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Domenico34 – Donne menzionate nella Bibbia – Capitolo 4. DONNE MENZIONATE NELLA BIBBIA SENZA NOME

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2011 00:09
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02/10/2011 00:28

LE FIGLIE DI FILIPPO

Delle figlie di Filippo l’evangelista, che era uno dei sette, diaconi, si parla in (Atti 21:9). Si precisa che erano quattro, non erano sposate e profetizzavano. Certamente quelle quattro figlie di Filippo, procurarono gioia ai genitori e a quanti ebbero modo di conoscerle, compreso l’apostolo Paolo.

LA SORELLA DI PAOLO

C’è un solo passaggio nel Nuovo Testamento che parla della sorella di Paolo; si trova in Atti 23:16). Di lei non si ha nessuna notizia; non si sa se era convertita al cristianesimo o meno. Di suo figlio, invece, il libro degli Atti riferisce che sventò un complotto dei Giudei, per far morire Paolo.

LA MADRE DI RUFO

Della madre di Rufo, si parla solamente in (Romani 16:13), in un contesto dove Paolo manda saluti a tanti cristiani. Parlando della madre di Rufo, si sostiene che l’apostolo la considerava anche sua madre, non nel senso carnale, ovviamente, ma in quello spirituale, per la cura e per l’affetto che gli dimostrava.

LA SORELLA DI NEREO

Salutate Filologo e Giulia, Nereo e sua sorella, Olimpa e tutti i santi che sono con loro (Romani 16: 15). Visto che di quella sorella si parla solamente nel nostro testo, non si può aggiungere altro.

CONCLUSIONE


Al termine del nostro lavoro, è doveroso tirare una conclusione di quanto abbiamo scritto. Non si tratta solamente di aver esaminato i tanti testi biblici che parlano delle donne, sia quelli che possono essere chiamati con i loro nomi e sia quelli anomini, cioè che i cui nomi non sono stati palesati dagli scrittori sacri. Il perché di questo fenomeno, non sappiamo spiegarlo, anche perché non conosciamo i veri motivi che hanno indotto gli scrittori sacri, a comportarsi in quel modo. Forse loro stessi non li conoscevano, o magari si saranno solamente accontentati di sentirne parlare, senza mostrare interesse a conoscerli per nome? Non si può dare nessuna risposta in merito. È certo, però che, ogni donna menzionata nella Bibbia, aveva il suo nome, come del resto hanno tutti gli esseri umani, sia di sesso maschile che femminile.

Mettendo da parte quest'elemento, che ha la sua relativa importanza, quello che maggiormente conta e deve essere messo in risalto, è invece, parlare delle caratteristiche che queste donne manifestarono durante tutto l’arco della loro vita terrena. Infatti, il carattere di una persona, — non importa se si parli di una donna e di un uomo —, viene rivelato dal modo in cui si comporta, sia privatamente che in pubblico. I giudizi che si danno e che hanno valore, generalmente non sono quelli accampati sull’immaginazione, ma piuttosto quelli che si basano su atti esterni che una persona manifesta.

I pregi e i difetti si trovano sia negli uomini e sia nelle donne. A volte l’uomo, nella sua valutazione, mette in risalto, — direi in un modo eccessivo —, un difetto e sorvola un pregio. Un giudizio di questo genere, a parte di mancare di obbiettività, pecca anche di presunzione. Il bello della Bibbia consiste nel mettere in risalto, sia i pregi di una persona come anche i suoi difetti. Le caratteristiche di una persona, dovremmo valutarli con mente scevra da pregiudizi e personalismi, basandoci su una stretta obbiettività, senza guardare se si trattasse di un uomo o di una donna.

La gentilezza di Rebecca, per esempio, venne messa in evidenza dal modo com'ebbi trattato il servo di Abrahamo. Pur non conoscendo chi era quell’uomo, da dove veniva e quale missione gli era stata affidata, davanti alla richiesta: «Ti prego, fammi bere un po’ d’acqua della tua brocca» Genesi 24:17), Rebecca, senza chiedere informazione di quell’uomo, gli diede da bene. È sorprendente notare l’atteggiamento di quella fanciulla nei confronti di un uomo. Tenendo presente la cultura di quei tempi, l’usanza che vigeva, l’ambiente in cui vivessero le donne, come Rebecca, in qualità di femmina vergine che era, non si sia prevenuta, ma che con prontezza, calasse la sua brocca e desse da bere ad un uomo che non aveva mai incontrato.

Se lei agì in quel modo, non fu certamente perché conosceva la preghiera che Eliezer aveva innalzato al Signore, prima che fosse arrivata al pozzo, e neanche sapeva che le parole che le rivolse quell’uomo, servivano come segno che la preghiera di Eliezer era stata esaudita da Dio.

La stessa Bibbia che mette in risalto la gentilezza di Rebecca, ci fa conoscere anche un comportamento sbagliato di questa donna. La storia del come Rebecca consigliò a Giacobbe, suo figlio, di agire, per avere la benedizione della primogenitura da suo padre Isacco, la leggiamo in Genesi 27. Probabilmente Giacobbe, non avrebbe agito in quel modo, se la madre non le avesse imposto la sua volontà. Si sa però, con estrema certezza che, il consiglio che Rebecca diede a suo figlio Giacobbe, gli causò tanti dispiaceri, e, per tanti anni, fu costretto a rimanere lontano dalla sua terra e dai suoi genitori.

Come non apprezzare la saggezza di una donna, il cui nome non c'è stato tramandato che, con il suo modo di parlare convinse Ioab a non attaccare la città di Abel, e risparmiare una carneficina in mezzo alla popolazione?

Allora una donna di buon senso gridò dalla città: «Udite, udite! Vi prego; dite a Ioab di avvicinarsi perché gli voglio parlare!»
Quando egli si fu avvicinato, la donna gli chiese: «Sei tu Ioab?» Egli rispose: «Sono io». Allora lei gli disse: «Ascolta la parola della tua serva». Egli rispose: «Ascolto».
Lei riprese: «Una volta si diceva: Si domandi consiglio ad Abel! E così si giungeva a una conclusione!
Abel è una delle città più pacifiche e più fedeli in Israele; e tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere l’eredità del SIGNORE?»
Ioab rispose: «Lungi, lungi da me l’idea di distruggere e di guastare.
Il fatto non sta così; un uomo della regione montuosa d’Efraim, di nome Seba, figlio di Bicri, ha alzato la mano contro il re, contro Davide. Consegnatemi lui solo e io mi allontanerò dalla città». La donna disse a Ioab: «La sua testa ti sarà gettata dalle mura».
Allora la donna si rivolse a tutto il popolo con il suo saggio consiglio e quelli tagliarono la testa a Seba, figlio di Bicri, e la gettarono a Ioab. Questi fece sonare la tromba; tutti si allontanarono dalla città e ognuno tornò alla sua tenda. E Ioab tornò a Gerusalemme dal re
(2 Samuele 20:16-22).

Si continuerà il prossimo giorno...
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