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Domenico34 – GESÙ CRISTO È DIO? – Capitoli 7-16 + APPENDICE E BIBLIOGRAFIA

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2012 00:23
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24/12/2011 00:02

La professione di fede, di cui parla il nostro testo, è quella relativa a Gesù quale Figlio di Dio. Il peccato, per coloro che ricadono e per il quale è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, è perché

Crocifiggono di nuovo per conto loro il Figliol di Dio, e lo espongono ad infamia (Ebrei 6:6).

Di Melchisedec, questa epistola può dire di
rassomigliare al Figliuol di Dio, perché è senza padre, e senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fin di vita (Ebrei 7:3).

E quando poi cerca di fare un confronto con coloro che peccano per sapere qual’è il più grave peccato, chiede:
Di qual peggior castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figliol di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia? (Ebrei 10:29).

Logicamente, non c’è peccato più grave che calpestare il Figliol di Dio, e questo lo si fa quando non si accetta la sua divinità, in virtù della quale viene messo alla pari di Dio.

F. EPISTOLA DI GIOVANNI

L’apostolo Giovanni, come abbiamo notato, usa nel suo evangelo la formula: «Figliol di Dio», con un profondo e particolare significato teologico. Lo prova e lo afferma nella sua epistola, quando dice:
Chi confessa che Gesù è il Figliol di Dio, Iddio dimora in lui, ed egli in Dio (1 Giovanni 4:15).

Ed ancora:
Chi crede nel Figliol di Dio ha questa testimonianza in sé; ma chi non crede a Dio l’ha fatto bugiardo, perché non ha creduto alla testimonianza che Dio ha resa circa il proprio Figliolo (1 Giovanni 5:10).

Confessare che Gesù è il Figlio di Dio, equivale a dire che Gesù è Dio. Questo è il significato che il N.T. dà a tutte quelle citazioni che abbiamo esaminato e di cui non abbiamo il minimo dubbio. Non esiste altra spiegazione valida che si possa accettare, senza capovolgere l’insegnamento di tutto il N.T. La prova che questa confessione di cui sopra è riferita alla deità di Gesù Cristo, sta nel fatto che:

1. Dio dimora in quella persona e quella persona dimora in Dio;
2. Dio ha reso una testimonianza pubblica quando ha detto:
3. Quest’è il mio diletto Figliolo nel quale mi son compiaciuto (Matteo 3:17);

Se non si accetta questa testimonianza divina, equivale a fare bugiardo Dio. Quale altra diversa spiegazione possiamo presentare o quale altro significato ha, quando il N.T. presenta Gesù come il Figliol di Dio, se non quello di affermare che Gesù Cristo è Dio? Giovanni continua:

Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figliol di Dio? Sappiamo che il mondo giace nel maligno (1 Giovanni 5:19)

e per poterlo vincere occorre una forza superiore. L’unica forza superiore a quella del diavolo è quella di Dio. Se colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio vince il mondo, è perché nel Figliol di Dio, c’è la forza di Dio, che si trasmette al credente e lo rende vittorioso. Infine, l’apostolo chiude la sua epistola con le seguenti parole:

Sappiamo che il Figliol di Dio è venuto e ci ha dato intendimento per conoscere colui ch’è il vero; e noi siamo in colui ch’è il vero, cioè nel suo Figliolo Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna (1 Giovanni 5:20).

L’ultimo libro del N.T., l’Apocalisse, chiude la serie delle citazioni con queste parole:
E all’angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figliol di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco e i cui piedi son come terso rame (Apocalisse 2:18).

Da quanto abbiamo detto fin qui e da tutti i testi esaminati, risulta abbastanza chiaro che non esiste una diversa spiegazione e conclusione a cui si possa arrivare. Quando il N.T. parla di Gesù Cristo e lo presenta come il «Figliolo di Dio», non ha altro scopo se non quello di invitare l’uomo ad ascoltarlo e a crederlo che egli è veramente: L’Emmanuele Dio con noi.

2. FILIPPESI 2:5-11

Nelle pagine precedenti, abbiamo affermato che Paolo ci fornisce la dimostrazione più completa della deità di Gesù Cristo. Questa nostra affermazione, non vuole rimanere sul piano delle semplici parole e congetture, ma vuole fornire una chiara ed inconfutabile dimostrazione, in modo che il lettore possa vedere e conoscere quello che Paolo ha insegnato, attraverso tutto l’arco del suo ministero, ministero che non è soltanto proclamazione del vangelo a viva voce, ma soprattutto rivelazione del mistero di tutta l’opera concernente la persona di Gesù Cristo.

Paolo afferma senza tema di essere smentito, che l’evangelo che egli predica, è quello che gli è stato rivelato da Gesù Cristo, e non proviene da una fonte umana (Galati 1:11,12). Nello stesso tempo non ha nessuna difficoltà a definire Cristo: Speranza della gloria (Colossesi 1:27). Dal momento che da Paolo possiamo conoscere, nella sua totalità, chi è Gesù Cristo, non dobbiamo fare altro che esaminare i testi che egli ci ha lasciato.

Si continuerà il prossimo giorno...
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