Domenico34 – Il mondo degli spiriti – Capitolo 5. Spirito dei Filistei

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Domenico34
00sabato 29 gennaio 2011 03:01

Capitolo 5




SPIRITO DEI FILISTEI




C’è un solo testo nella Bibbia che parla dello spirito dei Filistei e degli Arabi, e si trova precisamente nel secondo libro delle Cronache. Eccolo:

Il Signore risvegliò contro Jehoram lo spirito dei Filistei e degli Arabi, che abitano a fianco degli Etiopi (2Cronache 21:16).

I Filistei e gli Arabi, sono due popoli distinti, che appartengono alla famiglia umana; a causa di questo ha lo spirito che ha ogni essere umano. Di conseguenza né deriva che, se la Bibbia fa riferimento specifico a questo spirito, deve necessariamente esservi un senso diverso dal normale che si attribuisce a questa frase.

Si impone perciò di necessità un approfondimento per capire perché la Bibbia si esprime in questo modo, quale potrebbe essere il vero significato e il suo relativo insegnamento. Per comprendere questo naturalmente, bisogna studiare quei testi della Bibbia che trattano dei Filistei e degli Arabi, come riferimento al loro particolare comportamento e modo di agire.

1. La statistica dei testi biblici

La Bibbia parla molto dei Filistei, e tutti i testi concernenti, si trovano esclusivamente nell’Antico Testamento. Dalla Genesi a Zaccaria, sono esattamente 254 nella forma plurale, mentre al singolare Filisteo, sono 34, quasi tutti nel 1 e 2 Samuele ad eccezione dell’unico testo di (1 Cronache 11:18).

Dall’esame che condurremo, risulteranno caratteristiche particolari, che ci permetteranno di comprendere meglio cosa sia questo spirito dei Filistei.

2. Esame dei testi biblici e sue applicazioni

1) Primo atteggiamento - I sentimenti dei Filistei

La prima caratteristica che appare, si trova in (Genesi 26.14), che dice:

Egli venne a possedere greggi di pecore, mandrie di buoi e un gran numero di servi. Così i Filistei lo invidiarono.

Il riferimento riguarda Isacco, allorquando si stabilì a Gherar, terra dei Filistei.
I sentimenti d'invidia che manifestarono i Filistei di allora nei confronti della prosperità d'Isacco, - ciò si nota anche largamente in tanti strati della società antica e contemporanea -, essi, si commentano da soli, e ciò mette in risalto particolarmente questo cosiddetto spirito dei Filistei.

Avere uno spirito d'invidia, non è certamente da desiderare e tanto meno da favorire, specialmente quando si pensa a quello che dice (Proverbi 14.30):

Un cuore sano è vita per il corpo, ma l’invidia è il tarlo delle ossa, o come dice un’altra versione: La carie delle ossa.

Nell’elenco particolare che abbiamo fornito intorno agli spiriti, non risulta lo spirito d’invidia. Però, riflettendo sui sentimenti che i Filistei manifestarono ai tempi d'Isacco, e dato che la Bibbia parla specificatamente dello spirito dei Filistei, c’è da individuare in questo, quello che noi chiamiamo: Spirito d’invidia.

2) Secondo atteggiamento - La strategia dei Filistei

In tantissimi testi biblici, i Filistei vengono presentati come nemici agguerriti d'Israele, sempre pronti a combattere contro di loro, usando tutta la loro strategia militare e anche la loro accortezza, astuzia, allo scopo di rendere impotente il popolo d’Israele.

Uno dei testi classici di questo loro agire, si trova in (1Samuele 13:17-22):

Poi dall’accampamento dei Filistei uscirono dei razziatori divisi in tre schiere: un drappello si diresse sulla via di Ofrah, verso il paese di Shual;
un’altra squadra si diresse sulla strada di Beth-Horon; la terza schiera si diresse sulla via della frontiera che domina la valle di Tseboim, verso il deserto.
Or in tutto il paese d’Israele non si trovava alcun fabbro, perché i Filistei dicevano: Gli Ebrei non fabbrichino spade o lance.
Così tutti gli Israeliti scendevano dai Filistei per affilare chi il suo vomero, chi la sua zappa, chi la sua scure, chi la sua vanga.
Il prezzo per l’affilatura era di un pim per le vanghe, per le zappe, per i tridenti, per le scuri e per aggiustare i pungoli.
Così, nel giorno della battaglia, non si trovava né spada né lancia in mano a tutta la gente che era con Saul e con Gionathan; ne avevano solamente Saul e Gionathan suo figlio
.

Questa strategia che escogitarono e attuarono i Filistei, oltre ad essere stata bene studiata e preparata, nascondeva in sé, quello che noi specificatamente avremmo chiamato: accortezza, astuzia. Il fatto stesso che in tutto il paese d’Israele non si trovava alcun fabbro, di per sé ha un peso rilevante, quando si pensa alla fabbricazione delle spade e delle lance, armi necessarie per combattere contro il nemico, che in quel tempo erano appunto i Filistei.

L’espressione dei Filistei, riportata nel v. 9. Gli Ebrei non fabbrichino spade o lance, ci mostrano, non solo la volontà dei Filistei, a che il popolo d’Israele non fabbricherà armi, ma anche il loro modo di comportarsi per scoraggiare la nascita di officine per tale scopo.

Infatti, avere una fabbrica in proprio, senza dipendere da nessuno, significa produrre quelle armi quando si vogliono e quante se ne desiderano. Il piano dei Filistei era proprio quello di impedire la fabbricazione di spade e di lance, e non dei vomeri, delle zappe, delle scuri, delle vanghe, dei tridenti e dei pungoli.

Non erano gli arnesi di lavoro che preoccupavano i Filistei, ma le armi di guerra. Per gli arnesi di lavoro, quali: zappe, vomeri, scuri, vanghe, tridenti e pungoli, le officine dei Filistei, non erano solamente aperti, ma erano anche disponibili per il popolo d’Israele, ad un prezzo basso e concorrenziale.

Lo spirito dei Filistei, vale a dire il modo di agire di queste persone, chi minaccia e come si individua?

Senza dubbio, esso è uno spirito che si leva contro il popolo di Dio, non solo israelitico, ma anche cristiano nell’intento di farlo trovare senza armi nel giorno della battaglia. Per la sua individuazione, non esitiamo a chiamarlo: Spirito di compromesso.

Sono tanti i cristiani, ai nostri giorni, che sono animati da questo spirito.
Il guaio più grande è che non lo conoscono con questo nome e di conseguenza non si sanno proteggere dal male che può arrecar loro. Non è raro sentire questo ragionamento: non c’è bisogno che tu fabbrichi una spada o una lancia; il tempo delle grandi polemiche, intorno alla sana dottrina, è ormai passato.

Viviamo in tempi di ecumenismo, in cui ogni carne fa brodo. Perché non pensare piuttosto ad affilare gli arnesi di lavoro?

Si continuerà il prossimo giorno...
Domenico34
00domenica 30 gennaio 2011 12:21
Anche per gli arnesi di lavoro, lo spirito dei Filistei è molto attivo; farà del tutto per farli affilare nelle proprie officine, e a buon mercato. In terra americana, particolarmente, si sente ripete da qualche parte, all’indirizzo dei ministri e predicatori del vangelo:

Non ti devi eccessivamente preoccupare, se non avrai tempo per pregare e leggere la Bibbia; per preparare la predica per il culto della domenica mattina. Noi siamo dei bravi conoscitori della Bibbia; possiamo farla per te con poco denaro; devi solamente rivolgerti a noi e commissionarci il soggetto da trattare tutto sarà pronto e molto sbrigativo.

No, gli attrezzi di lavoro per il ministero, devono essere affilati nella tua officina di preghiera e meditazione della Parola di Dio, e non nelle fabbriche dei Filistei.

Questo spirito di compromesso, al quale disgraziatamente molti della cristianità laica e ministeriale hanno aperto le loro porte, non è stato individuato come lo spirito dei Filistei, di cui parla la Bibbia, e in conseguenza di questo fatto, si trovano senza spada e lancia nel giorno della battaglia, perché i Filistei, con la loro accortezza e astuzia, hanno convinto tanti cristiani a non pensarvi.

Se c’è qualcosa che costa di meno, cioè che non assorbe molto tempo e denaro da parte mia, per l’esercizio del mio ministero, perché mai non dovrei approfittare di questa possibilità?

Dirà qualcuno. Fratelli ed amici, queste parole non sono rivolti a persone atee e materialiste; a quelli che sono indifferenti per le cose di Dio; a quelli insomma che non sono interessati per i concetti di Dio e del Suo regno; ma sono dirette a quelli che sono stati liberati dalla schiavitù del peccato, come fu liberato il popolo d’Israele dalla servitù di Egitto.

Lo spirito dei Filistei, non è uno spirito benigno, nel senso che non fa nessun male. Non è neanche uno spirito che si manifesta nel mondo. Si riscontra in mezzo al popolo di Dio. Se esso non arreca alcun male alla tua reputazione, al tuo prestigio, alla tua tasca, come cristiano e servitore del Signore, lo farà sicuramente nella tua vita, per ciò che riguarda la tua relazione di comunione con Dio. Farai bene a stare in guardia!

3) Terzo atteggiamento - Lo scherno Filisteo

Per quanto riguarda questo comportamento, fa testo il capitolo 17 del primo libro di Samuele, specialmente questo brano.

Il Filisteo guardava attentamente e, scorto Davide, lo disprezzò, perché era soltanto un giovane, rossiccio e di bell’aspetto.
Il Filisteo disse a Davide: Sono io forse un cane, che tu vieni contro di me con dei bastoni? E il Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi
(1Samuele 17:42,43).

Secondo questo testo, la manifestazione di disprezzo e di maledire, rappresenta la rivelazione dello spirito dei Filistei, cioè quello che avviene tante volte agli uomini di Dio, specialmente contro di quelli che sono scelti per un compito tutto particolare.
Anche se a pronunciare le parole di sprezzo e di maledizione fu un uomo solo dell’esercito dei Filistei, è significativo il fatto che esse provenivano dalla bocca di una persona che era considerata da tutto il popolo Filisteo come il loro campione e il loro eroe v. 4, 23, 51.

Goliah, di Gath, menzionato in 1Samuele 17, viene sempre nominato con l’appellativo Filisteo, per ben 27 volte in questo capitolo. È la sola persona che meglio può rappresentare tutti i Filistei, chi incorpora in sé, l’arroganza, il disprezzo, la beffa, la grandezza, la possanza, la bravura, ed anche l’eroicità e la maledizione.

Alla presenza di questo campione Filisteo, l’intero esercito israelita, compreso il re Saul e il generale Abner, tremavano ed avevano paura di sfidarlo in battaglia. Benché questo Goliah si facesse avanti mattina e sera, per la durata di quaranta giorni v.16, nessuno dei tanti valorosi che erano nell’esercito israelita si mosse, per misurarsi con lui poiché egli insultava le schiere del DIO vivente, nonostante che il re Saul avesse fatto una promessa di dargli in moglie sua figlia e di esentare da ogni tributo la casa di suo padre in Israele v. 25,26.

Ma Davide, il giovane ricciuto e di bell’aspetto, nell’udire le sprezzanti parole pronunciate quell’incirconciso, senza tanti preamboli e vane discussioni, d’intesa col re Saul, prese in mano la sua frombola e cinque pietre lisce scelte dal torrente, e, nel Nome del Signore degli eserciti, il DIO delle schiere d’Israele, vinse ed uccise il grande Goliah, liberando così il popolo d’Israele dal disprezzo e dalla vergogna che per tanti giorni aveva subito dal Filisteo.

Lo spirito dei Filistei, agisce sempre in questa maniera, anche ai nostri giorni. Non c’è da meravigliarsi, se questo spirito inveisce con tutta la sua violenza contro i semplici servitori del Signore, facendoli apparire come se fossero persone di poca importanza, illetterati e con poca erudizione. Questo spirito non va affrontato con le capacità e gli accorgimenti umani, ma con l’autorità del Nome del Signore.

4) Quarto atteggiamento - La magia dei Filistei

Poiché tu, o Eterno, hai abbandonato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché sono pieni di pratiche orientali, praticano la magia come i Filistei, stringono alleanza con i figli degli stranieri (Isaia 2:6).

Ecco, un’altra manifestazione dello spirito dei Filistei. Questa volta però non si chiama: invidia, compromesso, sprezzo, maledizione, ma magia.

Come ben si ricorderà, nell’elenco che abbiamo fornito degli spiriti che la Bibbia menziona, non figura lo spirito di magia; ma in questo testo, sotto la bandiera dello spirito dei Filistei, ecco che appare nella sua luminosità. Prima di esaminare quello che dice la Bibbia a proposito della magia, crediamo opportuno presentare la definizione linguistica, come l’abbiamo rilevata dal Dizionario della lingua italiana.

«Arte o scienza occulta che suppone di trarre dalle forze naturali effetti straordinari mediante tecniche misteriose e segrete, atte anche a dominare potenze sovrumane o demoniache; si fonda fra le innumerevoli norme operative usate dalla preistoria ai giorni nostri, particolarmente sulla causalità, sull’efficacia della parola o del gesto rituale, sulla corrispondenza fra modello e simulacro, fra la parte e il tutto, e inoltre postula riflessi malefici o benefici anche nelle espressioni magia cerimoniale o negromanzia diabolica» GDLI, di S. Battaglia, Vol. IX, pp. 442,443].

La magia, anche se viene denominata bianca o nera, è sempre scienza occulta; qualcosa che ha a che fare con le potenze dell’inferno, con le forze demoniache, da cui bisogna stare alla larga, per non subire influenze devastanti e catastrofiche nella vita umana.

La magia, inoltre, non è una scienza benefica, al servizio dell’umanità, come si vorrebbe far credere; ma una diabolica manifestazione di forze nemiche che tendono ad imprigionare le persone nelle celle più oscure dell’occultismo e dello spiritismo.
Quando le persone cominciano a scherzare con la magia, sotto il pretesto di voler provare nuove sensazioni nella vita umana, finiranno col trovarsi di fronte a Satana, il gran bugiardo e ingannatore del genere umano, in una condizione di dipendenza e di schiavitù, da cui sarà difficile uscirne, senza l’intervento di Dio e del Suo Spirito.

Conoscendo in pieno la pericolosità della magia, Dio ordinò al suo popolo:

...Non praticherete alcun genere di divinazione o di magia (Levitico 19:26; Deuteronomio 18:10).

Più tardi l’apostolo Paolo, fornendo l’elenco delle opere della carne, per le quali non si potrà ereditare il regno di Dio, menziona anche la magia (Galati 5; 19-21), o stregoneria, come traduce la N. Riveduta e La CEI.

Infine, l’ultimo libro della Bibbia, cioè l’Apocalisse, ricorda i guai che si abbatteranno sull’umanità, se gli uomini non si ravvederanno ]C]dalle loro magie, la CEI rende stregonerie (Apocalisse 9:20,21).

Questa precisazione che fa il testo dell’Apocalisse, è molto importante per il fatto che, non solo vengono menzionati tanti altri peccati, quali:

...Adorare i demoni e gli idoli d’oro e d’argento, di bronzo, di pietra e di legno... omicidi, fornicazione e furti,

ma è include anche la magia, nella categoria dei peccati, per questo l’uomo dovrà ravvedersi. Infine, usare il concetto di ravvedimento, per la magia, senza vedere in lei una forma di peccato, il rammarico stesso non avrebbe nessun senso di coerenza.

Si continuerà il prossimo giorno...
Domenico34
00lunedì 31 gennaio 2011 12:10
5) Quinto atteggiamento - La vendetta dei Filistei

Poiché i Filistei sono stati vendicativi e hanno compiuto vendetta col cuore pieno di disprezzo per distruggere, mossi da un’antica inimicizia, perciò così dice l’Eternbo: Ecco, io stenderò la mia mano contro i Filistei... (Ezechiele 25:15,16).

Lo spirito dei Filistei, in questo testo si chiama: Spirito di vendetta.

Anche se questo spirito, non si trova nell’elenco che abbiamo fornito, perché la Bibbia non fa nessun riferimento a lui, tuttavia, riflettendo, dobbiamo convenire che sotto questa bandiera, lo possiamo identificare facilmente con questo nome specifico.

La caratteristica dello spirito di vendetta, risiede nel fatto di mantenere nel cuore umano disprezzo e odio antico, cioè di vecchia durata, aspettando il momento opportuno per scaricare quest’arma micidiale e distruttiva, senza nessuna pietà.
A volte ci meravigliamo nel vedere persone che mantengono rancori ed odio per tanti anni, senza mai liberarsi.

Forse pensiamo ad un carattere cattivo, perché la persona si comporta in questa maniera; non ci viene il minimo sospetto di pensare alla presenza in lei di uno spirito di vendetta, che potrebbe causare un simile atteggiamento.

6) Sesto atteggiamento - L’orgoglio dei Filistei

Un popolo bastardo abiterà in Ashdod, e io annienterò l’orgoglio dei Filistei (Zaccaria 9:6).

Per lo spirito di orgoglio, di cui il testo del profeta Zaccaria, rimandiamo il lettore alla trattazione dello spirito altero, nel prossimo capitolo.

7) Settimo atteggiamento - I Filistei in continua guerra con Israele

Lo stato di guerra continuo in cui i Filistei si sono venuti a trovare con il popolo d’Israele, non è certamente da considerarlo sotto il semplice profilo umano, come una specie di gara per il dominio, specie quando si pensa alle tante sconfitte subite proprio dagli Israeliti.

Questo loro accanimento e persistenza alla guerra, contro un popolo che certamente non amava, in un primo momento ci potrebbe suggerire l’idea della loro caparbietà e ostinatezza, a prevalere a qualsiasi costo su Israele.

Se però, teniamo presente lo spirito dei Filistei, secondo quello che dice la Bibbia, non si può pensare solamente alla loro caparbietà e ostinatezza; si deve pensare piuttosto a quella forza indomita che risiede in loro e che li tiene costantemente impegnati contro il popolo d’Israele, potenza che noi non esitiamo a chiamare: Spirito bellicoso o spirito di guerra.

Avere uno spirito di guerra, in pratica significa avere quella tendenza o predisposizione d’animo a non tollerare niente. È come se si avesse sempre a portata di mano dei fiammiferi pronti per produrre un incendio, figurativamente parlando.
Questo spirito, ha fatto tanto male tra i popoli di questo pianeta. Non ha solamente inasprito le loro relazioni e creato tanti dissensi, ha sparso invece tanto sangue innocente e distrutto tante famiglie; ha creato tanto odio da spingere le persone ad agire con spietata crudeltà, gli uni contro gli altri.

Lo spirito di guerra, non si manifesta solamente tra quelle nazioni e popoli civili, che vivono lontani da Dio e dai Suoi voleri, investe purtroppo anche la cristianità, con una particolare rilevanza, seminando discordie, odio, rivalità, contrasti, diffidenze, lotte per il potere, disprezzi, diffamazioni, divisioni, rotture di legami di amicizie e ogni sorta d'intolleranza e incomprensione.

Quando questo spirito si manifesta, non è sempre riconosciuto per quello che effettivamente è: spesse volte è scambiato come se fosse debolezza o come carattere personale, o peggio ancora come immaturità o carnalità.

Lo spirito dei Filistei, è sconosciuto in tanti ambienti cristiani, e, di tutto si parla, tranne pensare ad uno spirito di guerra che guasta e rovina il legame di comunione tra due credenti; spezza e frantuma i più teneri vincoli di affetto e di simpatia; creando così sospetti di ogni genere e litigi e divisioni a tutti i livelli.

Lo spirito di guerra, proviene dall’inferno; è sostenuto e ispirato dalla potenza di Satana in persona, il quale si diletta quando i credenti si lottano a vicenda, si offendono e si dilaniano senza risparmiare colpi. Davanti a questa desolante e devastante situazione, c’è veramente bisogno di aprire sul serio gli occhi, e non lasciare che quest'infernale spirito dei Filistei, continui e arrecare guasto e danno in mezzo al popolo di Dio.

PS: Se ci sono domanda da fare, fatele liberamente e noi risponderemo prontamente.
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