CAPITOLO 3
LA CONDANNA DEGLI EMPI
Il testo di Giuda 4, parla della condanna degli empi, ch’è stata segnata da lungo tempo. Che questa condanna si riferisca a coloro che negano il solo Proprietario e Signore Gesù Cristo, l’abbiamo detto abbastanza chiaramente e non c’è bisogno di ripeterlo ancora. Non c’è da spettarsi che il Giudice Sovrano, ch’è nientemeno il Signore Gesù Cristo, riveda la sua sentenza e la modifichi, in attesa di emanarne una nuova.
Non serve a niente sapere quando e come è stata decretata questa condanna o in quale libro è stata scritta. Tutte le argomentazioni che si possono fare, come del resto si son fatte nei tempi passati, non cambieranno minimamente il fatto, che la condanna è «stata scritta da
lungo tempo». Che questa condanna l’abbia emanata Dio, è fuori d’ogni discussione. Non si tratta quindi, di un giudizio umano, bensì di un giudizio divino. È molto urgente che ci affrettiamo a conoscere quello che le Sacre Scritture dicono a proposito del Giudice Sovrano. Diciamo Sovrano, perché il suo giudizio è inappellabile e definitivo. Chi legge la Bibbia, non ha nessuna difficoltà, a trovare, nelle sue pagine, il Giudice di tutta la terra. Già, fin dai primi capitoli della , abbiamo queste parole:
Lungi da te il fare tal cosa! lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia? (Genesi 18:25).
Che in questo testo si parli dell’Eterno, viene provato dalle prime parole del v.26:
L’Eterno disse. La TNM, così si esprime: «Quindi Geova disse». Quando Jefte si rivolse al Re dei figlioli di Ammon, con le parole:
E io non t’ho offeso, e tu agisci male verso di me, movendomi guerra. L’Eterno, il giudice, giudichi oggi tra i figlioli d’Israele e i figlioli di Ammon (Giud. 11:27),
era chiaro che si riferiva a Geova, come dice la TNM. Per non stancare, citando testi uno dietro l’atro, ci limitiamo ad un’altra citazione dell’A.T.
Poiché l’Eterno è il nostro giudice, l’Eterno è il nostro legislatore, l’Eterno è il nostro Re, egli è colui che ci salva (Isaia 33:22).
La TNM, non ha nessuna difficoltà a interpretare per tre volte, Geova. Dunque, è chiarissimo, da queste poche citazioni, che il giudice di tutta la terra, il Giudice Sovrano, è l’Eterno Geova. Venendo al N.T. Paolo dice:
Poiché non ho coscienza di colpa alcuna; ma non per questo però sono giustificato; ma colui che mi giustifica, è il Signore (1 Corinzi 4:4).
La TNM rende questo passo così: «Poiché non mi rendo conto di nulla contro me stesso. Ma non per questo son provato giusto, bensì chi mi esamina è Geova».
Non contestiamo il fatto che Paolo, quando scrisse quelle parole, avesse nella sua mente un comune personaggio terreno, da giudicare proprio lui. Pensava proprio al Giudice Sovrano di tutta la terra. È bene ricordare però, che qui, il testo greco, come nome di colui che assume la funzione di Giudice, è
kyrios La Torre di Guardia ha però tradotto Geova, non perché abbia trovato nel manoscritto greco le quattro consonanti che costituiscono il nome di Dio.
In tutti quei testi dell’A.T. in cui il nome di Dio ricorre, Egli è sempre riconosciuto come:
YHWH: ma per ben’altro scopo, che i seguaci della Torre di Guardia non conoscono, perché il
kyrios di (1 Corinzi 4:4) è stato tradotto Geova. Sarà però nostro dovere, comunque, rivelare al mondo intero, perché la TNM ha introdotto Geova anche nei testi di lingua greca, soprattutto quando il testo menziona Gesù Cristo o lascia supporre che si tratti di Lui. Per ora ci interessa indagare nell’esame del Giudice Sovrano, per meglio capire la portata di Giuda 4. L’evangelista Giovanni, riportando nel suo evangelo le parole di Gesù, scrisse:
Oltre a ciò, il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliolo (Giovanni 5:22).
La TNM dice: «Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio».
Pietro, nella casa nel centurione Cornelio, disse:
Egli ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti (Atti 10:42).
La TNM, dice: «Ed egli ci ordinò di predicare al popolo e di dare una completa testimonianza secondo cui questi è Colui che Dio ha decretato esser giudice dei vivi e dei morti».
Paolo afferma:
Io te ne scongiuro nel cospetto di Dio e di Cristo Gesù che ha da giudicare i vivi e i morti, e per la sua apparizione e per il suo regno (2 Timoteo 4:1).
La TNM, dice: «Io ti ordino solennemente dinanzi a Dio e a Cristo Gesù, che è destinato a giudicare i vivi e i morti, e per la sua manifestazione e per il suo regno».
Nello stesso capitolo, al v. 8, Paolo dice:
Del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice mi assegnerà in quel giorno.
Si continuerà il prossimo giorno...