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Domenico34 – LAFEDE – XVIII. La fede di Davide

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    Domenico34
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    00 11/01/2011 13:46

    Capitolo 18



    LA fede DI DAVIDE



    Parlare della fede di Davide, secondo il riferimento che ne fa Ebrei 11:32-34, non è cosa facile, non tanto per il fatto che Davide ha parecchie azioni di fede nella sua vita che lo contraddistinguono, quanto di individuare esattamente a quali di esse intendeva riferirsi lo scrittore agli Ebrei, quando lo presenta come uno dei tanti eroi della fede. Il fatto stesso poi che Davide è menzionato in diverse parti della Scrittura, rende maggiormente più difficile un simile esame.

    Comunque, secondo lo schema che abbiamo seguito fin qui, nel parlare degli uomini di fede, in base al capitolo undici dell’Epistola agli Ebrei; e dato che per ragioni di tempo, lo scrittore agli Ebrei non scende nei particolari, come ha fatto per gli altri personaggi elencati, facilitando così il compito di esaminare quel dato personaggio; e visto che per gli altri personaggi menzionati nel testo di Ebrei 11:32-34, li abbiamo trattati separatamente, anche per Davide, faremo lo stesso, cercando nel contempo di individuare quelle azioni eroiche alle quali intendeva riferirsi lo scrittore agli Ebrei.

    Le due frasi che maggiormente ci possono aiutare, secondo quello che comprendiamo, e che si riferiscono con ogni probabilità a Davide, oltre agli altri personaggi menzionati nel versetto 32, sono: “Vinsero regni, misero in fuga gli eserciti stranieri”.
    Se la nostra interpretazione è esatta, si possono indicare i testi che vanno a cominciare da 1 Samuele 16 fino al 1 Re 2, testi che ci fanno conoscere Davide e quello che egli fece.

    1. LA SCONFITTA DEL GIGANTE GOLIATH

    Sansone, fu l’uomo usato da Dio per sbaragliare i Filistei in un modo particolare; Davide, invece, viene conosciuto come l’uomo che combattè contro un gigante dei Filistei di nome Goliath (cfr. 1 Cronache 20:5) che poi sconfisse, oltre a tutte le vittorie che riportò sui Filistei, in varie riprese, da non farlo apparire inferiore, se soprattutto viene valuto in riferimento alla sua fede.
    Prima che Davide affrontasse il gigante Filisteo, questi, facendosi forte della sua imponenza e per il suo valore, riuscì a tenere in una morsa di paura, un intero esercito Israelita, per lo spazio di quaranta giorni gridando mattina e sera:

    Perché siete usciti per schierarvi in ordine di battaglia? Non sono io un Filisteo e voi i servi di Saul? Sceglietevi un uomo che scende contro di me.
    Se sarà in grado di combattere con me e di uccidermi, noi saremo vostri servi; ma se io sarò vincitore e lo ucciderò, voi sarete nostri servi e ci servirete
    (1 Samuele 17:8-9).

    Nessuno degli uomini valorosi dell’esercito di Saul, compreso il grande Abner, ebbe il coraggio di misurarsi con Goliath; preferirono piuttosto subire, per quaranta giorni, lo scherno e il vituperio dell’incirconciso, anziché andare a combattere con lui, nonostante che il re Saul avesse promesso:

    Chiunque lo ucciderà, il re lo ricolmerà di grandi ricchezze, gli darà sua figlia ed esenterà da ogni tributo la casa di suo padre in Israele (1 Samuele 17:25).

    Quando Davide arrivò sul campo di battaglia, per fare visita ai suoi fratelli e per sapere come stavano, e, considerando le parole di scherno del Filisteo da una parte, e la paura e l’immobilità degli Israeliti dall’altra, disse:

    Nessuno si perda d’animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo (1 Samuele 17:32).

    Davanti alla perplessità di Saul, che dice a Davide:

    Tu non puoi andare contro questo Filisteo per combatterti con lui, perché tu non sei che un ragazzo, mentre lui è un guerriero fin dalla sua giovinezza (1 Samuele 17:33).

    Davide, senza perdersi in inutili e vani discorsi, e senza entrare nel merito dell’osservazione di Saul nei suoi confronti, si appella alla sua esperienza, e risponde:

    Il tuo servo pascolava il gregge di tuo padre; quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora dal bestiame,
    io lo inseguivo, lo colpivo e la strappavo dalle sue fauci; se poi quello si rivoltava contro di me, io l’afferravo per la criniera, lo colpivo e l’ammazzavo.
    Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di loro, perché ha insultato le schiere del DIO vivente.
    Davide soggiunse: L’Eterno che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo
    (1 Samuele 17:34-37).

    La cosa che ha più valore ed importanza, non è tanto costituita dall’arditezza e dalla prontezza di Davide a combattere contro il Filisteo, anche se per farlo, si avvale dell’esperienza di un passato, quanto dalla piena “certezza” che ha, che “l’Eterno gli darà nelle sue mani” il Filisteo incirconciso.
    Quando il gigante si muove per combattere Davide, e scorgendo che quest’uomo era soltanto un giovane, rossiccio e di bell’aspetto, lo disprezza dicendo:

    Sono io forse un cane, che tu vieni contro da me con dei bastoni? E il Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi.
    Poi il Filisteo disse a Davide: Vieni qui, e io darò la tua carne agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi.
    Allora Davide rispose al Filisteo: Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti, il DIO delle schiere d’Israele che tu hai insultato.
    Oggi stesso l’Eterno ti consegnerà nelle mie mani; e io ti abbatterò, ti taglierò la testa e darò oggi stesso i cadaveri dell’esercito dei Filistei agli uccelli del cielo e alle fiere della terra, affinché tutta la terra sappia che c’è un Dio in Israele
    (1 Samuele 17:43-46).

    Davanti a questo testo, l’eroca azione di Davide è indubbiamente indiscussa e acquista più importanza, se lo scrittore agli Ebrei ha davanti a sé questa scena, quando lo nomina in Ebrei 11:32-34). Più tardi, quando Saul cerca di togliere la vita a Davide, a causa di uno spirito di gelosia che era penetrato in lui, quando aveva sentito cantare alle donne che dicevano: Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila (1 Samuele 18:7), Gionothan, intervenendo in difesa di Davide, ricordò al padre la sua l’impresa eroica, con queste parole:

    Egli ha esposto la propria vita al pericolo, quando ha ucciso il Filisteo, e l’Eterno ha operato una gran liberazione per tutto Israele. Tu hai visto e ti sei rallegrato; perché dunque peccheresti contro il sangue innocente, facendo morire Davide senza motivo? (1 Samuele 19:5).

    2. DAVIDE LIBERA KEILAH DAL SACCHEGGIO DEI FILISTEI

    In quel tempo Davide non è, ancora Re né può abitare tranquillamente in casa sua, a motivo di Saul che lo perseguita a morte. Trovandosi in una certa località, gli venne riferito:

    Ecco, i Filistei stanno combattendo contro Keilah e saccheggiano le aie.
    Così Davide consultò l’Eterno, dicendo: Andrò io a sconfiggere questi Filistei? L’Eterno rispose a Davide: Va’, sconfiggi i Filistei e salva Keilah
    (1 Samuele 23:1-2).

    Si continuerà il prossimo giorno...
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    Domenico34
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    00 12/01/2011 12:25
    Dell’assicurazione che riceve da parte dell’Eterno, Davide non ha nessun’incertezza; ma sentendo gli uomini che stavano con lui dirgli:

    Ecco, noi siamo già pieni di paura qui in Giuda, che sarà poi se andiamo a Keilah contro le schiere dei Filistei?
    Davide consultò di nuovo l’Eterno, e l’Eterno gli rispose e gli disse: Levati, scendi a Keilah, perché io darò i Filistei nelle tue mani
    (1 Samuele 23:3-4).

    Da questa prima scorreria che Davide fece contro i Filistei, non solo riportò una strepitosa vittoria, ma dimostrò anche di essere un uomo di fede, perché si atteneva a quello che l’Eterno gli diceva.

    3. GRANDE VITTORIA DI DAVIDE SUGLI AMALEKITI

    La storia dell’azione degli Amalekiti, quando presero prigionieri tutto quello che apparteneva a Davide e ai suoi uomini, le loro mogli e i loro figli, è descritta in 1 Samuele 30, in una maniera così drammatica, che lascia poco spazio alla quiete e al coraggio.

    Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere (1 Samuele 30:4).

    In questa situazione disperata e angosciosa, c’erano addirittura quelli che parlavano di “lapidare” Davide, come se egli fosse stato la causa di quel guaio. Ma mentre tutti erano amareggiati, compreso lui, per quello che si era verificato, è significativo leggere:

    ...ma Davide si fortificò nell’Eterno, il suo DIO.
    Davide consultò l’Eterno e chiese: Devo inseguire questa banda? La raggiungerò? L’Eterno rispose: Inseguila, perché la raggiungerai certamente e ricupererai senz’altro ogni cosa
    (1 Samuele 30:6,8).

    Nelle azioni eroiche di Davide, incontriamo sempre la frase: consultò l’Eterno. Questo significa indiscutibilmente che Davide, nei suoi vari bisogni, si rivolgeva a Dio, perché credeva nel Suo intervento ed era disposto a fare quello che Egli gli diceva attenendosi fedelmente alle Sue parole, per risolvere ed affrontare le varie situazioni che si presentavano davanti a lui.
    Anche se per rintracciare la banda degli Amalekiti, Davide si servì di un Egiziano, questo non significa che egli dipendeva dall’uomo; usava solamente l’essere umano come strumento, per realizzare quello che l’Eterno gli aveva detto.

    La più gran lezione di tutti i tempi e per tutti i credenti, in modo particolare, che possono imparare dalla vita di Davide, è costituita dal fatto, che egli dipendeva esclusivamente da Dio e che per ogni situazione, difficile o meno, sapeva rivolgersi all’Eterno per chiedergli consiglio e direzione.
    In virtù di questa prolungata esperienza, che in fin dei conti non era l’esperienza di un altro, ma sua, egli può dire a tutti:

    Molti sono i dolori dell’empio, ma chi si confida nell’Eterno sarà circondato dalla sua benignità (Salmo 32:10).

    L’Eterno riscatta la vita dei suoi servitori, e nessuno di quelli che si rifugiano in lui sarà distrutto (Salmo 34:22).

    Confida in lui continuamente, o popolo, effondi il tuo cuore davanti a lui; DIO è il nostro rifugio (Salmo 62:8).

    Quando Davide arrivò dove si trovava la banda degli Amalekiti, la Scrittura dice:

    ...ed ecco gli Amalekiti erano sparsi su tutto il paese mangiando, bevendo e facendo festa, per tutto il grande bottino che avevano portato via dal paese dei Filistei e dal paese di Giuda (1 Samuele 30:16).

    L’attacco che Davide sferrò a quei predoni fu formidabile, a cominciare

    ...dal crepuscolo fino la sera del giorno dopo; nessuno di loro scampò, ad eccezione di quattrocento giovani, che montarono sui cammelli e fuggirono.
    Così Davide ricuperò tutto ciò che gli Amalekiti avevano portato via; Davide recuperò anche le sue mogli.
    Niente andò loro perduto, né piccolo né grande, né figli né figlie, né bottino né alcun altra cosa che avevano loro preso, Davide ricuperò tutto
    (1 Samuele 30:17-19).

    Se tutto ciò avvenne e si realizzò fu perché Davide, facendosi forte intorno a quello che Dio gli aveva detto, seppe credere alla Sua parola; e, come conseguenza della sua fede in Dio, sbaragliò gli Amalekiti, riportando su di loro una strepitosa vittoria.

    4. VITTORIA DI DAVIDE SUI FILISTEI

    Davide è da poco tempo Re su tutto Israele; ha preso la “roccaforte” dei Gebusei e si è ivi stabilito, chiamandola:

    La città di Davide. Quando i Filistei vennero a sapere che Davide era stato unto re d’Israele, tutti i Filistei salirono in cerca di Davide.
    Appena Davide lo seppe, scese alla roccaforte. I Filistei giunsero e si sparpagliarono nella valle dei Refaim
    (2 Samuele5:17-18).

    Nel testo di 2 Samuele5:17-25, possiamo vedere lo stesso elemento di fede agire nella vita di Davide, elemento determinante per la vittoria sui Filistei, poiché egli, per affrontarli, fa appieno affidamento sulla parola dell’Eterno.

    Allora Davide consultò l’Eterno, dicendo: Devo salire contro i Filistei? Li darai nelle mie mani? L’Eterno rispose a Davide: Sali, perché darò certamente i Filistei nelle tue mani (2 Samuele5:19).

    Se l’Eterno gli avesse detto di non salire contro i Filistei, perché egli non li avrebbe dati nelle sue mani, Davide certamente non avrebbe affrontato quei nemici, anche se avesse potuto ricordare la gran vittoria sul gigante Goliath e su tutti gli altri avversari che aveva affrontato fino a quel giorno.
    La fede pertanto che Davide ha in Dio è evidente; ed è su quella fede che egli si muove, senza fare affidamento, né al suo passato e tanto meno alle sue abilità di combattente.

    Se questi episodi che abbiamo ricordato, senza considerare la vittoria sui Siri, sugli Edomiti e sui Moabiti (2 Samuele8), ed altre azioni eroiche, fossero stati gli unici presenti nella mente dello scrittore agli Ebrei e lo avessero spinto a parlare di Davide come di uno che operò “per fede”, rimarrebbero sempre episodi validi, per esaltare Davide come un eroe della fede, al pari di Gedeone, Barak, Sansone ed Jefte, per restare nel quadro di Ebrei 11:32.

    PS: Se ci sono delle domande da fare, fatele liberamente, e, da parte nostra, sarà un piacere rispondere.