Canti di
Lode e
Adorazione
(clicca nella foto)
  
La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
Canti di
Lode e
Adorazione2
(clicca nella foto)
  
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Domenico34 – GESÙ CRISTO È DIO? – Capitolo 6. LE PREROGATIVE DELLA DEITÀ DI GESÙ CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2011 00:14
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.112
Età: 90
Sesso: Maschile
27/10/2011 00:04

Giovanni 20:28: Tommaso gli rispose e disse: Signor mio e Dio mio! Non crediamo minimamente che quando Tommaso chiamò Gesù Signor mio e Dio mio, non si rendesse conto di quello che stava dicendo, o che si fosse trovato in preda ad un incubo o sotto una minaccia di morte. Ricordiamo che Tommaso aveva manifestato la sua incredulità davanti ai suoi colleghi, quando gli avevano detto d’aver visto Gesù, ai quali disse chiaramente che se lui in persona non avesse messo il suo dito nel segno dei chiodi e non avesse visto nelle sue mani il segno dei chiodi, non avrebbe creduto a quello che gli veniva detto.

Tenendo presente questo particolare, la dichiarazione di Tommaso, acquista più importanza, in quanto rappresenta una diretta conseguenza della sua constatazione; e, come per sconfessare la sua incredulità, Tommaso riconosce e proclama in quel Gesù risuscitato dai morti: Il suo Signore e il suo Dio. (Tito 2:13):

aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.

Che questo testo riconosca a Cristo Gesù il titolo di Dio, è chiaramente detto, soprattutto quando viene messa in evidenza la beata speranza e l’apparizione della gloria. La beata speranza ch’è unica nel N.T., riguarda essenzialmente la seconda venuta di Gesù. Questa verità è provata da (Ebrei 9:28) in cui è detto:

così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza.

Filippesi 2:6:
il quale, (Cristo) essendo in forma di Dio non reputò rapina l’essere uguale a Dio.

IL SIGNORE


Per il titolo di Signore (greco kyrios) che il N.T. riporta per ben 718 volte, in moltissimi casi viene riferito a Dio, specie nelle citazioni dell’A.T. che generalmente sta per il tetragramma, e anche a Gesù Cristo in riferimento alla sua posizione come Signore universale, specie dopo la sua risurrezione, con significato particolare per quanto riguarda la sua deità (Matteo 28:19; Atti 2:36; Filippesi 2:11). Qualche citazione che prenderemo in esame, basteranno a mettere in risalto questa verità. Atti 10:36:

È questa la parola ch’egli ha diretta ai figlioli d’Israele, annunziando pace per mezzo di Gesù Cristo. Esso è il Signore di tutti.

Che la TNM renda la parte terminale: «Questi è il Signore di tutti (gli altri)», mettendo tra parentesi (gli altri), è una ingiustificata mossa; una aggiunta arbitraria ed insostenibile dal punto di vista testuale.

Chi legge il greco, in questo passo, nella parte terminale: autos estin pantōn kyrios, non potrà mai aggiungere le due parole «gli altri». Ciò che la Torre di Guardia ha messo tra parentesi, perché introvabile nel testo, non vuol dire proprio niente. Se la Torre di Guardia volesse addurre delle spiegazioni per queste due parole, (come ha fatto per tanti altri passi) almeno dovrebbe dire chiaramente in nota: Le due parole non si trovano nel testo; sono state messe per facilitare la comprensione del testo.

Ammesso che i redattori della TNM avessero fatto ciò, risulterebbe sempre una pura bugia ed un inganno perpetrato ai danni della parola ispirata.
Le quattro parole greche che formano la parte terminale del testo di (Atti 10:36), sono state riportate alla lettera dalla TNM e in maniera precisa. Infatti, autos «pronome-oggetto, questi»; estin «è»; pantōn «del tutto, completamente»; kyrios «il Signore». Volere aggiungere «gli altri», è solamente una sporca manovra, per sostenere un particolare punto di vista, che poi non ha niente di Biblico e di verità. Inoltre, nel pantōn di (Atti 10:36), è incluso tutto: sia per quanto riguarda gli uomini e le cose, sia per quanto riguarda l’universo.

Già conosciamo altri esempi in cui la TNM ha aggiunto nel testo, altre parole, tra parentesi, che il testo greco non ha, sempre con l’unico scopo di degradare la persona e la deità di Gesù Cristo. Fra i tanti testi in cui si possono leggere parole aggiunte, messe tra parentesi, ve ne mostriamo uno, che secondo noi lo reputiamo il più significativo, per le implicazioni che esso comporta. Quando si legge (Colossesi 1:16-17:

«Perché per mezzo di lui tutte le (altre) cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili, siano troni o signorie o governi o autorità. Tutte le (altre) cose sono state create per mezzo di lui e per lui. Egli è prima di tutte le (altre) cose e per mezzo di lui tutte le (altre) cose furono fatte esistere» (TNM).

In questo testo ricorre per tre volte, panta, avverbio di modo «Interamente, completamente, assolutamente», ed una volta pantōn, avverbio «del tutto, completamente, assolutamente, senza dubbio, certamente». Le parole «tutte le cose», che per ben quattro volte leggiamo in questo testo, traducono fedelmente i quattro avverbi, contenuti nel testo. Quale bisogno c’è di aggiungere (altre), quando «tutte le cose», appagano in pieno in una maniera definitiva il significato degli avverbi in questione?

Si continuerà il prossimo giorno...
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:46. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com