È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Ragionando...

Domenico34 – La Fede – XVI. La fede di Sansone

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Domenico34
    Post: 1.112
    Età: 90
    Sesso: Maschile
    00 07/01/2011 13:23
    Capitolo 16




    LA fede DI SANSONE



    Ebrei 11:32, non solo antepone Gedeone a Barak, ma fa anche la stessa cosa quando parla prima di Sansone e poi di Iefte. Anche se sappiamo, secondo il libro dei Giudici, che la storia di Iefte è prima di quella di Sansone, noi parliamo prima di quest’ultimo, solamente per seguire l’ordine dello scrittore agli Ebrei. La storia di Sansone, (in Ebraico shimshon, derivato da shemesh = sole ), è narrata in quattro capitoli del libro dei Giudici, 13- 16.

    Seguendo la descrizione data da questo libro della Bibbia, non solo possiamo conoscere Sansone, dal punto di vista umano, ma conoscerlo soprattutto per le sue imprese, che a giudizio dell’Epistola agli Ebrei, è tra gli uomini che agirono “per fede”.
    L’esame quindi che condurremo di quest’uomo, non solo tenderà a mettere in risalto le azioni eroiche di Sansone, ma evidenzierà pure i lati oscuri della sua vita, che non hanno niente a che vedere con la fede. Se ne parliamo, è solamente perché sia le une che le altre, appartengono alla stessa persona.

    1. LA NASCITA DI SANSONE

    Al tempo della nascita di Sansone:

    I figli d’Israele tornarono di nuovo a fare ciò che era male agli occhi dell’Eterno, e l’Eterno li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni (Giudici 13:1).
    La moglie di Manoah (non sappiamo per quale motivo rimane nell’anonimato) era sterile e non aveva figli.

    L’Angelo dell’Eterno apparve a questa donna, e le disse: Ecco, tu sei sterile e non hai figli, ma concepirai e partorirai un figlio.
    Perciò ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante, e dal mangiare alcuna cosa impura.
    Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un Nazireo a DIO dal seno di sua madre; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei
    (Giudici 13:3-5).

    Dopo che la notizia venne trasmessa al marito Manoah, e che lo stesso pregò l’Eterno perché “l’Angelo di Dio” ritornasse dalla moglie, l’Eterno ascoltando la preghiera di quell’uomo, diede a Manoah la possibilità di parlare con “l’Angelo dell’Eterno”. Quando poi, facendo una certa pressione chiese di voler sapere il “nome” dell’Angelo dell’Eterno, con la giustificazione:

    ...affinché, quando si avvereranno le tue parole, noi ti possiamo onorare, gli venne risposto: Perché mai chiedi il mio nome?
    ...Esso è meraviglioso
    (Giudici 13:17-18).

    Per la consapevolezza di aver “visto DIO”, il marito è seriamente preoccupato; pensa addirittura che assieme a sua moglie non potranno sopravvivere (Giudici 13:22). La moglie però, facendo una seria riflessione risponde:

    Se l’Eterno avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l’olocausto e l’oblazione di cibo, né ci avrebbe mostrato tutte queste cose, ed ora non ci avrebbe fatto udire cose come queste (Giudici 13:23).

    Il racconto della nascita di Sansone si conclude nel dirci:

    ...Il bambino crebbe, e l’Eterno lo benedisse.
    Lo Spirito dell’Eterno cominciò a muoversi su di lui al campo di Dan, fra Tsorah e Eshtaol
    (Giudici 13:24-25).

    2. GLI ATTI EROICI DI SANSONE

    La frase: Lo Spirito dell’Eterno venne su da lui con potenza, è ripetuta tre volte, nei capitoli quattordici e quindici, capitoli che parlano chiaramente delle azioni eroiche di Sansone. Naturalmente, in quest’arco di tempo della vita di quest’uomo, ci sono lati oscuri, principalmente per ciò che riguarda il suo matrimonio con una donna filistea. Gli stessi genitori, quando si sentono dire dal loro figlio:

    Ho veduto a Timnah una donna tra le figlie dei Filistei; or dunque prendetemela per moglie (Giudici 14:2).

    Non approvando quello che il figlio proponeva loro e soprattutto non riuscendo a spiegarsi perché Sansone volesse agire in quel modo, dissero:

    Non vi è forse alcuna donna tra le figlie dei tuoi fratelli in tutto il nostro popolo, perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei incirconcisi? (Giudici 14:3).

    Questo ci spiega, non solamente che i genitori non approvano quello che Sansone vuole fare, circa il suo matrimonio con una donna filistea, ma soprattutto ci dimostra il loro attaccamento alla legge del Signore, che proibiva severamente di dare in matrimonio i figli agli stranieri (Deuteronomio 7:3).
    Nonostante che tutto ciò fosse chiaro nella mente dei genitori di Sansone, dato che il loro figlio aveva una certa età (non sappiamo esattamente quanti anni aveva Sansone a quel tempo), lasciarono che il matrimonio andasse a buon fine. A questo punto, lo scrittore sacro precisa:

    Or suo padre e sua madre non sapevano che questo veniva dall’Eterno, e che Sansone cercava un’occasione contro i Filistei. In quel tempo i Filistei dominavano Israele (Giudici 14:4).

    I genitori sapevano una cosa: Sansone era nato per un particolare intervento di Dio, e prima della sua nascita, l’Angelo dell’Eterno aveva chiaramente detto:
    egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei (Giudici 13:5).
    Da un punto di vista dell’insegnamento della Bibbia, i genitori che si oppongono al matrimonio dei loro figli con quelli che non sono “nel Signore”, per usare un’espressione paolina (1 Corinzi 7:39), non hanno tutti i torti, specie se si vuole rimanere fedeli al Signore e alla Sua Parola.
    Ma davanti a certe situazioni, e soprattutto quando non c’è tanta chiarezza, conviene rimettere le cose nelle mani del Signore, il quale sa ben guidare e portare avanti le cose.

    3. I TRE CASI IN CUI È DETTO: “LO SPIRITO DELL’ETERNO VENNE SU DI LUI CON POTENZA”

    a) Sansone con i suoi genitori, stava andando a Timnah, luogo dove abitava la sua futura sposa, e prima che arrivassero: Ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo (Giudici 14:5). Il termine “leoncello”, ci dà l’idea che l’animale non era tanto grande come età, ma era sempre un “leone”, vale a dire, un animale molto feroce che poteva divorare una qualsiasi persona.

    «Ai tempi dell’Antico Testamento i leoni erano comuni in Palestina, specialmente nella “ giungla “ del Giordano ma anche in altre parti del paese». [H.H. Bruce, Commentario Biblico I, pag. 330]

    Il fatto che questo leoncello ruggiva, denota che la bestia era affamata ed aveva bisogno di mangiare. Questo è confermato da quello che dice la Scrittura:

    I leoncelli ruggiscono in cerca di preda e chiedono a Dio il loro pasto (Salmo 104:21).
    Rugge forse il leone nella foresta, se non ha una preda? Alzerà il leoncello la sua voce dalla sua tana, se non ha preso nulla? (Amos 3: 4).

    Si continuerà il prossimo giorno...
  • OFFLINE
    Domenico34
    Post: 1.112
    Età: 90
    Sesso: Maschile
    00 08/01/2011 14:22
    Come si poteva benissimo notare, la vita di questi tre viaggiatori, era seriamente minacciata e specialmente quella di Sansone, l’uomo che Dio aveva scelto per portare liberazione ad Israele.
    L’uccisione di quel leoncello, per opera di Sansone, avrebbe rappresentato una seria minaccia al piano divino. Di conseguenza, se Dio non fosse intervenuto, non ci sarebbe andata di mezzo solamente la persona di Sansone; sarebbero stati addirittura i piani divini che avrebbero naufragato.

    Ecco perché “lo Spirito dell’Eterno venne su da lui con potenza”, non solo per rendere Sansone, abbastanza forte, da aggredire il leone e squarciarlo, come uno squarcerebbe un capretto, senza avere niente in mano, ma soprattutto per salvaguardare i piani di Dio. Dio ha sempre difeso i Suoi piani e anche gli uomini che ha scelto; e, secondo un preciso principio divino, chiaramente indicato nelle seguenti parole:

    Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito (Giobbe 42:2),

    il diavolo con tutte le sue forze infernali, non potrà mai prevalere. Più tardi l’apostolo Pietro scriverà:

    Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
    Resistetegli, stando fermi nella fede, sapendo che le stesse sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo
    (1 Pietro 5:8-9).

    b) In occasione del matrimonio di Sansone, (sembra che non si sia trattato di un matrimonio ordinario, perché allora la sposa sarebbe dovuta andare a vivere con Sansone, ma piuttosto di un’unione per cui la sposa rimaneva con la sua famiglia, ricevendo di tanto in tanto visite dal marito ed eventuali figli appartenevano alla famiglia della madre), questi propose un indovinello, con una promessa di dare trenta tuniche e trenta cambi di vesti, se il suo indovinello fosse stato spiegato, entro i sette giorni di convito (Giudici 14:12). L’indovinello diceva:

    Dal divoratore è uscito del cibo, e dal forte è uscito del dolce (Giudici 14:14).

    Tutti gli sforzi degli invitati risultarono vani, per spiegare l’indovinello. E siccome nessuno riusciva a darne la spiegazione, la moglie di Sansone venne minacciata, se non avesse costretto suo marito a rivelarle il segreto, cosa che la donna poi fece; e, una volta che la spiegazione le venne data, non esitò a dirlo a coloro che l’avevano minacciata. La risposta all’indovinello diceva:

    Cosa c’è di più dolce del miele? Cosa c’è di più forte del leone? (Giudici 14:18).

    Ora Sansone, dato la precisa promessa che aveva fatto, deve dare “trenta tuniche e trenta cambi di vesti”, indumenti che egli non ha.

    Allora lo Spirito dell’Eterno venne su di lui con potenza, ed egli scese ad Ashkelon, uccise trenta uomini dei loro, prese le loro spoglie e diede i cambi di vesti a quelli che avevano spiegato l’indovinello (Giudici 14:19).

    L’unica cosa che qui dobbiamo vedere, per spiegare l’azione di Sansone che, umanamente parlando, è un crimine ingiustificato, fu l’intervento dello Spirito dell’Eterno per sbloccare quella difficile situazione, e che Sansone non aveva previsto, perché era certo che nessuno delle persone presenti al suo convito, avrebbe avuto la capacità di spiegare il suo indovinello.

    Da quello che la moglie gli fece, nel rivelare il segreto confidatole e dal fatto che essa venne data al suo compagno che era stato il suo miglior amico (Giudici 14:20), e poi dal suo tentativo di riavere sua moglie che fallì (Giudici 15:1-2), Sansone cominciò a pensare come vendicarsi dei Filistei.

    c) Con la cattura di “trecento volpi”, anche se il Luzzi traduce sciacalli, principalmente perché si pensa che qui il termine ebraico si riferisca a degli sciacalli, poiché, dato che questi vivono in branchi, possono essere più facilmente catturati, mentre la volpe è solitaria e più elusiva. Comunque è possibile che il termine ebraico shu significhi propriamente volpe. L’uso che ne fece Sansone è molto simile all’usanza durante la festa romana di Cerere (la dea delle messi), in cui si dava la caccia nel circo a delle volpi alle cui code erano state attaccate delle torce accese [H.H. Bruce, Commentario Biblico I, pag. 331].

    Il disastro che provocò nei campi dei Filistei fu di tale proporzione (Giudici 15:5), che quando i Filistei seppero che era stato Sansone a fare ciò, per il motivo che sua moglie era stata data ad un’altro uomo come sposa, salirono e diedero alle fiamme lei e suo padre (Giudici 15:6). Dopo che Sansone fece un grande massacro tra i Filistei, e che questi volevano catturarlo a qualsiasi costo,

    Tremila uomini di Giuda scesero alla caverna della roccia di Etam e dissero a Sansone: Non sai che i Filistei ci dominano? Che è dunque questo che ci hai fatto? Egli rispose loro: Ciò che essi hanno fatto a me, io l’ho fatto a loro (Giudici 15:11).

    Raggiunto un accordo, tra questi “tremila uomini di Giuda” e Sansone, che non l’avrebbero fatto morire, questi venne legato e fatto uscire dalla caverna (Giudici 15:13).

    Quando giunse a Lehi, i Filistei gli vennero incontro con grida di gioia; ma lo Spirito dell’Eterno venne su di lui con potenza, e le funi che aveva alle braccia divennero come fili di lino a cui si dà fuoco; e i legami gli caddero dalle mani (Giudici 15:14).

    Se non fosse intervenuto lo Spirito dell’Eterno in quel giorno, non solo Sansone sarebbe stato catturato dai Filistei, ma così arrabbiati com’erano contro di lui, l’avrebbero messo a morte senza pietà. Siccome però l’opera di Sansone non era ancora terminata, Dio intervenne col Suo Spirito, e salvò quell’uomo dalle mani dei Filistei.

    L’esame delle tre volte che lo “Spirito dell’Eterno venne su da lui con potenza”, ha messo in evidenza, secondo lo scrittore della lettera agli Ebrei, che Sansone operò “per fede”
    Tutto quello che si legge nel capitolo sedici del libro dei Giudici, è la storia dello “sviamento di Sansone”. Si comincia col dire che Sansone entrò nella casa di una prostituta, e rimase a letto con lei fino a mezzanotte (Giudici 16:1,3); poi si innamora di Delilah, colei che nel giro di poco tempo gli farà perdere, il Nazireato, con la tragica conseguenza della dipartita dell’Eterno dalla sua vita, e morire cieco.

    Sì, è vero che l’ultimo atto che Sansone compì, causò la morte di varie migliaia di Filistei (Giudici 16:27), ma non è detto che per questa azione, “lo Spirito dell’Eterno venne su di lui con potenza”, come era venuto per tre volte nella sua vita. La storia della vita di Sansone termina: Che io muoia insieme ai Filistei (Giudici 16:30.

    PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente, e, da parte nostra saremo felici di rispondere