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Capitolo 13



LA fede DI RAHAB



Per fede Rahab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto in pace le spie (Ebrei 11:31).

Il motivo per cui la prostituta Rahab, non perì con gli increduli, fu dunque perché accolse in casa sua le spie mandate da Giosuè. Per meglio valutare la fede di questa donna - stando all’affermazione della lettera agli Ebrei -, dobbiamo esaminare il racconto che scrive il libro di Giosuè. Il testo precisa:

Or Giosuè, figlio di Nun, mandò due uomini da Scittim per spiare di nascosto, dicendo: Andate, ispezionate il paese di Gerico. Così essi andarono ed entrarono in casa di una donna prostituta, chiamata Rahab, e là alloggiarono (Giosuè 2:1).

Inoltre, sappiamo che la casa di Rahab era situata sulle mura della città ed ella stessa abitava sulle mura (Giosuè 2:15). Non sappiamo se sulle mura della città di Gerico c’era solamente la casa di Rahab, - visto che lei era una prostituta - o ve ne fossero altre.
Da un primo esame superficiale, sembra impossibile credere come abbiano fatto le due spie del popolo d’Israele, - che poi erano di età giovanile - (Giosuè 6:23), a dirigersi verso una casa di una donna prostituta.

Sicuramente Giosuè, che li aveva mandati a Gerico, non avrà dato loro consigli perché si dirigessero in casa di una prostituta. Se poi si tiene presente la rigida proibizione che vigeva in mezzo ai figli d’Israele:

Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d’Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d’Israele (Deuteronomio 23:17);
Non contaminare la tua figlia, facendola divenire una prostituta, affinché il paese non si dia alla prostituzione e il paese non si riempia di scelleratezze (Levitico 19:29),

appare improbabile che i due giovani mandati da Giosuè per spiare Gerico, siano andati in casa di Rahab, la prostituta, per prostituirsi. Sorge, allora spontanea la domanda: quale fu il vero motivo che indusse i due uomini Israeliti di andare a finire in casa di una prostituta, ed alloggiare là?
Pensando a quella casa situata sulle mura della città, e dato che la muraglia di quel centro abitato era abbastanza alta da fungere come di un vero osservatorio, e quindi permettere alle spie di vedere Gerico nel suo complesso, e non pensando che quella casa era un edificio dove abitava una prostituta, sicuramente i due giovani Israeliti vi si recarono, per meglio portare a termine la loro missione.

Quando però, si resero conto che si trattava di una casa di una prostituta, allora si comportarono da figli d’Israele e fecero subito sapere a Rahab per quale scopo erano venuti nella sua casa. A questo punto la cosa diventa più chiara, principalmente se si tiene conto che nel frattempo la notizia che nella casa di Rahab erano andati due uomini, non solo era arrivata al re di Gerico, ma che quegli uomini, erano venuti, per esplorare tutto il paese (Giosuè 2:3).
Rahab, intuisce subito che la vita di quei due uomini è in serio pericolo, quindi con prontezza e tempestività - anche se dice una menzogna agli inviati del re - ha premura di nascondere i due uomini:

(Essa invece li aveva fatti salire sul tetto e li aveva nascosti fra gli steli di lino, che aveva disteso sul tetto) (Giosuè 2:6).

Quando i messaggeri del re, lasciarono la casa di Rahab e si misero ad inseguire le due spie, nella speranza di poterli raggiungere e catturarli, secondo il consiglio che la stessa Rahab aveva loro dato, le parole che lei pronunciò ai due uomini Israeliti, già ci permettono di intravedere la fede di questa donna.

Io so che l’Eterno vi ha dato il paese, che il terrore di voi è caduto su di noi, e che tutti gli abitanti del paese vengono meno dalla paura davanti a voi.
Poiché noi abbiamo udito come l’Eterno asciugò le acque del Mar Rosso davanti a voi quando usciste dall’Egitto, e ciò che faceste ai due re degli Amorei, di là dal Giordano, Sihon e Og, che votaste allo sterminio.
All’udire queste cose, il nostro cuore è venuto meno e non è più rimasto coraggio in alcuno a motivo di voi, perché l’Eterno, il vostro DIO, è DIO lassù nei cieli e quaggiù sulla terra.
Or dunque, vi prego, giuratemi per l’Eterno che, come io vi ho usato clemenza, anche voi userete clemenza con la casa di mio padre; datemi quindi un segno sicuro
che lascerete in vita mio padre, mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e tutto ciò che appartiene loro, e che risparmierete le nostre vite dalla morte
(Giosuè 2:9-13).

La risposta e la promessa le venne subito data, a queste precise condizioni:

1) ...purché non sveliate questo nostro affare (Giosuè 2:14;
2) ...tu attacchi alla finestra per la quale ci fai scendere
3) questa cordicella di filo di scarlatto
4) e raduni in casa presso di te tuo padre, tua madre, i tuoi
5) fratelli e tutta la famiglia di tuo padre (Giosuè 2:18).

Il fatto che quella donna, in quello stesso giorno, legò la cordicella scarlatta alla finestra (Giosuè 2:21), è già una prova, non solo che ella accettò le condizioni stabilite, ma della sua fede, derivata dal fatto che credeva a quello che l’Eterno aveva operato nel passato per il popolo d’Israele, e che lo stesso avrebbe portato a compimento la presa di Gerico da parte dei figli d’Israele.

Credendo quindi a quello che le due spie le avevano detto, non solo li accolse in casa sua, li nascose sul tetto della sua casa, li alloggiò in quella notte, ma anche si distaccò dagli altri, - che l’Epistola agli Ebrei chiama “increduli”.

Ormai la promessa era stata fatta, e fatta a precise condizioni; Rahab aveva provveduto a calare dalla sua finestra con una corda le due spie; aveva confessato la sua fede su quello che l’Eterno aveva fatto ad Israele; aveva appeso la cordicella scarlatta alla finestra, non rimaneva che aspettare il nuovo evento.

La verità sulla fede di Rahab deve essere proclamata con tutta chiarezza, non solamente perché alla sua finestra c’è appesa una cordicella scarlatta, - qualcuno dirà: simbolo del sangue di Gesù Cristo - ma essenzialmente perché in lei non c’è più l’incredulità, rispetto a tutti gli altri abitanti di Gerico.

Quando le mura della città di Gerico crollarono, - anche se si accetta che fu un movimento tellurico che causò quel crollo, (stando a quello che dicono gli archeologi) non si può però escludere l’intervento di Dio - la casa di Rahab, che era stata costruita sulle mura, non crollò; non solo perché Dio protesse quell’edificio, ma anche perché in quella casa ci abitava una donna che aveva creduto, che aveva fede.

Più tardi questa prostituta venne inclusa nell’elenco genealogico di Gesù Cristo, secondo quello che ha scritto Matteo, divenendo così un chiaro riferimento della misericordia e della compassione di Dio in favore dei più abbietti peccatori. L’apostolo Paolo più tardi scriverà:

Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata (Romani 5:20).

Si continuerà il prossimo giorno...