00 05/03/2011 02:33

Capitolo 8




IL COMANDAMENTO DI AMARE IL SIGNORE




Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze (Deuteronomio 6:5).
E ora, Israele, che cosa chiede da te il SIGNORE, il tuo Dio, sennonché tu tema il SIGNORE, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua (Deuteronomio 10:12).
Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua (Maro 12:30).

Questi tre passaggi della Scrittura che abbiamo riportato, illustrano chiaramente il volere di Dio per l’uomo e il dovere dell’essere umano nei confronti del Signore.

I MOTIVI DEL VOLERE DIVINO

Quello che dicono gli scritti dell’A. T.

Il riferimento del Deuteronomio, è senza dubbio indirizzato ad Israele. A questo punto si potrebbe chiedere: perché Dio da questo popolo vuole essere amato? Prima di ogni cosa perché è il Suo popolo; poi perché Israele, non è uno dei tanti popoli della terra: è, infatti, la nazione che Dio si è scelto fra le tante della terra. Infine, perché Israele, per Dio, è come una fidanzata e una sposa.

«Va’, e grida alle orecchie di Gerusalemme, "Così dice il SIGNORE: io mi ricordo dell’affetto che avevi per me quand’eri giovane, del tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata (Geremia 2:2).
Così parla il SIGNORE: «Dov’è la lettera di divorzio di vostra madre con cui io l’ho ripudiata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti? Ecco, per le vostre colpe siete stati venduti, per i vostri misfatti vostra madre è stata ripudiata (Isaia 50:1).
Davide, ai suoi giorni, così si esprimeva:
Davide, servo del SIGNORE, il quale rivolse al SIGNORE le parole di questo cantico, quando il SIGNORE lo liberò dalla mano di Saul. Egli disse: «Io ti amo, o SIGNORE, mia forza!
(Salmo 18:1).

In un altro Salmo viene messo in risalto il sentimento di gratitudine, con la seguente espressione:
Io amo il SIGNORE perché ha udito la mia voce e le mie suppliche (Salmo 116:1).

Quello che dicono gli scritti del N.T.

L’apostolo Giovanni scriveva: Noi amiamo perché egli (Dio) ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19).

Gesù, nel suo insegnamento affermava:
Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma appartiene al Padre che mi ha mandato
(Giovanni 14:21,24).
Dai testi citati, si può riassumere l’argomento, come segue:

1) Per una fidanzata, rientra nella logica amare il proprio fidanzato, se quest'amore dovesse venir meno in uno dei due, il fidanzamento si potrebbe rompere facilmente, perché verrebbe a mancare l’elemento essenziale che unisce i due. Nel nostro caso non è stato l’amore di Dio che è venuto meno, ma quello d’Israele, come fidanzata. Siccome Dio non vuole la rottura, esorta la fidanzata a continuare a manifestargli l’amore che gli palesava quando lo seguiva nel deserto, in una terra non seminata.

2) Lo stesso discorso si può fare per la vita di due sposi. È l’amore che porta due persone all’unione matrimoniale; quando questo viene meno, lo stesso vincolo matrimoniale potrebbe dissolversi facilmente. Nel nostro caso non è stato l’amore di Dio che è venuto meno, ma quello d’Israele, come sposa. L’infedeltà non l’ha dimostrata Dio, ma Israele, lasciando il suo Dio e seguendo gli stranieri. Se il Signore Gli ha dato la lettera di divorzio e l’ha ripudiata, è stato essenzialmente, non perché Dio ha cessato di amarla, ma perché Israele (la sposa) si è sviata dal suo sposo-Dio e si è innamorata con altri.

La richiesta che Dio fa ad Israele di amarlo, rientra nella logica delle cose, perché il legame del “fidanzamento” prima e il vincolo del “matrimonio”poi, possono continuare, visto che non è nell’intenzione di Dio, mandare tutto a monte. La rottura fra Dio e l’uomo, non avviene mai per iniziativa di Lui, ma sempre per idea e volontà dell’essere umano. In altre parole, non è mai Dio che rompe i “vincoli”, ma è sempre l’uomo che, non curandosi della sua fedeltà al suo Signore, si comporta in modo sleale, facendogli mancare il suo amore.

3) Se Davide dichiarava apertamente che amava il Signore, il suo Dio, era perché riconosceva che il suo Dio era la sua forza, la sua rocca, la sua fortezza, il suo liberatore, la sua rupe in cui si rifugiava, il suo scudo, il suo potente Salvatore, il suo alto ricetto. Queste sue affermazioni rappresentavano la prova più limpida e più significativa perché egli amava il suo Signore.

Mettere in risalto le caratteristiche di Dio, per l’uomo che lo ama, significa ammettere senza vergogna e titubanza, quello che Egli è per chi si affeziona a Lui. Infine, è impossibile per chi dichiara di amare Dio, che non sappia riconoscere pubblicamente quello che il Signore è per lui. Questo vale per chiunque!

4) Specificare che si ama il Signore, perché Lui ascolta la voce di chi Gli parla e lo supplica, significa mettere in risalto il fatto che Dio non è indifferente e disinteressato verso chi si rivolge a Lui, anzi è molto attento verso chi lo invoca, mostrandosi sempre disponibile. È in questo senso che deve essere interpretato il detto della Scrittura: Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà (Salmo 46:1).

Per una persona che ha esperimentato nella sua vita la fedeltà e la bontà del Signore, non solo lo può additare ad altri, ma non mancherà di manifestargli il suo amore. Le persone che veramente amano il Signore, hanno la certezza, non solo che nelle loro distrette hanno uno che ascolta, ma sanno anche che si prenderà cura dei loro bisogni, intervenendo in loro favore.

5) Amare Dio con la consapevolezza che Egli ci ha amati per primo, cioè prima che noi lo avessimo amato, o che avessimo fatto qualcosa per Lui, è la migliore testimonianza che si può rendere della bontà del Signore. Quando poi si tiene presente, l’affermazione di Paolo:

Dio... mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8),
si può maggiormente capire l’iniziativa di Dio nel manifestarci il suo grande amore, mentre eravamo nemici, morti nelle colpe e nei peccati; essendo per natura figli d’ira (Romani 5:10; Efesini 2:1,3).

6) Le affermazioni di Gesù: Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama.
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola.
Chi non mi ama non osserva le mie parole
(Giovanni 14:21,23-24);
rappresentano il vero banco di prova, sia per quanto riguarda la persona di Gesù e sia per Dio Padre. Questo, non è vero solamente per i cristiani, è vero anche per gli Ebrei e per chiunque.

Si continuerà il prossimo giorno...