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Domenico34 – La Fede – XVI. La fede di Sansone

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2011 14:22
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07/01/2011 13:23

Capitolo 16




LA fede DI SANSONE



Ebrei 11:32, non solo antepone Gedeone a Barak, ma fa anche la stessa cosa quando parla prima di Sansone e poi di Iefte. Anche se sappiamo, secondo il libro dei Giudici, che la storia di Iefte è prima di quella di Sansone, noi parliamo prima di quest’ultimo, solamente per seguire l’ordine dello scrittore agli Ebrei. La storia di Sansone, (in Ebraico shimshon, derivato da shemesh = sole ), è narrata in quattro capitoli del libro dei Giudici, 13- 16.

Seguendo la descrizione data da questo libro della Bibbia, non solo possiamo conoscere Sansone, dal punto di vista umano, ma conoscerlo soprattutto per le sue imprese, che a giudizio dell’Epistola agli Ebrei, è tra gli uomini che agirono “per fede”.
L’esame quindi che condurremo di quest’uomo, non solo tenderà a mettere in risalto le azioni eroiche di Sansone, ma evidenzierà pure i lati oscuri della sua vita, che non hanno niente a che vedere con la fede. Se ne parliamo, è solamente perché sia le une che le altre, appartengono alla stessa persona.

1. LA NASCITA DI SANSONE

Al tempo della nascita di Sansone:

I figli d’Israele tornarono di nuovo a fare ciò che era male agli occhi dell’Eterno, e l’Eterno li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni (Giudici 13:1).
La moglie di Manoah (non sappiamo per quale motivo rimane nell’anonimato) era sterile e non aveva figli.

L’Angelo dell’Eterno apparve a questa donna, e le disse: Ecco, tu sei sterile e non hai figli, ma concepirai e partorirai un figlio.
Perciò ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante, e dal mangiare alcuna cosa impura.
Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un Nazireo a DIO dal seno di sua madre; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei
(Giudici 13:3-5).

Dopo che la notizia venne trasmessa al marito Manoah, e che lo stesso pregò l’Eterno perché “l’Angelo di Dio” ritornasse dalla moglie, l’Eterno ascoltando la preghiera di quell’uomo, diede a Manoah la possibilità di parlare con “l’Angelo dell’Eterno”. Quando poi, facendo una certa pressione chiese di voler sapere il “nome” dell’Angelo dell’Eterno, con la giustificazione:

...affinché, quando si avvereranno le tue parole, noi ti possiamo onorare, gli venne risposto: Perché mai chiedi il mio nome?
...Esso è meraviglioso
(Giudici 13:17-18).

Per la consapevolezza di aver “visto DIO”, il marito è seriamente preoccupato; pensa addirittura che assieme a sua moglie non potranno sopravvivere (Giudici 13:22). La moglie però, facendo una seria riflessione risponde:

Se l’Eterno avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l’olocausto e l’oblazione di cibo, né ci avrebbe mostrato tutte queste cose, ed ora non ci avrebbe fatto udire cose come queste (Giudici 13:23).

Il racconto della nascita di Sansone si conclude nel dirci:

...Il bambino crebbe, e l’Eterno lo benedisse.
Lo Spirito dell’Eterno cominciò a muoversi su di lui al campo di Dan, fra Tsorah e Eshtaol
(Giudici 13:24-25).

2. GLI ATTI EROICI DI SANSONE

La frase: Lo Spirito dell’Eterno venne su da lui con potenza, è ripetuta tre volte, nei capitoli quattordici e quindici, capitoli che parlano chiaramente delle azioni eroiche di Sansone. Naturalmente, in quest’arco di tempo della vita di quest’uomo, ci sono lati oscuri, principalmente per ciò che riguarda il suo matrimonio con una donna filistea. Gli stessi genitori, quando si sentono dire dal loro figlio:

Ho veduto a Timnah una donna tra le figlie dei Filistei; or dunque prendetemela per moglie (Giudici 14:2).

Non approvando quello che il figlio proponeva loro e soprattutto non riuscendo a spiegarsi perché Sansone volesse agire in quel modo, dissero:

Non vi è forse alcuna donna tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo, perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi? (Giudici 14:3).

Questo ci spiega, non solamente che i genitori non approvano quello che Sansone vuole fare, circa il suo matrimonio con una donna filistea, ma soprattutto ci dimostra il loro attaccamento alla legge del Signore, che proibiva severamente di dare in matrimonio i figli agli stranieri (Deuteronomio 7:3).
Nonostante che tutto ciò fosse chiaro nella mente dei genitori di Sansone, dato che il loro figlio aveva una certa età (non sappiamo esattamente quanti anni aveva Sansone a quel tempo), lasciarono che il matrimonio andasse a buon fine. A questo punto, lo scrittore sacro precisa:

Or suo padre e sua madre non sapevano che questo veniva dall’Eterno, e che Sansone cercava un’occasione contro i Filistei. In quel tempo i Filistei dominavano Israele (Giudici 14:4).

I genitori sapevano una cosa: Sansone era nato per un particolare intervento di Dio, e prima della sua nascita, l’Angelo dell’Eterno aveva chiaramente detto:
egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei (Giudici 13:5).
Da un punto di vista dell’insegnamento della Bibbia, i genitori che si oppongono al matrimonio dei loro figli con quelli che non sono “nel Signore”, per usare un’espressione paolina (1 Corinzi 7:39), non hanno tutti i torti, specie se si vuole rimanere fedeli al Signore e alla Sua Parola.
Ma davanti a certe situazioni, e soprattutto quando non c’è tanta chiarezza, conviene rimettere le cose nelle mani del Signore, il quale sa ben guidare e portare avanti le cose.

3. I TRE CASI IN CUI È DETTO: “LO SPIRITO DELL’ETERNO VENNE SU DI LUI CON POTENZA”

a) Sansone con i suoi genitori, stava andando a Timnah, luogo dove abitava la sua futura sposa, e prima che arrivassero: Ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo (Giudici 14:5). Il termine “leoncello”, ci dà l’idea che l’animale non era tanto grande come età, ma era sempre un “leone”, vale a dire, un animale molto feroce che poteva divorare una qualsiasi persona.

«Ai tempi dell’Antico Testamento i leoni erano comuni in Palestina, specialmente nella “ giungla “ del Giordano ma anche in altre parti del paese». [H.H. Bruce, Commentario Biblico I, pag. 330]

Il fatto che questo leoncello ruggiva, denota che la bestia era affamata ed aveva bisogno di mangiare. Questo è confermato da quello che dice la Scrittura:

I leoncelli ruggiscono in cerca di preda e chiedono a Dio il loro pasto (Salmo 104:21).
Rugge forse il leone nella foresta, se non ha una preda? Alzerà il leoncello la sua voce dalla sua tana, se non ha preso nulla? (Amos 3: 4).

Si continuerà il prossimo giorno...
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