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Domenico34 – Alcuni imperativi della Bibbia – Capitolo 8. Il comandamento di amare il Signore

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2011 00:26
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05/03/2011 02:33


Capitolo 8




IL COMANDAMENTO DI AMARE IL SIGNORE




Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze (Deuteronomio 6:5).
E ora, Israele, che cosa chiede da te il SIGNORE, il tuo Dio, sennonché tu tema il SIGNORE, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua (Deuteronomio 10:12).
Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua (Maro 12:30).

Questi tre passaggi della Scrittura che abbiamo riportato, illustrano chiaramente il volere di Dio per l’uomo e il dovere dell’essere umano nei confronti del Signore.

I MOTIVI DEL VOLERE DIVINO

Quello che dicono gli scritti dell’A. T.

Il riferimento del Deuteronomio, è senza dubbio indirizzato ad Israele. A questo punto si potrebbe chiedere: perché Dio da questo popolo vuole essere amato? Prima di ogni cosa perché è il Suo popolo; poi perché Israele, non è uno dei tanti popoli della terra: è, infatti, la nazione che Dio si è scelto fra le tante della terra. Infine, perché Israele, per Dio, è come una fidanzata e una sposa.

«Va’, e grida alle orecchie di Gerusalemme, "Così dice il SIGNORE: io mi ricordo dell’affetto che avevi per me quand’eri giovane, del tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata (Geremia 2:2).
Così parla il SIGNORE: «Dov’è la lettera di divorzio di vostra madre con cui io l’ho ripudiata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho venduti? Ecco, per le vostre colpe siete stati venduti, per i vostri misfatti vostra madre è stata ripudiata (Isaia 50:1).
Davide, ai suoi giorni, così si esprimeva:
Davide, servo del SIGNORE, il quale rivolse al SIGNORE le parole di questo cantico, quando il SIGNORE lo liberò dalla mano di Saul. Egli disse: «Io ti amo, o SIGNORE, mia forza!
(Salmo 18:1).

In un altro Salmo viene messo in risalto il sentimento di gratitudine, con la seguente espressione:
Io amo il SIGNORE perché ha udito la mia voce e le mie suppliche (Salmo 116:1).

Quello che dicono gli scritti del N.T.

L’apostolo Giovanni scriveva: Noi amiamo perché egli (Dio) ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19).

Gesù, nel suo insegnamento affermava:
Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma appartiene al Padre che mi ha mandato
(Giovanni 14:21,24).
Dai testi citati, si può riassumere l’argomento, come segue:

1) Per una fidanzata, rientra nella logica amare il proprio fidanzato, se quest'amore dovesse venir meno in uno dei due, il fidanzamento si potrebbe rompere facilmente, perché verrebbe a mancare l’elemento essenziale che unisce i due. Nel nostro caso non è stato l’amore di Dio che è venuto meno, ma quello d’Israele, come fidanzata. Siccome Dio non vuole la rottura, esorta la fidanzata a continuare a manifestargli l’amore che gli palesava quando lo seguiva nel deserto, in una terra non seminata.

2) Lo stesso discorso si può fare per la vita di due sposi. È l’amore che porta due persone all’unione matrimoniale; quando questo viene meno, lo stesso vincolo matrimoniale potrebbe dissolversi facilmente. Nel nostro caso non è stato l’amore di Dio che è venuto meno, ma quello d’Israele, come sposa. L’infedeltà non l’ha dimostrata Dio, ma Israele, lasciando il suo Dio e seguendo gli stranieri. Se il Signore Gli ha dato la lettera di divorzio e l’ha ripudiata, è stato essenzialmente, non perché Dio ha cessato di amarla, ma perché Israele (la sposa) si è sviata dal suo sposo-Dio e si è innamorata con altri.

La richiesta che Dio fa ad Israele di amarlo, rientra nella logica delle cose, perché il legame del “fidanzamento” prima e il vincolo del “matrimonio”poi, possono continuare, visto che non è nell’intenzione di Dio, mandare tutto a monte. La rottura fra Dio e l’uomo, non avviene mai per iniziativa di Lui, ma sempre per idea e volontà dell’essere umano. In altre parole, non è mai Dio che rompe i “vincoli”, ma è sempre l’uomo che, non curandosi della sua fedeltà al suo Signore, si comporta in modo sleale, facendogli mancare il suo amore.

3) Se Davide dichiarava apertamente che amava il Signore, il suo Dio, era perché riconosceva che il suo Dio era la sua forza, la sua rocca, la sua fortezza, il suo liberatore, la sua rupe in cui si rifugiava, il suo scudo, il suo potente Salvatore, il suo alto ricetto. Queste sue affermazioni rappresentavano la prova più limpida e più significativa perché egli amava il suo Signore.

Mettere in risalto le caratteristiche di Dio, per l’uomo che lo ama, significa ammettere senza vergogna e titubanza, quello che Egli è per chi si affeziona a Lui. Infine, è impossibile per chi dichiara di amare Dio, che non sappia riconoscere pubblicamente quello che il Signore è per lui. Questo vale per chiunque!

4) Specificare che si ama il Signore, perché Lui ascolta la voce di chi Gli parla e lo supplica, significa mettere in risalto il fatto che Dio non è indifferente e disinteressato verso chi si rivolge a Lui, anzi è molto attento verso chi lo invoca, mostrandosi sempre disponibile. È in questo senso che deve essere interpretato il detto della Scrittura: Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà (Salmo 46:1).

Per una persona che ha esperimentato nella sua vita la fedeltà e la bontà del Signore, non solo lo può additare ad altri, ma non mancherà di manifestargli il suo amore. Le persone che veramente amano il Signore, hanno la certezza, non solo che nelle loro distrette hanno uno che ascolta, ma sanno anche che si prenderà cura dei loro bisogni, intervenendo in loro favore.

5) Amare Dio con la consapevolezza che Egli ci ha amati per primo, cioè prima che noi lo avessimo amato, o che avessimo fatto qualcosa per Lui, è la migliore testimonianza che si può rendere della bontà del Signore. Quando poi si tiene presente, l’affermazione di Paolo:

Dio... mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8),
si può maggiormente capire l’iniziativa di Dio nel manifestarci il suo grande amore, mentre eravamo nemici, morti nelle colpe e nei peccati; essendo per natura figli d’ira (Romani 5:10; Efesini 2:1,3).

6) Le affermazioni di Gesù: Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama.
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola.
Chi non mi ama non osserva le mie parole
(Giovanni 14:21,23-24);
rappresentano il vero banco di prova, sia per quanto riguarda la persona di Gesù e sia per Dio Padre. Questo, non è vero solamente per i cristiani, è vero anche per gli Ebrei e per chiunque.

Si continuerà il prossimo giorno...
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06/03/2011 00:26

L’amore per Dio e per Gesù Cristo, non è solamente sentimento di affetto, di stima, di apprezzamento, è anche dimostrazione di osservare quello che loro hanno comandato di osservare. Non si tratta quindi di pensare che certe cose siano per i tempi e per le persone dell’antichità, si tratta invece di riconoscerle per i nostri tempi.

Nessuno che veramente ama il Signore, vivrà la sua vita in maniera diversa con quanto è detto nella Parola di Dio, o che dirà: questo comandamento non è per me; questa parola non mi riguarda. Anzi, sarà lieto di condurre la propria esistenza in conformità al volere del Signore, senza usare forme di giustificazioni, come per esempio: quello che faccio, è in obbedienza con quanto mi è stato imposto dai capi della mia chiesa, o secondo un’usanza tradizionale tramandata da padre a figlio; proclamerà invece, con franchezza e senza vergogna, sto vivendo la mia vita di tutti i giorni, sia in privato che in pubblico, secondo quello che Dio comanda nella Sua Parola.

Gesù, inoltre afferma che chi lo ama, sarà amato dal Padre suo, lui lo amerà e si manifesterà in quel tale. Infine, Lui e il Padre, dimoreranno presso di lui (Giovanni 14:21,23).

Il gran comandamento

Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti?»
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore:
Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua
(Marco 12:28-30).

Nella risposta che Gesù diede alla domanda dello scriba, che voleva sapere quale fosse il più importante dei comandamenti, Egli citò due passaggi del Deuteronomio, precisamente 5:4, per ciò che riguarda la frase, Ascolta, Israele, il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore; e, 10:12 per ciò che concerne amare Dio. Lo scriba chiedeva, il più importante dei comandamenti, facendo ben capire che per lui, ci doveva essere uno di tutti i comandamenti che poteva essere qualificato come il più importante, mentre per Gesù c’erano due comandamenti che potevano essere definiti maggiori: il primo che parlava di amare Dio e il secondo di amare il prossimo.

Davanti alla precisazione che fece Gesù, (che forse lo scriba non si aspettava una risposta in quel modo), il religioso, considerando obbiettivamente le parole del Maestro, riconobbe la giustezza dell’affermazione di Gesù:

«Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro;
e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici»
(vv. 32-33).

Da parte sua Gesù, che era molto attento a quello che diceva lo scriba, riconobbe subito che aveva parlato con intelligenza, perciò si affrettò ad annunciargli che non era lontano dal regno di Dio (v. 34).

Se si considerano le parole del gran comandamento, si sa che quelle parole non figurano nell’elenco dei “Dieci Comandamenti”, come generalmente li chiamiamo. Nonostante ciò, la forma verbale delle parole: Ama dunque il Signor Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua, è imperativa, cioè è un comandamento da osservare, senza nessuna differenza per ciò che riguarda il valore e l’importanza, rispetto ai Dieci Comandamenti, che Dio proclamò sul monte Sinai.

Come Dio vuole essere amato

La bellezza del gran comandamento sta nel fatto che ci rivela come Dio vuole essere amato. Questo significa che non tutte le forme di amare sono gradite al Signore. C’è una sola maniera che rientra nel gradimento di Dio: quella del gran comandamento. In questa forma, vengono chiamate in causa: il cuore, l’anima, la mente e la forza dell’uomo, secondo quanto riferiscono (Matteo 22:37 e Marco 12:30). Il Deuteronomio, invece, nomina solamente il cuore e l’anima. Perché Gesù nel citare (Deuteronomio 10:12), aggiunge la mente e la forza dell’uomo? È superflua questa sua aggiunta o ha la sua importanza? Perché il gran comandamento è articolato e definito in questo modo? Meditiamo per comprendere!

La prima cosa che va messa in risalto, è che Dio vuole essere amato con il tuo cuore; con l’anima tua; con la tua mente e con la tua forza. Che significato ha questa precisazione? Noi non possiamo amare Dio con il cuore di un’altro; deve essere il nostro cuore, cioè dobbiamo essere “noi” ad amarlo. Deve essere pure la nostra anima, la nostra mente, la nostra forza, e non l’anima, la mente e la forza di un’altro.

In secondo luogo, Dio esige di essere amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la forza; significando che Egli non si accontenta delle “mezze misure”. In altre parole, il cuore, l’anima, la mente e la forza, devono essere interamente convogliati per amare Dio. Non si possono dividere a metà, il cuore, l’anima, la mente e la forza, una parte dedicarla per amare Dio e l’altra parte per amare il mondo, per esempio. Se una persona amasse Dio in questo modo, un simile amore non sarebbe gradito, per il semplice motivo che il Signore vuole “tutto” o niente.

Ecco, perché si legge nella Scrittura: Figlio mio, dammi il tuo cuore... (Proverbi 23:26).
Tenendo poi in considerazione l’insegnamento di Gesù, secondo il quale: Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona (Matteo 6:24),

appare abbastanza chiaro che, il cuore, l’anima, la mente e la forza di una persona, non si può dividere a metà, per amare l’uno e l’altro. Ecco perché Dio vuole essere amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza. Ma che significa in definitiva amara Dio con il cuore? Amarlo veramente, non con le semplici parole, ma con i fatti e in verità (1Giovanni 3:18).

In quale misura si deve amare Dio

Tenendo presente anche un altro aspetto della verità, cioè la misura con cui si deve amare Dio, è estremamente necessario riallacciarsi a quello che Gesù affermò quando era sulla terra.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me (Matteo 10:37).

Anche se Gesù faceva esplicito riferimento a se stesso, le sue parole possono essere applicate anche a Dio Padre, visto che l’onore del Figlio, deve essere come quello del Padre e quando il Figlio non viene onorato, non lo è neanche il Padre (Giovanni 5:23). Davanti a questa specificazione che fa il vangelo, è impossibile che quando si ama Gesù, non si ami anche il Padre che lo ha mandato sulla terra.

Perché Gesù precisò che chi ama padre, madre, figlio o figlia più di Lui, non è degno di Lui? Ha voluto forse insegnare che i genitori e i figli non si devono amare? Assolutamente no! Con la Sua specificazione, Egli non ha voluto fare un semplice paragone, tra Lui e la famiglia, non importa se si tratta dei genitori o dei figli; ha invece voluto principalmente gettare le basi, per stabilire una misura di amore. Se la famiglia si ama più di Gesù, significa che Lui è considerato inferiore al padre, alla madre e ai figli; mentre se Egli è amato di più, in pratica significa che, per chi lo ama, Egli è ritenuto superiore a qualsiasi membro della famiglia umana.

Dio non può essere messo alla pari con l’uomo, quindi amarlo con la stessa misura con cui si amano i membri della famiglia. Per chi dovesse manifestargli un simile amore, esso non sarebbe certamente gradito, ma significherebbe anche valutarlo al di sotto dell’essere umano.

Ritornando alla specificazione del gran comandamento, ama il Signore con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la tua forza, è giusto chiedere: perché Dio vuole che siano impegnate queste parti specifiche nel nostro essere? Crediamo che la migliore e la più semplice risposta che si può dare, è: Dio vuole essere amato con la totalità del nostro essere, corpo, anima e spirito.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente
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