Domenico34 – Le parabole di Gesù – Capitolo 18. PARABOLA DEI PRIMI POSTI E DEGLI INVITATI

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Domenico34
00mercoledì 4 maggio 2011 00:17

Capitolo 18




PARABOLA DEI PRIMI POSTI E DEGLI INVITATI




«Quando sarai invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere a tavola al primo posto, perché può darsi che sia stato invitato da lui qualcuno più importante di te,
e chi ha invitato te e lui venga a dirti: Cedi il posto a questo! e tu debba con tua vergogna andare allora ad occupare l’ultimo posto.
Ma quando sarai invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, affinché quando verrà colui che ti ha invitato, ti dica: Amico, vieni più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te.
Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato».
ma quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi, ciechi;
e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti, il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti»
(Luca 14:7-14).

Il motivo per cui Gesù raccontò questa è chiaramente specificato: Notando come gli invitati sceglievano i primi posti. Questo significa che nei banchetti, specialmente in quelli nuziali, dove le persone venivano invitate, si faceva a gara per occupare i primi posti. Forse Gesù, nella stessa casa dov’era stato invitato, avrà notato tale atteggiamento (v. 12). Tenuto conto che Gesù non rimaneva indifferente davanti ai modi di agire della società, Egli coglieva tutte le opportunità per dare delle buone direttive, insegnando norme che avrebbero fatto comprendere alle persone il giusto atteggiamento da assumere in certe situazioni particolari.

Ai tempi di Gesù, ai banchetti nuziali non c’erano posti riservati, e ognuno che arrivava cercava di occupare i posti migliori, senza contare che avrebbero potuto occuparli anche altri invitati. In effetti, questa specie di comportamento metteva in evidenza il sentimento di grandezza e di superiorità che c’era in certuni rispetto agli altri; quindi, equivaleva contemporaneamente a rivelare se nella persona c’era umiltà o superbia.

Siccome la parabola mira ad insegnare la verità sull’umiltà, il consiglio che Gesù dà all’invitato è che, quando viene invitato ad un banchetto nuziale, egli non deve scegliere il primo posto, ma addirittura andare a sedersi in fondo alla sala, all’ultimo posto. Perché questo consiglio? La parabola risponde dicendo che, probabilmente, chi ha invitato te avrà potuto chiamare anche un altro più importante di te, e siccome il posto è stato occupato, chi ha invitato te e lui si avvicinerà a te e ti dirà, davanti a tutti: Cedi il posto a questo! Per te, allora, sarà una vergogna andarti a sedere all’ultimo posto. Mentre, se vai a sederti in fondo, chi ti ha invitato verrà da te e ti dirà davanti a tutti: Amico, vieni più avanti. Allora avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te.

La parabola si conclude con una solenne affermazione: Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato. Logicamente, queste parole severe non riguardano solamente le persone dell’antichità, ma sono ancora attuali per noi che viviamo nel XXI secolo. La verità relativa all’umiltà e all’orgoglio non cambia con il trascorrere dei secoli, ma rimane sempre la stessa ed è valida per tutti gli esseri umani, senz’alcuna distinzione di colore di pelle o di stato sociale. Essa si applica al religioso come anche a chi non è interessato alle cose di Dio; a chi riveste cariche di responsabilità come anche a chi non ha alcun titolo e alcuna responsabilità, cioè alla persona comune.

A questo punto, sorge una domanda: come si fa a sapere quando si manifesta l’umiltà e quando si rivela l’orgoglio? Visto che l’umiltà e l’orgoglio rappresentano due atteggiamenti diversi che si contrappongono l’uno all’altro, non sarà possibile scambiarli o fraintenderli: il comportamento dell’uomo farà sapere se la persona è umile od orgogliosa. Anche per questo bisogna rifarsi all’autorità della Parola di Dio, che distingue nettamente i due atteggiamenti in questione ed ha molto da insegnarci.

Gli scritti dei profeti c’invitano a cercare l’umiltà: Cercate il SIGNORE, voi tutti umili della terra, che mettete in pratica i suoi precetti! Cercate la giustizia, cercate l’umiltà! Forse sarete messi al sicuro nel giorno dell’ira del SIGNORE (Sofonia 2:3).

Il savio Salomone afferma che prima della gloria c’è l’umiltà: Il timore del SIGNORE è scuola di saggezza; e l’umiltà precede la gloria (Proverbi 15:33; 18:12). Inoltre, Salomone parla del premio dell’umiltà: Il frutto dell’umiltà e del timore del SIGNORE è ricchezza, gloria e vita.

Quando ci s’imbatte nelle prove del cammino della vita, l’umiltà nel servizio del Signore si manifesta con molte lacrime: Servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei (Atti 20:19). Nel nostro comportamento cristiano siamo esortati all’umiltà, senza nutrire sentimenti di rivalità: Con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore (Efesini 4:2). Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso.

La persona umile non si erge sugli altri; non li sottovaluta e non cerca il proprio interesse. Il cristiano viene esortato a vestirsi d’umiltà: Rivestitevi, dunque, com'eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza (Colossesi 3:12). I cristiani, sia giovani che anziani di età, vengono esortati a rivestirsi di umiltà, sapendo che Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili: Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo
(1Pietro 5:5-6)

Il saggio Salomone c’invita ad essere umili di spirito: Meglio essere umile di spirito con i miseri, che spartire la preda con i superbi (Proverbi 16:19, ND); e chi è umile di spirito otterrà gloria (Proverbi 29:23). Il profeta Isaia ci fa conoscere a chi sta vicino Dio: Infatti, così parla Colui che è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che si chiama il Santo. «Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi (Isaia 57:15).

In vista del grande esempio di umiltà, Zaccaria, parlando profeticamente di Gesù Cristo, così Lo descrive: Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa ad un asino, sopra un puledro, il piccolo dell’asina (Zaccaria 9:9). Mentre Gesù, parlando di Sé, invita le persone a prendere il Suo giogo: Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre.

Quando il re Amasia, che aveva ucciso diecimila Idumei, si rivolse al re d’Israele Ioas per invitarlo ad affrontarsi, fu risposto: Tu hai sconfitto gli Idumei, e il tuo cuore ti ha reso orgoglioso. Godi la tua gloria, e stattene in casa tua. Perché impegnarti in una disgraziata impresa che porterebbe alla rovina te e il regno di Giuda insieme a te?» (2Re 14:10). L’orgoglioso ha una caratteristica: difficilmente si fa convincere da certi buoni consigli.

Isaia, parlando del giorno del Signore, ci fa conoscere in che modo Dio tratterà l’orgoglioso: Infatti, il SIGNORE degli eserciti ha un giorno contro tutto ciò che è orgoglioso e altero, e contro chiunque s’innalza, per abbassarlo (Isaia 2:12). Parlando poi dell’orgoglio di Moab, così si esprime il profeta: Noi conosciamo l’orgoglio di Moab, l’orgogliosissima, la sua alterigia, la sua superbia, la sua arroganza, il suo vantarsi senza fondamento! (Isaia 16:6; cfr. anche Geremia 48:29). Ecco altre caratteristiche dell’orgoglioso: è arrogante e si vanta senza motivo.

Si continuerà il prossimo giorno...
Domenico34
00giovedì 5 maggio 2011 00:11
E che dire del gran re di Babilonia, Nabucodonosor, della sorte che egli subì per essersi innalzato, mettendo in mostra la sua grandezza e la sua potenza? Ecco come la descrive Daniele:

Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia,
il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?»
Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto;
tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole».
Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l’erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli
(Daniele 4:28-33).

Daniele, parlando di un personaggio senza farne il nome (che, storicamente parlando, potrebbe essere Antioco Epifane), ma che sotto altri aspetti potrebbe riferirsi all’ultimo all’anticristo, così lo descrive:

Egli non avrà riguardo agli dèi dei suoi padri; non avrà riguardo al dio preferito dalle donne, né ad alcun dio, perché si innalzerà al di sopra di tutti (Daniele 11:36-37).

Si confronti questo passo di Daniele con un altro passo del Nuovo Testamento per vedere chi potrebbe essere questo personaggio:

Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente.
Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione,
l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio.
Non vi ricordate che quand’ero ancora con voi vi dicevo queste cose?
Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo.
Infatti, il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.
La venuta di quell’empio accadrà, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi,
con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati.
Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna;
affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano giudicati
(2Tessalonicesi 2:1-12).

Infine, non possiamo chiudere questo capitolo senza ricordare le parole di Gesù: Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato (Matteo 23:12) e le parole di Giacomo: Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v’innalzerà (Giacomo 4:10).

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente
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