Capitolo 2
LE PRIME DUE PARABOLE: “le due case e “la stoffa nuova e gli otri nuovi”
NOTA INTRODUTTIVA
Tenuto presente che diverse parabole parallele sono riferite dai tre evangelisti — cioè da Matteo, Marco e Luca —, il testo che citeremo sarà quello degli evangelisti che lo riportano. In fase di commento, terremo presente i diversi particolari che emergono tra l’uno e l’altro evangelista, al fine di formulare un’interpretazione equilibrata. «Non ci occuperemo del problema se il testo riportato dipenda da un altro evangelista (come spesso si afferma), visto che diversi racconti paralleli dipendono da Marco, che è lo scritto più antico». Quest’aspetto della questione lo lasceremo ai critici testuali, i quali, nelle loro indagini, sapranno mettere in chiaro — glielo auguriamo sinceramente — tutta la questione della dipendenza.
Inoltre, nel presentare le parabole non seguiremo un ordine cronologico, ma le citeremo secondo l’ordine in cui esse appaiono nel testo evangelico, senza tener conto del loro gruppo di appartenenza, come per esempio le parabole del regno, che presentano la formula iniziale:
Il regno dei cieli è simile.... In fase di commento, però, specificheremo se la parabola in questione debba essere considerata per la vita presente o se invece abbia a che fare con il tempo escatologico.
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia.
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande» (Matteo 7:24-27).
«Perché mi chiamate: Signore, Signore! e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia.
Assomiglia ad un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta un’alluvione, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto smuoverla perché era stata costruita bene.
Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, assomiglia ad un uomo che ha costruito una casa sul terreno, senza fondamenta; la fiumana l’ha investita, e subito è crollata; e la rovina di quella casa è stata grande» (Luca 6:46-49).
Nel testo riportato, non si trova il termine greco
parabolē. Però, è abbastanza evidente che le parole di Gesù non possano essere considerate solamente una semplice conclusione del Suo discorso: sono senza dubbio da ritenere delle vere e proprie parabole, come del resto le hanno considerate i commentatori antichi e moderni [Cfr. J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, Parte prima, pag. 413; H. Schürmann, Il vangelo di Luca, Parte prima, pag. 614; R. G. Stewart,
L’evangelo secondo Matteo e Marco, pag. 78; Giorgio Tourn,
I vangeli sinottici, Volume I, pag. 41; E. Schweizer,
Il vangelo secondo Luca, pag. 127; G. Crisostomo,
Commento al vangelo di Matteo, pag. 390; F. Wright Beare,
Il vangelo secondo Matteo, pag. 226; J. Jeremias,
Le parabole di Gesù, pag. 208].
Se consideriamo le parole di Matteo,
chiunque ascolta queste mie parole..., e quelle di Luca,
chiunque viene a me e ascolta le mie parole..., si può subito notare che la verità illustrata in questa parabola ha a che fare con la vita presente, e che non prende in considerazione le persone in genere. Le persone implicate in questa parabola, senza chiamarle per nome, sono:
Chi ascolta le parole di Gesù e va a Lui. Oltre a non esserci delimitazione di luogo e di tempo, non c’è neanche differenza di classe sociale. Per Dio non c’è alcuna differenza, sia che esse appartengano ai bianchi o ai neri, sia che siano colte o ignoranti, ricche o povere, uomini o donne. Sono trattate tutte nella stessa maniera e considerate Sue creature.
Se si pensa che questa parabola Gesù l’abbia voluta indirizzare ai Suoi discepoli, per dire loro che non dovevano accontentarsi solamente dall’essere andati a Lui e di aver ubbidito alle Sue parole, non c’è da obiettare. Con questo, però, non si vuol sostenere che si debbano escludere quanti Lo ascoltarono in quel giorno. Tenuto presente che Gesù non fa alcuna specificazione, e che le Sue parole hanno una valenza generale — nel senso che si applicano a “chiunque va a Lui e ascolta le Sue parole”, senza nessuna delimitazione di tempo —, va da sé che la parabola servì allora, per le persone di quel tempo, e che vale anche per quelle del nostro.
L’insegnamento che Gesù ha voluto impartire e che ha valore riguarda il mettere in pratica le Sue parole. Agendo in questo modo, si è simili a una persona che costruisce la sua casa sopra delle solide fondamenta. Mentre, chi si limita solamente ad andare a Gesù e ad ascoltare le Sue parole, senza metterle in pratica, sarà paragonato a chi costruisce una casa sopra la sabbia. La differenza è enorme, non tanto per il fatto che le due case costruite sembrino apparentemente uguali, quanto perché l’una rimane e l’altra crolla. A dare stabilità a una costruzione sono, senza dubbio, le fondamenta: se queste sono solide, la costruzione sarà ugualmente stabile, nel senso che, all’imperversare delle tempeste, essa non crollerà. Mentre, se mancano le fondamenta e la casa sarà costruita sulla terra, davanti alla forza di un’inondazione essa si rivelerà fragile e crollerà miseramente.
Il particolare che ha Luca, in questa parabola, merita una particolare considerazione. L’evangelista precisa che, chi va da Gesù e ascolta la Sua parola e la mette in pratica, è simile a un uomo che
ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia. Questo significa che l’uomo della parabola non si limita solamente a scavare a una certa profondità, ma che il suo scopo è di arrivare alla roccia, perché egli vuole edificare la sua casa su di essa. La sua determinazione gli costerà tempo e denaro; però, in compenso, egli avrà delle fondamenta solide che gli garantiranno la stabilità della casa.
Se si fa una considerazione sull’aspetto esteriore delle due case costruite, non si noterà alcuna differenza: tutto quello che appare in superficie è uguale. La differenza si trova nelle fondamenta, che non sono visibili, e consiste nel fatto che una le possiede, mentre l’altra ne è sprovvista. Una casa è costruita sopra la roccia, l’altra sulla sabbia. Quando le due costruzioni saranno sottoposte alla prova delle forze naturali, cioè della
fiumana, si saprà qual è quella stabile perché l’una sarà portata via, mentre l’altra rimarrà in virtù delle fondamenta solide che aveva.
La domanda che a questo punto formuliamo è la seguente: su che cosa hai costruito la tua vita religiosa, la tua fede, la tua salvezza? Sulle sabbie mobili delle tue opere, del tuo saper fare, della tua religiosità apparente? Se ti preoccupi solamente di curare la parte esterna della tua esistenza, e non pensi di vivere in accordo con la parola di Gesù, non hai fondamenta. Quando verranno le alluvioni e le inondazioni e i venti turbinosi soffieranno con la loro violenza, la tua casa crollerà e la tua rovina sarà grande. Mentre, se hai come fondamenta Cristo Gesù e la Parola di Dio, la “roccia dei secoli”, soffino puri i venti impetuosi delle prove, si scaglino le alluvioni delle avversità e i torrenti delle persecuzioni si scatenino con violenza: la tua vita non crollerà, la tua fede non sarà portata via e la tua salvezza rimarrà stabile in Cristo Gesù, il tuo Signore!
Allora si avvicinarono a lui i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo, e i tuoi discepoli non digiunano?»
Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo far cordoglio finché lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
Continueremo il prossimo giorno...