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Domenico34 – Il perdono dei peccati – Sommario, Introduzione, Capitoli 1-5

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2012 00:17
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07/05/2012 00:05

Ma per Gesù, che conosceva pienamente che il male non veniva fatto alla sua persona, ma se lo operavano quelli che lo stavano mettendo a morte, giustamente prega: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Quale era il vero motivo che spinse Gesù a formulare quella preghiera? Indubbiamente, la Sua compassione e il Suo grande amore per quei peccatori e per tutti quelli dell’intera umanità.

Se Gesù, per esempio, in quel giorno, avesse chiesto al Padre, di vendicare la sua innocenza, avrebbe dato la più eloquente prova, di non essere degno di essere imitato, di seguirlo. Ma poiché Egli invocò il perdono per i loro crocifissori, dimostrò con i fatti, e non con le sole parole che, Lui, veramente amava. Più tardi, un suo amato discepolo, di nome Stefano, un momento prima di spirare, sotto le pietre che gli cadevano addosso, pregò il suo Signore, dicendogli « Signore, non imputar loro questo peccato ». E detto questo si addormentò (Atti 7:60).

PS: Se al termine del capitolo 1 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo


Capitolo 2




ESORTATI A PERDONARE



Nota introduttiva

In questo capitolo raccoglieremo quei testi che, esplicitamente, esortano a perdonare. In questo modo, avremo modo di considerare i vari contesti, per meglio valutare l’argomento e tradurlo sul piano pratico. Perdonare, infatti, non è un argomento da collocare sul piano intellettuale, immagazzinando concetti e definizioni teologiche, per esporli, nella stessa maniera di una materia scolastica. Anche se i concetti e le definizioni teologiche sono importanti, ai fini di conoscere la verità nella sua giusta dimensione, quando però tutto rimane sul piano mentale, la verità in se stessa, viene sfigurata e svuotata nella sua essenza, e, nello stesso tempo, perde la sua efficacia.

Mentre se i concetti e le definizioni teologiche, vengono incanalate sulla vita pratica, a parte che è tutta un’altra cosa, la stessa verità acquista quella dinamicità che la renderà efficacie nella condotta e nel temperamento della vita umana. D’altra parte, la stessa Scrittura c'invita a mettere in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi (Giacomo 1:22). Lo stesso Giacomo c'esorta ad essere coerente tra il nostro parlare e il nostro agire. Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà (Giacomo 2:12).

Infine, per non aprire un capitolo a parte, inseriremo la preghiera del “Padre nostro”, visto che in essa si chiede di perdonarci. Ciò sarà fatto, all’inizio, cioè, partendo da questa preghiera. Per il testo, useremo quello di Luca, mentre citeremo Matteo, per l’affermazione che Gesù fece al termine del Padre nostro.

Padre nostro

Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà sulla terra, come nel cielo.
Dacci di giorno in giorno il nostro pane necessario.

E
perdona i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore; e non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno[/C[ (Luca 11:2-4) (N.D.).

Questa semplice preghiera che Gesù insegnò ai Suoi discepoli, secondo quello che ci riferisce Luca, nacque dal fatto che dopo che Egli finì di pregare, (rimasero probabilmente toccati dal Suo modo di pregava?), spinse qualcuno dei Suoi a chiedere:

E avvenne che egli si trovava in un certo luogo a pregare e, come ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli" (Luca 11:1).

Non abbiamo nessun riferimento, nel Nuovo Testamento, dell’insegnamento che Giovanni (si intende il Battista) diede ai suoi discepoli intorno a pregare. Questo, però, non significa che la notizia che Luca ci ha trasmesso, non sia vera. Considerando obbiettivamente la cosa, non vediamo ragioni plausibili, per negare la veracità della notizia in questione. D’altra parte, lo stesso Luca, a modo di esempio, nel libro degli Atti, ci parla di un detto di Gesù, che Paolo citò davanti agli anziani di Efeso, che non si trova traccia, in nessuna parte del Nuovo Testamento.

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere" » (Atti 20:35).

Comunque, chiusa la parentesi, accettiamo per vero che Giovanni insegnò ai suoi discepoli a pregare. La nostra riflessione, ora si incentrerà, sulla preghiera che Gesù insegnò, visto che gli evangelisti, Matteo e Luca, ci hanno trasmesso le parole. È una nostra convinzione (e crediamo di non essere soli) a prestare fede che, il “Padre nostro”, non sia una preghiera da recitare, nella maniera come si ripete una poesia, per esempio, ma da servire come modello. Infatti, questa convinzione, si basa e si trova in piena armonia con un detto della Scrittura che afferma di pregare

Si continuerà il prossimo giorno...
[Modificato da Domenico34 07/05/2012 00:06]
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