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Domenico34 – Gedeone... Un conduttore scelto da Dio – Capitolo 3. GEDEONE CON I TRECENTO UOMINI

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2011 00:17
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11/06/2011 00:06


Capitolo 3




GEDEONE CON I TRECENTO UOMINI




Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti quanti delle trombe e delle brocche vuote con delle fiaccole nelle brocche;
e disse loro: «Guardate me e fate come farò io; quando sarò giunto all’estremità dell’accampamento, come farò io, così farete voi;
e quando io con tutti quelli che sono con me sonerò la tromba, anche voi sonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e direte: "Per il SIGNORE e per Gedeone!"»
Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, al principio del cambio di mezzanotte, quando si era appena dato il cambio alle sentinelle. Sonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano.
Allora le tre schiere sonarono le trombe e spezzarono le brocche; con la sinistra presero le fiaccole e con la destra le trombe per sonare, e si misero a gridare: «La spada per il SIGNORE e per Gedeone!»
Ognuno di loro rimase al suo posto, intorno all’accampamento; e tutti quelli dell’accampamento si misero a correre, a gridare, a fuggire.
Mentre quelli sonavano le trecento trombe, il SIGNORE fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno per tutto l’accampamento. L’esercito madianita fuggì fino a Bet-Sitta, verso Serera, fino al limite d’Abel-Meola, presso Tabbat
(Giudici 7:16-22).

Dio aveva promesso a Gedeone che, «mediante questi trecento uomini che hanno leccato l’acqua io vi libererò e metterò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua» (Giudici 7:7).

Dio era stato perentorio con Gedeone imponendogli di far rimanere solamente trecento dei trentaduemila uomini che inizialmente si erano arruolati a lui per combattere contro i Madianiti, mentre tutti gli altri dovevano ritornare a casa.

Anche se il testo biblico non specifica che fu Dio a suggerire la strategia di Gedeone per affrontare i Madianiti, lo Spirito del Signore che lo aveva rivestito, senza dubbio, lo avrà spinto in tal senso.

I trecento uomini che si trovavano con Gedeone furono divisi in tre gruppi di cento e ad ognuno venne consegnata una tromba, una brocca vuota con delle fiaccole dentro. Vennero dislocate in tre punti dell’accampamento dei Madianiti con un preciso ordine per tutti:

1) stare fermi nel luogo in cui si trovavano;
2) osservare Gedeone;
3) imitarlo.

Come si può notare, gli ordini erano molto precisi e facili da eseguire. Tutta la scena si svolse di notte, al cambio di mezzanotte che, secondo il nostro orario, avveniva dalle 22.00 alle 24.00.

L’ordine delle operazioni

1) Stare fermi

Tutti i componenti delle tre schiere dovevano rimanere fermi nei luoghi in cui erano stati dislocati: a nessuno era permesso spostarsi. Un simile ordine richiedeva pazienza e fiducia nei confronti del loro capo ed era alquanto insolito per chi si appresta ad affrontare una battaglia con l’obiettivo di non farsi sorprendere.

In vista del confronto (non ipotetico) ogni combattente doveva tenere gli occhi aperti su ogni mossa del nemico. Era umanamente da pazzi rimanere fermi e sperare nella possibilità di successo. Si sa però che non sempre le cose di Dio seguono la logica umana. Chi però è in grado di apprendere ciò che sa fare il Signore (e in questo c’è tutto da guadagnare e niente da perdere) sa che il migliore sentiero da calcare è quello di credere in Lui e attenersi alla Sua Parola.

Per Gedeone, il quale dipendeva completamente dal suo Signore e non dagli altri uomini, era molto importante credere nella predizione di vittoria rivelatagli da Dio. In pratica, il ragionamento che faceva Gedeone era pressappoco questo: visto che non saremo io e i miei trecento uomini a combattere contro i Madianiti e gli Amalechiti, bensì il mio Signore, mi conviene stare fermo ed assistere con ammirazione alla strategia che Dio mi ha riservato. Una simile persuasione logicamente richiedeva una profonda fiducia che riuscì a trasmettere anche ai suoi uomini.

2) Osservare Gedeone

Anche se a quell’ora gli uomini di Gedeone erano molto esposti al sonno, dovevano farsi forti e rimanere svegli per continuare a guardare il loro capo. Il momento era decisivo, quindi non potevano distrarsi.

Inoltre, Gedeone non aveva dato ai suoi uomini alcun termine, circostanza non da poco considerando che dovevano rimanere non soltanto svegli ma anche fermi e in silenzio.

Le posizioni scomode, si sa, non fanno piacere a nessuno, ma nessun beneficio si potrà ricavare smettendo di guardare a Gesù, autore e compitore della nostra fede (Ebrei 12:2). Se nelle notti delle prove e delle avversità sapremo tenere i nostri occhi fissi su Gesù, da Lui riceveremo ispirazione e forza per continuare il nostro cammino e portare a compimento la missione assegnataci.

3) Imitare Gedeone

Tutti i trecento uomini dovevano rimanere fermi ai loro posti, guardare il loro capo e infine, imitarlo in tutto ciò che egli avrebbe fatto. Le tre schiere, appostate ognuna al proprio posto, avevano ricevuto il medesimo ordine; non c’era alcuna differenza tra chi si trovava vicino a Gedeone e chi ne era lontano. Nessuno dei trecento in quella notte era autorizzato a comportarsi in maniera diversa.

Le trombe in mano ai trecento dovevano suonare solamente dopo l’ordine di Gedeone. Se qualcuno dei trecento avesse suonato la sua tromba prima del tempo avrebbe fatto più male che bene. Tutto doveva svolgersi secondo il volere del capo. In quel modo, in quella notte particolare, i Madianiti e gli Amalechiti non avrebbero sentito il suono di una singola tromba, bensì di ben 301 tutte insieme.

Suonare all’unisono le trombe non era solo un modo per spaventare i nemici d’Israele: era più di questo. Era più un simbolo di ubbidienza, compattezza e armonia nell’eseguire un ordine ricevuto. Il suono di tutte le trombe e non di una singola poteva provocare confusione tra Madianiti e Amalechiti.

In ogni popolo c’è stata sempre, come sempre ci sarà, la tendenza a far emergere la singola persona, l’eroe. Anche se nel popolo di Dio questa strana tendenza non è del tutto assente, tuttavia l’opera del Signore non è il risultato del lavoro e dell’impegno del singolo, ma di tutti insieme.

Il grande mandato di predicare il vangelo in tutto il mondo ad ogni creatura (Marco 16:15) non fu affidato al singolo apostolo e discepolo di Gesù Cristo, ma a tutti gli apostoli e i suoi seguaci. Il singolo predicatore che si ritiene, non importa come, capace di agire da solo, senza considerare gli altri, produce solo danno alla collettività. Non è così, infatti, che Dio opera!

Si continuerà il prossimo giorno...
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La scelta compiuta dal Signore per certe persone e l’opera di ministero che Egli affida non costituisce un modo di concentrare su di una persona il potere. Chi viene scelto da Dio è chiamato a svolgere una missione insieme al suo popolo.

Gedeone fu un uomo scelto da Dio per salvare Israele dai Madianiti. Questa scelta non è stata suggerita a Dio da qualcuno, come spesso succede per gli uomini. Tuttavia Gedeone agì assieme ai trecento che Dio stesso aveva selezionato. I suoi singoli movimenti erano fatti per essere imitati dagli altri, tant’è che quella notte i Madianiti e gli Amalechiti non sentirono il suono di una singola tromba, ma di ben 301 tutte insieme (pur ignorando quale fosse il loro numero esatto).

Tutti i trecento uomini avevano ricevuto una brocca vuota da rompere al suo segnale. Lo scopo era di produrre un rumore assordante da accompagnare a quello delle trombe. Ognuno doveva avere nella mano sinistra la fiaccola e nella destra la tromba (Giudici 7:20). Quella piccola fiaccola inizialmente messa dentro la brocca vuota doveva risplendere in quella notte. Questo non si sarebbe verificato se il vaso non si fosse rotto.

Un vaso, anche se di esiguo valore, è sempre il frutto di ore di lavoro di un artigiano alla ruota. Certi vasi infatti subito dopo la lavorazione possono rompersi o, mentre ancora vengono plasmati nell’argilla, possono guastarsi: Geremia 18:3-4 è un classico esempio.

Secondo quanto afferma la Parola di Dio, noi, esseri umani, siamo l’argilla e Dio è il gran vasaio che la lavora (Isaia 64:8). L’opera che Dio compie nella nostra vita è il risultato della Sua gran pazienza. È infatti la pazienza di Dio, insieme alla Sua bontà, che induce l’uomo al ravvedimento (Romani 2:4). Tuttavia non sempre l’uomo fa tesoro della bontà e della pazienza divina; spesso si ribella e sfugge alle mani di Dio che lo vuole formare ad immagine di Suo Figlio Gesù Cristo (Romani 8:29).

Infine, per usare la metafora di Paolo, i credenti sono come vasi di terra che contengono il tesoro della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo (2 Corinzi 4:6-7).

Come si è detto, le fiaccole che si trovavano nelle brocche degli uomini di Gedeone non avrebbero potuto risplendere in quella notte se i vasi che li contenevano non fossero stati spezzati. Un vaso quindi che perde il suo valore quando si rompe ma che nel contempo favorisce alla luce che vi si trova dentro di risplendere nella notte della vita.

Allo stesso modo, la fiaccola della luce divina potrà risplendere se moriamo dopo aver vissuto per Dio. Non a caso l’apostolo Paolo scrisse di se stesso: Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me (Galati 2:20).

In ultimo, tutte le operazioni si dovevano concludere urlando: La spada per il Signore e per Gedeone! (Giudici 7:20). In sostanza gli uomini di Gedeone suonano una tromba, spezzano una brocca, tengono in mano una fiaccola e gridano. Ci si potrebbe chiedere, che valore ha la voce umana? Ciò che Dio ordina di fare, ha sempre il suo valore. Per lo scettico potrebbe sembrare assurdo, illogico e irrazionale, ma per chi ha fede e crede nella Parola di Dio ogni cosa è possibile (Marco 9:23; Luca 1:37).

Il classico esempio che possiamo citare è il crollo delle mura di Gerico. Si sa, infatti, che Gerico era considerata inespugnabile per l’uomo: secondo l’opinione comune non esisteva potenza militare in grado di farla crollare. Se invece accadde, non fu solamente perché il popolo d’Israele fece il giro della città sette volte per sette giorni consecutivi e alla settima giornata fece sette giri, ma anche perché al settimo giorno e al settimo giro, il popolo cominciò a gridare. Duranti i sette giorni in cui Israele girava intorno alla città di Gerico, si sentiva solo il suono delle trombe dei sacerdoti, e nessuno del popolo, doveva far sentire la sua voce. Al settimo giro del settimo giorno, su comando di Giosuè tutti dovevano gridare per far crollare le mura di Gerico. L’ordine di Giosuè era in realtà l’ordine di Dio (Giosuè 6:1-20).

Lo scompiglio tra i Madianiti, tale da indurli a fuggire o uccidersi a vicenda con le loro stesse spade, fu seminato mentre gli uomini di Gedeone, restando fermi ai loro posti, suonavano le trombe, tenevano le fiaccole in mano e gridavano: La spada per il Signore e per Gedeone!

Le vittorie, nel campo spirituale, non si ottengono con la forza umana. Poiché è scritto: Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio, dice il SIGNORE degli eserciti (Zaccaria 4:6). L’ubbidienza a Dio, sia da parte del conduttore che del popolo, sarà determinante ai fini di come Dio porterà a compimento quello che Egli promette.

Il popolo di Dio, se vuole che la Sua mano si distenda in loro favore, liberandoli dai loro nemici e salvandoli dalle varie forme di tirannia umana, deve impegnarsi a prestare attenzione a quello che Dio ordina nella Sua Parola. Il detto della Scrittura, rimane valido per tutte le circostanze e per ogni tipo di prova:

«Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’obbidienza alla sua voce? No, l’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni (1 Samuele 15:22).

Se i cristiani in modo particolare, senza escludere i capi, sapessero valutare l’importanza di una piena ubbidienza al Signore e alla Sua Parola, invece di perdere il loro tempo in aride discussioni e polemiche di ogni genere, potrebbero vedere le tante liberazioni prodotte dall’Iddio Onnipotente. Se il Signore ti ha scelto per essere un capo e ti ha affidato una missione particolare, impegnati ad attenerti a quello che ti è stato affidato. Porta a compimento il lavoro che il Signore ti ha assegnato. Non pensare di entrare in un campo altrui; svolgi la tua attività con umiltà e senso di responsabilità, se vuoi che Dio dica di te: sei stato un fedele mio servitore.

Invece, se Dio ti ha scelto per essere semplicemente accanto a coloro ai quali Dio ha affidato una missione particolare, assolvi il tuo compito nel rispetto e nella sottomissione. Sii sempre pronto ad ubbidire, anche per quelle cose che non riesci a comprendere, sebbene per te non aderiscano alla logica umana. La vera ubbidienza non consiste nel sapere perché devi fare certe cose, ma nell’accettare la volontà di Dio per la tua vita.
In conclusione, le vittorie che il Signore concederà, non saranno ascritte al solo buon lavoro che un capo o un conduttore ha saputo svolgere, ma includeranno anche le tue attività, la cooperazione che avrai offerto con ubbidienza e sottomissione.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura
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