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Domenico34 – Il perdono dei peccati – Sommario, Introduzione, Capitoli 1-5

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2012 00:17
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28/04/2012 00:08

nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!» (Esodo 32:32).

Il contesto di questo testo ci parla del grande sviamento del popolo d’Israele, allonquando costrinse Aaronne a costruire un vitello d’oro, davanti al quale offrirono sacrifici e si rallegrarono.

Mosè si trovava sul monte, perché Dio lo aveva chiamato là per dargli le due tavole di pietra sopra i quali aveva scritto i Dieci Comandamenti. Siccome Mosè rimase lontano dal popolo per quaranta giorni, il popolo non sapendo spiegarsi questa sua lunga assenza, rivolgendosi a suo fratello Aaronne, gli disse:

Il popolo vide che Mosè tardava a scendere dal monte; allora si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: « Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto » (Esodo 32:1).

Al che Aaronne, acconsentendo alla richiesta del popolo di fargli un dio, ordinò che tutto l’oro che avevano addotto fosse portato a lui, e da quell’oro, venne costruito un vitello, davanti al quale tutto il popolo offrì olucausti e sacrifici e fece una gran festa. Mosè sul monte, era intendo a parlare con Dio, e di tutto poteva immagginare che il popolo si fosse allontanato a Dio. Fu, quindi, una vera sorpresa per lui, quando Dio gli disse che il popolo si era corrotto

Il SIGNORE disse a Mosè: « Va’, scendi; perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d’Egitto, si è corrotto;
si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si son fatti un vitello di metallo fuso, l’hanno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto" ».
Il SIGNORE disse ancora a Mosè: « Ho considerato bene questo popolo; ecco, è un popolo dal collo duro.
Dunque, lascia che la mia ira s’infiammi contro di loro e che io li consumi, ma di te io farò una grande nazione »
(Esodo 32:7-10).

Davanti alla minaccia severa di Dio, che voleva consumare quel popolo che si era corrotto davanti a lui, Mosè, sentendosi promettere dal Signore che se lui, lavesse lasciato fare quello che si proponeva di compiere, l’avrebbe fatto diventare una grande nazione, se Mosè, dico, fosse stato diverso, cioè avesse pensanto solamente alla sua grandezza, davanti a quella precisa promessa, avrebbe dato via libera a Dio, per consumare tutto quel popolo. Però, Mosè, non si comportò in quel modo! Ebbe il coraggio e l’ardire di risponde a Dio, con le parole:

Allora Mosè supplicò il SIGNORE, il suo Dio, e disse: « Perché, o SIGNORE, la tua ira s’infiammerebbe contro il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande potenza e con mano forte?
Perché gli Egiziani direbbero: "Egli li ha fatti uscire per far loro del male, per ucciderli tra le montagne e per sterminarli dalla faccia della terra!" Calma l’ardore della tua ira e péntiti del male di cui minacci il tuo popolo.
Ricordati di Abraamo, d’Isacco e d’Israele, tuoi servi, ai quali giurasti per te stesso, dicendo loro: "Io moltiplicherò la vostra discendenza come le stelle del cielo; darò alla vostra discendenza tutto questo paese di cui vi ho parlato ed essa lo possederà per sempre" »
(Esodo 32:11-13).

Quale fu il risultato di questo suo intervento? Ecco quello che Dio rispose: E il SIGNORE si pentì del male che aveva detto di fare al suo popolo (v.14).

Mosè sapeva che il popolo aveva commesso un gran peccato, e, che l’ira divina voleva distruggerl. Nonostante avesse avuto l’assicurazione dal Signore, che Egli, non avrebbe eseguito quel terribile giudizio, c’era però da risolvere la questione del gran peccato del popolo. Cosa fare? Ecco la richiesa che Mosè avanzò a Dio, in favore del popolo.

L’indomani Mosè disse al popolo: « Voi avete commesso un grande peccato; ma ora io salirò dal SIGNORE; forse otterrò che il vostro peccato vi sia perdonato ».
Mosè dunque tornò al SIGNORE e disse: « Ahimé, questo popolo ha commesso un grande peccato e si è fatto un dio d’oro;
nondimeno,
perdona ora il loro peccato! Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto! » (Esodo 32:30-32)

Il fatto stesso che Mosè, per ottenere da Dio, il perdono del peccato del popolo, offre la cancellazione del suo nome dal libro di Dio, è la prova dell’amore e dell’interessamento che questo uomo aveva per il suo popolo. Indirettamente, Mosè, metteva in pratica la norma che più tardi l’apostolo Paolo, scriveva per la cristianità, e non solo per i Filippesi:

Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso (Filippesi 2:3).

Quale fu la risposta che Dio diede all’invocazione di Mosè? Ecco le parole:

Il SIGNORE rispose a Mosè: « Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!
Ora va’, conduci il popolo dove ti ho detto. Ecco, il mio angelo andrà davanti a te; ma nel giorno che verrò a punire, io li punirò del loro peccato ».

Si continuerà il prossimo giorno...
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