Proverò a dilungarmi sul tema sapendo a priori che molte cose possono essere osservate da più punti e anche perchè mi vedo sollecitato in merito.
Premetto che io non voglio dire nulla in particolare, solo ho citato Romani 8/1 perchè secondo me utilizzato in precedenza per avvalorare un ragionamento, privandolo però della controprova.
Detto questo, premetto che ritengo tutta la parla di Dio scritta sacrosanta verità; nonostante ciò vorrei ricordare che enunciare verità parziali è come parlare senza accenti o inflessioni.
Iddio ha sintetizzato la sua legge in due soli comandamenti ma poi è sceso nei dettagli e ha spiegato quali sono le cose che ne fanno parte integrante.
Lo stesso ha fatto Gesù quando ha dato il nuovo comandamento dicendo che l'unico paragone era Lui e qualunque altro modo non rispondeva al vero.
La stessa cosa riguarda le promesse; esse sono vere, nel senso che si concretizzano solo se ci sono le condizioni. Sicuramente la prima condizione è credere in Colui a mezzo del quale esse ci sono state date (2 Pietro 1/1-9), cioè Gesù Cristo. Alla fede vanno via via aggiunte la virtù, la conoscenza, la continenza, etc.....; questi valori aggiunti della fede creano le condizioni per non essere nè oziosi nè sterili. Domandarsi cosa sono la virtù, la conoscenza, la continenza potrebbe essere un utile esercizio (virtù è tutto ciò che procede da Dio e che da vita, conoscenza è riferito alla volontà di Dio e così via che cresce nel vedere Iddio all'opera).
Abbiamo detto che la rima condizione è credere; ora non possiamo certo dimenticare Giov. 8/30 e seg., dove Gesù si rivolse ai Giudei che gli avevano creduto; ad essi disse: "Se vi perseverate nella mia parola, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi francherà". Aveva proprosto loro l'unica via percorribile per divenire non più schiavi del peccato, ma loro, forti del fatto che si ritenevano figli della promessa lo hanno snobbato dicendo che non erano mai stati servi. La libertà, spiega Gesù, sarebbe stata la conseguenza dell'ascoltare Lui che è la Parola di Dio fatta carne. Non aveva chiesto altro se non che continuassero ad ascoltarlo.
Tutti ascoltiamno le stesse cose, ma ci sono quelli che vengono edificati a altri che rimangono vuoti.
Quando Gesù disse che la via della libertà passava attraverso la sua parola, non stava certo facendo riferimento alla lettera ma al suo parlare all'uomo di ogni tempo.
Resta comunque vero che sebbene il predicatore sia guidato a parlare, anche l'uditore deve essere preparato ad ascoltare, quindi tutto deve trovarsi nell'ordine delle cose secondo Iddio. Gesù sapeva benissimo tutto questo, perciò disse che nessuno lo avrebbe ascoltato se prima non si fosse lasciato preparare al suo messaggio dal Padre.
La parola scritta ha grande valore am essa è spesso come una pietra preziosa il cui valore è nascosto anche ai migliori intenditori perchè esso si stima non in virtù di parametri umani ma divini.
Gesù era sulla terra, la pietra angolare era fra gli uomini, Egli è venuto in casa sua, ma non è stato conosciuto nè amato, anzi alla fine fu crocefisso.
Quando l'uomo si avvicina alla parola di Dio ha certo intenzione di comprenderne il valore ma esso rimane oscuro nella sostanza sebbene possa razionalemnte essere comprensibile, a meno che non ci si accosti come piccoli fanciulli.
Nonostante fossero ormai tre anni che i dicepoli camminavano con Gesù e, nonostante i molti ammaestramenti ricevuti, erano ancora ciechi e lo furono fino a che Lui stesso, nella resurrezione, non aprì loro la mente per intendere le scritture (noi non siamo meglio di loro perchè ad ogni generazione l'uomo cade sempre negli stessi errori e non sarà mai in grado di fare tesoro delle esperienze dei padri, perchè, dice il Signore, nessuno dirà al suo fratello "conosci il Signore" in quanto tutti mi conosceranno dal più piccolo al più grande. E' un conoscere personale.
Detto questo vengo più vicino a Romani 8/1 e nello specifico, in quella parte che viene spesso accantonata perchè si da per scontato che non sia possibile essere cistiani ed essere condotti dalla carne, quindi si raccoglie tutto insieme e se ne fa un bel fascio.
Che cosa è la carne?
IL termine "carne" si riferisce a tutto ciò che è frutto dell'umana fatica, cioè di quella fatica che viene fatta dall'uomo ma non in comunione con Lui. Per carne si intende fondamentalmente "volontà di uomo" e relativi comportamenti.
La psiche umana è carne, la religiosità presunta è carne, si può predicare per la carne, si può pregare per la carne e così via.
La psiche umana si compone si sentimenti umani perchè tramite esse noi comunichiamo col mondo visibile, pertanto possiamo esultare di fronte la miracolo della vita e poi appresso avere sentimenti opposti, procurando dolori, sofferenze, odio, rancori, invidia, maldicenza e uccidere con la lingua.
Il grande ostacolo che anche il credente pone davanti al Signore è il proprio io, la porpria volontà nonostante le migliori intenzioni
La più grande battaglia che l'uomo deve combattere e vincere è quella che riguarda il proprio io.
Così anche i sentimenti più nobili sono carne e quando essi vengono contrapposti al Signore si avvera: "Chi avrà amato madre e padre, fratelli e sorelle, beni e possessioni più di me non è degno di me".
Credo sia chiaro che un credente sentimentale non è certo condotto per lo Spirito, dunque è carnale.
Un credente che non ha smesso le cose vecchio è carnale.
Un credente che si nasconde alla Luce è carnale.
Il sapere le cose non ci rende spirituali ma ci lascia ancora nella carnalità, perchè chi si accosta a Dio "DEVE" credere solamente, il voler razionalizzare la fede è carnale.
Erano carnali coloro che leggevano la parola di Dio e non l'intendevano perchè la leggevano secondo la carne e, sebbene sapessero le cose non però credettero in Gesù.
Siamo ancora noi carnali quando assomigliamo a Caino, perchè le nostre offerte a Dio vengono offerte senza particolare sentimento, per abitudine, quando la nostra offerta di adorazione a Dio è guastata dal peccato che abita in noi (Isaia 1/10-20). Non siamo migliori di nessuno, anche se spesso tendiamo a differenziarci da Israele; ciò che fa la differenza è se Cristo abita in noi ed è vivente in noi; se non è vivente anche noi non lo siamo perchè è Lui che ci vivifica e ci rende graditi a Suo Padre.
Un'adorazione basta sul sentimentalismo o emozionale, spesso anche trascendente, non è spirituale ma carnale; quando si spengono i riflettori si ritorna ad essere come prima.
Una dorare a ore o in luoghi precisi indica che non abbiamo ancora una vera relazione col Signore perchè non abbiamo ancora capito che Iddio è Spirito. Un adorare il Signore con doppiezza d'animo è indice di carnalità.
Erano carnali i discepoli quando litigavano per chi doveva essere il maggiore fra di loro; fu carnale Pietro quando volle impedire Gesù ad andare a Gerusalemme.
Poi ci sono le opere delle carne, quelle descritte da Paolo ai Galati 5/19 Vorrei qui far notare che non si parla di opere dello Spirito ma del frutto dello Spirito. In questo contesto il frutto è spontaneo, naturale, e come tutte le cose naturali non c'è vanto perchè ognuno fa ciò per cui è stato abilitato;le opere sono il prodotto di qualcosa esterno, spesso esagerato esasperato usato in modo da gonfiarne l'autore che in realtà non ha nessuna relazione con le cose fatte. So benissimo che qui il filo di separazione è sottile ma c'è.
La parabola delle vite e dei tralci rende benissimo l'idea di frutto; potrebbe un tralcio di quella vite fare cose che non gli sono proprie, ad esempio fare un cesto? Certo no. Ecco perchè c'è differenza fra le opere e il frutto dello Spirito.
Chi sono coloro che sono sono in Cristo e camminano per lo Spirito?
La risposta lapidaria è: "Coloro che sono condotti dallo Spirito".
Parlando delle nuova nascita, Gesù la presenta in due tempi. La prima fase è quella in cui avendo creduto ci siamo incamminati nel sentiero della vita il che ci permette di vedere il Regno di Dio.
Solo se acceteremo la seconda fase ci sarà dato grazia di entrarvi, quindi farne parte, il che vuol dire anche essere veri strumenti nelle sue mani per annunciare quel Regno sotto la guida dello Spirito Santo.
La seconda fase è caratterizzata da una nascita d'acqua e di Spirito, e la prima che cosa era? L'acqua parla di purificazione e di grazia e lo spirito di unzione, quindi di mandato divino.
La nuova nascita è compiuta solo quando la seconda condizione è vera.
Ora, se facciamo bene attenzione,i condotti dallo Spirito sono assimilati al vento di cui si ode il rumore ma di cui non si conosce nè l'origine nè la fine; colui che è condotto per lo Spirito spesso è come il vento, uno strumento usato da Dio; il vento non si gonfia dicendo che a motivo del suo lavoro sono stati sparsi molti semi sulla terra, nè va dicendo che per la sua opera si sono convertiti migliaia all'evangelo; quando ha fatto ciò che deve fare di ferma e aspetta per altra guida, perchè sa di essere uno strumento delle mani di Dio che un domani sarà elevato nella gloria di Dio e quindi aspetta con pazienza finchè ogni cosa sia compiuta; si sente avvolto dalla gloria di Dio mentre la sua mente spesso è inoperosa (carnalmente operosa).
Colui che è condotto per lo Spirito onora il Suo Signore ricordandosi di essere servo, lasciando le creature davanti a Dio e nella oibertà in cui sono stati creati; chi è guidato dallo Spirito non appartiene a nessun partito ma a DIo soltanto.
Non ho certo esaurito il tema ma credo di aver scritto troppo per le mie abitudini.
Vorrei qui ricordare però che la misericordia si gloria contro la giustizia e che la salvezza è per grazia e non per merito e che dopo aver fatto ciò che ci è stato chiesto di fare, l'unica cosa che dobbiamo fare è metterci da parte se vogliamo che gli uomini vedano il Signore e non noi.
A questo punto l'unica cosa che vorrei chiedere, e vi chiedo di perdonarmi per questo, non abbiamo fretta quando leggiamo la scrittura, lasciamola parlare.
p.s.
Se a qualcuno interessa posso sempre pubblicare anche qui "I tre piani della vita cristiana".
[Modificato da turibolo 17/09/2010 15:57]
.....e cammineremo col Signore.......