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Domenico34 - La prima moltiplicazione dei pani – Sommario, Prefazione, Introduzione. Capitoli 1-4

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2012 00:07
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29/02/2012 01:29

I discepoli avevano pensato che fosse meglio e più giusto mandare tutta quella folla a casa, senza minimamente prevenire che era loro responsabilità dare da mangiare a quella moltitudine. Quando non si capisce la responsabilità inerente al ministero, si fa presto a sbarazzarsi di una situazione incomoda; ma quando si accetta la propria consapevolezza, non solo non si fanno certe conclusioni, ma si passa subito ad un'azione, che è quella di portare a Gesù le poche cose che abbiamo.

Dio, attraverso i secoli, non ha mai agito da solo, – anche se Egli può fare da solo tutte le cose –, ha sempre preferito farle assieme all’uomo. Dio, in qualità di Spirito, com'Egli è, non ha una bocca per parlare, userà quella dell’uomo; non ha una mano per toccare, userà quella dell’essere umano; non ha un piede per camminare, userà quello dell’uomo. La tua bocca, la tua mano e il tuo piede, diventeranno gli strumenti che Dio userà, per parlare, per toccare e per camminare. Vista in questa maniera, le nostre poche cose che abbiamo, portiamole a Lui, soprattutto perché Gesù ci dice chiaramente: «Portatemeli qua».

7. GESÙÙ ORDINA CHE LE FOLLE SI' METTANO A SEDERE SULL’ERBA


Comandò quindi che le folle si sedessero sull’erba; poi prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse; spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli, alle folle.

La sua interpretazione

È importante notare che Gesù prima di compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani, ordinò che le folle si mettessero a sedere sull’erba. Anche il sedersi sull’erba, per Ambrogio aveva un particolare significato. Ecco le sue parole:

«C’è differenza tra i racconti non soltanto circa il tipo e il numero dei pani, ma anche sul posto e sul modo in cui siedono le persone. Quelli sono seduti sull’erba, questi per terra: i cinquemila sull’erba, i quattromila per terra. Appoggiarsi per terra è più che giacere sull’erba: quelli infatti i cui sensi sono ancora carnali amano le mollezze e per questo si siedono sull’erba – infatti “ogni carne è come erba...”» (Isaia 40:6) [Cfr. Sant’Ambrogio, Commento al vangelo di S. Luca, I, pag. 328].

Anche Agostino, usando lo stesso testo di Isaia 40:6 interpretò:

«Essi erano distesi sull’erba; avevano una sapienza carnale, ed in lei restavano. La carne è, infatti, non dissimile dall’erba» [Cfr. Sant’Agostino, Commento al vangelo di S. Giovanni, I, pag. 376].

Darsi a questo tipo di interpretazione, anche se Isaia 40:6 afferma che «ogni carne è come erba», a parte la forzatura del testo che si può facilmente notare, non ci sembra che sia coerente e si armonizzi con la parola di Gesù. Se quella folla si distese sull’erba, in fin dei conti fu perché Gesù ordinò loro di farlo. Se la scelta l’avessero fatta loro, si potrebbero prendere in considerazioni le parole di Ambrogio e di Agostino, ma siccome fu Gesù che ordinò quello, la loro interpretazione è quanto mai fantasiosa, perché non tiene conto della parola del Maestro.

Quello che potrebbe essere il suo significato

Se non accettiamo l’interpretazione di Ambrogio e di Agostino – anche se ammettiamo e crediamo quello che dice Isaia 40:6 –, per noi, se dobbiamo parlare di spiritualizzazione, dovremmo farlo in riferimento al sedersi della folla, senza però cercare per questo concetto, versi della Bibbia per provare la giustezza della nostra interpretazione e non sull’erba. Ecco qui di seguito i motivi della nostra considerazione:

Una folla di quella dimensione, restando in piedi, avrebbe notevolmente impedito lo svolgimento della distribuzione del cibo.
Migliaia di persone in piedi, avrebbero favorito la confusione e il disordine, e il lavoro di distribuzione del pane e del pesce, sarebbe stato notevolmente ritardato.

Una folla seduta, invece, avrebbe facilitato il lavoro della distribuzione del cibo, con minor tempo senza il disordine e confusione.

Se la folla e gli stessi discepoli non sapevano quello che Gesù avrebbe fatto nel giro di qualche minuto e tutto il lavoro che ne sarebbe seguito, Gesù, conoscendo tutto, comandando di far sedere la folla sull’erba, volle prevenire il disordine e la confusione, così che i suoi discepoli avrebbero potuto portare a termine il loro lavoro tranquillamente.

Inoltre, il sedersi, denota una posizione di attesa. A questo punto è molto importante puntualizzare: l'ordine di sedersi, venne dato per la folla che doveva ricevere e non per i discepoli che dovevano dare, amministrare. Se sei un discepolo di Gesù, non lo sei solamente per seguire il tuo Maestro, per sederti assieme agli altri, ma anche e soprattutto per amministrare quello che Gesù metterà nelle tue mani.

Si continuerà il prossimo giorno...
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