Domenico34 – Il mondo degli spiriti – Capitolo 11. Demoni e spiriti immondi

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Domenico34
00sabato 19 febbraio 2011 00:30

Capitolo 11




DEMONI E SPIRITI IMMONDI




In quel giorno avverrà, dice il Signore degli eserciti, che io sterminerò dal paese i nomi degli idoli, che non saranno più ricordati; farò pure scomparire dal paese i profeti e lo spirito immondo (Zaccaria 13:2).

NOTA PRELIMINARE E STATISTICA

Il termine ebraico usato in questo testo è: tum’ah, che significa Sporco, sudicio. Nei tanti passi del N.T. in cui si parla dello spirito immondo, il termine greco, nelle sue varie forme è: akàthartos = non purificato, impuro, sudicio.

In questo capitolo passeremo in rassegna, i termini: dèmone, spirito immondo, spiriti immondi; indemoniato, indemoniati, così da avere un quadro completo sull’argomento della demonologia.

a) Dèmone forma singolare gr. daimōnion che significa: demonio, spirito maligno; divinità 20 volte [C. Buzzetti, Dizionario base del N.T., p, 34; W. Forster, GLNT, Vol. 2, col. 741-789, per conoscere la completa trattazione che viene fatta, sia dal punto di vista filosofico, giudaico e cristiano].

Matteo 9:33; 11:18; 15:22:17:18
Marco 7:26; 7:29; 7:30; 9:26
Luca 4:33; 4:35; 7:33; 8:29; 9:42; 11:14
Giovanni 7:20; 8:48; 8:49; 8:52; 10:20; 10:21.

b Demoni forma plurale gr. demonia 46 volte [Anche se La Nuova Diodati conteggia 53 volte il termine plurale demoni, per amor di precisione diciamo che si trova 46 volte nel testo greco. I due testi, per esempio di Matt. 17:21 e Luca 8:32, non ricorrono nel testo greco].

Levitico 17:7
Deuteronomio 32:17
2Cronache 11:15
Salmo 106:37
Matteo 7:22; 8:31; 9:34; 10:8; 12:24; 12:24; 12:27; 12:28
Marco 1:34; 1:39; 3:15; 3:22; 3:22; 5:12; 6:13; 9:38; 16:9; 16:17
Luca 4:41; 8:2; 8:27; 8:33; 8:35; 8:38; 9:1; 9:49; 10:17; 11:15; 11:15; 11:18; 11:19; 11:20; 13:32
1Corinzi 10:20; 10:20; 10:21; 10:21
1Timoteo 4:1
Giacomo 2:19
Apocalisse 9:20; 16:14; 18:2

c) Spirito immondo forma singolare gr. pneuma akathartos che significa, spirito non purificato, impuro, sudicio, 13 volte.

Zaccaria 13:2
Matteo 12:43
Marco 1:23; 1:26; 3:30; 5:2; 5:8; 7:25; 9:25
Luca 8:29; 9:42; 11:24
Apocalisse 18:2
d Spiriti immondi forma plurale 10 volte.
Matteo 10:1
Marco 1:27; 3:11; 5:13; 6:7
Luca 4:36; 6:18
Atti 5:16; 8:7
Apocalisse 16:13

e) Indemoniato nella forma singolare gr. daimonizomenon 7 volte = essere
posseduto da un demonio [C. Buzzetti, Dizionario base del N.T., p. 34; W. Forster, GLNT, Vol., col. 790-791].

Matteo 9:32; 12:22
Marco 5:15; 5:16; 5:18
Luca 8:36
Giovanni 10:21

f) Indemoniati nella forma plurale gr. daimonizomenoi 5 volte.
Matteo 4:24; 8:16; 8:28; 8:33
Marco 1:32

L’esame di tutti questi testi ci permetterà di approfondire l’argomento in questione in modo esauriente, mettendone in evidenza i tratti che ci vengono indicati e le caratteristiche nelle loro manifestazioni.

1. I demoni - testi dell’A.T. e del N.T. nella forma plurale [Secondo una antica convinzione giudaica, i demoni condizionano il destino umano, vengono messi in rapporto con sventure e disgrazie (W. Forster, GLNT, Vol 2, col. 751].

L’A.T. anche se ha poche notizie e in più frammentarie intorno ai demoni, esse possono aiutarci in parte, mentre sarà il N.T. a darcene una piena conoscenza per scoprirne inoltre le caratteristiche e come loro si manifestano.

1. Il testo del Levitico 17:7

Essi non offriranno più i loro sacrifici ai demoni, dietro ai quali essi si sono prostituiti. Questa sarà per loro una legge perpetua, per tutte le loro generazioni (Levitico 17:7).

Questo è stato un preciso divieto che il Signore ha rivolto al suo popolo, in opposizione a quello che faceva le altre genti quando offrivano i loro sacrifici alle loro divinità, ma che in realtà li presentavano ai demoni. La stessa cosa dice Deuteronomio 32:17, quando precisa:

2. Il testo del Deuteronomio 32:17

Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio, a dèi, apparsi di recente, che i vostri padri non avevano temuto.

Più tardi l’apostolo Paolo ribadirà lo stesso concetto, sostenendo che i pagani, nel sacrificare, non fanno altro che offrire ai demoni e non a Dio (1Corinzi 10:20). Davanti a questa specificazione, era chiaro che l’apostolo non permettesse alla fratellanza di Corinto, di avere comunione con i pagani, che vivevano lontani dal vero Dio, ma con i demoni.
Infatti, con i sacrifici che gli offrivano, secondo l’apostolo, erano piuttosto i demoni che venivano adorati e serviti attraverso quelle pratiche e non gli idoli. Per dissipare ogni eventuale incomprensione, Paolo puntualizza:

Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni (1Corinzi 10:21).

3. Il testo di 2 Cron 11:15

L’accenno a quello che fece Geroboamo nel costituirsi dei sacerdoti per gli alti luoghi, per i demoni e per i vitelli che aveva fatto (2Cronache 11:15), contribuisce a rafforzare ciò che abbiamo detto fin qui. Il testo di (1Re 13:33-34) specifica come Geroboamo, proseguendo nella sua strada malvagia,

Fece ancora sacerdoti per gli alti luoghi, prendendoli da ogni ceto di persone; chiunque voleva era da lui consacrato, e diveniva prete degli alti luoghi;

Questo passo non fa nessun cenno ai demoni; solamente afferma:
Questo fu il peccato della casa di Geroboamo, che causò la sua distruzione e il suo sterminio dalla faccia della terra (1Re 13:34).

Il cronista però che analizza e considera queste azioni di Geroboamo, non si limita solamente a ricordare i sacerdoti che questo malvagio re costituì, e gli alti luoghi, ma dice chiaramente che tutto venne fatto per i demoni.

4. Il testo del Salmo 106:35

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Domenico34
00domenica 20 febbraio 2011 01:11
Sullo stesso piano si trovano le parole che leggiamo nel libro dei Salmi, quando lo scrittore, descrivendo le varie fasi dello sviamento del popolo d’Israele, precisa:

Si mescolarono fra le nazioni e imitarono le loro opere; servirono i loro idoli, e questi divennero un laccio per loro; sacrificarono i loro figli e le loro figlie ai demoni (Salmo 106:35-37).

È chiaro quindi che lo sviamento produce enormi sbandamenti dalle vie del Signore e porta la persona a non tenere conto di quello che Dio dice nella Sua Parola.

5. I testi di 1Corinzi 10:20,21; Apocalisse 9:20

Il N.T., oltre al passo della 1Corinzi 10:20,21 già toccato, ha un altro testo che dice:

E il resto degli uomini, che non furono uccisi da queste piaghe, non si ravvide ancora dalle opere delle loro mani e non cessarono di adorare i demoni e gli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare (Apocalisse 9:20).

Ovviamente anche quest’ultimo testo, menzionando i demoni, li mette in relazione con gli idoli, perché è appunto attraverso il culto che si rende alle immagini, che gli spiriti vengono adorati.
Tutti gli altri passi del N.T. che nominano i demoni, non vengono mai messi in relazione con gli idoli, ma in rapporto con la vita umana, nella quale si trovano. Se dal punto di vista cronologico, l’evangelo di Marco è più antico di Matteo, Luca e Giovanni, è meglio allora cominciare l’esame dei testi riguardante i demoni da questo.

6. Il testo di Marco 1:34

Egli ne guarì molti, colpiti da varie malattie, e scacciò molti demoni; e non permetteva agli spiriti di parlare perché sapevano chi egli fosse (Marco 1:34).

Anche se non ci viene specificato da dove Gesù scacciò di demoni, dal momento che vengono specificate le varie malattie che Egli guarì, rientra nella coerenza della logica pensare agli uomini e alle donne in cui si trovavano i demoni.
È attraverso la strumentalità umana che i demoni parlano, altrimenti non sapremmo descrivere il loro parlare, se dovessero parlare con il linguaggio delle bestie.
Il ministero di Gesù, oltre ad essere imperniato sulla proclamazione del regno di Dio, si esercitò in gran parte nel liberare le persone dai demoni, dagli spiriti immondi, in accordo con quello che più tardi Pietro disse:

Dio ha unto di Spirito Santo e di potenza Gesù di Nazaret, il qual è andato attorno facendo del bene e sanando tutti coloro che erano oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui (Atti 10:38).

Gesù non scacciò i demoni privatamente o di nascosto; esercitò questo potere davanti a tutti, senza pensare che qualcuno si sarebbe scandalizzato. Ecco cosa afferma Marco a questo proposito:

Ed egli andò predicando nelle loro sinagoghe per tutta Galilea e scacciando demoni (Marco 1:39).

Quando Gesù si recava nelle sinagoghe dei Giudei, - cosa che faceva spesso -, se si trovavano persone che avevano demoni o spiriti immondi, la loro liberazione avveniva davanti a tutti Marco 1:25; Luca 4:33,35. Era in virtù di questa sua attività divina, che la sua fama si spandeva dappertutto Marco 1:28.
Possiamo affermare inoltre che, l’attività ministeriale di Gesù, praticata, in un modo così evidente, da dare peso e credibilità a quello che Egli faceva.
Che differenza con quelli che pensano che i demoni bisogna scacciarli in posti appartati e lontano dagli occhi indiscreti, per evitare che qualcuno possa scandalizzarsi, o peggio ancora che il demonio, una volta scacciato, non finisca coll’entrare in qualche persona che assiste alla sua liberazione!
Quelli che la pensano in questa maniera, dimostrano di non dare importanza e di non tener in conto come Gesù agiva in questi casi, e mancano di una solida base biblica su cui fondarsi.

7. Il testo di Marco 3:15

Una delle opere che gli apostoli avrebbero dovuto fare, in adempimento alla missione che Gesù affidò loro, era appunto quella di scacciare i demoni Matteo 10:8; Marco 3:15; Luca 9:1, cosa che fecero, come riporta Marco 6:13.

8. Il testo di Luca 10:1-17

La missione dei settanta non prevedeva solamente la proclamazione del regno di Dio, la guarigione degli ammalati, ma anche la liberazione di quelli che avevano i demoni. Infatti, i settanta, compiuta la loro missione,

tornarono con allegrezza, dicendo: Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome (Luca 10:9,11,17).

Uno dei cinque segni che accompagneranno quelli che avranno creduto, La Nuova Riveduta è: Nel mio nome quello di Gesù scacceranno i demoni (Marco 16:17).
Questa parola è valevole per tutti i tempi e per tutti quelli che credono in Cristo Gesù e non per i soli apostoli e per il loro periodo.

9. il testo di Marco 3:22

Una delle accuse ingiustificate che gli scribi e i farisei fecero a Gesù, fu quella di dirgli che egli scacciava i demoni, per l’aiuto che riceveva dal principe dei demoni, cioè Beelzebub Marco 3:22; Matteo 9:34; 12:24; Luca 11:15, mentre Gesù affermava che lo faceva per mezzo dello Spirito di Dio (Matteo 12:28); col dito di Dio (Luca 11:20).
La legione di demoni cioè le diverse migliaia che erano nell’uomo di Gadara, da lungo tempo (Luca 8:27, Luca 8:30), ebbero il permesso di Gesù di entrare in un branco di porci che, impazzito, si gettò a precipizio nel lago e affogò (Marco 5:12; Matteo 8:31; Luca 8:32,33).

Più tardi le persone di Gadara poterono constatare la liberazione dell’ossesso, quando lo videro ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente (Luca 8:35). A questo miracolato, che

Lo pregava di poter restare con lui, Gesù lo congedò, dicendo: Ritorna a casa tua e racconta quali grandi cose Dio ha fatto per te (Luca 8:38,39).

10. Il testo di Marco 9.38

Uno degli apostoli, di nome Giovanni, che non era solito parlare frequentemente, un giorno disse a Gesù:

Maestro, noi abbiamo visto un tale che non ci segue scacciare demoni nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non ci segue Marco 9:38, e Luca precisa Perché non ti segue con noi (Luca 9:49).

La risposta di Gesù fu precisa:

Non glielo proibite, perché nessuno può fare un’opera potente nel nome mio, e subito dopo dire male di me Marco 9:39; e Luca aggiunge Chi non è contro di noi è per noi (Luca 9:50).

La motivazione che Giovanni fornisce a Gesù, a parte che non ha il carattere personale, ma quella collegiale, rivela qualcosa che si nascondeva nella persuasione della vita degli apostoli, da farli apparire i soli autorizzati a liberare gli indemoniati.
Chi scacciava i demoni nel nome di Gesù, non era uno che seguiva Gesù assieme agli apostoli. Secondo la valutazione che ne fece Giovanni, quindi, secondo la logica, si trattava di uno che apparteneva ad un'organizzazione religiosa, ma che non aveva le carte in regola, noi diremmo per svolgere questa particolare attività.

Questo però non c’impedisce di affermare almeno due cose:

1 Quest’uomo seguiva Gesù in una maniera diversa dalla forma ufficiale,
2 Le liberazioni prodotte erano vere. Anche la risposta di Gesù convalida e rafforza che l’attività che quel tale praticava, era vera, nel senso che i demoni realmente uscivano dalle persone, con l’autorità del Suo nome.

Scacciare i demoni, non è prerogativa solamente degli apostoli, - anche se quest’ultimi sono stati designati dal Cristo ad assumere un ruolo e una posizione particolare -, ma è una prerogativa di tutti quelli che hanno creduto in Lui Marco 16:17.

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Domenico34
00lunedì 21 febbraio 2011 00:51
Impedire a quelli che scacciano i demoni, - e sotto un aspetto più largo impedire la manifestazione del ministero sotto altre forme -, con il pretesto che non fa parte di noi, che non seguono con noi Gesù, che non fa parte al nostro movimento, o della nostra chiesa -, non è certamente segno di comprensione e carità cristiana. È senza dubbio la dimostrazione di uno spirito settario, che pensa e crede di avere il predominio su tutto e su tutti, senza un minimo rispetto per gli altri.

Gesù Cristo non è venuto qui in terra per creare movimenti religiosi e denominazioni, che spesso si affrontano in antagonismi gli uni contro gli altri. Egli non è venuto neanche per erigere steccati di separazioni e voragini d'incomprensioni.

I movimenti religiosi, le denominazioni e gli steccati di separazioni, li producono gli uomi, con le conseguenze, non solo di ignorarsi l’uno con l’altro, di separarsi dal vincolo della comunione fraterna, sottovalutarsi a vicenda, senza ignorare quello che maggiormente spaventa, e cioè il giudicarsi e condannarsi reciprocamente.
Anche se tutto ciò che è stato fatto e si continua a fare, con il pretesto di volere seguire Gesù, secondo l’insegnamento della Sua parola e di rimanere fedeli a lei, si resta sconcertati quando si assumono atteggiamenti intransigenti, duri e polemici, nei confronti di coloro che non la pensano nella stessa maniera.

Il testo su indicato che abbiamo scelto per esprimere i nostri convincimenti, dovrebbe essere preso sul serio, e valutarlo principalmente in tutti i suoi aspetti.
Notate che non è un apostolo, Pietro o Giovanni o qualche altro, che difende e valorizza il comportamento di quell’uomo che scaccia i demoni, pur non seguendo Gesù assieme agli altri, ma Gesù stesso che sa ben capire il lavoro di quell’ignoto discepolo.

Questo, in ultima analisi ci porta a prendere atto che, non sempre tra quelli che seguono Gesù, c’è un pari consentimento di valutazione e di apprezzamento per quello che viene svolto da altri.
Chi scaccia i demoni nel nome di Gesù, non fa un'opera che benefica se stesso. Compie invece un’operazione che reca sollievo, speranza di vivere e vera libertà, nella vita di chi è privato a causa della presenza dei demoni, che gli rendono l’esistenza infelice, depressa e disperata, senza dargli un raggio di luce, che possa far vedere le cose differentemente.

Davanti al beneficio altrui, specialmente per ciò che riguarda l’eternità, tutti i presentimenti e atteggiamenti settari, spinti principalmente dal desiderio di potere e di primato, dovrebbero essere messi da parte. Nello stesso tempo si deve accettare il fatto che, la potenza del nome di Gesù si può manifestare, al di fuori del cerchio in cui viviamo, della denominazione cui si appartiene, purché gli intenti e i fini principali siano quelli della gloria del Signore e il bene di coloro che soffrono.
Davanti ad una simile conclusione, non ci sono sentimenti ed atteggiamenti settari che possono essere giustificati e tanto meno sostenuti. Non accettando questa conclusione, si rischia di apparire davanti agli altri, come veri presuntuosi, superbi e arroganti, che non sanno valutare, dal punto di vista critico-costruttivo, un’opera che viene svolta nel nome del Signore, e per il bene delle anime.

11. Il testo di Matteo 7:22,23

Uno dei tanti testi della Bibbia che presenta un messaggio molto severo ed esprime un severo giudizio da parte del Signore, è senza dubbio, Matteo 7:22,23, che precisa:

Molti mi diranno in quel giorno: signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: io non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da me, voi tutti operatori d'iniquità.

Questo testo, assieme a tutti gli altri che fin qui abbiamo citato, va esaminato, non solamente come riferimento al severo giudizio che esprimerà il Signore nel giorno della resa dei conti, ma per l’accenno ai demoni che vengono scacciati.
Questo però non toglie di cercare di capire anche perché Gesù, pronuncerà quelle terribili parole nei confronti di tutti quelli che con aria di vanto, elencheranno opere miracolose che avranno fatto durante la loro vita ministeriale. Quello che abbiamo detto in altra parte di questo libro che, l’unico che può scacciare i demoni, nel senso di prevalere sulle forze demoniache è solamente la potenza del nome di Gesù Cristo, è quasi d’obbligo chiedere:

Com'è possibile, per uno che viene catalogato nel numero di quelli che Gesù dirà di non averli mai conosciuti e che per giunta vengono definiti operatori d'iniquità, che abbia potuto compiere queste opere miracolose?
Che le opere miracolose, di cui parla specificatamente il testo siano vere, non c’è nessun dubbio, altrimenti Gesù l’avrebbe chiaramente contestato.
Non siamo tanto convinti che in questo testo si faccia allusione ai falsi profeti, o ai falsi discepoli, come vorrebbero J. Gnilka e Giorgo Tourn [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, 1, pp. 409-411; Giorgo Tourn, I vangeli Sinottici, Vol. 1, p. 40]

Siamo piuttosto disposti ad accettare quello che suggerisce Miegge, il quale parla di carismatici della Comunità, anziché pensarla in maniera diversa, anche perché la riteniamo più coerente al testo e risulta più convincente anche la sua argomentazione [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, 1, pp. 409-411; Giorgo Tourn, I vangeli Sinottici, Vol. 1, p. 40; Giovanni Miegge, Il sermone sul monte, pp. 264-266].

Se vengono tenute in somma considerazione le parole di Gesù:

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli...

La severità con la quale il Signore affronterà quei molti, diventerà più significativa, per il fatto che quello che conta, ai fini di entrare nel regno dei cieli, non saranno tanto il profetizzare, il cacciare i demoni e fare opere potenti nel nome di Gesù, quanto invece di fare la volontà di Dio. Questo è essenzialmente il significato di rinunciare a tutto ciò che mira all’esaltazione dell’uomo, per dedicarsi a vivere una vita coerente con l’insegnamento di Gesù, tenendo soprattutto conto, di quello che Egli fece.
Solo in questa maniera, si potranno evitare le amare sorprese, cui purtroppo tanti andranno incontro nel giorno della resa dei conti, cioè quelli che si saranno accontentati di proclamare la loro fede con le sole parole.
L’esortazione, quindi, a non dire soltanto Signore, Signore, ma a confessarlo nelle opere, e anzitutto nell’amore fraterno, è più che mai valida e attuale.
Attenzione! Gesù non si fa illusione. Coloro che saranno così sconfessati, saranno molti. Serio avvertimento ai dirigenti di quella stessa comunità, che per tanti aspetti è per noi la Comunità ideale, e quanto più, ai ministri della chiesa in ogni età [G. Miegge, Il sermone sul monte, pp. 267,268].

12. Il testo di Luca 8:2

Fra le tante donne che servivano Gesù, e che lo sostenevano con i loro beni, Luca ce ne presenta una, di nome Maria Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni Luca 8:2; Marco 16:9.
Questa specificazione che l’evangelista fa di Maria Maddalena, non ha lo scopo di metterla in primo piano rispetto alle altre donne menzionate, ma serve solamente ad indicare una particolare situazione, piuttosto grave, in cui si è venuta a trovare.
Anche se non ci vengono specificati i nomi dei sette demoni che si trovavano in lei, il fatto però che Luca lo menziona, vuol ricordare che c’era una diversità tra loro.

Sette demoni, che poi erano anche spiriti maligni, non era un caso lieve. I demoni, non importa il loro numero, non hanno mai fatto del bene alla persona che li ospita.
Anche se Luca non accenna niente che cosa producevano questi demoni nella vita della Maddalena, è facilmente pensabile, sulla base di altri casi menzionati nel N.T.
Quali sono stati i travagli e i tormenti che queste forze malefiche avranno procurato nella vita di questa donna, non c'è dato di sapere.
Non importa come fece Gesù a scacciare questi demoni; quanto il fatto che questa donna fu liberata e messa in condizione di servire.
Questa nuova condizione in cui venne a trovarsi Maria Maddalena, era chiaramente il risultato di un’opera che Gesù aveva compiuto nella sua vita.
In conseguenza di ciò, questa donna, non solo può servire il Maestro e sostenerlo con i suoi beni, ma può testimoniare con la sua vita della potenza liberatrice di Cristo Gesù.

13. il testo di Luca 13:32[/G

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Domenico34
00martedì 22 febbraio 2011 02:41
Nel corso della sua vita terrena, Gesù conosceva molto bene la sua attività ministeriale e il motivo principale per cri era venuto su questa terra. Un giorno disse:

Andate a dire a quella volpe: Ecco, oggi e domani io scaccio i demoni e compio guarigioni, e il terzo giorno giungo al termine della mia corsa (Luca 13:32).

Il motivo principale perché Gesù mandò questo messaggio a quel monarca, fu come riferimento a quanto i farisei gli dissero in quel giorno:

Parti e vattene da qui, perché Erode vuole ucciderti (Luca 13:31).

Erode, che venne considerato da Gesù come una volpe, non doveva solamente essere informato delle guarigioni che Cristo compiva, anche se all’udire quello che Gesù faceva, lo spinse a desiderare di vederlo Luca 23:8 ma doveva anche sapere che Egli scacciava i demoni.
Il riferimento ai demoni, a che serviva per un uomo come Erode, che non era tanto entusiasta a prendere in considerazione le opere di Gesù?
Il riferimento di questo testo, se non mira a conquistare questo monarca, almeno si propone di metterlo in condizione di sapere che Gesù era la persona che poteva sottoporre i demoni potenze spirituali invisibili. Al suo comando, non sarebbe esistito potere demoniaco compresa quella di Erode, che lo avrebbe potuto intimidirlo o spaventarlo, per fermarlo nel suo cammino di tutti i giorni.

14. il testo di 1 Ti. 4:1

Ci sono segni di apostasia negli ultimi tempi, che non devono essere ignorati, secondo quello che dice l’apostolo Paolo:

Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni (1 Timoteo 4:1).

Il riferimento alle dottrine di demoni, serve essenzialmente a mettere in evidenza, che non è solo l'uomo che inventa falsi insegnamenti; ci sono anche i demoni che ispirano ed alimentano una simile iniziativa.
Gli spiriti seduttori, di cui parla il testo, si manifestano con maggiore facilità e con rapidità impressionante, quando trovano il terreno adatto, chiamato l’apostasia.
Quando le persone si allontanano dalla fede, è molto più facile deviare dal retto sentiero e incamminarsi in quello dell’errore e della menzogna.

Quando l’orecchio si presta ad ascoltare con maggiore facilità, ciò che non dovrebbe, esso dà una mano all’opera dei demoni, che immancabilmente si concreterà, portando le persone lontano dalla verità.
Anche l’ipocrisia di uomini bugiardi, è un terreno fertile alle potenze demoniache, che oscurando le menti e i cuori degli esseri umani, conducono gli stessi ad allontanarsi dalla divina Parola di Dio, guida sicura per rimanere fermi nella sana dottrina.

15. Il testo di Giacomo 2:19

Non sono solo gli uomini che manifestano sentimenti religiosi e proclamano di credere ad un solo Dio; anche i demoni si comportano nella stessa maniera. Ecco cosa dice l’apostolo Giacomo:

Tu credi che ci sia un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano (Giacomo 2:19).

Com'è possibile che i demoni abbiano un simile atteggiamento dato che sono forze nemiche avverse a Dio?
Se questo lo fanno, non è certo perché siano riverenti a Dio, ma solamente per confondere l’uomo, sedurlo e ingannarlo con maggiore facilità, senza dare l’impressione di negare l’esistenza del solo Dio.

Questa maniera di agire dei demoni, è sicuramente una delle manifestazioni più raffinate che loro usano, per meglio arrivare al loro malvagio scopo.
Ci vuole la luce di Dio per discernere una simile manifestazione.
I riferimenti che hanno l’ultimo libro della Bibbia, cioè l’Apocalisse, per ciò che riguarda i demoni, merita una particolare riflessione.
Questo libro nel suo insieme ha tre riferimenti ai demoni: uno l’abbiamo citato, cioè 9:20; ci restano da considerare gli altri due testi: Eccoli:

16. Il testo di Apocalisse 16:14

Essi infatti sono spiriti di demoni che fanno prodigi e vanno dai re della terra e del mondo intero, per radunarli per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente (Apocalisse 16:14).

I tre spiriti immondi che uscirono dalla bocca del dragone, dalle labbra della bestia e dalla bocca del falso profeta, hanno le caratteristiche, non solo di agire come veloci messaggeri, ma di fare anche prodigi, intesi come manifestazioni miracolose.
Le azioni miracolose quindi, non li compie solo Dio, li compiono anche i demoni.
Dato che non è nella loro natura di compiere miracoli, si dirà: perché li fanno?

Non è certo per portare le persone ad esaltare la potenza di Dio, ma per sedurli e condurli lontano da Lui.
Il fatto poi che i messaggi che portano ai re della terra, siano per radunarli per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente, ci permette di capire il fine di questi miracoli. Qualcuno ha affermato che il diavolo è la scimmia di Dio, nel senso che cerca di fare quello che fa lui.

Poiché gli scopi sono diversi tra loro, ne consegue, che il comportamento dei demoni, nel fare i miracoli, tende principalmente a convincere le persone che non c’è bisogno di Dio; ingannandoli che senza di lui si possono avere gli stessi risultati.
La Nuova Era, New Age movimento pseudo-cristiano, apparso in questi ultimi tempi, sulla scena mondiale, mira a soppiantare Dio, nel senso di far credere all’uomo, che in se stesso, egli ha tutte le risorse di Dio, quindi le capacità di agire come Dio.
Però, davanti a questa nuova filosofia, che certuni la considerano addirittura miracolosa, le persone che non sono illuminate dalla luce di Dio, non sanno che in fin dei conti, ciò non è altro che di radunarli per la guerra contro Dio.
Questa constatazione, dal punto di vista spirituale, non toglie che il riferimento avrà il suo epilogo ad Armagheddon, nel giorno dell’ultima battaglia tra Dio e le potenze sataniche.

17. Il testo di Apocalisse 18:2

Infine, ecco il grido finale:

Ed egli gridò con forza e a gran voce, dicendo: È caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole (Apocalisse 18:2).

La grande Babilonia, simbolo di confusione religiosa, è destinata a diventare una dimora di demoni, dove avranno, non solo la residenza, ma la loro completa manifestazione diabolica.
Quelli che sapranno ascoltare ed accogliere il grande appello del Signore, quando dirà:

Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna piaga (Apocalisse 18:4).

Potranno capire quanto sia urgente prestare attenzione al messaggio di Dio, per essere risparmiati dal gran giudizio che si abbatterà sulla grande Babilonia.

2. Testi del N.T. - dèmone, nella forma singolare

Dopo avere esaminato tanti testi che parlano dei demoni nella forma plurale, esaminiamo ora altri scritti che ce li presentano al singolare.

1) Il testo di Matteo 9:33

E, quando il dèmone fu scacciato, il muto parlò e le folle si meravigliarono dicendo: Non si è mai vista una simile cosa in Israele (Matteo 9:33).

Questo testo parla di un uomo posseduto da un dèmone muto. Tra i tanti passi che si possono leggere nella Bibbia a proposito dei demoni, non sempre ci viene indicato il nome; ma ci sono casi in cui esso ci viene rivelato.

Si continuerà il prossimo giorno...
Domenico34
00mercoledì 23 febbraio 2011 02:48
Il testo su indicato, non soltanto ci parla di un dèmone, ma ci dice chiaramente che lo spirito che si trovava in quell’uomo era muto, poiché quando lo spirito fu schiacciato, il muto parlò.
Solo pensando al fatto che la condizione di essere muto, era causata dal dèmone, e che non si trattava di un semplice male fisico: difetto delle corde vocali, si può spiegare il passo in questione, e, nello stesso tempo individuare il nome del dèmone.

Dal momento che questo dèmone non parlava, niente di strano che si sia localizzato nelle corde vocali, provocando così la mancanza della parola. I tanti difetti fisici che si trovano nella vita delle persone, sono a volte causate dai demoni, che possono alterare le funzioni dell’organismo, e procurare quei malesseri, che risultano inguaribili dalla scienza medica.
Solo la potenza di Gesù Cristo può ridare la salute ad una persona, e riportare l’organismo nel suo stato normale; questo accade soprattutto quando quel dèmone che ha causato quell'alterazione, viene scacciato.

2) I testi di Matteo 11:18 e Luca 7:33

A proposito di Giovanni Battista, che aveva un atteggiamento riservato, tanto da apparire alla vista delle persone come qualcuno che non mangiava e non beveva, cioè che non partecipava assieme ad altri mettendosi a sedere per mangiare e per bere, certuni dicevano di lui: Ha un dèmone Matteo 11:18; Luca 7:33.
Logicamente questo era il giudizio di quegli uomini indotti a pronunciarsi in quel modo, senza esservi un minimo di verità.

Le persone che hanno dei preconcetti e non hanno la luce di Dio in loro, possono alterare la realtà di una situazione di una persona, con i loro avventati giudizi e valutazioni.
Le persone che hanno i demoni, non conducono una vita di correttezza morale, come la conduceva Giovanni Battista, anzi la vivono facilmente all’insegna della menzogna e della falsità.

3) I testi di Matteo 15:21-28 e Marco 7:26-30

Ed ecco una donna Cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendo: abbi pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un dèmone (Matteo 15:22; Marco 7:30).

Come abbia fatto questa donna pagana a scoprire che sua figlia aveva un dèmone, non ci viene dato da sapere e neanche conosciamo in che cosa consistessero i tormenti che lo spirito gli procuravano.
Potrebbe darsi che i tormenti particolari che subiva la figlia, avranno portato la mamma a credere che sua figlia aveva un dèmone. Non c’è nel racconto evangelico la minima traccia di contrasto che quello che diceva quella donna non era vero, altrimenti Gesù l’avrebbe corretta.
La fede di questa mamma, che Gesù la definisce grande Matteo 15:28, procurò la liberazione di sua figlia, poiché quando essa ritornò a casa, la trovò coricata a letto e il dèmone era uscito da lei (Marco 7:30).

4) I testi di Matteo 17:18; Marco 9:26; Luca 9:42

Le considerazioni che facciamo di questi testi è solamente come riferimento al fatto che il fanciullo, di cui parlano i passagi evangelici, viene detto chiaramente che aveva un dèmone.
Le ulteriori considerazioni per ciò che riguarda la menzione degli spirito immondi, le faremo sotto quella voce.
Il fanciullo in questione, è considerato come un epilettico. Matteo precisa che quando il dèmone uscì, in quell’istante il fanciullo guarì.
Davanti a questa precisazione che fa il testo evangelico, non c’è nessun dubbio: l’epilessia di cui era affetto quel fanciullo, non era un male fisico, ma un'offesa derivata e causata dal dèmone.

Abbiamo detto e ripetiamo ancora una volta, che la presenza di demoni nella vita di una persona, possono causare nell’organismo alterazioni tali, da farli apparire come avendo una vera e propria malattia fisica.
Le malattie fisiche, ovviamente, attraverso un trattamento adeguato della medicina, possono migliorare e guarire, ma quelle causate dai demoni, potranno essere guarite, solamente quando gli spiriti vengono scacciati dalla potenza del Signor Gesù Cristo.

5) Il testo di Luca 4:35

Gesù lo sgridò, dicendo: ammutolisci ed esci da costui! E il dèmone, dopo averlo gettato in mezzo a loro, uscì da lui senza fargli alcun male.

Stando alle notizie che ci danno tutti i racconti evangelici di persone che hanno demoni e spiriti immondi, quando questi vengono sgridati ed escono, fanno qualche cosa di particolare che denota il loro modo di andarsene.
È impensabile che un demonio o uno spirito immondo esca dal corpo umano di propria iniziativa e volontà, senza che sia stato obbligato a lasciare quella dimora.
L’unico che obbliga i demoni e gli spiriti immondi ad uscire, è il Gesù Signor, con la Sua divina autorità e potenza.

Quando questi demoni e spiriti immondi se ne vanno via, non escono mai alla chitichella, cioè senza dire niente; di solito gettano forti grida, Marco 1:26; 9:26 esprimendo in tal modo la loro rabbia verso colui che li scaccia via.
Il testo di Luca precisa che quando il dèmone uscì, gettò l’uomo in mezzo a loro, senza fargli alcun male. Il termine gettare, di per se stesso descrive un’azione violenta, come di uno che non potendo più stringere in mano un oggetto, lo getta via rabbiosamente.

Mentre il testo di Marco, oltre a parlare che lo spirito immondo gettò un gran grido, aggiunge: straziandolo... uscì da lui. I due termini, gettare e straziare, che i testi evangelici adoperano, esprimono eloquentemente un’azione violenta.
La stessa manifestazione si ebbe, quando il fanciullo epilettico venne liberato dal dèmone che lo aveva posseduto per tanto tempo.

6) I testi di Giovanni

La folla rispose e disse: tu hai un dèmone; chi cerca di ucciderti? (Giovanni 7:20).

Questo perché Gesù aveva detto:

Non vi ha Mosè dato la legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la legge. Perché cercate di uccidermi? (Giovanni 7:19).

Davanti a questa precisa parola di Gesù che li classificava come veri trasgressori della legge di Mosè, i Giudei, non accettano il giudizio di Gesù e non potendo sopportare quella pungente parola, se ne andarono affermando che egli aveva un demonio.
Se qualcuno avesse chiesto spiegazioni ai Giudei perché avevano parlato in quel modo, sicuramente avrebbero detto: È una chiara menzogna quello che Gesù dice, circa il fatto che noi non mettiamo in pratica la legge di Mosè.

È anche un’altra menzogna dire che noi Giudei cerchiamo di ucciderlo.
Tutte le giustificazioni che l’uomo escogita per nascondere la propria ipocrisia, non valgono a niente davanti a Gesù, il vero conoscitore di tutti i segreti del cuore dell’uomo.

Allora i Giudei gli risposero e gli dissero: non diciamo con ragione che sei un Samaritano e che hai un dèmone? (Giovanni 8:48).

Ancora una volta sono i Giudei a considerare Gesù, come posseduto da un dèmone, non potendo tollerare le sue parole che dicono chiaramente che se loro non ascoltano quello che Egli dice, è perché essi non sono da Dio.
All’uomo ipocrita, non piace nessuna forma di esortazione e di riprensione; quando le corde intime del suo cuore vengono toccate, allora si ribella facilmente.

Io non ho un dèmone, replica Gesù, ma onoro il Padre mio; voi invece mi disonorate (Giovanni 8:49).

A questi stessi Giudei, Gesù cerca di far comprendere, quanto sia importante osservare la sua parola, poiché quelli che la osservano, non vedranno mai in eterno la morte. Davanti al problema della morte, com'è possibile accettare la parola di Gesù, avranno detto questi incalliti Giudei, quando abbiamo l’evidenza di falsità, soprattutto pensando ad Abrahamo e ai profeti che sono morti?

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Domenico34
00giovedì 24 febbraio 2011 02:36
Il testo su indicato, non soltanto ci parla di un dèmone, ma ci dice chiaramente che lo spirito che si trovava in quell’uomo era muto, poiché quando lo spirito fu schiacciato, il muto parlò.
Solo pensando al fatto che la condizione di essere muto, era causata dal dèmone, e che non si trattava di un semplice male fisico: difetto delle corde vocali, si può spiegare il passo in questione, e, nello stesso tempo individuare il nome del dèmone.

Dal momento che questo dèmone non parlava, niente di strano che si sia localizzato nelle corde vocali, provocando così la mancanza della parola. I tanti difetti fisici che si trovano nella vita delle persone, sono a volte causate dai demoni, che possono alterare le funzioni dell’organismo, e procurare quei malesseri, che risultano inguaribili dalla scienza medica.
Solo la potenza di Gesù Cristo può ridare la salute ad una persona, e riportare l’organismo nel suo stato normale; questo accade soprattutto quando quel dèmone che ha causato quell'alterazione, viene scacciato.

2) I testi di Matteo 11:18 e Luca 7:33

A proposito di Giovanni Battista, che aveva un atteggiamento riservato, tanto da apparire alla vista delle persone come qualcuno che non mangiava e non beveva, cioè che non partecipava assieme ad altri mettendosi a sedere per mangiare e per bere, certuni dicevano di lui: Ha un dèmone Matteo 11:18; Luca 7:33.
Logicamente questo era il giudizio di quegli uomini indotti a pronunciarsi in quel modo, senza esservi un minimo di verità.

Le persone che hanno dei preconcetti e non hanno la luce di Dio in loro, possono alterare la realtà di una situazione di una persona, con i loro avventati giudizi e valutazioni.
Le persone che hanno i demoni, non conducono una vita di correttezza morale, come la conduceva Giovanni Battista, anzi la vivono facilmente all’insegna della menzogna e della falsità.

3) I testi di Matteo 15:21-28 e Marco 7:26-30

Ed ecco una donna Cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendo: abbi pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un dèmone (Matteo 15:22; Marco 7:30).

Come abbia fatto questa donna pagana a scoprire che sua figlia aveva un dèmone, non ci viene dato da sapere e neanche conosciamo in che cosa consistessero i tormenti che lo spirito gli procuravano.
Potrebbe darsi che i tormenti particolari che subiva la figlia, avranno portato la mamma a credere che sua figlia aveva un dèmone. Non c’è nel racconto evangelico la minima traccia di contrasto che quello che diceva quella donna non era vero, altrimenti Gesù l’avrebbe corretta.
La fede di questa mamma, che Gesù la definisce grande Matteo 15:28, procurò la liberazione di sua figlia, poiché quando essa ritornò a casa, la trovò coricata a letto e il dèmone era uscito da lei (Marco 7:30).

4) I testi di Matteo 17:18; Marco 9:26; Luca 9:42

Le considerazioni che facciamo di questi testi è solamente come riferimento al fatto che il fanciullo, di cui parlano i passagi evangelici, viene detto chiaramente che aveva un dèmone.
Le ulteriori considerazioni per ciò che riguarda la menzione degli spirito immondi, le faremo sotto quella voce.
Il fanciullo in questione, è considerato come un epilettico. Matteo precisa che quando il dèmone uscì, in quell’istante il fanciullo guarì.
Davanti a questa precisazione che fa il testo evangelico, non c’è nessun dubbio: l’epilessia di cui era affetto quel fanciullo, non era un male fisico, ma un'offesa derivata e causata dal dèmone.

Abbiamo detto e ripetiamo ancora una volta, che la presenza di demoni nella vita di una persona, possono causare nell’organismo alterazioni tali, da farli apparire come avendo una vera e propria malattia fisica.
Le malattie fisiche, ovviamente, attraverso un trattamento adeguato della medicina, possono migliorare e guarire, ma quelle causate dai demoni, potranno essere guarite, solamente quando gli spiriti vengono scacciati dalla potenza del Signor Gesù Cristo.

5) Il testo di Luca 4:35

Gesù lo sgridò, dicendo: ammutolisci ed esci da costui! E il dèmone, dopo averlo gettato in mezzo a loro, uscì da lui senza fargli alcun male.

Stando alle notizie che ci danno tutti i racconti evangelici di persone che hanno demoni e spiriti immondi, quando questi vengono sgridati ed escono, fanno qualche cosa di particolare che denota il loro modo di andarsene.
È impensabile che un demonio o uno spirito immondo esca dal corpo umano di propria iniziativa e volontà, senza che sia stato obbligato a lasciare quella dimora.
L’unico che obbliga i demoni e gli spiriti immondi ad uscire, è il Gesù Signor, con la Sua divina autorità e potenza.

Quando questi demoni e spiriti immondi se ne vanno via, non escono mai alla chitichella, cioè senza dire niente; di solito gettano forti grida, Marco 1:26; 9:26 esprimendo in tal modo la loro rabbia verso colui che li scaccia via.
Il testo di Luca precisa che quando il dèmone uscì, gettò l’uomo in mezzo a loro, senza fargli alcun male. Il termine gettare, di per se stesso descrive un’azione violenta, come di uno che non potendo più stringere in mano un oggetto, lo getta via rabbiosamente.

Mentre il testo di Marco, oltre a parlare che lo spirito immondo gettò un gran grido, aggiunge: straziandolo... uscì da lui. I due termini, gettare e straziare, che i testi evangelici adoperano, esprimono eloquentemente un’azione violenta.
La stessa manifestazione si ebbe, quando il fanciullo epilettico venne liberato dal dèmone che lo aveva posseduto per tanto tempo.

6) I testi di Giovanni

La folla rispose e disse: tu hai un dèmone; chi cerca di ucciderti? (Giovanni 7:20).

Questo perché Gesù aveva detto:

Non vi ha Mosè dato la legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la legge. Perché cercate di uccidermi? (Giovanni 7:19).

Davanti a questa precisa parola di Gesù che li classificava come veri trasgressori della legge di Mosè, i Giudei, non accettano il giudizio di Gesù e non potendo sopportare quella pungente parola, se ne andarono affermando che egli aveva un demonio.
Se qualcuno avesse chiesto spiegazioni ai Giudei perché avevano parlato in quel modo, sicuramente avrebbero detto: È una chiara menzogna quello che Gesù dice, circa il fatto che noi non mettiamo in pratica la legge di Mosè.

È anche un’altra menzogna dire che noi Giudei cerchiamo di ucciderlo.
Tutte le giustificazioni che l’uomo escogita per nascondere la propria ipocrisia, non valgono a niente davanti a Gesù, il vero conoscitore di tutti i segreti del cuore dell’uomo.

Allora i Giudei gli risposero e gli dissero: non diciamo con ragione che sei un Samaritano e che hai un dèmone? (Giovanni 8:48).

Ancora una volta sono i Giudei a considerare Gesù, come posseduto da un dèmone, non potendo tollerare le sue parole che dicono chiaramente che se loro non ascoltano quello che Egli dice, è perché essi non sono da Dio.
All’uomo ipocrita, non piace nessuna forma di esortazione e di riprensione; quando le corde intime del suo cuore vengono toccate, allora si ribella facilmente.

Io non ho un dèmone, replica Gesù, ma onoro il Padre mio; voi invece mi disonorate (Giovanni 8:49).

A questi stessi Giudei, Gesù cerca di far comprendere, quanto sia importante osservare la sua parola, poiché quelli che la osservano, non vedranno mai in eterno la morte. Davanti al problema della morte, com'è possibile accettare la parola di Gesù, avranno detto questi incalliti Giudei, quando abbiamo l’evidenza di falsità, soprattutto pensando ad Abrahamo e ai profeti che sono morti?

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Domenico34
00venerdì 25 febbraio 2011 00:50
È proprio in vista di questa considerazione che i Giudei replicarono a Gesù:

Ora conosciamo che tu hai un dèmone. Abrahamo e i profeti sono morti, tu invece dici: se uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte in eterno.
Sei tu più grande del padre nostro Abrahamo, il qual è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretende di essere?
(Giovanni 8:52,53).

Quando la parola di Gesù non è giustamente capita, si finisce con fare giudizi infondati ed esprimere convinzioni che non hanno niente di verità. Ed infine:

Molti di loro dicevano: egli ha un dèmone ed è fuori di sé; perché lo ascoltate? Altri dicevano: queste parole non sono termini di un indemoniato; può un dèmone aprire gli occhi ai ciechi? (Giovanni 10:20,21).

Il discorso che Gesù fece intorno al buon pastore, creò una divisione tra i Giudei: gli uni affermavano che non valeva la pena ascoltare le sue parole, poiché veniva considerato come un indemoniato, mentre gli altri, giustamente, non potevano accettare che un dèmone potesse aprire gli occhi ai ciechi.
Quando si fanno le giuste valutazioni intorno alle parole del Signor Gesù e si considerano con giudizi assennati, non si potrà mai arrivare a delle conclusioni assurde e contraddittorie.
Dopo aver passato in rassegna i tanti passi che parlano dei demoni, ora consideriamo altri testi che parlano di spiriti immondi.

3. Il testo di Zaccaria 13:2

A parte la menzione che si fa in questo testo dello spirito immondo, la cosa che maggiormente deve attirare la nostra attenzione, è l’opera del Signore quando farà scomparire dal paese i profeti e lo spirito immondo.

La menzione che il testo fa dei profeti, non è certo casuale, poiché non mira ad intimidire i veri veggenti del Signore, ma quelli menzogneri, come dice chiaramente il v. 3.
L’attività menzognera dei falsi profeti, è stata sempre ispirata e portata avanti da forze nemiche, che generalmente, camuffandosi come messaggeri di verità, hanno predetto e proclamate menzogne nel nome del Signore vedi per Esodo 1Re 22:13-24; Geremia 28.

Dio non potrà tollerare all’infinito queste attività malefiche, che hanno fatto tanto male agli uomini di tutti i tempi, illudendoli su allori di benessere, quando sotto c’era l’inganno e la falsità.
L’azione personale di Dio, metterà fine a tutte le opere tenebrose e il Suo popolo, in modo particolarmente, saranno definitivamente liberati da quelle seduzioni.
La domanda che ci urge fare è la seguente: perché l’A.T. è scarsissimo di notizie circa l’attività dello spirito o degli spiriti immondi?
A dire il vero, se non vi fosse quest’unico testo del profeta Zaccaria, noi non sapremmo addirittura parlarne, ignorando perfino la loro esistenza.

Il motivo principale di questo silenzio quasi assoluto, credo che sia nel fatto che l’attività di svelare e scacciare queste forze nemiche, è collegata profeticamente all’operosità ministeriale di Gesù Cristo, cosa che farà il N.T. trattando largamente questo argomento.
La lacuna che ha l’A.T. sull’argomento degli spiriti immondi, viene compensata dall’abbondanza che ha il N.T. in virtù del quale possiamo avere una vasta conoscenza su questo campo della demonologia.
Infine, la parola del profeta Zaccaria è importante per un altro motivo: la promessa dell’intervento di Dio per eliminare questo spirito immondo dal paese.

4. I vari testi del N.T.

Prenderemo in esami, tutti i testi che parlano di spiriti immondi; [«Spirito impuro» è nel giudaismo primitivo l’espressione corrente per designare gli spiriti demoniaci dell’impurità». Le ‘invisibili’ forze (spirituali) distruttrici, che si manifestano nell’infermità e rimozione della soggettività umana, visibili nell’autoalienazione, vengono assegnate, col concetto di impurità, alla sfera del male, dell’avversione a Dio, addirittura della morte. È opinione comune degli antichi pagani, giudei e cristiani che un essere spirituale ‘impuro’ può prendere possesso dell’uomo, così che questi appare ‘posseduto’, cioè per lo più malato nel corpo, nello spirito e nella mente, e la sua guarigione diviene possibile solo quando il dèmone esce da lì» ( R. Pesch, Il vangelo di Marco I, p. 210]. tanto al singolare quanto al plurale, così avremo un quadro generale di tutto quello che dice il N.T.

1) I testi di Matteo 10:1; 12:43-45

Poi, chiamati i suoi dodici discepoli, diede loro autorità sopra gli spiriti immondi per schiacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità.
Ora, quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, vaga per luoghi aridi, cercando riposo e non lo trova. Allora dice: Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito; ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna; va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia
(Vedi anche Luca 11:24-26).

I due testi in questioni sono paralleli, anche se tra di loro c’è qualche lieve variante, che metteremo in risalto nel corso dell’esegesi.
La prima domanda che si potrebbe fare, è la seguente: come fa uno spirito immondo per venire ad abitare nella vita umana?

La Bibbia non ha una precisa risposta a questa domanda. Tutte le spiegazioni che si possono dare, esorbitano dalla Divina rivelazione di Dio.
Il nostro testo riporta il comportamento di uno spirito immondo al suo ritorno, ma non ci descrive la sua prima venuta, né com'esso viene, né quando entra.
Dal momento che non abbiamo notizie su questo strano fenomeno, conviene non addentrarsi in supposizioni ed ipotesi che non servono a niente sennonché ad aumentare la confusione e l’incertezza.

Invece di andare vagando qua e là in cerca di notizie, occupiamoci piuttosto della presenza dello spirito immondo nella vita dell’uomo e della sua relativa uscita.
Anche se il testo evangelico parla esplicitamente dell’uomo e non nomina la donna, ciò non lo fa certamente per escludere il sesso femminile.
Lo spirito immondo può entrare nella vita di un uomo come di una donna, senza nessuna differenza.
Il testo di Luca viene collegato a tutto il ragionamento che Gesù fece intorno al regno di Satana.

Quando l’uomo forte, ben armato, custodisce la sua casa, i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, questi gli toglie l’armatura nella quale confidava e ne divide le sue spoglie (Luca 11:21,22).

Che l’uomo forte sia il diavolo, non c’è nessun dubbio; egli con la sua armatura che Martin Lutero chiamava: Astuzia e frode son l’armi sue tremende, sa ben guardare la sua casa.

Solo con l’arrivo di uno più forte di lui, che immancabilmente è il Signor Gesù Cristo, avviene la sconfitta dell’uomo forte, con la logica conseguenza che gli viene tolta l’armatura nella quale confidava e la divisione delle sue spoglie.

Il vincitore su ogni forza nemica - e gli spiriti immondi ne fanno parte integrale -, è e rimarrà sempre Gesù Cristo. Infatti, è stato proprio Lui che ha inflitto una pesante sconfitta al regno di Satana e ne ha distrutto le opere 1Giovanni 3:8.
Indubbiamente, nessuno spirito immondo, lascerà la propria casa, se non è costretto; e l’unico che lo può costringere ad uscire, è solamente la virtù e la potenza del Figlio di Dio, Gesù Cristo.

Si potrebbe infine chiedere: perché lo spirito immondo va ad abitare nella vita umana e non in quella di una bestia?
Trattandosi di uno spirito immondo, le cui caratteristiche sono il luridume e la sporcizia, - non tanto dal punto di vista fisico quanto per ciò che riguarda la condotta, il desiderio, il godimento -, nella vita umana invece, può maggiormente trovare quell’ambiente adatto per soddisfare i suoi insani desideri.

Lo spirito di prostituzione, per esempio, essendo impuro, cioè sudicio e sporco, può maggiormente agire con più facilità per soddisfare le sue voglie nella vita umana, anziché in quella di una bestia.
Infine, se va ad abitare in una bestia, non ci va di sua volontà e a suo piacere, ma costretto da una forza superiore vedi il caso dell’indemoniato di Gadara, Marco 5.
Stabilito come punto fermo che chi può scacciare uno spirito immondo dalla vita umana, è solamente Gesù Cristo, non è tanto importante sapere quando ciò avviene, quanto succederà dopo.

Si continuerà il prossimo giorno...
Domenico34
00domenica 27 febbraio 2011 13:32
Il nostro testo dice chiaramente che:

Quando lo spirito immondo esce da un uomo, va per luoghi aridi, cercando riposo; e non trovandone, dice: ritornerò nella mia casa dalla quale sono uscito.

Per la nostra indagine, non serve tanto sapere perché mai lo spirito immondo non riesce a trovare un’altra casa. = Un’altra vita umana, un altro luogo di riposo. Per capire che questo stesso spirito non può girovagare del continuo nei posti aridi, si deve tenere presente la sua natura che, richiede una dimora, un luogo dove possa abitare per godere.
Il testo di Matteo, a differenza di quello di Luca, che omette una delle tre caratteristiche della casa lasciata dallo spirito immondo, precisa: ma quando giunge, la trova vuota, spazzata e adorna.

Se si considera il fatto che la casa è vuota, denota che non è venuto nessun altro a prenderne possesso, si può meglio valorizzare il detto evangelico.
È mai possibile quando lo spirito immondo viene cacciato dalla vita umana per la potenza di Gesù Cristo, che quella casa rimanga vuota, cioè che non ci vada un altro ad abitarla?
Se non l’avesse detto Gesù, stenterei a crederlo; ma poiché l’ha detto Lui, è possibile che la casa rimanga vuota.

Il fatto poi che quella casa è spazzata, cioè pulita e adornata, denota ancora una volta, una condizione perché qualcuno vada ad abitarvi.
Ma fino a quando non c’è qualcuno dentro, lo spirito immondo, che considera quell'abitazione la casa sua, può ritornare di nuovo. Infatti, il testo precisa:

Va allora, a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima.

Per una persona che venga liberata da uno spirito immondo, vi è un solo modo perché questo spirito malefico non ritorni in lui: che la sua vita sia occupata dallo Spirito Santo e da Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo e Gesù Cristo, non vengono ad abitare nella vita di una persona, se non sono invitati con un atto libero dell'individuo. Gesù, non sfonderà mai la porta di una casa, con la sua forza ed autorità; se ne sta alla porta, e dice: Aprimi!
Ciò avviene quando si riceve la salvezza in Cristo.

Ma fino a quando questo non si realizza, quella casa, liberata dallo spirito immondo, rimane vuota, pronta per essere riabituata, non solo dallo stesso spirito, ma anche da altri spiriti peggiori, che causerà una condizione ancora più triste della prima.
Infine, rimaniamo un po’ perplessi come a questo racconto evangelico si è dato il senso parabolico e figurativo [J. Gnilka, Il vangelo di Matteo, I, pp. 680,681].

2) Marco 1:23-26

Ora nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale si mise a gridare, dicendo: che vi è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei tu venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio. Ma Gesù lo sgridò, dicendo: ammutolisci ed esci da costui! E lo spirito immondo, straziandolo e mandando un grido, uscì da lui. (Vedi anche Luca 4:33-35, come passo parallelo).

Il racconto di questa prima manifestazione miracolosa di Gesù, secondo il vangelo di Marco, è interessante per alcuni motivi: Non solo ci rivela Gesù, come il Santo di Dio, l’inviato per eccellenza che scaccia gli spiriti immondi con la sua potenza ed autorità divina, ma nello stesso tempo ci fa vedere la condizione di un uomo, che probabilmente non sa di trovarsi sotto il dominio di una forza nemica.
La sinagoga, era il luogo in cui Gesù frequentava con assiduità, come faceva un comune pio Giudeo di quei tempi, secondo la testimonianza di molti testi evangelici.
Il fatto poi che l’uomo dello spirito immondo, si sia risvegliato e manifestato mentre Gesù insegnava, è un elemento primario che ci porta a considerare non solo la presenza fisica di Gesù nella sinagoga, ma soprattutto il valore del suo insegnamento.

Non crediamo che l’uomo, di cui parla il nostro testo, si sia trovato per caso nella sinagoga in quel giorno; siamo portati piuttosto ad affermare che questa persona era un assiduo frequentatore dell'edificio di culto, come del resto facevano tutti gli altri che erano presenti in quel giorno.
Non c’è il minimo indizio che quest'uomo ha avuto l’abitudine di comportarsi nel modo come fece in quel giorno alla presenza di Gesù.

I capi della sinagoga, che erano attenti al buon andamento delle riunioni, non avrebbero sicuramente tollerato un comportamento disordinato di quel genere, permettendo a quell’uomo di frequentare la sinagoga, senza pensare al disturbo e alle distrazioni che avrebbero creato nella vita di tanti frequentatori di quel luogo.

Quell’uomo che era considerato da tutti come una persona composta e ordinata, ad un tratto diventò l’oggetto dell’attenzione generale, cominciando a gridare.
Anche se il testo precisa che nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, non vuol dire che le persone che si trovavano presenti, lo considerassero tale.

Fu solamente quando questa persona cominciò a gridare, che venne rivelato il demonio che si trovava in lei. Possiamo immaginare la meraviglia e lo stupore dei presenti nella sinagoga, mentre sentivano dalla bocca di quell’uomo gridare:

Che vi è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per distruggerci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio (v. 24).

Gesù che conobbe subito che quelle parole non venivano da quell’uomo che gridava, ma dal demonio che era in lui, sgridandolo gli ordinò di ammutolire e di andarsene. (v. 25; Luca 4:41).

E lo spirito immondo, straziandolo e mandando un gran grido, uscì da lui (v. 26).

Dalla forma plurale che vi è fra noi e te..., e sei venuto per distruggerci...? che l’ossesso pronuncia, non solo si capisce subito che nella vita di quell’uomo c’erano più dèmoni, ma addirittura rivelano la loro preoccupazione.
La manifestazione dell’autorità di Gesù, viene subito riconosciuta da quelli che si trovavano nella sinagoga, davanti all’evidenza di quella liberazione che non lascia nessun dubbio in loro.

Qualche considerazione di ordine pratico

Davanti a questo racconto di liberazione, siamo portati a fare qualche considerazione per ciò che riguarda la vita pratica, e chiedere: una persona, che frequenta luoghi in cui si prega Dio, si legge e si commenta la Sua Parola, può avere in sé spiriti immondi, cioè demoni?
Davanti all’evidenza di questo passaggio evangelico, non c’è nessun dubbio di rispondere di sì.

I demoni possono benissimo nascondersi e camuffarsi dietro il paravento della religiosità, senza dare il minimo sospetto di trovarsi nella vita umana.
Non sono i riti, le cerimonie liturgiche, pur belle che siano, che danno fastidio ai demoni, - specie quando tutto si svolge nel formalismo più rigoroso -; è invece la presenza e la potenza del divino che mette in movimento gli spiriti impuri, manifestandosi per quelli che sono.

Le persone addette allo svolgimento della liturgia, di solito si interessano anche a leggere e spiegare la parola di Dio, come facevano i capi religiosi ai tempi di Gesù, nelle sinagoghe dove il popolo si radunava.
I demoni che si possono trovare nella vita di qualcuno che partecipa alle cerimonie liturgiche, non fanno caso alle persone qualificate né a quello che essi dicono. Diventano sensibili, nel senso che si manifestano, solamente davanti alla presenza del divino.

L’unico che infastidisce i demoni e li rende furiosi, talché non possono più contenersi, è solamente Gesù, con la Sua divina autorità e con la Sua potenza come anche chi ha ricevuto questo dono.
A questo punto si potrebbe chiedere: possono avere demoni i cristiani?

Non si può certamente usare il testo di Marco, per sostenere la possibilità che certi cristiani possono avere demoni. Per il semplice fatto che l’uomo della sinagoga di Capernaum, pur essendo religioso e attivo nella partecipazione alle cerimonie liturgiche, non era però un cristiano, in senso stretto; era un religioso, ma non una persona nata di nuovo, come il concetto cristiano implica.
Per quelli però che vivono il loro cristianesimo più formalistico che realistico, e di questi cristiani c’è ne sono tanti in mezzo alla cristianità, è possibile che possono esserci demoni, che sanno nascondersi e camuffarsi nella loro vita, dietro il paravento della religiosità.

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Domenico34
00lunedì 28 febbraio 2011 12:49
Comunque, la nota consolante di questo testo evangelico sta nel fatto che, Cristo Gesù è venuto per la liberazione di coloro che erano sotto il dominio di spiriti immondi, cioè di demoni.

3) Marco 3:30

Asseriva questo perché dicevano: egli ha uno spirito immondo.
L’affermazione di questo testo è come riferimento a quello che gli scribi dicevano di Gesù, quando affermavano che Egli ha Beelzebub e scaccia i demoni con l’aiuto del principe degli spiriti (v. 22).
Confutare quest'ardita affermazione degli scribi, non fu per Gesù un’impresa imbarazzante e difficile.

Con la domanda che Cristo fece: come può Satana scacciare Satana? (v. 23), mette in evidenza quanto era assurda e incoerente la loro affermazione.

«Beelzebub = signore delle dimore potrebbe essere stata originariamente una designazione spregiativa di Gesù, coniata in considerazione del suo potere sui demoni. A ciò potrebbe accennare anche Matteo 10:25, con cui concorda anche il v. 26, ove Gesù si presenta come superiore ai demoni in quanto signori di dimore umane cfr. Matteo 12:43-45; Luca 11:24,25. Da designazione spregiativa di Gesù così trasfigurato in diavolo Beelzebub poté divenire ben presto nome di uno dei capi dei demoni, per mezzo del quale quindi si dichiarava Gesù posseduto e si affermava che egli cacciava i demoni con la forza di Beelzebub invece che con la forza di Dio, cfr. Matteo 12:28; Luca 11:20. Forse l’accusa riferita nel v. 30 ha influito sulla formazione del v. 22 nella tradizione premarciana. Gesù viene declassato a stregone, vale a dire a falso maestro e seduttore» [R. Pesch, Il vangelo di Matteo, I, p. 346.]

Dal momento che la divisione sarebbe stata palese, se Satana fosse insorto contro se stesso, egli non avrebbe potuto durare, con quale coerenza logica, avrebbe potuto dire Gesù, il potere di scacciare i demoni mi viene da Satana stesso?
Se l’uomo forte che è senza dubbio il diavolo può essere legato e privato dei suoi beni, solo dall’essere umano più forte di lui che è certamente Gesù, come può mantenersi in piedi l’accusa secondo la quale, Gesù cacciava i demoni, per l’aiuto del capo degli spiriti?

Davanti a questa precisa posizione che gli scribi avevano assunto nei suoi riguardi, era più che necessario che il Cristo parlasse chiaramente del pericolo cui si esponeva chi attribuisce a Satana un’azione causata invece dallo Spirito di Dio.

In verità vi affermo che ai figli degli uomini sarà perdonato ogni peccato e qualunque bestemmia essi diranno; ma chiunque bestemmierà contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno; ma è sottoposto a giudizio eterno (v. 29).

Il peccato contro lo Spirito Santo, consiste appunto nell’attribuire al diavolo le azioni dello Spirito di Dio. Per questo tipo di peccato, chiunque lo commetta, non ci sarà nessuna speranza di perdono, né in questa terra né nell’eternità.

4) Marco 5:2,8

E, come Gesù scese dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo... egli gli diceva: Spirito immondo esce da quest’essere umano! (vedere i passi paralleli Matteo 8:28-34; Luca 8:26-39).

Il racconto della liberazione dell’indemoniato di Gadara, così come viene narrato dai sinottici, è il testo più significativo del potere di Gesù sui demoni.
Gli abbondanti particolari che ci vengono forniti, arricchiscono maggiormente questa storia. Facendone vedere, sia la potenza demoniaca da una parte e quello che essa è capace di fare nella vita umana, e dall’altra, quella divina di Gesù, che si erge come vero trionfatore e dominatore su tutta la forza dell’esercito dell’inferno.

Vale quindi la pena, considerare questo racconto, non solo per accrescere la nostra conoscenza sul campo della demonologia, ma soprattutto per meglio apprezzare l’intervento di Gesù, a favore di un uomo, ridotto all’estremo della sua esistenza.
La storia dell'indemoniato di Gadara, viene raccontata da Matteo 8:28-34; da Marco 5:1-20 e da Luca 8:26-39 con una ricchezza di particolari, ch'è impossibile pensare a quell'uomo come se si trattasse di una comune malattia nevrotica che lo portava a continue manifestazioni disordinate e convulse, da farlo considerare un pazzo furioso.

Anche se Matteo parla di due indemoniati, mentre Marco e Luca parlano di un ossesso, ciò non oscura minimamente questa storia per quello che riguarda la potenza diabolica che agiva in quel posseduto o in quegli invasati.
Considerando come ci viene presentato quest'uomo, nota:

1. Non abitava in una casa, ma in un cimitero. I cimiteri secondo la mentalità giudaica e pagana venivano considerati, come luoghi nei quali dimoravano i demoni [R. Pesch, Marco I, p. 452].

C'è consentito domandare: l'ossesso era un uomo celibe, ovvero ammogliato?
Non sappiamo niente del suo stato civile; l'unica cosa che sappiamo è che da lungo tempo si trovava in quella condizione.
Però possiamo dedurre che quest'uomo ha avuto una famiglia in quanto, Gesù gli ordinò: vai a casa tua dai tuoi. Se poi questa frase deve essere intesa nel senso lato, cioè dei suoi genitori e di altri della famiglia oppure unicamente della moglie e dei suoi figli, non possiamo dirlo. Comunque era, che si tratti di un uomo come figlio di famiglia, o di un essere umano che possedeva la sua casa, nel senso di un nucleo familiare, la sua condizione era motivo di dolore e di preoccupazione per tutti quelli che faceva parte dei suoi.

2. Era nudo. Il nudismo appariva come una conseguenza di quella forza diabolica che agiva nella vita di quell'uomo e non come un sentimento o un atteggiamento da assumere come riferimento ai primi esseri umani, come vorrebbero chi è stato coinvolto nella pratica del nudismo.
Nello stato d'innocenza, Adamo ed Eva era senza vestiti; di conseguenza non provavano un minimo di vergogna o che fossero colpiti dal sentimento di colpevolezza.
Ma dopo di aver trasgredito l'ordine di Dio, fu necessario provvedere, da parte di Dio, alla loro copertura. Il nudismo eccita la sessualità e spinge l'uomo e la donna ad agire sotto la sforza della libidine.
I demoni essendo spiriti impuri, trovano il loro diletto nella sessualità e nella libidine.

3. Legato con catene e nei ceppi, rompeva tutto tanto che non si poteva domare, ed era talmente furioso, che nessuno si azzardava a passare per quei luoghi.

4. Il suo modo di comportarsi era quello di gridare giorno e notte, tra i sepolcri e su per i monti, percuotendosi con delle pietre.
Quindi, non solo non abitava in casa sua con i suoi, non era vestito, rompeva catene e spezzava ceppi, quando si cercava di immobilizzarlo a causa delle sue violenti convulsioni, gridava continuamente il riposo e il sonno della notte non li conosceva, percuotendosi anche con le pietre, procurandosi così delle autolesioni. Davanti a questi particolari, la singolarità e la gravità del caso appaiono in tutta la loro tragica e cruda realtà. In questa scena si è cercato di vedere il «simbolismo della potenza caotica e annientatrice del paganesimo» [R. Pesch, Marco I, p. 454].

Anche se si accetta il simbolismo della forza annientatrice del paganesimo, rimane sempre la tragica realtà dell'esistenza della potenza demoniaca. Questa, indubbiamente, agisce in vari settori della vita, portando confusione e distruzione, procurando un isolamento, non solo per quanto riguarda la comunione con l'uomo, ma anche e soprattutto per quanto concerne le relazioni con Dio.

Un uomo di questo genere, nella condizione in cui si trova, non può essere aiutato da nessuno. Non c'è nessun rimedio, dal punto di vista medico, che possa sanare la sua follia, perché la sua pazzia è ormai in uno stato di avanzamento spaventoso. Il suo male non è di carattere fisiologico; è causato dalla presenza di molti demoni che abitano nella sua vita.
Il pazzo di Gadara può essere sanato completamente dalla sua follia e ritornare un uomo normale, a condizione che i demoni che lo controllano, siano scacciati.
Ma chi scaccerà i molti demoni che abitano nella sua vita? Chi sarà capace di fare ciò?

Se crediamo che l'uomo di Gadara non era padrone della sua volontà, in tutti i suoi movimenti e in tutte le sue azioni, cioè, tutto quello che diceva e faceva non era il risultato della sua libera scelta, ma il desiderio e la volontà dei demoni che padroneggiavano la sua vita. Il correre verso Gesù e il prostrarsi davanti a lui, non era un gesto che l'uomo di Gadara faceva, ma che i demoni compirono, servendosi di quell'essere umano, ormai assoggettato in maniera totale.

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Domenico34
00martedì 1 marzo 2011 03:44
Per quale scopo i demoni vanno da Gesù e lo adorano?
È forse nell'indole dei demoni adorare Gesù?
Non aveva Satana chiesto a Gesù di adorarlo, in compenso di tutti i regni del mondo?
Matteo 4:9 È concepibile che i demoni abbiano il desiderio e la volontà di adorare Gesù con un atto spontaneo?

Se davanti a queste domande non si può rispondere che con un secco no, quale fu allora lo scopo principale di quest'insolito mascheramento?

Ci sembra di scorgere un tentativo dei demoni, che, camuffandosi con una falsa sottomissione, cercano di vedere se possono intenerire il cuore di Gesù a non essere severo ed implacabile nei loro confronti.
Gli atti esteriori, che sovente nascondono realtà interiori, a volte vengono compiuti per ingannare chi non ha il discernimento.
Com'è mai possibile ingannare Gesù, con quella manifestazione di falsa pietà, quando Egli, in virtù della sua divinità può leggere e conoscere i veri motivi che determinano le varie azioni?

È forse veramente sottomissione a Gesù quella che si può leggere nell'atto di adorazione che compì l'indemoniato di Gadara?
Tutto ci fa pensare ad una strategia abilmente concepita dai demoni per cercare di ridurre all'impotenza Gesù. Lo stesso grido come di sfida:

Che v'è fra me e te, o Gesù Figliuol dell'Iddio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarci.

Sembra volere confermare questa mossa. Anche se è evidente che i demoni riconoscono e confessano Gesù, quale Figliuol dell'Iddio altissimo, è altrettanto vero che non vogliono essere tormentati.
Potrebbe sembrare che la risposta alla domanda, come anche l’adorazione e il grido dei demoni hanno avuto un certo effetto su Gesù.

Questa specie di temporeggiamento, poteva sembrare come uno spiraglio di speranza per i demoni.
Ma era proprio questo il fine che Gesù si proponeva nel chiedere il nome?
Qualcuno sostiene che dalla conoscenza del nome, Gesù avrebbe avuto un certo potere sull'avversario, [C. E. Graham Switt, Commentario Biblico, III, p. 103].
come si pensava anticamente.
Ma il potere di Gesù dipendeva forse dalla conoscenza del nome del dèmone, e non dalla sua divinità?

Qualcun altro suggerisce l'ipotesi che Gesù nel chiedere il nome,
ha cercato di fare in modo che l'indemoniato acquistasse il senso della propria personalità indipendentemente dal dominio che lo possedeva.
Tutto dipende stabilire a chi era rivolta la domanda. Se la domanda fosse stata rivolta all'uomo di Gadara, allora, ci sarebbe stata la possibilità di condurre quelle essere umano al riacquisto della sua volontà, per facilitare la sua liberazione; se invece la domanda era rivolta al dèmone come tutto il racconto lascia pensare, è una pura fantasia formulare quest'ipotesi.

Non sapeva Gesù, in virtù della sua divinità, il nome del dèmone?
Se Gesù conosceva il nome del dèmone, per quale motivo glielo chiede?

Sono domande alle quali dobbiamo dare una precisa risposta, inquadrando tutto nel contesto del racconto evangelico, per ciò che riguarda la presenza di una forza demoniaca nell'uomo di Gadara.
Supponiamo che si neghi la presenza di una forza demoniaca nella vita dell'ossesso, allora tutto deve essere spiegato dal punto di vista della psichiatria.
Tutta la follia pericolosa di quell'uomo doveva essere all'aggravarsi della sua malattia, che si trovava in uno stato molto avanzato, a causa di questo l'ossesso viveva e si comportava in quella maniera.

Dal momento che l'uomo di Gadara si trova in una condizione disperata, a che serve domandargli come si chiama?
Ammesso che quell'uomo avesse detto il suo nome, il suo pronunciamento, avrebbe avuto il potere e l'effetto di tirare fuori quell'infelice dalla sua fortissima depressione?
Questa non è una seduta psichiatrica, durante la quale lo psichiatra fa tante domande all'ammalato per cercare di ricostruire e scoprire le varie motivazioni che hanno causato lo sfacelo.

Dal semplice nome dell'ammalato, che cosa potrà ricavare un medico? Nulla!
Ma se l'episodio si spiega con la presenza di una forza demoniaca, che ha causato quella follia, conoscere il nome, equivale a rivelare l'entità numerica di potenze diaboliche presenti nella vita dell'uomo di Gadara.
Questa conoscenza non è tanto necessaria per Gesù, quanto per noi che leggiamo il racconto evangelico. Legione, a parte di essere un termine romano, denota nel suo letterale significato migliaia.

Questo ci aiuta a capire che i demoni presenti in quell'uomo erano migliaia.
Si afferma che quando una legione era completa, ammontava a 6.000 unità [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, p. 302].

Quindi, ci troviamo davanti ad un uomo che è stato invaso dalla forza demoniaca di diverse migliaia di unità.
Conoscere quest'entità numerica, per Gesù, non rappresentava un ostacolo, ma un motivo di più, per dimostrare, non solamente a quelle migliaia di demoni, ma a tutta l'umanità, a tutto l'universo, chi egli era. Gesù non è un semplice qualcuno che esercita la sua autorità sopra i demoni, è Dio fatto carne, che non ha nessuna limitazione nel suo potere.

Allora appare chiaro che Gesù non chiese il nome solamente per sapere come si chiamava quel dèmone, ed esercitare la sua autorità su di lui. Lo chiese essenzialmente per far conoscere l'entità numerica degli spiriti che si trovavano nell'uomo di Gadara. E, conoscendo quanto era avvenuto, si potesse maggiormente valutare, nella sua vera portata, chi è veramente Gesù.

Per giustificare che il nome Legione, non deve essere inteso nel senso di un sostantivo comune, ma com'entità numerica, l'evangelista precisa: la mia denominazione è Legione perché siamo in molti, e Luca, per evitare un'errata interpretazione, precisa, Perché molti demoni erano entrati in lui.

Che tra queste migliaia di demoni entrati nell'uomo di Gadara, vi era uno che fungeva da capo coordinando tutte le azioni, ciò viene provato dalla forma singolare: il mio nome è; e lo pregava con insistenza.

Non c'è nessun dubbio, credendo alla storia evangelica: l'uomo di Gadara era pazzo furioso, indomabile, perché i demoni lo avevano ridotto in quella maniera e non una malattia prettamente fisiologica che aveva determinato quello stato di cose.
Dalla preghiera che i demoni fecero a Gesù di entrare nel branco di quei porci che si trovavano nelle vicinanze, qualcuno suggerisce che i demoni preferivano restare nel territorio dei Gadareni, anziché venire cacciati nel deserto (cfr. Isaia 13:21; 34:14) temendo che Cristo avrebbe comandato loro di andare nell'abisso (Luca 8:31).

L'uomo di Gadara ci viene affermato che la gente della città accorsa sul luogo, vide l'indemoniato seduto, vestito e in buon senno. Ecco, in poche parole, descritta la liberazione completa dell'ossesso.
Una volta che i demoni uscirono dalla sua vita, l'uomo pazzo ed indomabile, diventò una persona normale, e può raccontare a quelli di casa sua, le grandi cose che il Signore gli avevano fatto, e com'Egli aveva avuto pietà di lui.

5) Marco 7:25:

Una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai suoi piedi (vedi anche per il passo parallelo Matteo 15:21-28).

Le liberazioni dagli spiriti immondi, non avvenivano tutti nella stessa maniera, poiché Gesù, il gran liberatore per eccellenza, non aveva metodi stereotipati da praticare.

Il racconto della liberazione della figlia della donna sirofenicia, ne è un esempio chiaro. Per questa liberazione, Gesù non usa la potenza della sua parola, ma è la fede della mamma che produce il miracolo nella vita della figlia.

Quello che preme far conoscere di quest'episodio all’evangelista Marco, è il comportamento della mamma che una volta arrivata da Gesù, si getta ai suoi piedi e chiede il suo intervento, per la liberazione della figlia.
Per una donna pagana, qual era la sirofenicia, senza nessun diritto e privilegio, rispetto ai Giudei, comportarsi in quella maniera e, soprattutto chiamare Gesù Signore, c’era veramente da ammirare la fede che ha manifestato. Poiché la figlia si trovava in uno stato di grande bisogno, sentirsi dire da Gesù:

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Domenico34
00mercoledì 2 marzo 2011 00:11
Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei discendenti e gettarlo ai cagnolini (v. 27).

Non fu certamente incoraggiante, dal momento che realizzò, come donna pagana, di essere paragonata da Gesù ad un cane, cioè di non aver nessun diritto di essere trattata come i figli Giudei.
A questo punto però, la fede di quella mamma, che non era finta ma vera, è messa in evidenza nella sua vera grandezza Matteo 15:28, pur ammettendo, senza contraddire la parole di Gesù, di essere un cane, risponde:

Dici bene, o Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli (v. 28).

Davanti ad una simile parola di fede, Cristo rispose:
Per questa tua parola, va’; il dèmone è uscito da tua figlia (v. 29).
Se la figlia di quella donna pagana fu liberata dallo spirito immondo, non fu perché Gesù sgridò quel dèmone, ma unicamente per la fede della mamma. Quando chi intercede in favore di un altro, si rivolge a Dio con vera fede, immancabilmente il miracolo non tarderà a compiersi.

6) Marco 9:25:

Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò lo spirito immondo dicendogli: Spirito muto e sordo, io te lo comando, esce da lui e non entrare mai più in lui.

La storia del fanciullo lunatico, riferita da Matteo 17:14-21 Marco 9:14-29 e Luca 9:37-42, con tanti particolari, ci permette di valutare l'azione di Gesù e le varie conseguenze derivate dalla presenza della forza demoniaca nella vita del ragazzo.

Dal racconto di Marco sappiamo che in quel giorno, vi fu una disputa tra gli Scribi e i nove discepoli di Gesù rimasti a valle, perché questi non riescono a liberare il fanciullo affetto da uno spirito muto. Non è fuori posto pensare come R. G. Stewart che
«gli Scribi, menando trionfo dell'insuccesso dei discepoli, non solamente li tacciassero d'impostori, ma anche insinuassero dei dubbi intorno alla potenza del loro Maestro» [R. G. Stewart, L’evangelo secondo Matteo e Marco, p. 338].

Alcuni pensano che chi aveva avuto insuccesso nel liberare il fanciullo epilettico siano proprio gli Scribi; [R. Pesch, Mar. II, p. 143], questa è un'interpretazione che non condividiamo. Prescindendo da questa considerazione, che è priva di senso, quando esaminiamo il testo di Marco sappiamo incontestabilmente che l'uomo della folla, che rispose alla domanda di Gesù, era il padre del fanciullo epilettico e che questi disse: ho detto ai tuoi discepoli che lo cacciassero ma non hanno potuto (v. 18).

Dallo stesso padre sappiamo anche che inizialmente il fanciullo è stato menato a Gesù. Maestro, ti avevo condotto il mio figliolo che ha uno spirito muto (v. 17). Ora, pensare agli Scribi che avrebbero avuto a che fare con quest'insuccesso, ciò è una pura fantasia che èsula dal testo.
Ma se pensiamo invece all'insuccesso dei discepoli, come giustamente il testo ci fa chiaramente capire v. 28, la disputa degli Scribi appare nella sua giusta dimensione, semplici assistenti, ma come veri e propri fomentatori. Di fronte alla minuziosa descrizione di tutto quello che avviene nella vita del fanciullo, non è difficile, per la scienza medica, avere tutti i segni e gli elementi per affermare che il ragazzo è veramente affetto da epilessia.

Con il vangelo nelle mani da una parte e con la scienza medica dall'altra, ci troviamo davanti ad una precisa situazione che richiede una scelta [R. Pesch, Marco II, p. 145]. Non aveva torto Origene quando, spiegando il passo, diceva:

«I medici possono tuttavia tentare una spiegazione naturale alla malattia, poiché secondo la loro convinzione non agisce qui alcuno spirito impuro, bensì abbiamo un fenomeno d'infermità del corpo. Nel loro modo naturale di spiegare le cose essi possono sostenere che l'umidità si muove nella testa secondo una certa simpatia con la luce della luna, che ha parimenti una natura umida. Noi però crediamo al vangelo anche in ciò, che questa malattia è evidentemente provocata in chi ne sia affetto da uno spirito immondo» [Ibidem, nota 16].

Il fatto che si affermi, che ai giorni nostri, sulla scorta delle ricerche mediche e dell'indagine storica concettuale, si deve abbandonare la vecchia credenza. Ciò è un indizio abbastanza chiaro che, l'analisi storica concettuale, porta ad annullare la parola del vangelo e quelli che l'accettano, come conseguenza logica, rifiutano l'elemento miracoloso, come dimostrazione della potenza del soprannaturale, cioè del potere di Dio.

Con queste parole non intendiamo affatto generalizzare, nel senso che tutte le forme di epilessia presenti nell'uomo, siano da attribuire alla presenza del demonio che le causa. Questo però non c'esime dall'affermare che ci sono epilettici, la cui epilessia è causata dalla presenza di forze demoniache, e quando i demoni vengono scacciati, la convulsione scompare e l'ammalato viene guarito senza che si debba attribuire la sua guarigione ai farmaci che gli sono stati somministrati.

Una malattia prettamente neurologica, può essere combattuta e debellata, attraverso trattamenti e farmaci adeguati, ed anche se a volte l'ammalato non ricupera completamente la salute, si può sperare in un suo miglioramento.
Ma una malattia mentale, causata dalle forze demoniache, non sarà mai guarita né ridotta ad uno stato di miglioramento, con le cure e i trattamenti di cui dispone la scienza medica. Il fanciullo, del quale parlano gli evangelisti, era epilettico non nel senso come la scienza neurologica lo spiegava, perché sappiamo senza tema di sbagliare, che la sua epilessia era causata dallo spirito immondo che abitava in lui.
Anche se è vero, la definizione dell'epilessia che significa: essere preso, afferrato, sopraffatto, è altrettanto vero che lo stesso padre riconosceva che l'azione di prendere, afferrare e sopraffare, era svolta dal dèmone.

Maestro, ti avevo condotto mio figlio che ha uno spirito muto, e dovunque lo afferra, lo strazia ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce (v v.17-18°).

È vero che il padre del fanciullo non era un neurologo, e come tale non poteva definire l'epilessia di suo figlio, derivata dalla presenza del demonio. Ma l’opera che Gesù compì, quando disse:

Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non entrare più in lui (v. 25), è più che convincente per affermare che il padre del fanciullo non si era sbagliato quando definì l'epilessia del figlio, un'azione derivata e causata dallo spirito immondo, dal dèmone.

7) I testi di Atti 5:16; 8:7

La folla delle città intorno accorreva a Gerusalemme, portando i malati e quelli che erano tormentati da spiriti immondi, e tutti erano guariti.
Gli spiriti immondi, infatti, uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti
.

Questi due testi ci fanno vedere che l’azione liberatrice che Gesù praticò durante il tempo del suo ministero terrestre non si fermò, ma proseguì per apostoli e di quelli che venivano chiamati all'incarico, come per Esodo Filippo, che la praticò nella città di Samaria.
In un primo tempo, la città di Gerusalemme fu la sede dove gli apostoli esercitarono la liberazione nel nome di Gesù, guarendo quelli che erano tormentati da spiriti immondi. In seguito, man mano che la parola del Signore si proclamava e si estendeva altrove, anche in altri luoghi si verificavano le medesime liberazioni.
Là dove arriva l’evangelo di Gesù Cristo, che è potenza di Dio, arriva anche la manifestazione del potere miracoloso di Dio, e quelli che hanno bisogno, ne potranno usufruire liberamente.

Non ci sono indemoniati, furiosi ed indomabili che sono stati, - come quello di Gadara, invaso da migliaia di demoni -, che la potenza del nome di Gesù non possa debellare e vincere tutte le forze demoniache. Gesù Cristo che è lo stesso Ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8) e il cui potere non conosce né confini, né limitazioni, può liberare ai nostri giorni le persone da ogni influenza demoniaca, come anche da ogni possedimento del diavolo e fare risplendere il sole, là dove per molto tempo, c’è stato il predominio di Satana e le fitte tenebre non hanno permesso alla luce divina di risplendere nella sua forza benefica.

8) Il testo di Apocalisse 18:2

Egli gridò con voce potente: È caduta, è caduta Babilonia la grande! È diventata ricettacolo di demoni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole (La Nuova Riveduta).

Questo è l’ultimo riferimento che il N.T. ha intorno ai demoni e agli spiriti immondi. Qualunque sia il significato di Babilonia nel libro dell’Apocalisse, - stando al significato etimologico di Babilonia = confusione, principalmente nel campo religioso - affermiamo che i demoni e gli spiriti immondi si ritrovano e dimorano facilmente là dove c’è confusione.
Nel linguaggio biblico, confusione, vuol dire incertezza, disorientamento. Per non subire, quindi, l’influenza e la tirannia di queste forze demoniache, è estremamente necessario avere precisi criteri obbiettivi sicuri, soprattutto come riferimento alla volontà di Dio per la nostra vita.

PS: Se ci sono domande da fare, fatele liberamente e risponderemo prontamente.
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