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info. - Ministerio - Un ministerio può essere "chiuso"?

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2010 14:37
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05/09/2010 00:34

turibolo, 03/09/2010 15.10:

Purtroppo va di moda l'anarchia religiosa, dove ognuno è geloso del proprio orto, e tutti costoro pensano di essere sufficienti ad ammaestrare e quindi chiudono facilmente le porte agli altri ministeri. Pregiudizi, parzialità, etc. rendono autosufficienti molti che per nulla lo sono.


Prendo spunto da quanto riportato in quote per aprire questo argomento che anche in passato ne ho sentito degli accenni da più parti, e cioè che anche chi è chiamato a svolgere un ministerio può essere impedito dalla comunità ad esercitarlo. Non ho avuto modo di sondare il perchè di tale affermazioni ma vi chiedo: E' possibile che l'uomo impedisca chi è stato chiamato ad un ministerio di adempiere alla chiamata ostacolandolo in qualche modo?
[Modificato da Info. 05/09/2010 13:44]
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05/09/2010 03:37



Prendo spunto da quanto riportato in quote per aprire questo argomento che anche in passato ne ho sentito degli accenni da più parti, e cioè che anche chi è chiamato a svolgere un ministerio può essere impedito dalla comunità ad esercitarlo. Non ho avuto modo di sondare il perché di tale affermazioni ma vi chiedo: E' possibile che l'uomo impedisca chi è stato chiamato ad un ministerio di adempiere alla chiamata ostacolandolo in qualche modo?



Se dobbiamo trovare l’appoggio delle Scritture, bisogna guardare ad altro e non limitarsi a pensare solamente all’uomo, sia una comunità o un singolo individuo. Che chi ricevesse un ministero, (qui bisogna precisare da parte di Dio, e non l’investitura da parte di un organo direttivo di un movimento religioso) possa essere impedito nel suo svolgimento, non c’è da dubitarne, sia perché le Scritture ne parlano e sia per l’esperienza che alcuni hanno fatto.

Chi è chiamato a svolgere un ministero, deve tenere presente che, non sempre trova il campo libero, cioè sgombro da opposizioni e intralci, tendenti a fermare l’attività ministeriale o a deviarla verso altre direzioni. Gli impedimenti e gli ostacoli, non “sempre” rappresentano un chiaro indizio, (per il tipo di lavoro che si vuole fare) come un segno che la persona in questione, non si trova al centro della volontà del Signore. Se mi permetto di affermare “non sempre”, significa che certi impedimenti, possono essere causati dallo Spirito Santo. Il classico esempio lo forniscono Paolo e Barnaba.

Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati».
Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire.
Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia...
(Atti 13:2-4).

Dalla precisazione che fa il testo biblico, Paolo e Barnaba, si trovano, non solo scelti dallo Spirito Santo per svolgere un’attività ministeriale, ma anche nel centro nella volontà divina, per il lavoro evangelistico che dovranno svolgere. Lo zelo e la volontà, in questi due missionari, non manca: vogliono raggiungere diverse località con il messaggio dell’evangelo di Gesù Cristo. Nel pieno svolgimento della loro attività ministeriale, Paolo e Barnaba vogliono raggiungere altre località. A questo punto la Bibbia precisa:

Poi attraversarono la Frigia e la regione della Galazia, perché lo Spirito Santo vietò loro di annunziare la parola in Asia;
e, giunti ai confini della Misia, cercavano di andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro
(Atti 16: 6-7).

È ovvio chiedere: perché lo Spirito Santo “vietò” ai due apostoli di annunziare la parola in Asia, e non “permise” di andare a Bitinia? Nello stesso passo si ha la risposta: nel piano della volontà di Dio, era la Macedonia, il nuovo campo di lavoro che dovevano raggiungere i due missionari (Atti 16:9-10).

Dalla vita di Paolo, apprendiamo altre informazioni. Scrivendo ai Corinzi, l’apostolo afferma: mi si è aperta una porta grande ed efficace e vi sono molti avversari (1 Corinzi 16:9). Che le porte li apra Gesù, è chiaramente affermato in Apocalisse 3:7 E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre; ma gli avversari che si trovano, sono spinti e usati da Satana. Uno che legge i seguenti passi:

Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte mi sono proposto di venire da voi per avere qualche frutto fra voi come ne ho avuto fra le altre genti, ma finora ne sono stato impedito (Romani 1:13).
Anche per questo motivo sono stato spesse volte impedito di venire da voi (Romani 15:22), è portato a chiedere, l’impedimento dell’apostolo, era causato dall’uomo? Se non ci fosse quest’altro testo, potremmo rispondere con un “probabilmente”. Ma davanti alla precisa informazione che Paolo si fornisce, la risposta è ben diversa.

Perciò abbiamo voluto, almeno io Paolo, non solo una ma ben due volte, venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito (1 Tessalonicesi 2:18).
[Modificato da Info. 05/09/2010 12:20]
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09/09/2010 12:47

Condivido il pensiero di Domenico.
.....e cammineremo col Signore.......
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09/09/2010 19:34

Re:
Concordo anch'io con quanto dice Domenico anche perchè se è nella Scrittura si può solo prenderne atto.

Personalmente penso che le difficoltà ci spingano a tenere li occhi verso l'Alto, ed il fatto che a satana li sia permesso di ostacolare è per ricordarci chi siamo, le nostre debolezze, i limiti; ma anche affinchè quel "Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica (quando son debole!)" non diventi "Io posso ogni cosa"

Detto questo però a me sembra che Paolo era stato chiamato, aveva cominciato ad espletare il ministerio nonostante le contrarietà, ma si sà, il mondo ci odia, avremo tribolazione, e se hanno odiato Cristo odieranno anche il Suo Corpo (noi); tutte cose che riguardano ogni figlio di Dio.

Volendo essere più preciso nella domanda iniziale, mi chiedo se a differenza di Paolo (che comunque non era ammaestrato in una comunità dove ci fosse un pastore..etc..) si possa essere impediti addirittura nel cominciare ad espletare il servizio a cui siamo chiamati, per motivi che non sò, o che potrei supporre, mancanza di guida, di discernimento..e che perciò un ministerio non può trovare luogo. Voi che dite è possibile?
[Modificato da Info. 10/09/2010 04:30]
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10/09/2010 13:12


Volendo essere più preciso nella domanda iniziale, mi chiedo se a differenza di Paolo (che comunque non era ammaestrato in una comunità dove ci fosse un pastore..etc..) si possa essere impediti addirittura nel cominciare ad espletare il servizio a cui siamo chiamati, per motivi che non sò, o che potrei supporre, mancanza di guida, di discernimento..e che perciò un ministerio non può trovare luogo. Voi che dite è possibile?



Certo che è possibile, specialmente quando il ministero non è riconosciuto ed apprezzato.
La contestazione che Paolo ricevette, era nell'ambito della comunità di Corinto; era lì che veniva contestata la sua apostolicità.
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10/09/2010 13:45

Re:

Certo che è possibile, specialmente quando il ministero non è riconosciuto ed apprezzato.
La contestazione che Paolo ricevette, era nell'ambito della comunità di Corinto; era lì che veniva contestata la sua apostolicità.


Sarà un mio limite ma non riesco a capire come l'uomo possa contrastare una decisione di Dio. Se guardo indietro, per esempio a Mosè, Mosè era restio ad andare in Egitto, alla fine Dio li affinca Aaronne, ma nonostante "egli stesso" Mosè era restio Dio lo manda.

Riguardo Geremia similmente vedeva i suoi limiti, del non saper parlare, ma Dio provvede e se fosse stato per Geremia non credo che sarebbe andato, ma Dio lo aveva consacrato, ed anche in seguito "non poteva starsene zitto" per il fuoco nelle ossa

Qui stiamo dicendo che uno può arrivare alla fine dei suoi giorni senza aver fatto niente, come se non avesse ricevuto niente, nessun mandato specifico...faccio fatica a comprendere questo, ma ripeto, probabilmente è un mio limite
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10/09/2010 15:36


Sarà un mio limite ma non riesco a capire come l'uomo possa contrastare una decisione di Dio.



Per mancanza di discernimento e, soprattuto, quando si è dominati dalla dai sentimenti carnali, invidia, gelosia, ecc. che facilmente entrano in conflitto con lo spirito, mi riferisco allo Spirito di Dio.
[Modificato da Domenico34 10/09/2010 15:38]
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10/09/2010 15:48

Re:

Per mancanza di discernimento e, soprattuto, quando si è dominati dalla dai sentimenti carnali, invidia, gelosia, ecc. che facilmente entrano in conflitto con lo spirito, mi riferisco allo Spirito di Dio.


Domenico..abbi pazienza, ma questo è possibile anche se è il pastore o il collegio degli anziani a non avere discernimento e tutto il resto che hai citato? cioè loro possono dunque impedire ad un fratello chiamato ad espletare un ministerio essendo loro in quello stato? possono essere loro la causa? Grazie (o la tua risposta lo sottointendeva oppure sono io che sono [SM=g8113] )
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10/09/2010 15:54

Il mancato discernimento e i sentimenti carnali, si possono trovare sia nel singolo fratello, come anche in un colleggio di anziani.
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12/09/2010 15:38

Re: Re:
Info., 10/09/2010 13.45:


Sarà un mio limite ma non riesco a capire come l'uomo possa contrastare una decisione di Dio. Se guardo indietro, per esempio a Mosè, Mosè era restio ad andare in Egitto, alla fine Dio li affinca Aaronne, ma nonostante "egli stesso" Mosè era restio Dio lo manda.


Io credo che se sappiamo ritornare al principio, allora comprenderemo molto meglio le cose.
Molto è stato scritto in poche parole; Iddio ha creato l'uomo e che cosa ha fatto l'uomo? Gli si è ribellato.
Andiamoci adagio perchè nessuna cosa ha mai sorpreso l'Onnipotente che tutto sapeva tanto che ha provveduto per tempo di un Agnello.
Ciò che noi chiamiamo contrasto è solo (si fa per dire) l'esercizio della propria libertà. Legittimo, ma porta con se conseguenze che solo Colui che ha una bilancia minuta e precisa sa giudicare.
Il sacrificio di quell'Agnello è stato offerto al mondo intero, i benefici di esso poseranno solo su coloro che avranno depositato il proprio scettro ai piedi del Redentore chiedendoGli: "Signore, Regna su di me".


[Modificato da turibolo 12/09/2010 15:39]
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12/09/2010 18:15

Salvo vuoi dire che in mezzo ci possono essere anche i pregiudizi a impedire all'espletamento di una chiamata? Mi spiego meglio: uno riceve una chiamata però sia il pastore sia il collegio degli anziani non lo confermano per i motivi precedentemente esposti, il fratello invece di muoversi sulle direttive di Dio considera che forse la chiamata è arrivata ma ancora non il tempo per "esercitare" e perciò considera di rimanere sottomesso e che sarà il Signore ad aprire una porta quando sarà il momento, il fratello considera che Dio aprirà porta attraverso la conferma che riceverà da pastore e anziani. E' più o meno questo che intendi?
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13/09/2010 12:41

Iddio da ma sta all'uomo di accettare o rigettare. Quindi sebbene Iddio da rimane l'incognita dell'accettazione da parte dell'uomo il quale può essere condizionato come Adamo; egli fu debole e cadde.
Certo è che se uno ha chiarezza intorno alla sua chiamata non deve sottostare a chi vuole essergli di impedimento, pure saprà essere savio per non inciampare nella superbia?
Ogni generazione dovrebbe essere composta da padri e figli, dove i figli imparano dai padri e i padri li mettono in libertà (molti di essi sono possessivi e anche superbi e non sanno quando è ora di lasciare il trono.
Certo gli Eliseo (gli lavava i piedi) che crescono all'ombra di Elia sono rari.
Occorre putroppo dire che l'umiltà è rara anche negli anziani e molti lo sono per l'età e non per sapienza; certi colleggi sono fatti solo di uomini di terra. Sono solo spunti per riflettere; non vorrei entrare troppo nel merito
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13/09/2010 12:49

..certo che sarebbe interessante "entrare nel merito"...visto che è una realtà che ci riguarda. Condivido comunque al non sottostare in questi casi, anche se ci possono essere degli insegnamenti che influenzano le scelte, come quello di avere una conferma "da parte di due o tre" e allora si aspetta perchè diversamente si pensa di disubbidire a Dio. Manchiamo di libertà...eppure dove è lo Spirito quivi è libertà..[SM=g7953]
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13/09/2010 14:45

le nostre osservazioni possono anche essere pertinenti, ma a volte è bene che lasciamo che le cose abbiamo il loro corso.
Quando si vuole dire troppo si finisce per sbagliare. E' come voler regolamentare il matrimonio o il divorzio, etc.
Quanti errori faremmo per mancanza di discernimento divino.
Gesù non ha condannato a priori i rettori del suo tempo ma solo quando fu necessario disse quel che disse.
Ognuno di noi deve imparare a fare come Gesù: "Lascia le cose come stanno(disse al Battista,) perchè così ci conviene adempiere ogni giustizia".
Hai idea cosa si vuol dire con adempiere la giustizia di Dio?
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30/11/2010 14:37

Ministerio contrastato
Non so se può essere pertinente o meno, ma vorrei condividere questa testimonianza:

Oltre due secoli fa, un giovane di venticinque anni, William Carey partecipò ad un’assemblea della chiesa alla quale apparteneva. Alla domanda del presidente Ryland se vi fossero altre questioni da sottoporre all’assemblea, William balzò in piedi dicendo: “Mi stavo chiedendo se l'ordine del Signore dato agli apostoli di predicare in tutte le nazioni, è valido anche per noi oggi!”.
“Si sieda, giovanotto - ordinò il Dott. Ryland - Quando Dio vorrà convertire i pagani, potrà farlo senza il suo aiuto!”. Carey ubbidì e si sedette, ma non smetteva di pensare all’ordine del Signore. Andò a casa a studiare la Bibbia e lesse tutto ciò che poté trovare riguardo alle varie nazioni. Fece una mappa del mondo, che attaccò alla parete della sua bottega di calzolaio. Lì sopra scrisse qualche appunto sulle popolazioni che vivevano in ogni nazione. Più studiava e più si convinceva che i tempi fossero maturi per portare l'Evangelo in tutto il mondo. Nel 1792 chiesero a William di predicare ad un incontro dell'Associazione Battista. Egli scelse il testo di Isaia 54:2 : “Allarga il luogo della tua tenda.”
«Il Signore ci sta chiamando per portare la buona novella della Sua grazia salvifica ai pagani che sono nelle tenebre - tuonò Carey - Dobbiamo guardare al di là della nostra cerchia ristretta verso i punti più lontani della terra, dove milioni non hanno mai nemmeno sentito nominare Cristo. Non dobbiamo solo aspettarci grandi cose da parte di Dio, ma dobbiamo tentare grandi cose per Lui!.»Qua e là gli uomini annuivano approvando, ma la riunione si concluse senza che fosse presa alcuna decisione di agire. Ma William si rifiutò di farsi scoraggiare da questo atteggiamento e, dietro sua insistenza, dopo quell'incontro, fu fondata una Società Missionaria e lui stesso partì per l’India. Restò laggiù quarant'anni e tradusse la Bibbia in quaranta lingue diverse.
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