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INSEGNANDO LE COSE CHE GESÙ HA COMANDATO DI

OSSERVARE




Insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:20).



Nota introduttiva

In questo studio che condurremo, partendo dalle ultime parole che Gesù rivolse agli apostoli prima del Suo ritorno in cielo, riportate dall’evangelista Matteo, viene evidenziato il comando di Gesù, intorno a tutte le cose che Egli ha comandato d’osservare. Naturalmente, partendo da questo testo, prenderemo in esame le varie cose che Gesù ha ordinato di osservare, disseminate in diversi testi biblici, in modo che si potrà avere un quadro, pressoché completo, di quello che il Maestro ha detto, durante la Sua vita terrena.

Certamente, per il valore e l’importanza delle cose che Gesù ha ordinato d’osservare, l’incarico non poteva essere affidato alle folle che, quasi ogni giorno della vita ministeriale di Gesù sulla terra, erano intorno a Lui; doveva necessariamente riguardare direttamente persone che avevano fatto una ferma decisione di seguirlo, e questi, naturalmente, erano principalmente gli apostoli che, Cristo stesso, in modo speciale, li aveva scelti per tale ufficio, i quali avrebbero proclamato per tutto il mondo, i Suoi insegnamenti.

Alla distanza di tanti secoli, però, l’obbligo di far conoscere le cose che Gesù ha comandato di osservare, non può considerarsi esaurito, anche se gli apostoli primieramente e poi tutti gli altri che sono seguiti, in quanto, il comando di Gesù, non riguardava solo i tempi degli apostoli, ha a che fare anche con noi, dei nostri tempi, vale a dire: investe tutta la Chiesa, nel complesso dei suoi membri, per tutta la durata della vita terrena. Quindi, a noi che viviamo nel ventunesimo secolo, compete l’obbligo di insegnare tutte le cose che Gesù ha ordinato d’osservare. Certamente non sarà un compito facile, soprattutto pensando a quelle forze del modernismo esercitato sulla Chiesa, per farla desistere dai suoi doveri, di proclamare tutta la verità del vangelo, la Parola di Dio.

Consapevoli della grande missione che ogni credente ha in mezzo all’umanità che vive lontano da Dio e nella quasi totalità d’ignoranza degli insegnamenti di Gesù, dovrà con impegno e dedizione, ma anche con fermezza, portare la parola della vita con ogni mezzo, non solamente per far conoscere, ma soprattutto per invogliare quanti ascoltano e ricevono la Parola del Signore, ad osservare, tutto quanto Gesù ha comandato, che è ben diverso di quello l’uomo comanda di mettere in pratica.

I popoli istruiti

I popoli della terra devono essere portati alla conoscenza di Gesù e dell’Opera sua, opera compiuta in favore dell’intera umanità, in accordo con la Suprema volontà Divina. Solo quando una persona viene istruita, potrà capire il perché delle tante sofferenze che il Cristo incontrò e patì, durante i giorni della sua vita terrena, ivi compresa la sua morte in croce. Schernito e vituperato, disprezzato ed ingiuriato, calunniato e perfino considerato dai capi religiosi, come un trasgressore della legge di Dio, come uno che non aveva rispetto per Mosè; come uno che voleva rivoluzionare tutto il sistema religioso; criticando e condannando tutti, e prendendo i capi religiosi come degli autentici ipocriti, progenie di vipere, sepolcri imbiancati; persone che avevano solo sulle labbra il nome di Dio, ma il loro cuore era lungi da Lui.

Se queste cose vengono narrate nel Vangelo, ed alcune di loro le disse effettivamente Gesù, questo non vuol affermare che Gesù non poteva andare d’accordo con nessuno, o che si rivolgeva contro di tutti. Era solamente perché Gesù, quale inviato di Dio, voleva far vedere la condizione reale in cui si trovava l’uomo davanti a Dio e alla Sua legge. Gesù non poteva convalidare il formalismo religioso, in cui la nazione ebraica era paurosamente sprofondata. Se li rimproverava, se li esortava, lo faceva solamente perché lui non era venuto per perdere le anime degli uomini, ma per dare la sua vita come prezzo di riscatto (Matteo 20:28).

I popoli portati a conoscenza

L’istruzione che i popoli dovevano ricevere, non era solamente per quanto riguardava il nome e l’opera di Gesù; includeva anche tutto ciò che Egli aveva ordinato. Le persone dovevano avere il materiale a disposizione, per poterlo confrontare, e confrontarlo soprattutto in relazione con gli altri ordini che gli uomini avevano dato, per notare, non solamente una certa differenza, ma soprattutto per rendersi conto, se valeva la pena ubbidire ai suoi comandi.

Tutto doveva essere chiaro e specifico, perché solo allora, si sarebbe potuto fare una buona scelta, e una giusta valutazione. Naturalmente, i discepoli, che dovevano svolgere questo tipo di missione, dovevano necessariamente conoscere le cose che Gesù aveva ordinato d’osservare, e conoscendole, avrebbero potuto far conoscere agli altri, nella loro completezza, perché soltanto allora, avrebbero potuto compiere una missione conforme alla volontà del loro Divino Maestro.

I. PERCHÉ GESÙ HA ORDINATO?

La prima risposta che si potrebbe dare a questa domanda, è per farli conoscere. Indubbiamente, la conoscenza di una cosa, è importante, sotto diversi aspetti. Per mancanza di conoscenza, si può andare incontro a dispiacevoli amarezze e si può verificare una certa irrequietezza. Si possono incontrare perplessità, tentennamenti e si possono fare cose che dispiacciono ad amici e conoscenti. Possono essere commessi errori di una certa gravità. E, infine, si può andare incontro a una totale rovina, sia morale che spirituale.

Gesù, non ha solamente comandato delle cose per farle conoscere. Se questo è il suo scopo, non vediamo quale beneficio ricava l’uomo, dal comando di Gesù. Ma se i suoi ordini vennero dati preciso fine di metterli in pratica, allora la parola del Maestro, ha la sua importanza e può essere additata, come una definizione attuale, valida per ogni tempo e per ogni generazione. Osservando tutto quello che Gesù ha comandato, non si obbedisce ad un uomo, né ad un’organizzazione religiosa, ma direttamente a Dio. Per sapere quale sono le cose che Egli ha comandato, dobbiamo rivolgerci alla Bibbia, l’unico libro che può dirci tutto a proposito, dandoci la possibilità di farceli conoscere nei minimi particolari. Ovviamente, si deve tenere in debito conto che l’uomo nella sua natura è ribelle e tende sempre alla disubbidienza. Per questo la chiesa deve insegnare ad osservare quello che Gesù ha comandato.Se il sacro testo dice:

Insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che vi ho comandato,

è chiaro che debba essere insegnato solo quello che Gesù ha ordinato. Già questa precisazione lascia intravedere la possibilità di varie infiltrazioni umane che potrebbe addirittura occupare il posto delle cose che Gesù ha ordinato, apparendo alla persona ignara come delle essenze autentiche, quando invece sono idee di stampo umano. Tanti secoli prima della venuta di Cristo, il profeta aveva detto:

Giacché questo popolo s’avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lungi da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento insegnato dagli uomini (Isaia 29:13).

Più tardi, lo stesso Gesù Cristo, citò questo detto d’Isaia, applicandolo alla nazione ebraica (Matteo 15:7-9; Marco 7:7). Successivamente, Paolo, ribadì la stessa cosa quando fece riferimento ai comandamenti e alle dottrine degli uomini (Colossesi 2:22; Tito 1:14).

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 02/08/2011 13:51]