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info. - I poveri - La povertà è una scelta

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2011 14:10
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26/09/2010 23:39

Se avete letto "Ecco come sconfiggere satana" e "Privilegi dei credenti sopra i non credenti" non avrete fatto fatica a capire come viene fatta incentrare la vita del credente "sul dare".

Dare..dare..dare..è una parola ricorrente, una parola che non può mancare, perchè è da questo dare che si ha il favore e la benedizione, al punto che viene detto che "la povertà è una scelta" ( [SM=g27993] n.d.r la faccia è la mia).

Sì perchè viene detto, o meglio ri-detto e ri-ri-detto e ri-ri-ri-detto (non stò esagerando) passi come quello Malachia 3:8-10

"8 L’uomo dev’egli derubare Iddio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: "In che t’abbiam noi derubato?" Nelle decime e nelle offerte. 9 Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, voi, tutta quanta la nazione! 10 Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e mettetemi alla prova in questo, dice l’Eterno degli eserciti; e vedrete s’io non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla."

E se qualcuno avesse a dire, (dopo aver letto le due riflessioni citate all'inizio di questa): ancora Malachia ci citi dopo averlo già fatto? Io rispondo "sì", lo cito perchè è quello che viene fatto. Il fine ultimo è sempre quello, dare per ricevere...; e se dai non sai cosa potrebbe accaderti, puoi trovare un milione di euro nel cassetto, freschi freschi di cielo (ma devi essere fedele, cioè non rubare Dio).

Ho sentito questo con i miei orecchi, non solo, ho visto tante persone credere a questo, a queste possibilità miracolose. Sperando che in qualche modo possano anche arrivare fin qui e leggere queste risposte porgo altre domande:

Domande


- E' proprio così che stanno le cose? la povertà è una scelta?
- Dite quello che ritenete sia utile che chi ha ricevuto un insegnamento simile debba sapere


Per partecipare vi ricordo di leggere qui
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23/10/2010 21:53

Potrebbe un tale ammaestramento essere accreditato a Gesù che ha lasciato ogni cosa per farsi come noi?
Potrebbe un tale ammaestramento essere accreditato agli apostoli che hanno lasciato ogni cosa per Cristo?
Paolo stesso lavorava per non essere di peso alle chiese e questi pseudo predicatori rappresenterebbero Cristo o rappresentano benissimo lo spirito del principe di questo mondo?
La povertà è una scelta quando viene consacrata a Cristo come la vita dei Nazareni e altri simili, ma sono loro i poveri, quelli che mostrano Cristo non quelli che approfittano di Cristo.
Se io scelgo di essere povero per Cristo, non ho bisogno di nulla perchè Cristo è il mio tutto ma se sono povero e non l'ho scelto io la sola cosa che posso fare è credere in Cristo per essere ricco ma non dei beni di questa vita ma ricco di Cristo e in Cristo.
Questi ciarlatani dell'evangelo approfittano della povertà degli altri per diventare ricchi in questo mondo sapendo bene che nulla possono portarsi appresso e così testimoniando la loro carnalità, il loro materialismo, altro che servi di Cristo.
.....e cammineremo col Signore.......
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23/10/2010 22:53

Tra l'altro c'è da aprire una parentesi.

Paolo lavorava, in almeno una occasione (ma forse in più di una) lo faceva per non dare modo ad altri di vantarsi che loro non chiedevano di essere sostenuti, ma è scritto di far parte dei nostri beni a coloro che ci ammaestrano

Galati 6:6 "Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra"

Perciò il sostegno non li mancherebbe, è che con la storia della decima si garantiscono sicuramente più introiti garantiti dal miraggio che tale insegnamento così come viene presentato sembrerebbe dare, e li introiti crescono con l'accrescersi del numero dei partecipanti.
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25/10/2010 03:48

Quando si cita Paolo che “lavorava per non essere di peso alle chiese”, si dimentica che egli, volontariamente, rifiutava un suo preciso diritto. Per avere le idee chiare, basterebbe leggere con calma quel che l’apostolo ha scritto ai Corinzi.

3 Questa è la mia difesa di fronte a quelli che mi sottopongono a inchiesta.
4 Non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere?
5 Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?
6 O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?
7 Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge?
8 Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge?
9 Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
10 O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte.
11 Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?
12 Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo.
13 Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare, hanno parte all’altare?
14 Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunziano il vangelo vivano del vangelo.
15 Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto.
16 Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!
17 Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è sempre un’amministrazione che mi è affidata.
18 Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunziando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà
(1Corinzi 9:3-18).

Sostenere finanziariamente chi è impegnato nell’opera del ministero, è perfettamente in accordo con ciò che Dio (e non l’uomo) ha ordinato. Se poi qualcuno, (volontariamente, come fece Paolo), rinuncia a questo suo diritto, non vuol dire di ignorare quello che viene specificato nella Parola del Signore. Quelli che non tengono in seria considerazione l’insegnamento pratico della Parola di Dio, generalmente, all’origine della loro posizione, c’è l’avarizia che domina nella loro vita.

L’avidità del denaro, infatti, è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori (1 Timoteo 6:10).

I servi del Signore non sono dei “professionisti” (nel senso come viene intesa questa parola nel campo del lavoro) che devono esigere uno stipendio adeguato al loro rango, ma delle persone che hanno accettato la chiamata di Dio a servirlo nell’opera del ministero. Questo però non significa che, per quanto riguarda la vita materiale, devono elemosinare per fare fronte alle loro necessità. Un trattamento economico adeguato al costo della vita, ma che nello stesso tempo eviti il “lusso” e lo “sprazzo”, non solo sarà un buon esempio alla fratellanza, ma soprattutto renderà onore a Dio per quello che Egli ha ordinato nella Sua Parola.
[Modificato da Domenico34 25/10/2010 12:54]
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25/10/2010 15:11

Re:
Domenico34, 25/10/2010 3.48:


Un trattamento economico adeguato al costo della vita, ma che nello stesso tempo eviti il “lusso” e lo “sprazzo”, non solo sarà un buon esempio alla fratellanza, ma soprattutto renderà onore a Dio per quello che Egli ha ordinato nella Sua Parola.


Tutto il resto Lo disonora.
Una cosa sono le imposizioni di chi pretende e maledice se non si da, altro è essere sostenuti nell'opera del ministerio. Chi maledice chi non da è servo di Dio? Il comandamento c'è e bene fa chi lo mette in pratica ma l'imposizione è un'altra cosa. Chi amam Iddio sostiene i servi di Dio.
Come disse il salmista: "Io sono stato giovane e anche sono divenuto vecchio e non ho mai veduto chi teme Iddio aver fame nè i suoi figli chiedere l'elemosina". Facciamoci due domande, forse è meglio, non credete?



[Modificato da turibolo 25/10/2010 15:16]
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25/10/2010 15:24



Tutto il resto Lo disonora.



Certamente!



Chi maledice chi non da è servo di Dio?



Sicuramente no!
[Modificato da Domenico34 25/10/2010 15:28]
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25/10/2010 17:16

Avendo questi punti fermi possiamo esaminare tutto ciò che vogliamo, perchè può essere costruttivo.







[Modificato da turibolo 25/10/2010 17:16]
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25/10/2010 22:45

I poveri- povertà è una scelta
Sono d'accordo con quello detto sino a qui, ma vorrei porre un quesito, pur essendo chiaro che il servo di DIO può mangiare del frutto della vigna, cioè essere sostenuto nell'opera, bisogna dire che il dare forzatamente, sotto la spinta di espliciti insegnamenti tipo la decima non è corretto, tutto è di DIO ma i servitori di DIO, devono insegnare il popolo di DIO ad usare personalmete bene i loro averi come responsbili ognuno personalmente dei propri averi, la triste verità è che oggi si costruiscono templi cioè si cerca di avere locali sempre più belli, con materiali pregiati ecc.. mentre magari ci sono famiglie nel bisogno e lasciate ai loro problemi......, non dico che non ci vuole un locale ma usare bene i soldi.., poi per quanto riguarda il servo di DIO, se noi mettiamo dei servi solo provenienti da scuole Bibliche, pur essendo buone nell'approfondire le scritture, ma i ministeri sono ben altra cosa...... e poi questi credenti li mettiamo a regime di stipendi, non corriamo il rischio di avere solo dei professionisti che mancano della cosa principale ? cioè dell'unzione, della passione della fede che confida in DIO ?

1Pietro 5:2
Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente, ma volonterosamente secondo Dio; non per un vil guadagno, ma di buon animo;


Pace
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26/10/2010 03:36

Credo che il "servitore di Dio" non predica la decima, semplicemente perché sà che non deve predicarla, nel momento che comincia a predicarla qualcosa che non và è successo.
[SM=g27998]

Il popolo di Dio imparerà ad usare i propri beni con responsabilità non tanto per via di un ammaestramento quanto per via di uno spogliamento. L'ammaestramento può anche farci fare qualcosa contro la nostra volontà o il nostro desiderio, ma ciò non sarebbe gradito a Dio, cosa che lo è nel momento che abbiamo realizzato che "c'è più gioia nel dare (condividere) che nel ricevere"
[SM=g27998]

Oltre ai locali più belli che vengono costruiti (ps Nehemia ricevette tutto dal re, prima però mise tutto nelle mani di Dio e quello che voleva fare era per la Gloria di Dio) mentre ci sono famiglie nel bisogno c'è una realtà poco considerata, vi lascio due link

http://www.porteaperteitalia.org/index.php?id=10,439,0,0,1,0
http://www.porteaperteitalia.org/index.php?id=10,448,0,0,1,0
[SM=g27998]

Purtroppo ci sono dei contesti dove sembra che ogni persona ha ricevuto una chiamata, un ministerio, e parlo di contesti riferiti a certe scuole, non alle scuole bibliche, perché una scuola biblica prima (ma anche in seguito continua) della dottrina ti mostra la Via della Vita che è stata prima rivelata. Oggi si insegna nello stesso modo che si fa in una scuola statale, tutto a suon di concetti, tutto già capito senza rivelazione, illuminazione.
[SM=g27998]


..corriamo il rischio di avere solo dei professionisti che mancano della cosa principale ? cioè dell'unzione, della passione della fede che confida in DIO ?


Che fare?

Pace [SM=g27998]
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27/10/2010 20:33

Che fare?
Certo si può avendone l'occasione esprimere il proprio disappunto intorno a certe interpretazioni corredandole con ciò che sta scritto, ma poi in fondo ognuno deve comprendere che la migliore testimonianza è la vita pratica fruttifera, cioè piena di frutti buoni.
Proverò appena possibile ad inserire qualche riflessione su gli edificatori.




[Modificato da turibolo 27/10/2010 20:35]
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14/01/2011 10:48

Non ho mai partecipato al forum sino ad ora nonostante mi sia stato presentato tempo fa su invito del caro fratello Roberto (e ne approfitto per salutarlo [SM=g27985] ).

Questa discussione mi tocca particolarmente in quanto si tratta di una situazione che a quanto vedo è troppo diffusa e si diffonde sempre più ma che soprattutto mi è d'intralcio perchè provoca in me una seria difficoltà nel fidarmi dei fratelli.

Mi spiego meglio.

Dopo che per ANNI, si è assistito a diversi imbrogli, si sono conosciute persone che si presentavano come servi di Dio ma erano affaristi e lupi rapaci, dopo che si è assistito a riunioni di folle che pendevano dalle labbra del predicatore (spesso americano) di turno che arrivava a vendere ad un prezzo specifico (nemmeno a dire "offerta libera") asciugamani benedetti e dopo tanti altri avvenimenti non belli è difficile riuscire a non chiudere il proprio cuore non dico verso Dio ma verso ogni predicatore che piove dal cielo.

In tutti questi anni (parlo per esperienza personale) lo dico senza vergogna, se non fosse stato per le cose che ho vissuto sulla MIA pelle e nella MIA vita, avrei abbandonato la fede se mi fossi dovuto basare solo sui racconti e sulle "pseudo guarigioni" (che poi erano imbastimenti teatrali).

Quindi che rispondere all'argomento del thread. E' giusto che chi svolga il lavoro per il Signore a tempo pieno sia "retribuito"? sicuramente la decima non fa piu' parte del nuovo patto. Ma un pastore dev'esser stipendiato?

Non saprei rispondere o meglio, mi trovo in accordo con quanto scritto sopra ovvero che come Paolo, è scelta personale dell'operaio di Dio avvalersi di tale diritto oppure no.

Ma come capire se si tratta di un VERO servo di Dio o di un personaggio che ha semplicemente capito che la religione è un grande buisness se saputo sfruttare che può permettere di portarea casa uno stipendio senza fare la fatica di chi tutte le mattine si alza per andare a lavoro?

I tempi in cui viviamo (purtroppo) sono per me duri da affrontare dal punto di vista dei rapporti con le "chiese". Senza considerare che vi sono altre persone che si sono staccate da molte chiese per i medesimi motivi e si ritrovano nelle proprie case.

C'è anche chi fa la scelta (e ammetto che da un lato "invidio" la capacità di queste persone di tirare avanti per la propria strada pur rimanendo in tali chiese) di rimanere in una chiesa per amor della comunione con altri fratelli nonostante il pastore o i pastori di turno detengano un'organizzazione sotto certi punti di vista discutibile.

Io dal canto mio, non posso che ammettere il mio brutto modo di reagire quando assisto o mi vengono raccontate notizie dell'ennesimo "pastore" che si è scoperto un ciarlatano o peggio ancora come di recente è capitato dalle parti di Milano, un usuraio. La reazione è di costruirmi una corazza attorno che mi fa subito metter sulla difensiva quando mi si parla di chiese, offerte ai pastori e sostentamento dei "servi di Dio".

Magari mi sbaglio, magari è solo una scusa, ma io credo che l'esser pronti a donare non debba significare per forza che dobbiamo sentirci obbligati nel sostenere un pastore economicamente bensì esser pronti ad aiutare il fratello che è in difficoltà come è capitato con alcune persone con le quali ci ritrovavamo nelle nostre case, vi era un periodo in cui una sorella era nel bisogno e si faceva colletta per darle una mano. Vi sono le adozioni a distanza di bambini con associazioni cristiane. Vi sono i vicini di casa in cassaintegrazione che non arrivano a fine mese...e vi sono talmente tante altre situazioni e persone nel bisogno che (e chiedo perdono davanti a voi e al Signore) non mi viene proprio dal cuore di dare un centesimo se non mi fido al 110% di una persona rischiando cosa? di mantenere economicamente un "furbo"?

Parlo con durezza ma è una durezza che io stesso vorrei poter allontanare da me ma le ferite ricevute dai ciarlatani son ancora profonde.

Scusate se sono stato polemico e critico forse oltre il dovuto ma è stato anche una sorta di sfogo :)

Dio vi benedica.
[Modificato da (Cigno) 14/01/2011 10:49]
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15/01/2011 14:10

(Cigno), 14/01/2011 10.48:

Non ho mai partecipato al forum sino ad ora nonostante mi sia stato presentato tempo fa su invito del caro fratello Roberto (e ne approfitto per salutarlo [SM=g27985] )..

[SM=g8211]

(Cigno), 14/01/2011 10.48:

Dopo che per ANNI, si è assistito a diversi imbrogli, si sono conosciute persone che si presentavano come servi di Dio ma erano affaristi e lupi rapaci, dopo che si è assistito a riunioni di folle che pendevano dalle labbra del predicatore (spesso americano) di turno che arrivava a vendere ad un prezzo specifico (nemmeno a dire "offerta libera") asciugamani benedetti e dopo tanti altri avvenimenti non belli è difficile riuscire a non chiudere il proprio cuore non dico verso Dio ma verso ogni predicatore che piove dal cielo.

Gesù si preoccupava di sfamare, di sovvenire ai bisogni delle persone più che ricercare Lui di ricavarne qualcosa. Ti dice niente questo? Può essere un segno per riconoscere se uno ha Cristo nella sua vita?

(Cigno), 14/01/2011 10.48:

Quindi che rispondere all'argomento del thread. E' giusto che chi svolga il lavoro per il Signore a tempo pieno sia "retribuito"? sicuramente la decima non fa piu' parte del nuovo patto. Ma un pastore dev'esser stipendiato?

L’argomento del thread non era se un pastore deve o non deve essere stipendiato, ciò non toglie che uno se la possa porre la domanda ed io personalmente sono per lo stipendiare un pastore, ma stò parlando di un pastore chiamato da Dio, consacrato a Dio, qualcuno che quando lo guardo non vedo un uomo ma Gesù (ho altro da dire ma mi riserbo tempo permettendo di parlarne il altro thread)

(Cigno), 14/01/2011 10.48:

Ma come capire se si tratta di un VERO servo di Dio o di un personaggio che ha semplicemente capito che la religione è un grande buisness se saputo sfruttare che può permettere di portarea casa uno stipendio senza fare la fatica di chi tutte le mattine si alza per andare a lavoro?

Penso che tratterò l’argomento prossimamente

(Cigno), 14/01/2011 10.48:

Magari mi sbaglio, magari è solo una scusa, ma io credo che l'esser pronti a donare non debba significare per forza che dobbiamo sentirci obbligati nel sostenere un pastore economicamente bensì esser pronti ad aiutare il fratello che è in difficoltà come è capitato con alcune persone con le quali ci ritrovavamo nelle nostre case, vi era un periodo in cui una sorella era nel bisogno e si faceva colletta per darle una mano. Vi sono le adozioni a distanza di bambini con associazioni cristiane. Vi sono i vicini di casa in cassaintegrazione che non arrivano a fine mese...e vi sono talmente tante altre situazioni e persone nel bisogno che (e chiedo perdono davanti a voi e al Signore) non mi viene proprio dal cuore di dare un centesimo se non mi fido al 110% di una persona rischiando cosa? di mantenere economicamente un "furbo"?

Diciamo che concordo, solo su un punto vorrei dire cosa ne penso, e cioè di non basarci solo ed unicamente sul ‘nostro fidarsi’, che sia Dio a mettere nei nostri cuori il donare, per esempio: una sorella può avere veramente bisogno di un aiuto, ma, sempre per esempio, non eccelle in santità, diciamo che deve crescere, se la giudichiamo con i nostri occhi è facile che vedremo qualcuno ‘carnale’ e questo potrebbe portarci a privarle di quell’aiuto che avremmo potuto darle, ma Dio conosce i cuori, e sà…

Pace Roberto
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