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Domenico34 - La fede - VI di Abrahamo

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2010 12:26
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05/12/2010 12:26


2) L’atteggiamento di Abrahamo

a) La prima cosa che Abrahamo prende in seria considerazione è la certezza che Dio gli ha parlato. Tutti gli altri passi successivi, sono strettamente legati e sono una chiara conseguenza di questa presa di coscienza, circa la convinzione di quello che Dio gli ha chiesto specificatamente e lo sorreggono nella sua determinazione di obbedire a Dio. Se Abrahamo avesse chiesto: ma è proprio vero che Dio mi ha parlato, o è stata una mia allucinazione? Con ogni probabilità avrebbe assunto un diverso atteggiamento nei confronti di Dio, e la conseguenza più immediata sarebbe stata quella di fare diversamente di quello che Dio aveva chiesto.

È molto importante, ai fini di una vera obbedienza a Dio, sapere quello che Egli ci dice ed avere la certezza dentro di noi, che Dio ha parlato.

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in svariati modi ai nostri padri per mezzo dei profeti,
in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo
(Ebrei 1:1,2).

b) Se Abrahamo non avesse accettato il preciso messaggio datogli da parte di Dio, non solo si sarebbe opposto a quello che Dio gli chiedeva, (perché inaccettabile dal punto di vista della logica umana), ma sicuramente avrebbe fatto il seguente ragionamento:

1) Tu sai o Eterno, che mia moglie Sara, rimasta per tanti anni sterile, non avrebbe potuto avere un figlio, se tu non fossi intervenuto nella sua vita. Da quando tu hai fatto una precisa promessa al tuo servitore di dargli una progenie attraverso Sara, mia moglie, ho aspettato 25 anni, perché questa parola data si avverasse.

2) Questo figlio Isacco, non solo è venuto all’esistenza, tramite il tuo intervento nella vita di mia moglie, ma è soprattutto il discendente della promessa. In riferimento a quello che tu hai chiaramente detto, cioè che la mia progenie, sarebbe stata così numerosa da paragonarla alla sabbia che è sul lido del mare e alle stesse stelle del cielo.

3) Come se tutto ciò non bastasse, che cosa dirà mia moglie quando gli prenderò suo figlio Isacco e gli annuncerò che tu me l’hai chiesto per offrirtelo in olocausto? Non mi affermerebbe che sono un pazzo, un credulone, che scambio un’emozione della mia vita con la tua voce?

3) Perché Abrahamo offrì Isacco

a) La prima parola che si potrebbe dire come risposta a questa precisa domanda è perché Dio glielo aveva chiesto. Dal momento che Abrahamo era più che certo che Dio gli aveva chiesto di offrirgli in olocausto Isacco suo figlio, l’unico, che amava, egli non tiene più conto di niente.

Né l’attesa dei 25 anni, né che quest’Isacco era il figlio della promessa, su cui Dio avrebbe operato per adempiere la Sua parola e tanto meno dell’indisponibilità di Sara a concedere suo figlio. Se poi si ammette per un’ipotesi che, Sara ha detto a suo marito: Io non sono d’accordo con quello che tu mi dici; non credo affatto che Dio t’abbia detto di offrirgli Isacco in olocausto).

Tutto quello che possiamo pensare e quant’altro aggiungere a quanto sopra, trova la sua piena giustificazione nella frase:

Così Abrahamo si alzò il mattino presto, mise il basto al suo asino, prese con sé due dei suoi servi e Isacco suo figlio...(v. 3).

Tutto è chiaro nella mente di Abrahamo: la sola cosa che seriamente lo preoccupa e lo impegna, è la sua determinazione ad essere ubbidiente in pieno al suo Dio.

b) La verità che preme allo scrittore agli Ebrei è sottolineare la fede di Abrahamo. Infatti, egli dice chiaramente: Per fede Abrahamo... offrì Isacco (Ebrei 11:17). Se Abrahamo non avesse avuto fede, non avrebbe offerto a Dio Isacco. Anche se il libro della Genesi precisa che al posto di Isacco venne offerto un “montone” a Dio, non toglie che per Abrahamo e per lo scrittore agli Ebrei, il figlio Isacco venne realmente offerto. La cosa più bella e di maggior valore che l’Epistola agli Ebrei rileva di Abrahamo è:

Anche se Dio gli aveva detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome,
perché Abrahamo riteneva che Dio era potente da risuscitarlo anche dai morti; per cui lo riebbe come per una specie di risurrezione
(Ebrei 11:18,19).

Ecco il valore della fede di Abrahamo: un uomo che preferisce credere fermamente all’intervento miracoloso di Dio, anziché far prevalere la ragione che dice, quando arriva la morte, cessa ogni cosa, svanisce ogni speranza. No! Non è così! Se io offro mio figlio Isacco all’Eterno in olocausto, e quindi morirà, la promessa di Dio rimane ancora valida: egli è “potente da risuscitarlo”, per portare a compimento la sua parola data.

4) Applicazioni spirituali

a) Dio non ci chiede mai quello che noi non abbiamo. Se Egli dovesse agire diversamente, non avrebbe nessun diritto di chiederci la nostra ubbidienza. Tutto quello che noi abbiamo, anche se è vero che gliel’ha dato il Signore, è nostro, nel senso che ci appartiene, e come tale lo può dare, se veramente siamo animati dal desiderio di ubbidire a Dio, se glielo chiede.

b) Dio potrebbe chiederci “tutto” quello che noi abbiamo, senza che per questo la veracità della Sua parola e delle Sue promesse, verranno meno. Chi si basa sulla Scrittura e la crede come Parola di Dio, sa che è scritto, non solamente che: ogni cosa è possibile a Dio (Marco 10:27, ma anche: Tutto è possibile a chi crede (Marco 9:23).

c) Solo la fede, che è certezza di cose che non si vedono, può condurci a compiere certe azioni e vedere il potere miracoloso di Dio manifestarsi nella sua potenza e nella sua maestà.

Tutto quello che abbiamo detto, principalmente come riferimento alla lettera agli Ebrei della vita e della fede di Abrahamo, ha un solo scopo: farci apprezzare e valutare la fede di quest’uomo, sapendo che la fede, non è solamente qualcosa che ha da fare con le persone del lontano passato, che vissero la loro vita in altri ambienti e in altri tempi; ma è valida anche per noi che viviamo nel ventesimo secolo, in altri ambienti e in altri tempi.

In mancanza della fede, che non è essenzialmente basata colla razionalità e sulla coerenza della logica umana, l’uomo di ogni tempo, non potrà mai vedere ed esperimentare nella sua vita, quello che fu la realtà per tanti del passato. Iintorno alla fedeltà di Dio e della sua parola, non giova tanto ripetere a memoria tanti versi della Bibbia, per mettere in risalto questa importante verità. Rimane perciò vero, per tutti i tempi e per tutti gli uomini, il detto della Scrittura:

Ora senza fede è impossibile piacergli (a Dio), perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11: 6).

PS: Se ci sono domanda da fare, fatele liberamente; da parte nostra saremo felici di rispondere.
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