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Domenico34 – Il comportamento dell’uomo in conformità a quel che crede – Sommario, Presentazione, Introduzione. Capitoli 1-10

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2012 00:54
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Sesso: Maschile
15/04/2012 00:04

La risposta di Daniele, mise fine all’angoscia del monarca:

Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni; essi non mi hanno fatto nessun male perché sono stato trovato innocente davanti a lui; e anche davanti a te, o re, non ho fatto niente di male» (v. 22).

Avuta la certezza che Daniele era stato salvato dai leoni, Dario, non temporeggiò ad ordinare che Daniele venisse tirato fuori dalla fossa e che i suoi accusatori, venissero gettati nella stessa, con i loro figli e le loro mogli. I leoni risparmiarono la vita a Daniele perché:

1) Dio aveva mandato il suo angelo a chiudere la bocca ai leoni;
2) egli si era confidato in Dio;
3) era stato trovato innocente davanti a Lui e anche davanti al re, non aveva fatto niente di male.

Il racconto si conclude con un decreto che il monarca emanò in tutto il suo regno, di temere e rispettare il Dio di Daniele, perché è un Dio vivente che dura in eterno, il cui regno e dominio sussisteranno sino alla fine.

CONSIDERAZIONI

1. Daniele, fu un uomo di una straordinaria integrità e fedeltà, nella veste di funzionario statale. Il suo incarico lo svolse con correttezza, senza farsi corrompere. Questo lo fece per diversi anni, sotto vari regni: quello di Nabucodonosor, Baldassar e Dario. La sua correttezza nell’amministrare gli affari pubblici, gli veniva dal timore di Dio che aveva e dal rispetto alla Sua legge divina. La relazione ispirata a devozione che intratteneva giornalmente con il suo Dio, erano i pilastri portanti della sua integrità, nel servizio che svolgeva, come funzionario statale.

Più grande è l’incarico che si occupa, maggiore è anche la responsabilità. Chi viene chiamato a compiere funzioni statali, non deve mai usare il potere per interesse personale, se vuole lasciare un buon esempio, a quelli che seguiranno. La fede in Dio e l’obbedienza alla Sua Parola, saranno gli elementi qualificanti per una persona che viene chiamata ad incarichi governativi.

2. Pure essendo stato un uomo fedele al suo Dio, a Daniele non mancarono, persone ostili che non lo potevano vedere. Questo stato di cose, non era causato perché Daniele non fosse socievole con i suoi colleghi e con gli altri, ma unicamente per l’invidia che gli portavano. Naturalmente gli invidiosi, che poi erano i suoi colleghi, cioè quelli che avevano lo stesso grado di responsabilità, lungi dall’essere affabili e affezionati, gli procurarono dispiaceri e dolori, da farlo apparire davanti al regnante, come persona che non teneva conto dell’autorità del monarca e non rispettava i suoi decreti.

Per un funzionario statale ad alto livello, essere accusato in quel modo, significava come se fosse qualificato “traditore della patria”. Non tutte le accuse sono vere, ovviamente; ma per chi le riceve, non sono certamente carezze, o manifestazioni di simpatia.

3. Una persona che veramente serve Dio con tutto il suo cuore, non deve preoccuparsi di quello che potrebbe succedergli. Quando non c’è vergogna di professare la propria fede e non si viene meno nella vita ispirata a devozione, c’è da rimanere tranquilli e sereni, davanti agli attacchi delle forze del male. Se le forze dell’inferno si alzassero, per demoralizzare e gettare nel pantano dello sgomento, per chi rimane fedele al Signore e alla Sua Parola, c’è d’aspettarsi l’intervento divino, per liberare i Suoi figli.

4. Le false accuse che verranno lanciate contro i pii, anche se procureranno lacrime e dolori, non avranno il potere di cambiare la luce in tenebre, la tranquillità e la fiducia in Dio, in un marasma di disperazione.

Il comportamento disinteressato, leale e prodigo per il bene degli altri, Daniele lo seppe dimostrare, con tenacia e perseveranza; il suo agire, alla luce del sole, rappresentava la coerenza che c’era nella sua vita, tra quello che egli credeva e professava fermamente e il suo modo di operare, in mezzo ai suoi contemporanei. Quest'illustre servitore del Signore e alto funzionario statale nello stesso tempo, ci ha lasciato un luminoso esempio di fedeltà, di onestà, di correttezza sociale, da ispirare chiunque vorrà seguire il suo esempio. Aiutaci, o Signore, a vivere la nostra vita quotidiana, in maniera

irreprensibile e integri, come figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendere come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita (Filippesi 2:5). Amen! (La Nuova Diodati)

PS: Se al termine del capitolo 7 ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo con premura

Si continuerà il prossimo giorno…
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