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Domenico34 – GESÙ CRISTO È DIO? – Capitoli 7-16 + APPENDICE E BIBLIOGRAFIA

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2012 00:23
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03/11/2011 00:07

Da questi testi è abbastanza chiaro ciò che accadrà al ritorno di Gesù Cristo, ma non è tutto però. Infatti, quando Paolo parla dei morti, usa diverse volte il termine sōma, che significa corpo, per affermare che questo corpo corruttibile, ignobile, debole, naturale, mortale (non un’altro corpo, ma lo stesso che è stato seminato), verrà risuscitato. Nel risorgere, però, subirà una trasformazione, (non un rimodellamento).

Infatti, che significa rimodellare? «Modellare di nuovo; ridare a una cosa una data forma». Se prendiamo come esempio un vasaio che lavora l’argilla sul tornio, e tutto ad un tratto il vaso si Romanipe, il vasaio nel rimodellare, una forma di un nuovo vaso, non fa altro che riprendere la stessa materia, per ricominciare di nuovo a lavorare. Non si dirà mai che l’argilla ha subito una trasformazione; è stata solamente rimodellata.

Il corpo della resurrezione non sarà rimodellato, bensì trasformato, per il semplice fatto che le caratteristiche di: Incorruttibilità, glorioso, potente, spirituale e immortale, non erano presenti o nascoste nel corpo; gli verranno date alla risurrezione. Ragion per cui il corpo della resurrezione, subirà una trasformazione, non soltanto nella parte esterna, ma bensì nella sua sostanza. Questo processo di trasformazione, non sarà, né un processo lento e graduale, e tanto meno naturale, perché Paolo specifica che ciò avverrà, in conseguenza di un diretto intervento di Dio, perché solo lui possiede questo potere, che noi non esitiamo a definire: Onnipotenza.

Quando si pensa che (Filippesi 3:21) dice chiaramente che quest’opera di trasformare il corpo della nostra umiliazione, rendendolo conforme al corpo della sua gloria, è attribuita a Gesù Cristo, questa è la prova più inconfutabile della sua Onnipotenza. La Torre di Guardia, pur sapendo molto bene che la metaschēmatisei di (Filippesi 3:21) non è corretto tradurlo con «rimodellare», pure lo ha fatto. Perché? Perché in questo testo è provata l’onnipotenza di Gesù Cristo, attributo che appartiene al solo vero Dio, Geova.

Sarà nostro dovere, comunque, provare quello che abbiamo affermato e nello stesso tempo smascherare la diabolica manovra della Torre di Guardia, servendoci principalmente della versione della TNM.

Il verbo: metaschematizō, con le sue varie forme, ricorre solamente cinque volte nel N.T. Lo troviamo ben quattro volte in due passi del N.T. precisamente (2 Corinzi 11:13-15 e 1 Corinzi 4:6), oltre a quello di (Filippesi 3:21), del quale già abbiamo parlato. Esaminiamo (2 Corinzi 11:13-15), in cui è detto: (citiamo la versione della TNM)

«Poiché tali uomini sono apostoli falsi, operai ingannevoli, che si trasformano metaschēmatizomenoi in apostoli di Cristo. E non c’è da meravigliarsene, poiché Satana stesso continua a trasformarsi metaschēmatizetai in angelo di luce. Perciò non è nulla di grande se i suoi ministri pure continuano a trasformarsi metaschēmatizontai in ministri di giustizia. Ma la loro fine sarà secondo le loro opere». Perché in questo testo dove il verbo metaschēmatizō ricorre tre volte, non viene tradotto con: «rimodellare?»

Perché i redattori della TNM sanno molto bene, che questo significato, da loro coniato, è insostenibile nel passo in questione, ragione per cui non hanno avuto nessuna difficoltà a rendere il termine greco con: «Trasformare». Qui però, bisogna subito osservare che non c’è in ballo la persona di Gesù Cristo con la sua relativa deità, altrimenti anche per questo testo, la Torre di Guardia avrebbe messo in movimento la sua macchina di falsificazione, per degradare, la nobiltà della deità di Gesù Cristo, cosa che ha fatto per (Filippesi 3:21).

L’altro testo dice:
Ora, fratelli, queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo, onde per nostro mezzo impariate a praticare il non oltre quel che è scritto; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro (1 Corinzi 4:6).

Qui c’è da notare bene che Paolo sta parlando di una situazione interna della chiesa di Corinto, per quanto riguardava il favoreggiamento dell’uno a danno dell’altro, e precisamente lui stesso in qualità di apostolo e di Apollo. Siccome in questa chiesa si guardava ai due personaggi in questione, facendo una diversa valutazione, Paolo non ha nessuna difficoltà ad impiegare il verbo Metaschēmatizō, col senso di: «Applicate o trasferite».

Infatti, meteschēmatisa, esprime appunto qualche cosa in una forma diversa da quella attesa o naturale; ciò che è concepito in modo proprio viene sottoposto di fatto a un «processo» mentale di trasformazione.
Ritorniamo a (Filippesi 3:21) per mettere in risalto quello che Paolo dice a proposito di Gesù Cristo. Oltre a parlare del fatto che quando Gesù Cristo sarà venuto, trasformerà il nostro corpo (il corpo di tutti i credenti), rendendolo conforme al proprio glorioso, l’apostolo precisa che ciò sarà secondo l’operazione della potenza che egli ha.

Si noti molto bene che quella di cui Paolo sta parlando, è una potenza di Gesù Cristo, mediante la quale trasformerà il corpo della nostra umiliazione. Se Cristo Gesù non possedesse in proprio questa potenza, come farebbe a trasformare il corpo, rendendolo conforme al proprio glorioso?

Con quali diverse parole, l’apostolo Paolo, avrebbe potuto meglio spiegare questa importante verità, relativa alla potenza di Gesù Cristo, come quella di Dio, Geova? Solo per quelli che sono condizionati dal pregiudizio e dalle riserve mentali, non riescono a vedere questa chiarissima verità che l’apostolo descrive ed afferma:

E all’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre (Apocalisse 3:7).

Si continuerà il prossimo giorno...
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