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Domenico34 – Quel che la Bibbia riferisce intorno a Satana – Capitolo 4. Satana – nelle epistole e nell’Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2011 00:19
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04/04/2011 00:54

3) 1 Corinzi 7:5

Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza.

Il testo parla dell’astinenza sessuale nel matrimonio tra gli sposi. L’astinenza sessuale si articola in tre punti.

1) Deve essere concordata, cioè gli sposi lo devono stabilire di comune accordo e non separatamente;
2) deve essere per un tempo, non troppo lungo, cioè indeterminato;
3) per scopi prettamente religiosi, cioè per dedicarsi alla preghiera.

Se queste condizioni non vengono rispettate, gli sposi possono facilmente esporsi a seri pericoli, perché Satana non mancherà di tentarli e farli cadere in peccato. Per evitare di ripetere quello che abbiamo scritto in un precedente lavoro, consigliamo di consultare il nostro libro [Per un maggiore approfondimento sull’argomento del matrimonio, consigliamo la lettura del nostro libro: Il matrimonio è una istituzione divina?]

4) 2 Corinzi 2:11

…affinché non siamo raggirati da Satana; infatti, non ignoriamo i suoi disegni.

In questo passaggio si parla di un Tizio che è stato punito dalla comunità di Corinto. Per quale reato? Non viene specificato! Visto che non si fa il nome della persona che è stata oggetto di un’azione disciplinare della chiesa, né si allude al tipo di trasgressione commessa, in passato si è pensato che l’apostolo facesse riferimento all’incestuoso nominato in 1Corinzi 5.

«Il membro della comunità per cui Paolo intercede è stato spesso identificato con il peccatore di cui si parla in 1Corinzi 5. L’ipotesi è però molto poco verosimile considerando la distanza di tempo che separa i due fatti ed il tenore di queste parole. Molto probabilmente si tratta di un fratello che ha offeso personalmente l’apostolo forse calunniandolo» [Giorgo Tourn, Le epistole di Paolo, Vol. III, pagg. 147-148].

Da parte sua, il Wendland, fa il seguente rilievo:

«Alcuni interpreti hanno presupposto che qui Paolo parlasse nuovamente del caso dell’incestuoso di 1 Cor. 5:1ss. Tuttavia in quel caso Paolo aveva chiesto che il peccatore venisse scomunicato e consegnato addirittura a Satana. E ora dovrebbe consigliare improvvisamente di esercitare l’amore nei suoi confronti perché non ceda alla disperazione? Sono due atteggiamenti assolutamente incompatibili. Nel nostro caso si tratta invece di un’ingiustizia che può e deve essere perdonata. Come agisce la comunità, così si comporta anche Paolo ed egli ancora una volta perdona a motivo dell’edificazione e dell’unità della comunità. È possibile stabilire un confronto col caso di 1 Cor. 5:1ss, solo in quanto anche qui l’Apostolo attribuisce una grandissima importanza all’unanimità con la comunità sia nel volere che nell’agire. Per tutto il resto ci troviamo davanti a un caso completamente diverso» [Heinz-Dietrich Wendland, Le lettere ai Corinzi, pagg. 325-326].

«Nel passato, i commentatori identificavano l’offensore con colui che aveva perpetrato il matrimonio incestuoso di cui si parla in 1 Cor. 5:1, e presumendo che la sentenza di scomunica emanata da Paolo non fosse stata posta in atto dai Corinzi, o che lo fosse stata solo temporaneamente, pensavano che qui Paolo tacitamente accettasse il loro operato. Ma come ben dice il Menzies, «è assolutamente contrario alla posizione morale che Paolo assume in questioni di tal genere, tollerare nella chiesa la presenza di una persona incestuosa cedendo alle pressioni dei suoi convertiti; la persona di cui si parla qui non è incolpata di condotta immorale, ma di comportamento ingiurioso e sgarbato» [R.V.G. Tasker, La seconda epistola di Paolo ai Corinzi, pag. 64].

Con una panoramica del genere davanti a noi, riesce più facile capire, non solo l’esortazione di Paolo, ma anche coglierne il valore dal punto di vista della vita pratica, in particolare di una comunità.

La disciplina in seno ad una comunità cristiana è necessaria ed anche utile applicarla, non solo per evitare il diffondersi di altri mali, ma soprattutto per tenere un certo ordine nella vita dell’etica cristiana.
Agendo in questo senso, si imita il nostro Signore, il quale afferma, a mezzo della Sua Parola che, Egli corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli (Ebrei 12:6; Apocalisse 3:19).

Ogni forma di disciplina che si infligge, deve avere lo scopo di correggere e portare a sana mente la persona in modo che si penta, per essere ristabilita e riammessa nella comunione dei santi.
Condividiamo in pieno quello che ha scritto il Wendland

«Ma se ora la comunità perdona il peccatore, anch’egli si unisce a quest'atto (Paolo si pone così in secondo piano) per amore della comunità e di Cristo che non solo è testimone del suo agire, ma è pure signore e giudice dell’Apostolo e della comunità e ha comandato di praticare l’amore. Ma se la comunità non perdonasse il peccatore, se essa non fosse il luogo dove si esercita l’amore di Dio, Satana avrebbe il sopravvento sulla comunità e sull’Apostolo. La sua opera, infatti, tende alla distruzione e alla divisione della comunità mediante l’inimicizia e l’odio (cfr. Giac. 3:14ss.). Satana è il nemico della pace e dell’amore che perdona, il nemico di tutta l’opera salvifica di Dio; pertanto, dove può, ostacola e disturba l’opera missionaria di Paolo (1 Tess. 2:18; cfr. Luca 22:31; 2 Cor. 11:3). Satana è visto come una potenza avversa personale e unitaria che si oppone alla venuta del regno di Dio su tutto il fronte del mondo che è l’oggetto della lotta» [Heinz-Dietrich Wendland, Le lettere ai Corinzi, pag. 325].

Ha perfettamente ragione quando il Crisostomo commenta:
«C’è un Satana che distrugge per mezzo del peccato, altri (distruggono) tramite lo smisurato dolore che segue il pentimento per ciò che è stato commesso... e ci sopraffanno con le nostre stesse armi!» [R.V.G. Tasker, La seconda epistola di Paolo ai Corinzi, pag. 68].

5) 2 Corinzi 11:14

Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce.

Il travestirsi di Satana da angelo di luce, «(mentre in realtà egli è il signore delle tenebre, cfr, 6:14; Col. 1:12; Eph. 6:12)» [Heinz-Dietrich Wendland, Le lettere ai Corinzi, pag 436] ha lo scopo di non farsi conoscere per quello che egli è. Quest’agire di Satana, fa parte della sua astuzia e della malvagia attività che svolge, sempre allo scopo di ingannare e sedurre le persone.

Bisogna precisare, tuttavia, che questa strategia, Satana l’adopera, maggiormente in mezzo al popolo di Dio, quando, servendosi dei suoi ministri che, secondo l’affermazione di Paolo, sono i falsi apostoli, sfodera tutta la sua cattiveria.

Certo, non bisogna pensare solamente al popolo cristiano, ma anche in mezzo ai sudditi di Satana, egli si traveste, per non farsi riconoscere per quello che è, in modo che nessuno dei suoi, venga alla conoscenza della verità, quella che “veramente” rende libere le persone (Giovanni 8:32).

«È perciò probabile, come commenta l’Hodge, «che l’affermazione si basi sulla dottrina generale della Bibbia riguardante il grande avversario. Egli è sempre presentato come il grande ingannatore, che assume aspetti e compie azioni basate sulla falsità. Satana non viene da noi come Satana; nemmeno il peccato si presenta a noi come peccato, ma in guisa di virtù; e i maestri di errore si fanno avanti come gli avvocati che si dedicano particolarmente alla difesa della verità» [R.V.G Tasker, La seconda epistola di Paolo ai Corinzi, ag. 198].

A questo punto, sorge spontanea una domanda: come si fa a riconoscere Satana, quando si traveste da angelo di luce?
Per conoscere tutte le mosse dell’avversario, è necessario, direi indispensabile, attenerci alla Parola di Dio, la sola che può illuminarci, non solo per le cose di Dio, ma anche per le tante astuzie e macchinazioni di Satana, tendenti ad ingannare il popolo di Dio.

Una persona che considera la Parola di Dio, come guida della propria vita e punto di riferimento per controllare le varie situazioni, è difficile che Satana possa ingannarla.
Di solito Satana sfrutta al massimo l’ignoranza della Parola di Dio, non solo per indurre le persone a commettere il male, a ribellarsi contro Dio, ma anche per non farsi riconoscere quando mette in campo la strategia del suo travestimento.

Si continuerà il prossimo giorno...
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