Capitolo 4
SATANA - NELLE EPISTOLE E NELL’APOCALISSE
Statistica
Il temine Satana nelle epistole e nell’Apocalisse, compare 18 volte, così distribuito nei vari libri:
Romani 1 volta
1 Corinzi 2 “
2 Corinzi 3 “
1 Tessalonicesi 1 “
2 Tessalonicesi 1 “
1 Timoteo 2 “
Apocalisse 8 “
Totale 18 “
In questo capitolo passeremo in rassegna le diciotto occorrenze che si trovano nelle epistole e nell'Apocalisse, col nome di Satana
1) Romani 16:20
Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi.
L’affermazione che Paolo fa in questo passaggio, trova il suo riscontro in (Genesi 3:15).
«L’immagine dello stritolare o del calpestare Satana deriva da Gen. 3:15. Ps. (cioè Salmo) 91:13 fornisce la base all’idea che i giusti calpesteranno gli animali pericolosi e le potenze demoniache che essi incarnano» [G. Beltram, GLNT, Vol XIII, col. 359-340; cfr. John A. Witmer,
Investigate le Scritture, Nuovo Testamento, pag. 534].
«Un'eco di Genesi 3:15, in cui Dio dichiara che il seme della donna triterà il capo del serpente. Il popolo di Cristo partecipa a questa Sua vittoria» [Frederick F. Bruce,
L’epistola di Paolo ai Romani, pag. 339].
«Questa vittoria sarà completa: “Triterà tosto Satana sotto i vostri piedi”, alludendo alla prima promessa che il Messia fece nel paradiso terrestre, quando disse che la progenie della donna avrebbe schiacciato il capo del serpente (Gen. 3:15), che si adempie ogni giorno quando i santi vengono messi in grado di resistere e vincere le tentazioni di Satana» [M. Henry,
Commentario Biblico, Vol. XI, pagg. 710-711].
«Stritolerà Satana, ecc.; è il risultato della grande lotta tra il «mistero dell’iniquità» e il «ministero del Cristo»: (cfr. verss. 25-26 e vedi le note a II Tessalon. 2:6-11; Colossesi 1:13-14) e i rimandi ivi. — “Ben presto”; non è l’imminenza della parusia finale del Cristo glorioso, di cui mancano ancora i segni precursori (cfr. II Tessalon. 2:2 segg.), ma l’effettivo assoggettamento del condottiero del «mistero dell’iniquità» ai seguaci del «ministero del Cristo» [G.Ricciotti,
Gli Atti degli Apostoli e le epistole di S. Paolo, pag. 552].
Indubbiamente, l’affermazione contenuta nel nostro testo si trova in un contesto in cui Paolo mette in guardia la fratellanza a guardarsi dai vari elementi nocivi che, potrebbero facilmente deviarli dal diritto sentiero della verità del vangelo di Gesù Cristo.
Sì, è vero che non ci troviamo di fronte ai contestatari dell’autorità apostolica di Paolo, come quella dei Galati, per opera dei giudaizzanti. Ciò nonostante, non si può negare l’effetto catastrofico che potrebbe verificarsi nella vita dei credenti, quando si è coinvolti nell’opera seduttrice e si alimentano le divisioni a danno della sana dottrina.
Giustamente Paolo, tenendo presente l’opera seduttrice, non ha difficoltà ad affermare che, quelli che si adoperano in simili attività, non servono la causa del Signor Gesù Cristo, ma il proprio ventre, cioè mirano al proprio godimento e agli interessi personali.
Ora vi esorto, fratelli, a tener d’occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l’insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro.
Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici (Romani 16:17-18).
L’elogio che Paolo formula nei confronti dei destinatari della sua epistola, circa la loro
ubbidienza che si è divulgata fra tutti, si conclude con un’espressione di affetto e di allegrezza per tutti loro, e, nello stesso tempo esprime il suo desiderio a che la fratellanza agisca con saggezza nel bene, in modo da non subire nessuna forma di contaminazione dal male (v. 19).
Con le parole del verso 20, l’apostolo vuole assicurare i suoi fratelli che, con la minaccia operata da Satana, tramite coloro che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l’insegnamento che hanno ricevuto, non solo dovranno starsene alla larga da questi fomentatori, ma sarà soprattutto l’azione del
Dio della pace che, intervenendo in loro favore, li metterà al riparo.
Inoltre, con la precisazione che Paolo fa, nell’affermare che Satana sarà
stritolato sotto i piedi dei credenti di Roma, non solo mette in risalto l’efficienza dell’intervento divino, ma evidenzia anche che lo stesso avversario che ha cercato di creare seri problemi in mezzo alla comunità, andrà a finire sotto i piedi degli stessi che ha cercato di danneggiare.
Così, sotto un altro aspetto e in un contesto più largo, accadrà quello che il savio Salome lasciò scritto:
Chi scava una fossa vi cadrà, e la pietra torna addosso a chi la rotola (Proverbi 26:27);
Chi scava una fossa vi cadrà dentro, e chi demolisce un muro sarà morso dalla serpe (Ecclesiaste 10:8).
Infine, il testo di Romani 16:20, non può essere considerato pensando alla sola comunità romana, riguarda anche l’intera cristianità. La promessa che contiene, per ragione di coerenza, non può essere circoscritta ai soli credenti di Roma, riguarda tutti i seguaci di Gesù Cristo, in qualsiasi luogo essi dimorano.
I discepoli di Gesù, infatti, hanno un comune nemico: Satana. L’opera satanica, non mira un numero ristretto di cristiani, ma tutti quelli che invocano il nome di Gesù e professano la loro fede in Lui, i quali sono veramente nati di nuovo. Pertanto, Romani 16:20, visto e valutato in quest’ampio contesto, assume un’importanza eccezionale, per ogni seguace di Gesù Cristo e figlio di Dio.
Il futuro che Paolo adopera, stritolerà, non riguarda certamente la parusia, ma ha a che fare con un futuro ravvicinato, cioè il periodo in cui i credenti vivono la vita sulla terra. Un episodio dell’Antico Testamento, potrà aiutarci a capire quello che stiamo affermando.
Ai tempi di Giosuè, quando ci fu la gran battaglia a Gabaon, durante la quale Giosuè ordinò al sole di fermarsi, i figli d’Israele riportarono una grande vittoria.
I cinque re di Canaan:
Il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Achis e il re di Eglon, che si erano coalizzati, riuscirono a scampare al massacro e si nascosero nella caverna di Maccheda. Giosuè venuto a conoscenza del fatto, ordinò la chiusura della caverna e fece mettere all’ingresso delle grosse pietre e degli uomini che fecero la guardia.
Terminato l’inseguimento dei loro nemici, i figli d’Israele ritornarono da Giosuè, all’accampamento di Maccheda.
E quando quei re furono tolti dalla caverna e condotti da Giosuè, Giosuè chiamò tutti gli uomini d’Israele, e disse ai capi dei guerrieri che erano andati con lui: «Avvicinatevi, mettete il piede sul collo di questi re». Quelli si avvicinarono e misero il piede sul loro collo.
Giosuè disse loro: «Non temete, non vi sgomentate, siate forti e coraggiosi, perché così farà il SIGNORE a tutti i vostri nemici contro i quali dovrete combattere» (Giosuè 10:24-25).
Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 02/04/2011 03:02]