che avevano già creduto, e la loro fede, per ciò che riguarda la sua natura, era identica a quella che manifesterà gli altri nel tempo futuro. Gesù sapeva che l'attività apostolica, avrebbe condotto alla fede altre persone, per ciò pregò:

Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola (Giovanni 17:20).

Per provare che la fede degli apostoli era identica (non nella misura, bensì nella natur a quella di chi avrebbe creduto in Cristo, il libro degli Atti ci aiuta a capire questo. Quando lo Spirito Santo fu sparso nella casa di Cornelio e che poi lo stesso Pietro dovette giustificarsi davanti ai fratelli di Gerusalemme che volevano spiegazioni come mai si era permesso di entrare in casa di un gentile, gli rispose:

E come avevo cominciato a parlare lo Spirito Santo scese su loro, com'era sceso su noi da principio. Se dunque Iddio ha dato loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signor Gesù Cristo, chi era io da potermi opporre a Dio? (Atti 11:15,17).

Si noti che il credere degli apostoli sarebbe stato identico a quello della casa di Cornelio. La promessa di Cristo dunque, è per tutti chi crederà, senza limitazione di numero e di tempo. C'è chi afferma:

«La promessa contenuta in questi versetti, quantunque fatta in termini generali, si riferisce soltanto all'impianto e alla diffusione della Chiesa nei primi secoli della sua esistenza».

Ed ancora:
«Sennonché codesti dati miraosi furono un dono soltanto temporaneo, come lo ha dimostrato ampiamente l'esperienza successiva della chiesa, e quantunque non potesse precisarsi con certezza il tempo in cui cessarono interamente, era più che probabile ciò fosse gradatamente, con la morte di chi aveva ricevuto il dono dei mirai dalle mani degli apostoli» [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, pag. 421].

Che quest'autore crede che il tempo dei mirai, debba limitarsi all'era apostolica, l'afferma chiaramente quando dice: «L'età dei mirai fisici è passata, e Dio non dà più la fede che si richiede ad operarli» Idem, pag. 370].

A parte che non è detto in nessun punto del N.T. che il tempo dei mirai era limitato al solo periodo apostolico e che con la loro morte cesseranno i prodigi, ci domandiamo che valore ha la promessa di Gesù in questo testo di (Marco 16:17,18) se la stessa non può riferirsi a tutti i credenti di ogni generazione? Inoltre, il fatto stesso che si accetta che la promessa non è solamente per i soli apostoli, smentisce e confuta l'affermazione secondo la quale l'era dei mirai è cessata, e che Dio non da più la fede che si richiede per operarli.

Che valore avrebbe la promessa di Gesù, contenuta in Giovanni 14:12:

In verità, in verità vi affermo che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori perché io me ne vado al Padre?

Questa, unitamente a (Marco 16:17,18) e tante altre promesse, che si leggono, specie nel N.T., nella forma grammaticale che Gesù le pronunciò, ci autorizza a rigettare l'affermazione dello Stewart, non solo perché non incoraggia la fede, ma addirittura perché si trova in piena contraddizione con l'insegnamento del N.T. Quando leggiamo,

Si continuerà il prossimo giorno...
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