Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Canti di
Lode e
Adorazione
(clicca nella foto)
  
La Vita di Cristo non è racchiusa in un pensare. E se invece di un pensiero tu portassi la Vita?
Canti di
Lode e
Adorazione2
(clicca nella foto)
  
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Domenico34 - Insegnando le cose che Gesù ha comandato di osservare

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2011 00:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.112
Età: 90
Sesso: Maschile
03/08/2011 00:09

Dal momento che Cristo, per sua Divina volontà, vuole che le cose che egli ha comandato, si insegnino a tutti per farle osservare, è chiaro che non ci troviamo davanti a dei precetti ed usanze tramandate da uomini, che non hanno nessun significato e nessun’importanza. Ci troviamo piuttosto davanti alla parola di Gesù, quella stessa che è stabile in eterno e che deve essere tenuta in somma considerazione, secondo la volontà di chi l’ha data. Il discepolo di Gesù che porta agli uomini la parola del Cristo, non solo deve prestare attenzione a non mesarla con la sua, ma deve mettere enfasi, perché questa parola del Cristo, una volta udita, venga osservata. Solo allora si potrà verificare quello che dice (Giovanni 14:21):

Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui.

Non si possono, d’altra parte prendere in considerazione solo alcune cose che Gesù ha comandato, e tralasciare le altre, perché Cristo ha detto esplicitamente: tutto quanto vi ho comandato.

II. LE COSE CHE GESÙ HA COMANDATO D’OSSERVARE

Dal momento che Cristo ha dato un comando così preciso e specifico, non ci resta altro che prendere in esame tutto quello che Gesù ha comandato. D’altra parte non crediamo che quest’affermazione debba essere intesa in maniera diversa; crediamo invece che la parola di Gesù, debba essere presa alla lettera, insegnarla alla lettera e farla osservare.

1. L’ATTITUDINE DEL DISCEPOLO DI GESÙ DAVANTI AGLI UOMINI

Le norme che Gesù insegnò ai suoi discepoli, devono essere messe in pratica, perché solo allora il seguace di Gesù apparirà davanti agli uomini, quello che è veramente. Gesù nel suo insegnamento fu molto preciso da non lasciare nessun’ombra d’incertezza nella mente e nel cuore dei suoi. D’altra parte, questi discepoli che astavano la sua parola, avrebbero dovuto essere i suoi continuatori in mezzo a tutti gli uomini. Prima che Gesù ordinava ai suoi a proposito della loro attitudine da assumere nel cospetto degli uomini, li aveva paragonati al sale e alla luce, con le seguenti parole:

Voi siete il sale della terra - Voi siete la luce del mondo (Matteo 5:13,14).

Dal momento che Gesù definiva i suoi discepoli sale e luce del mondo, era più che logico, che seguisse una parola di comando, per dare importanza alla sua stessa definizione, e perché la stessa assumesse il valore di quello che realmente è.

Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli (Matteo 5:16).

Qui non ci troviamo davanti ad un suggerimento o consiglio, ma davanti ad un ordine. È il Divino Maestro che ordina ai suoi di risplendere in mezzo agli uomini di vivida luce, in modo che questa luminosità che emana attraverso un’opera tangibile (che il testo chiama le vostre buone oper, gli uomini glorifichino il Padre che è nei cieli. L’apostolo Pietro capì molto bene il comando di Gesù e si rese conto quanto fosse importante. Nella sua prima epistola, egli scrisse:

Avendo una buona condotta fra i Gentili; affinché laddove sparlano di voi come malfattori, essi, per le vostre buone opere che avranno osservate, glorifichino Iddio nel giorno ch’Egli li visiterà (1 Pietro 2:12).

Anche l’apostolo Paolo, con la sua ferma ed illuminante parola, dà forza alla definizione del Divino Maestro, quando scrisse:

Affinché siate irreprensibili e schietti, figlioli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari del mondo; tenendo alta la parola della vita (Filippesi 2:15).

Dal momento che questo comando Divino viene ricevuto dal discepolo di Gesù e tradotto nella vita pratica di ogni giorno, nello svolgimento della sua missione, egli deve insegnare al nuovo convertito che la stessa luce che vede brillare nella vita di chi gli fa sapere le parole di Gesù, si deve vedere anche nella sua esistenza. Il nuovo convertito deve essere messo di fronte alla parola del Maestro, non in una diversa alternativa, ma nella stessa posizione che il Maestro ha voluto metterlo. Così facendo e così agendo, si forma una lunga catena costituita da tante persone che mettono in pratica quello che Gesù ha ordinato di osservare. In oltre, la parola del Cristo non viene considerata solamente mezzo di espressione, ma regola di vita e di condotta.

È nella volontà del Divino Maestro che l’uomo che viene a contatto con la sua parola, assuma quella dovuta attitudine che lo rende una persona che, non solo asta quello che dice il Signore, ma che ne fa una norma di vita. In questi tempi, come nel passato, c’è una grandissima quantità di persone, che sanno abilmente ripetere le parole di Gesù, senza che per questo possano dimostrare con la loro vita, che sta vivendo l’insegnamento del loro amato Signore. L’umanità di oggi, come quella di tutti i tempi, non ha bisogno di abili teorici che sanno solo insegnare, in una maniera inequivocabile e ferma la parola del Cristo; essa vuole vedere persone che mettono in pratica, non su un piano prettamente intellettuale e teoretico, ma su quello reale. Sarà l’evidenza pratica nella vita del discepolo di Gesù, che darà più forza alla testimonianza cristiana, e la stessa parola del Cristo si potrà imporre nel modo di vivere e nella coscienza degli uomini. Appare, dunque chiaro, quanto mai sia importante che chi insegna le cose che Gesù ha ordinato d’osservare, siano essi stessi i primi ad osservarle.

2. UNA PRECISA DISPISIZIONE PER LA VITA CRISTIANA

Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la tua offerta dinanzi all’altare, e vai prima a riconciliarti tuo fratello; e poi vieni ad offrire la tua offerta (Matteo 5:23,24).

La vita cristiana non è formata di atti e manifestazioni aridi, anzi è piena di azioni esterne e di sentimenti interni, che sfociano nella vita di ogni giorno. Non sarà una cosa difficile, per un cristiano, soffocare e nascondere quello che sente, allorquando vorrà manifestare, tutti quei sentimenti di profonda religiosità nell’ambiente in cui vive e alle persone con le quali vuole condividere la vita cristiana. Questa, a dire il vero, è l’esprimersi di un rapporto individuale con Dio, attraverso le mille manifestazioni, nella consapevolezza della sua salvezza e della grazia che ha ricevuto, come segno di gratitudine a Dio.

Non c’è quindi d’aspettarsi che una persona abbia bisogno dell’assenso della partecipazione degli altri, per manifestare i suoi sentimenti religiosi, di amore e di riverenza verso Dio. Nonostante che tutto ciò si esprima in maniera spontanea e personale, da non far dipendere un simile esercizio da altri, c’è una divina norma, alla quale, ogni cristiano dovrà pensare e regolare nella propria vita. Anche se abbiamo affermato che la vita cristiana è un rapporto individuale con Dio, la relazione che intercorre tra chi si presenta a Dio, nell’esercizio della sua devozione, e chi rimane all’esterno di questa manifestazione religiosa, è talmente evidente ed importante, da condizionare ogni buon fine. Per evitare che ci sia sbandamento, e addirittura nullità nella vita cristiana, Gesù insegna delle precise cose da osservare, perché tutta l’esistenza cristiana ne tragga il maggior profitto, senza rischio di incorrere in un’incoerenza, tra la manifestazione del semplice sentimento e l’azione pratica nella vita associata.

Il fatto che il testo parli di un ricordo che potrebbe sorgere in chi sta presentando la propria offerta, riguardo a quello che il fratello ha contro di lui, è un chiaro avvertimento ed un serio ammonimento a rimediare a quell’inconveniente. Gesù non insegna che si possa offrire la propria offerta a Dio, ignorando quello che c’è stato nel passato con un fratello. Il volere ignorare una simile cosa significa non tener conto della norma divina. Se uno, nell’esercizio della sua vita cristiana, vorrà alzare le sue mani a Dio, dovrà fare attenzione che non ci sia ira e disputa (1 Timoteo 2:8). Che possa verificarsi qualche cosa di spiacevole tra un fratello e l’altro, è cosa scontata nel nostro testo, ma non è in questo che consiste il perio o sul quale Gesù fa esplicito richiamo, bensì sull’attitudine che si assume nell’offrire l’offerta a Dio. Gesù nel proclamare la norma che riguarda la vita cristiana, dà un preciso ordine:

Si continuerà il prossimo giorno...
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:00. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com