È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Canti di
Lode e
Adorazione
(clicca nella foto)
  
La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
Canti di
Lode e
Adorazione2
(clicca nella foto)
  
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Domenico34 - Insegnando le cose che Gesù ha comandato di osservare

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2011 00:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.112
Età: 90
Sesso: Maschile
02/09/2011 00:08

Se dunque io che posso chiamarmi il più grande dei Maestri e dei Signori, ho lavato i piedi a voi, mettendo da parte la mia posizione altamente privilegiata, è forse granché se chiedo a voi di fare come ho fatto io?

Il fatto che Cristo abbia detto: anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri (v. 14), non significa che venisse ordinato di fare la lavanda dei piedi una volta l'anno, in occasione della ricorrenza della Pasqua, e tanto meno che Gesù incaricava uno dei suoi apostoli, (in questo caso Pietro, si dirà da qualche parte come loro capo) ad eseguire la lavanda dei piedi. Se questa fosse stata l'intenzione e l'insegnamento di Gesù, Egli l'avrebbe chiaramente indicato. Bisogna aspettare più di quattro sei perché questa tendenza sacramentale, cominci a manifestarsi nella Chiesa.

Se la lavanda dei piedi, fosse una pratica riservata al Sommo Pontefice, dirà la Chiesa Romaniana, ci sorprende come mai Paolo, presenta la vedova, per essere iscritta nel catalogo delle vedove, come ei che ha lavato i piedi ai santi (1 Timoteo 5:10). Questa è la prova neotestamentaria che la lavanda dei piedi, nell'era apostolica, non era considerata, né sacramentaria e tanto meno un'esclusiva del loro capo.

Ci sono poi quelli che asseriscono che siccome Cristo lavò i piedi agli apostoli, nello stesso giorno che istituì l'eucaristia o la Santa Cena, va da sé che ogni volta che si celebra la Cena, si faccia la lavanda dei piedi. Ma anche per questa interpretazione, Gesù avrebbe dovuto specificare, senza lasciare all'arbitrio dell'uomo una simile pratica. Nella stessa maniera che viene specificato: Fate questo in memoria di me, e: Fate questo ogni volta che ne berrete (1 Corinzi 11:24,25). La conclusione più ovvia e coerente che si può ricavare dal nostro testo, è che Gesù volle dare un insegnamento di umiltà, da mettere in pratica, non solamente nel giorno che si celebra la S. Cena, ma durante la vita di tutti i giorni, e non soltanto da colui che fa il capo, ma da tutti i seguaci di Gesù.

Il fatto poi che Gesù specifichi: io vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io, rafforza l'interpretazione di cui sopra. Gesù in qualità di Maestro e Signore ha dato un esempio, e questo suo modello va tradotto in azione nella vita di ogni componente il Suo corpo. Non c'è posto nella Chiesa del Signore per i sentimenti di grandezza e di superbia, non che non si possano manifestare nella vita delle persone, ma nel senso che Gesù non li accetta e non li approva. Nella vita degli uomini, i sentimenti di grandezza non sono presenti solamente, ma sono anche tivati e sfruttati. Non così deve essere nella vita della chiesa di Gesù Cristo.

Se alcuno vuole essere il primo, dovrà essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti (Marco 9: 35).


Alcuni commentatori fanno rilevare il Facciate come vi ho fatto io, per affermare che c'è differenza se Gesù avesse detto: facciate quello che ho fatto io. Nel caso Gesù avesse detto quello al posto di come, apparirebbe chiaro la lavanda dei piedi come una pratica da osservare, non solo in certi momenti dell'anno, ma come una prassi normale nella vita della chiesa. Ma siccome Gesù ha detto come, l'insegnamento dell'umiltà, appare evidente nella sua più vasta manifestazione nella vita di tutti i giorni. Seguiamo Gesù in questo suo divino insegnamento, ed insegniamolo ad altri a farlo osservare.

35. UNA PRECISA DISPOSIZIONE AD AMARCI GLI UNI GLI ALTRI

Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, com'io v'ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri (Giovanni 13:34).

Il comandamento dell'amore che Gesù dà ai suoi discepoli e cui dà una precisa qualifica indicandolo come nuovo, è una norma per la vita di ogni seguace di Cristo, senza la quale non è possibile qualificarsi come discepolo di Gesù. Anticamente, la legge di Mosè comandava ad Israele di amare il prossimo come te stesso (Levitico 19:18). Questa norma non venne affatto modificata né dai profeti, né da Gesù e né dai suoi apostoli. Cristo stesso, per quanto riguarda la norma dell'amore, specifica che questo amore deve avere due direzioni: Uno che riguarda Dio e uno che riguarda il prossimo.

L'amore per Dio, è il primo e grande comandamento; e l'amore per il prossimo, è il secondo, altrettanto grande, che assieme fanno dipendere tutta la legge e i profeti (Matteo 22:37-40). Più tardi, l'apostolo Paolo dirà che in un'unica parola si adempie tutta la legge: Ama il tuo prossimo come te stesso (Galati 5:14). Dal canto suo, Giovanni aggiunge che non si può amare il fratello, se non si ama Dio (1 Giovanni 4:21). Dal momento che questa norma di amare era già stata data, quale bisogno c'era che Gesù dicesse: Io vi do un nuovo comandamento? Era veramente nuovo il suo comandamento, oppure con quella parola Cristo voleva insegnare qualcosa di diverso e di più profondo?

Sicuramente era quest'ultimo concetto che Gesù voleva imprimere nella vita dei suoi discepoli, e portarli ad un livello di conoscenza a cui non erano abituati, circa la profondità di questo amore che veniva loro presentato come un nuovo comandamento. La novità dell'amore non consisteva nella forma, ma riguardava la sostanza, la qualità. La parola chiave per comprendere questo nuovo comandamento, consiste nel saper valutare la portata della frase: Com'io v'ho amati. In altre parole, Gesù voleva dire questo: Voi conoscete la norma dell'amore, perché la legge insegna di amare. Io però non vi presento questa legge come modello, ma presento me stesso, e, con l'amore quale io v'ho amati, vi dovete amare gli uni gli altri. Si capisce subito perché Gesù parla di nuovo comandamento, e perché ordina ai suoi seguaci di amare secondo questa Sua nuova direttiva.

Secondo il concetto neotestamentario, amare, non è semplicemente un'espressione verbale, in parte accentuata che in ultima analisi si esprime con delle belle parole sentimentali. Amare è più di una semplice espressione, è più di un semplice sentimento; amare è un donare se stesso per gli altri.

Iddio ha tanto amato il mondo che egli ha dato il suo Unigenito Figliolo (Giovanni 3:16). Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (Efesini 5:25).

Questo tipo di amore è caratterizzato essenzialmente da un'azione visibile e tangibile. Era in vista di questo tipo di amore che Giovanni poteva esortare:
Figlioletti, non amiamo a parole e con la lingua, ma a fatti e in verità (1 Giovanni 3: 18).

Se si considera attentamente come Gesù amò i suoi discepoli, ci si rende conto che il suo amore, a parte che era diverso rispetto a quello che si poteva notare tra gli uomini, diverso anche da quello di cui parlava la legge, era anche e soprattutto diverso, nel suo contenuto, perché era un amore divino. Gesù non amò i suoi discepoli con l'amore umano e terreno, li amò con l'affetto divino, perché lui era divino.

Spessissimo, l'amore umano ha solo parole e nient'altro che vocaboli; a differenza dell'affetto umano, quello divino, non ha confini, non si ferma davanti ad un ostao; non è discriminatorio; non si manifesta a corrente alternata, non è sbiadito nel suo ardore, non è impotente nella sua azione, non si ferma nel suo cammino, non è neutralizzato dall'indifferenza e non è spaventato da una qualsiasi forma d'incredulità.

Gesù sapeva che l'uomo, a causa della sua depravazione, non solo si era allontanato da Dio, ma si era anche rivolto contro Dio, era diventato un suo spietato nemico. Solo l'amore divino, manifestato nella persona di Gesù Cristo, ha potuto affrontare l'uomo nella sua enorme cattiveria, riconducendolo e riconciliandolo con Dio. Aveva perfettamente ragione Gesù quando affermò:

Nessuno ha amore più grande di quello di sacrificare la sua vita per i suoi amici (Giovanni 15: 13).


Più tardi, l'apostolo Paolo fece il più gran commento, quando scrisse:
Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Poiché a mala pena uno muore per un giusto; ma forse per un uomo da bene qualcuno ardirebbe morire; ma Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre ancora eravamo peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5: 6-8).

Gesù non ordina di amarci gli uni gli altri, con l'amore umano e terreno, comanda di amore, come Lui ci ha amato. Sorretti ed animati da quest'amore, si può amare la persona che fa torto o arreca danno; si può amare qualcuno che offende; si può amare la persona che pensa solo a se stesso; si può amare l'egoista e il tiranno; si può amare l'indifferente e chi non ha nessuna sensibilità di saper apprezzare un bene che gli viene fatto.

Chi ama come Gesù ha amato, non si ferma davanti ad un'offesa, non s'inasprisce quando non è compreso, non cerca di ricambiare con la stessa misura, non si ferma quando c'è cattiveria ed invidia, non cessa di operare verso chi si vanta e si gonfia; non si comporta in maniera sconveniente, non agisce a vantaggio del proprio egoismo; non gode quando gli viene fatta un'ingiustizia; non alimenta sospetti di male, non dispera se non vede subito risultati; sa aspettare, ed aspettare con pazienza, sa soffrire in silenzio, sa sperare nel domani, e soprattutto sa credere che l'amore è più forte che qualsiasi cosa e può abbattere le più ferree resistenze.

Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.

Facciamo nostro questo preziosissimo ammaestramento; lasciamo che la nostra vita sia permeata da questo sublime amore, in modo che tutti possano vedere e conoscere a chi apparteniamo. Tutto quello che si è detto nel corso di questa trattazione, l'abbiamo fatto unicamente per mettere in risalto il valore e l'importanza della parola di Cristo: insegnando loro d'osservare tutte quante le cose che vi ho comandato.

DS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e saremo felice di rispondere. Inoltre, questo scritto, con un’aggiunta rispetto al testo originale, è stato tratto dal mio libro: “Il grande mandato di Gesù Cristo”. Chi è interessato all’acquisto di questo libro, potrà rivolgersi all’Editrice Hilkia, presso la quale è disponibile questo testo. Grazie!
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com