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Domenico34 – Il perdono dei peccati – Sommario, Introduzione, Capitoli 1-5

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2012 00:17
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29/04/2012 00:05

E il SIGNORE colpì il popolo, perché esso era l’autore del vitello che Aaronne aveva fatto (Esodo 32:33-35).

Nonostante che Dio colpì il popolo per avere fatto il vitello d’oro, però, il fatto stesso che non lo “consumò”, è una prova che la preghiera di Mosè venne esaudita.

Mosè sale la seconda volta sul monte con le due tavole di pietra in mano


Ora ci troviamo davanti a un altro episodio: Dio ordina a Mosè di tagliarsi due tavole di pietra e salire di nuovo sul monte. Mosè, come al solito, ubbidiente a Dio, sale sul monte, e, in questa circostanza, c’è stata una bella manifestazione divina.

Il SIGNORE discese nella nuvola, si fermò con lui e proclamò il nome del SIGNORE.
Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: « Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà,
che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che
perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione! »
Mosè subito s’inchinò fino a terra e adorò.
Poi disse: « Ti prego, Signore, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, venga il Signore in mezzo a noi, perché questo è un popolo dal collo duro;
perdona la nostra iniquità, il nostro peccato e prendici come tua eredità » (Esodo 34:5-9).

Dio proclama in quella circostanza quello che Egli è veramente, cioè misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà.

Mosè, tenendo conto che Dio avrebbe mandato un suo angelo in mezzo ad Israele, per non distrugerlo, visto che era un popolo di collo duro, nella sua invocazione che rivolge al Signore, chiede a Dio, che Lui, e non un Suo angelo, venga in mezzo al popolo. Nello stesso tempo, però, non dimentica di chiedere al Signore che perdona la loro iniquità, il loro peccato.
Quale intercessore che Mosè era, non solo si medesima con il popolo, ma neanche prova nessuna vergogna a usare i termini la nostra iniquità, il nostro peccato. Queste sue parole ci fanno chiaramente comprendere il suo vero carattere che, rispecchiava nel suo comportamento, sia davanti al popolo, e massimamente davanti a Dio.

Poiché quando Mosè si rivolgeva al Signore, lo trovava sempre disponibile, anche questa volta, nella risposta che Dio gli diede, prometteva:

« Ecco, io faccio un patto: farò davanti a tutto il tuo popolo meraviglie, quali non sono mai state fatte su tutta la terra né in alcuna nazione; tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l’opera del SIGNORE, perché tremendo è quello che io sto per fare per mezzo di te (Esodo 34:10).

Tutto ciò ha un particolare significato, cioè: l’invocazione d’intercessione che Mosè elevò all’Eterno, venne esaudita, di conseguenza, ora Mosè, può pensare e guardare a quello che Signore farà in mezzo al popolo. È meraviglioso vivere in questa meravigliosa prospettiva, basandoci sulle promesse divine!

Mosè intercede di nuovo per il popolo

"Il SIGNORE è lento all’ira e grande in bontà; egli perdona l’iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole e punisce l’iniquità dei padri sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione".
perdona, ti prego, l’iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà, come hai perdonato a questo popolo dall’Egitto fin qui» (Numeri 14:18-19.

Il contesto di questo passo biblico, parla del comportamento negativo che Israele assunse davanti al rapporto delle dodici spie che furono mandati da Mosè, nella terra di Canaan, per verificare la bontà quella terra, che Dio, fin da Abramo, aveva promesso di darla in eredità ad Israele. Sì, sa che, dal rapporto che fecero i dieci esploratori, nonostante che due dei docici, Giosuè e Caleb, esortarono il popolo a non aver timore dagli abitanti di Canaa, ma riporre in Dio la loro fiducia, che tutto l’affare si sarebbe risolto in loro favore, il popopo si ribellò e voleva ritornare in Egitto.

Davanti a una simile ribellione e a un così dispezzo per la terra che Dio prometteva di dare al suo popolo, l’ira del Signore non mancò a manifestarsi.

e il SIGNORE disse a Mosè: « Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? Fino a quando non avranno fede in me dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro?

Io lo colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più grande e più potente di esso »
(Numeri 14:11-12).
Dio, ritorna a ripetere quello che aveva detto in precedenza, cioè che Egli avrebbe distrutto quel popolo e avrebbe fatto di Mosè, una nazione più grande e più potente di Israele. Davanti alla severità di quel messaggio, Mosè non rimase con le mani in mano, ma si precipitò subito ad innalzare una accorata preghiera d’intercessione per Israele, cone le parole:

Si continuerà il prossimo giorno...
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